La mia solidarietà va agli agenti di Polizia che sono stati attaccati e provocati da una sequela di frasi senza senso da parte di una che si è dichiarata antifascista e poi tratta dei servitori dello Stato come dei traditori della Democrazia e li deride davanti a tutti. Si autoproclama detentrice dei valori di libertà e democrazia e però non accetta una semplice identificazione di routine.
La signora aveva apposto un singolare cartello pubblicitario all’ingresso del suo panificio: uno striscione che più o meno dichiarava l’antifascismo buono come il pane. La pubblicità gratuita e la palese provocazione è evidente. La manifestazione delle proprie idee si può fare in molti modi, lei ha creduto di farsi bella con l’antifascismo e di scornacchiare gli agenti che stavano solo facendo il loro lavoro.
Appurato che le parole non erano offensive per nessuno (come è successo invece per gli spregevoli insulti nei confronti della senatrice Segre), finita l’identificazione, se ne sono andati.
L’eroina di Ascoli Piceno, la partigiana improvvisata davanti al panificio di famiglia (onorata e con un palazzo in città, ha tenuto a sottolineare) ha poi ricevuto gli applausi dei passanti radunati davanti ad un improvvisato comizio del piddino Matteo Ricci che ha pensato bene di approfittare dello spregio del pericolo della temeraria panettiera per denunciare la deriva anti democratica nel paese.
Gli agenti hanno tutto il diritto di chiedere i documenti a chiunque se lo ritengono necessario, fa parte dei loro compiti e la signora dovrebbe ringraziarli per la pubblicità mondiale che ha ricevuto da quella identificazione.
Il coraggio dimostrato nell’esporre quello striscione e nell’aver fronteggiato gli agenti con spavalda e temeraria sfacciataggine e arroganza, le farà acquistare di sicuro un diploma di staffetta partigiana ad honorem. E, perché no? Uno strapuntino a Bruxelles.