Mi fate fare un giro?

I mezzi della Polizia di stato per fare divertire il ragazzo, figlio di tanto padre, sulla spiaggia di Milano Marittima.

Non è grave che un ministro chieda ad un poliziotto di far fare un giro sulla moto d’acqua al figlio?

A me sembra gravissimo. E guardatelo anche lui, il ministro come si diverte a montare la moto mentre l’agente gli spiega i comandi.

E i giornalisti vengono scacciati perché intrusi, importuni. Ma  di che s’impicciano? Siamo o no nella repubblica delle noci di cocco?  Dunque il cocco di papà deve potersi esplicare e divertirsi.

“Errore di papà”, dice Salvini. Che tenero! Quasi,  quasi mi commuovo!

Salvini non si ferma. Continua imperterrito a farsi beffe dello Stato di cui è servitore servendosi di tutto quello che può far divertire lui e la sua famiglia.

Allora, se è permesso al figlio del ministro fare un giro coi mezzi della Polizia, perché non dovrebbe essere permesso anche a me?

Ci posso provare, vado alla prima caserma dei Carabinieri e chiedo di fare un giro sulla volante, cosi, per vedere l’effetto che fa. Sono una cittadina che paga le tasse e ho o stesso diritto che ha il ministro di “usare” ciò per cui pago fior di tasse. O no? Mi sfugge qualche cosa forse?

Cinquestelle pavidi e tremebondi, il coraggio non ve lo potete più dare, vero? Che trasformazione che avete fatto ora che siete diventati casta.

L’Italia è in mano a questo carrozzone da circo. E siamo solo alla stagnazione: crescita zero.

L’importante è che Salvini senior e junior si divertano! E che i grillini siano soddisfatti di scaldare le poltrone con grande soddisfazione di Grillo e Casaleggio. I due padri del movimento. E la madre?

Se ne sta nascosta per la vergogna.

Eau d’arrogance

C’è cattiveria nell’aria.

Sembra di moda essere cattivi. Non avere compassione, pensare che gli altri non sono meritevoli di rispetto, credersi superiori a tutti, fare i furbi, cercare di fregare il prossimo…

Insomma Eau d’arrogance che entra dalle finestre e si insinua ovunque.

Tutti sanno tutto e lo devono insegnare a chi, secondo loro, non sa vivere. I “vivologhi” si sprecano. Dovunque.

Basta un giretto in rete e ci sono centinaia di video che insegnano a fare qualunque cosa.

E danno consigli su tutto. L’A e la Z, tutto l’alfabeto del saper vivere.

Natualmente non sarai mai all’altezza di chi si crede di sapere tutto, perché hai sempre da imparare da loro che, al contrario di te, hanno la risposta a tutte le domande. Non hanno alcun dubbio su come si fa cosa e se lo chiedi te lo spiegano e non lesinano particolari e neppure si limitano alle spiegazioni ma ti fanno pure gli esempi.

Sembra che nel mondo attuale non ci sia spazio per l’iniziativa personale, l’originalità o la creatività.

Al contrario, sono mal viste. Chi le possiede e le vorrebbe usare, non può che essere un vanitoso, borioso, superficiale che non sa di essere tale e si spinge, vanagloriosamente, a cercare di sviluppare le proprie potenzialità.

Ma quali?

Qualsiasi. Potenzialità è una parola che il tempo che viviamo, aborre. Se sei donna poi…

In “potenza” siamo tutti capaci di tutto, (o quasi) ma nella realtà c’è chi è buono a niente, ma si crede (e si finge) capace di tutto. Gli esempi, soprattutto in politica, si sprecano.

E  critica. Critica chi, al contrario, vorrebbe tentare altre strade di quelle già segnate e lanciarsi su sentieri indefiniti o quantomeno, vorrebbe cercare di ragionare con la propria testa, anche sbagliando,ma per fare ciò deve sfidare le critiche di chi ha sempre da ridire su tutto e si preoccupa sempre di apparire quello che non è.

E c’è una bella differenza tra apparire e essere. Il criticone ama apparire e per fare ciò deve necessariamente screditare chi è o cerca di essere. Semplicemente perché “essendo” gli dà fastidio.

Ho fatto tante volte esperienza che a voler “essere” si trovano molti che preferirebbero che tu non fossi o, addirittura, che non esistessi.

Potresti fargli ombra. E’ un’eventualità che molti non sopportano.

Una società competitiva come l’attuale non aiuta certo chi ha un desiderio legittimo di esplicare le proprie potenzialità.

Una prova ne è certamente i tanti giovani che emigrano all’estero. Questa è una delle conseguenze più evidenti e nefaste.

Portano altrove la loro voglia di fare ed è distruttivo per un paese che in questo modo non può contare su forze fresche e vitali per progredire.

Si fa di tutto in Italia per scoraggiare anche la più banale iniziativa individuale.

Qualsiasi cosa pur di soffocarla sul nascere.

Cosa spinge tanti a spargere malevolenza e cattiveria nei confronti di chi potrebbe anche alla lontana, farli apparire diversi da quella fulgida immagine che l’egotica e malata tendenza a sentirsi superiori a tutti, gli riflette?

Un’immagine che non corrisponde alla realtà, lo sanno benissimo, tanto che è proprio la paura che gli altri lo scoprano a farli diventare dei calunniatori e diffamatori nei riguardi di chi, involontariamente, ma solo con la propria esistenza, è sempre li a ricordarglielo.

La paura di scoprirsi diversi da quello che in realtà si è, la paura di scoprirsi meschinamente aggrappati ad una falsa immagine della quale ci si compiace senza vergogna pur di mantenersi aggrappati ad essa.

La paura di scoprire che quell’immagine è costruita, quindi, falsa.

E che sia troppo tardi per modificarla.

 

 

Senso dello stato

Forse,che cosa significhi “senso dello Stato, il carabiniere ucciso con undici coltellate,lo sapeva più di tutti i politici riunitisi al suo funerale.

Era molto amato Mario e la sua morte sembra ogni giorno che passa, sempre più assurda.

Due balordi americani, due ragazzini in vacanza nella capitale da soli. Forse ubriachi, si aggirano di notte con un coltellaccio. E mentre uno dei due tiene impegnato in una lotta furibonda il collega, l’altro uccide senza pietà e con una ferocia degna di  un killer consumato, il vicebrigadiere Cerciello. E perché? Per una futile e banale lite con un tipo che avrebbe dovuto metterli in contatto con altri bolordi come loro.

Come facevano ad avere quel coltello? Se l’erano portati in aereo? E dove sarebbero i tanti decantati controlli? O lo avevano comprato in Italia e perché? Quell’arma micidiale non avrebbe dovuto essere in mano a quei due, forse psicolabili, alla ricerca di “sballo” notturno, come se non fossero già abbastanza sballati di loro.

Forse i genitori avevano pensato di toglierseli dai piedi per qualche giorno, magari pensando che una vacanza nella città eterna li avrebbe aiutati a crescere.La città dove c’è il papa, ricca di storia, di monumenti, non poteva rappresentare un pericolo per quei due, poco più che bambini.

E invece.

Due ragazzi cui i mezzi non mancavano per soggiornare in hotel di lusso in centro a Roma, due scriteriati che le rispettive famiglie avrebbero dovuto dividere a forza perché insieme erano due mine vaganti. Da quanto si apprende leggendo le loro biografie.

La foto di uno dei due, bendato e ammanettato, in caserma, però è orribile. Non è questo il modo di trattare neppure il peggior delinquente. Chi ha sbagliato deve rendere conto. Ed è stato un grave errore.

Come sbagliano i politici a fare passerelle, a scrivere post sui social, a fomentare odio.

Il ministro dell’Interno dovrebbe sedare gli animi non surriscaldarli.

E prevenire certe tragedie assurde magari fornendo i mezzi alle Forze dell’Ordine per pattugliare certe zone degradate dove si sa che possono sorgere problemi, anche gravi, ogni secondo.

Le chiacchiere stanno davvero sottozero, Mario sarebbe ancora vivo se la notte, certi individui loschi non girassero indisturbati a fare danni.

Meglio prima

Li capisco i manifestanti No Tav. Hanno ragione, dal loro punto di vista. Vogliono conservare l’ambiente e le sue bellezze e quel foro nella montagna apre troppe incognite per il futuro di quella valle.

E’ come se lo si facesse nelle loro stesse teste, Me ne rendo conto e solidarizzo con chi difende, pacificamente il proprio territorio dall’invasività e pervasività delle grandi opere, Che, a volte, non sono grandi per niente o lo sono solo per tutta la speculazione che ci gira intorno.

Ma non farlo, ormai, al punto in cui siamo, comporterebbe che avrebbero per sempre questo problema irrisolto perché tutti i governi vorranno farlo, quel buco, è una questione di principio.

Oltre, che, naturalmente di convenienza per un sacco di motivi, non ultimo che dà da lavorare a molte persone e, comunque lo si guardi, servirebbe a dare impulso alla circolazione ferroviaria.

Quello su cui mi batterei sarebbe il trasporto delle merci su rotaia. I Tir ormai sono diventati un problema enorme, ne girano milioni per le nostre strade, sempre intasate e provocano incidenti e alto inquinamento.

Ma, capisco anche che  anche per i No Tav è una questione di principio: si sentono presi in giro e hanno tutte le ragioni.

E’ inutile che ora i grillini dicano che faranno una interrogazione perlamente e che laTav non passerà  perché loro sono contrari, dovevano dirlo, eventualmente prima che Conte annunciasse che si farà

Cosi ci fanno la figura da peracottari che si meritano.

Sono falsi, spergiuri, sempre stati e sempre saranno. Non si possono fare tutte le parti in commedia: o sei governo o sei opposizione.

La cosa più ragionevole (ma ci sono stati cosi tanti ragionamenti che ormai sembra quasi impossibile ragionarci ancora) sarebbe che tutte le parti in causa si sedessero attorno ad un tavolo e concordassero tutti insieme la via da seguire più conveniente per tutti i contendenti.

Questa manfrina vergognosa della lettera spedita per ottenere i fondi europei senza la firma del ministro, dà la misura esatta di come i grillini pensano di prendere in giro gli elettori: una testa non sa quello che pensa l’altra, della serie: uno non vale nessuno.

Penosi.

Non sono cosi sicura che si farà, adesso, con questo governo, la Tav. Ho l’impressione che la storia sia ancora molto lunga e che non troverà soluzione fino  a che ci saranno i grillini al governo.

Ma non è una buona notizia per i no Tav perchè sarebbe solo  rendere ancora più lunga e penosa la loro sofferenza e le loro giuste aspettative.

Prima o poi bisognerà trovare un accordo. Meglio prima che poi.

 

 

La tempesta sul tour

Spesso il Tour presenta delle sorprese -specie nelle ultime tappe, le più difficili- non sempre, ma quando accadono sono sempre rivoluzionarie, così oggi è accaduto nella tappa del’Iseran, la Saint-Jean-de-Maurienne – Tignes.

Ci si aspettava l’attacco di Thibaud Pinot che nella tappe pirenaiche era sembrato il più brillante, ma il francese, dolorante ad un ginocchio e piangente, ha dovuto arrendersi fin dalle prime battute.

S’è poi visto scattare Geraint Thomas, il capitano della Ineos, secondo in classifica generale, ma il suo tentativo è presto rientrato, mentre passava al contrattacco il giovane Bernal, addetto alla sua “assistenza” (non mi piace chiamarlo gregario) che, con un’azione progressiva, sulla lunghissima salita dell’Iseran, sgretolava a poco a poco la comitiva a cui si accompagnava e, rimasto solo, passava per primo sotto lo striscione del Gran Premio della Montagna, mentre Il suo vantaggio su Alaphilippe era tale da strappargli dalle spalle, virtualmente, la maglia gialla.

Ma la tappa non era affatto finita, dopo una lunghissima discesa, occorreva ancora scalare la Montée de Tignes, altra dura salita, dov’era posto l’arrivo.

Ed ecco il coupe de théatre finale, mentre Bernal già fila via, lungo i tornanti sul ciglio dei burroni, mentre la maglia gialla ancora arranca in salita, ecco che qualcosa d’insolito serpeggia tra i corridori, le moto del seguito sopravanzano i corridori gesticolando, qualcuno si rialza, la ammiraglie li affiancano, c’è uno scambio di gesti e di parole, chi si ferma, chi prosegue.

Che succede? Succede che una tempesta si abbatte proprio sulle strade dove stanno per sopraggiungere i corridori, sarebbe un disastro farli proseguire, la gara è sospesa, ma non annullata, sarebbe una beffa per il ventiduenne Bernal: il passaggio sotto il Gran Premio della Montagna sarà considerato  l’arrivo.

Bernal è quindi la nuova maglia Gialla. In fondo è giusto così, che un giovanissimo si aggiudichi(salvo sorprese domami) il Tourdei decani, e che la sentenza l’abbia emessa il tetto del Tour il gigante Iseran coi suoi 2770 m di altezza.

Bene il Tour non è finito, è finito però il mio racconto. Ma per questo ci sono i giornali.

 

Alessandro Stramondo

Eccolo Bernal:

(Foto ripresa da The Guardian)

Colombia’s Egan Bernal passes by the Arc de Triomphe.

Il nostro cancellorusso

Da noi non pare avere un gran seguito. La politica estera non ci appassiona. Però, c’è un caso che ritengo che potrebbe avere anologie con quanto sta succedendo in Italia ed è  l’americano “Russiagate”.

Il procuratore speciale R.Mueller, incaricato di indagare se la Russia abbia avuto ingerenze nella campagna elettorale del 2016 e se Donald Trump ne abbia beneficiato, è arrivato alla conclusione dell’inchiesta e ha fornito un rapporto piuttosto dettagliato e due giorni fa è stato chiamato al Congresso  a risponderne personalmente.

Ho guardato la diretta.

R.Mueller è un avvocato staunitense, repubblicano, è stato direttore dell’FBI anche durante la presidenza Obama ed è conosciuto come persona retta e leale.

A me ha fatto esattamente questa impressione.

Ha risposto alle domande piùttosto laconicamente ma credo che il motivo sia che si tratta di un’inchiesta molto delicata che ha come primo imputato il presidente della più grande democrazia mondiale e quindi bisogna andarci coi piedi di piombo.

L’America, soprattutto dopo l’11 settembre, non può più  permettersi di mostrarsi quel colosso dai piedi d’argilla che purtroppo, è uscito dopo quella immane catastrofe. Credo che il procuratore Mueller ne sia pienamente consapevole.

Il suo incarico è,  credo, l’incarico di una vita, quello che potrebbe segnarti nel bene e nel male e lui, a 74 anni, forse non vuole che il suo nome possa venire legato particolarmente al fatto di aver scoperchiato le pentole e rivelato gli intrighi di palazzo dell’attuale inquilino della Casa Bianca. O almeno, non solo per quello.

Perciò tiene un profilo basso, quasi sotterraneo, direi.

Ciononostante è riuscito a dimostrare che la Russia ha avuto una forte ingerenza nelle elezioni del 2016 e che Trump ha provato almeno dieci volte ad ostruire le indagini del caso.

Ci sarebbe materia per far saltare tutto. Ma, dice Mueller, non si può incriminare un presidente mentre svolge il suo mandato, dopo si.

Ma dopo potrebbe essere troppo tardi.

L’analogia con l’Italia è che Salvini, (tanto per citarne uno) sembra aver tramacciato, via Savoini,  coi russi, per ottenere dei soldi per finanziare la Lega, si parla di milioni di dollari non di bruscolini.

Ovviamente lui nega e chi non lo farebbe al suo posto?Ma gli italiani, credo, hanno il diritto di sapere se il vicepremier, ministro dell’Interno è, in qualche modo, ricattabile a seguito dell’inchiesta che vede indagati alcuni suoi collaboratori.

Finora il governo ha fornito molte intepretazioni del caso, ognuno dei tre maggiori esponenti, offre una sua versione: Salvini nega e rifiuta di parlare del “nulla”, Conte riferisce in parlamento ma non sa nulla di nulla del “nulla”. DiMaio sta con sette piedi in otto scarpe e si inventa una versione diversa al giorno a seconda di come scende dal letto.

Ora, gli americani potrebbero anche chiedersi se le prossime elezioni non saranno ancora inficiate dalle ingerenze russe, visto che sono riusciti a farglierla sotto al naso.

Gli italiani possono davvero stare tranquilli?

 

Il governo conta (i giorni)

Ma come si permette Conte di andare in parlamento e parlare del caso Metropolis come se lui fosse il premier?
Non si sarà montato un po’ la testa?
C’è anche chi si chiede:” ma chi c’è dietro a Conte”?
Prima c’era il duo S&D, ora chi c’é? Forse il duo M&M? (e non parlo delle caramelle).
I grillini sono cosi infuriati che hanno lasciato l’aula nella quale l’avvocato ha arringato i presenti chiamandosi decisamente fuori da ogni intrigo internazionale legato alla faccenda di Savoini e i presunti fondi russi per la Lega.
L’ha fatto per salvare se stesso dalle polemiche, per tirarsi fuori da qualsiasi illazione in merito al fatto che quel Savoini compaia nelle foto ufficiali delle cene ufficiali. Ha fatto l’avvocato di se stesso, per una volta.
Non scherziamo ragazzi, lui, il premier, con quel faccendiere amico di Salvini, non ha proprio nulla a che fare. Con quella faccia, poi!
Ed ha anche tenuto a precisare, in bell’italiano (c’è ancora chi lo capisce?) che anche il ministro Salvini, che lui sappia , non c’entra nulla con l’inchiesta di corruzione internazionale nella quale Savoini e altri sono indagati.
Per quanto, ha tenuto a precisare, Salvini nulla gli ha raccontato della faccenda e lui nulla ne sa.
Ha voluto mettere un punto fermo: lui parla per il governo che rappresenta e il governo con i pasticci degli amici di Salvini non c’entra nulla.
Salvini è un outsider, un ministro per caso che agisce in nome e per conto solo di se stesso e del quale, lui, non è lo chaperon uffciale.
Mi sembra molto chiaro.
I 5stelle non ci stanno? pensavano di avere per le mani il premier e poterlo manovrare a piacimento?
Beh, hanno pensato male!
Il governo Conto(nessun refuso, Conte ha deciso di chiamarsi cosi) comincia adesso. Avrà ancora tanta strada davanti a  sè?
Io spero proprio di no.

Le lacrime della campionessa

Grandissima Federica!
In Italia le donne si distinguono non solo nel calcio mondiale, ma anche nel nuoto: 4 oro ai mondiali e a 31 anni, ancora strepitosa e “infinita” come ha ammesso, commossa di sentirsi.

L’ho incontrata un paio di volte a Spinea, dove viveva, quando a 16 anni era ancora agli esordi, una ragazzina timida e spaventata dal clamore delle sue prime mosse diventate subito leggenda. Mi ha fatto una strana impressione come di una costretta in un ruolo che le stava scomodo, ma era solo apparenza, dentro covava la grinta della campionessa.
Ora, può dire davvero di essere una leggenda certificata da tutte le vittorie di questi anni che sembrano non finire mai. E, con ragione, un mito.

Ha sofferto e tanto e lavorato tanto, ma ha ottenuto anche tanto.
Tutti le dobbiamo essere grati per il suo impegno e per la forza che emana da quelle bracciate e da quello sguardo rivolto al cielo quando esulta, quasi incredula della sua stessa forza.
Una speranza per tutti che chi si impegna, alla fine, può farcela.

(Foto ripresa da ” Il Giornale”)

 

Sepolcri anneriti

Chi è Simone Pillon?
Il senatore della Lega che vuole farci tornare indietro di secoli e imporre col suo DDL che avrebbe dovuto essere ritirato e invece va in discussione oggi, un nuova forma di schiavitù per le donne, sembra Belzebù.
Dico davvero, guardate una delle sue foto.
Ha gli occhi venati di sangue
Beh forse esagero ma a me mette i brividi.
E sarebbe anche avvocato quel personaggio li?
Ma chi ce l’ha fatto senatore a quello?
Il suo disegno di legge non deve passare.
Gli ipocriti, sepolcri anneriti Cinquestelle dicono che è superato.

Superato da che? Da unTir che lo mette sotto? (non Pillon ma il suo DDL, ovvio).
Vorrebbe riportarci al medioevo, togliere alle donne anche l’ultima flebile speranza di poter contare qualcosa in una società sempre più in mano agli uomini.
E lui si inventa il “mediatore famigliare” nel caso di controversie tra coniugi.
Eh già, che bravo! Sai come aumeterebbero le code nella sala d’attesa de suo uffucio? E le sue parcelle?
Ma questo tipo qui conosce il Codice deontologico forense?
O lo usa solo per metterlo sotto la gamba del tavolo che traballa?
Beh, guarda Pillon, me lo trovo per caso sottomano e ti rinfresco la memoria:
“Nell’esercizio della sua funzione l’avvocato vigila sulla conformità delle leggi ai principi della Costituzione nel rispetto della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti Umani e dell’Ordinamento comunitario, garantisce il diritto alla libertà e sicurezza e l’inviolabilità della difesa, assicura la regolarità del giudizio e del contraddittorio”.

Anche le donne hanno diritto alla difesa dei Diritti Umani, se tu pretendi di metterle in una posizione subalterna rispetto all’uomo tale da dover richedere la consulenza di un avvocato che dovrà decidere salomonicamente a chi dovranno andare i figli e lei, non potendo neppure avere l’assegno divorzile, ricattabile per bisogno, dovrebbe attenersi a quello che verrebbe deciso da altri e su questo dovrebbe basarsi per il resto della propria vita, allora stai andando contro la deontologia della tua professione.
Stai andando contro i diritti umani delle donne a poter decidere di cosa fare della propria esistenza.
Sei completamente fuori dal mondo.
Questo vogliono i leghisti: tenere le donne sotto il giogo maschile, riportare le famiglie al medioevo quando la donna era solo un oggetto di trastullo e doveva servire a perpetuare la specie. Lavorare in casa e tacere.
Se il Parlamento passerà questo obbrobrio, l’Italia retrocederà di parecchio e i Cinquestelle si saranno macchiati di un grave delitto contro l’Umanità.

Le mele nel cesto

In questi giorni si parla tanto della zuffa tra i governatori del Veneto e della Lombardia e il premier Conte.

A dire il vero tre “cai soa giusta”, li definirebbe Goldoni, con l’intento di definire tre persone che hanno degli aspetti, diciamo, un po’ controversi, naturalmente visti dal lato della politica. Niente di personale.

Ma torniamo all’ Autonomia differenziata, prevista dalla Costituzione, che le tre regioni del nord, dopo il successo del referendum, stanno chiedendo da oltre un anno a questo governo di confermare, o quantomeno di cercare di arrivare ad una definizione.

Sembrerebbe una faccenda complicata. Da come ne parlano i Cinquestelle: una vera e propria “rapina” da parte dei ricchi “nordisti” nei confronti delle popolazioni del sud o su e giù di li.

Io ho provato ad immaginare di spiegare la cosa ad un bambino (prima di tutto per cercare di capirla meglio io visto che non è per niente facile).

Dunque, la vedo cosi (magari sbaglio): poniamo che ci sia una enorme cesto dove i cittadini italiani devono mettere, per ordine dello Stato, le mele (tasse  e  gabelle varie) che raccolgono. Queste mele, una volta raccolte da tutte le regioni, saranno  usate dallo stato secondo dei criteri stabiliti dallo stesso.

Ora i tre moschettieri autonomisti: Zaia, Fontana; Bonaccini, vorrebbero, che una parte di quelle mele rimanessero nella loro regione per rendere più efficienti alcuni servizi, tipo: scuola, sanità etc.etc.

Ma lo stato dice che bisogna pensarci bene; non possiamo fare differenze tra i cittadini, non possono esserci cittadini di serie A e di serie B.

Ma i tre rispondono che loro versano molte più mele di altri che addirittura non ne versano per nulla e che una volta che le mele sono finite nel cesto dello stato, non si sa bene come vengano usate,se vanno marce e vengono sprecate e a chi vadano e se davvero vanno a chi ne ha bisogno o se chi ne ha bisogno non le vede neppure col binocolo, mentre altri (già ricchi) si pappano anche quelle dei poveri…

Questa cosa ha un nome e cioè: corruzione ed è molto difficile, a quanto sembra, sconfiggerla.

I tre dicono che l’Autonomia differenziata corrisponde a maggiore responsabilità da parte delle regioni nel gestire le risorse, meno sprechi e quindi maggiore efficienza per i cittadini e nessuna ruberia nei confronti di altri ma la possibilità anche per loro di gestire in maniera più proficua e più responsabile le risorse che, altrimenti, se ne vanno in sprechi e corruzione.

E, sempre i Tre, ma soprattutto Zaia e Fontana, dicono che le regioni, con maggiore autonomia non solo gestirebbero meglio le risorse, ma farebbero il bene dell’Italia intera che ha solo da guadagnare dallo sviluppo di regioni che hanno un Pil alto e che producono ed esportano ed attirano investimenti stranieri.

E le altre regioni ne ricaverebbero un vantaggio perchè lo stato, non potendo più contare su troppe “mele” del cesto provenienti sempre dagli stessi, investirebbe di più affinchè le regioni più” povere” avessero la possibilità di sviluppare meglio  la propria economia per poter mettere la loro parte di “mele” nel cesto e, magari, non dover sempre aspettare che lo stato gli faccia da “mamma”, rendendosi  indipendenti.

Chissà se un bambino capirebbe questa storia? Sembra difficile per una buona parte di adulti( certo non è facile), soprattutto quelli che non vorrebbero che le cose cambiassero e preferirebbero che rimanesse tutto come sta per poter approfittare, alla bisogna, delle “mele” che  vanno a riempire “cesti” che sono già fin troppo pieni.

Con buona pace dell’Unità dello Stato, della Patria e della Famiglia.