“Io, Giuseppe ed Elly”. La sacra famiglia politica del nuovo (si fa per dire) campo largo progressista della sinistra un po’ al centro con qualche puntatina a destra in basso ma anche a manca in alto. Letta Enrico dimesso e Giuseppe Conte dismesso, con Elly Schlein decisamente donna decisa. Un terzetto poco comico e un po’ tragico e un po’ no. I Trettrè della politica italiana del post ideologismo co(di)vidico. Un po’ per celia e molto ma molto per non morire. A confronto sulla verosimile ma poco credibile nuova e per nulla santa alleanza tra il PD e il M5S. Un poco di opportunismo tanto politico e molto poco empatico. Si “sposerebbero” per convenienza due partiti sfiniti in preda alle correnti e quasi annegati tra flussi e riflussi indigestivi e indigestiti e smanie di protagonismo di leader e problemi giudiziari di figli di garanti paranoici.
Io, mammeta e tu, insomma, Tre politici di razza, di rango, dinamici e no, distopici si, ma con le credenziali, ognuno a suo modo a cavallo di un mulo che procede lento per il loro peso ma soprattutto perché non sa che direzione prendere…a destra o a sinistra o forse in mezzo?
Nel mezzo del cammin di loro vita cercano un mezzo per sopravvivere alla tempesta. Schlein è ancora sul principio, giovane e pimpante principiante, ma gli altri due….beh, mica tanto. Ma hanno tanto in comune. Prima fra tutti la democristianità di fondo e anche di cima. Si somigliano anche fisicamente con quel loro incedere elegante ed il piglio un po’ sognante e forse si piglieranno perché volere o volare è sempre un bell’affare.
Sono in fase di ristrutturazione entrambi e cercano il Superbonus che li metta al riparo dalle incognite sul loro cammino.
Hanno un’unica scelta: allearsi o perire.
Però che tristezza! Conte, Letta con Elly in una piazza grande a parlare al popolo che applaude. Questo pare l’incubo notturno dei due ex premier. E si vede che hanno i sonni agitati. Non c’è da dormirci sopra un tale progetto con tutta l’empatia e simpatia che possono reciprocamente provare l’uno per l’altro.
Il progetto di ristrutturazione della sinistra che comprende il partito del post-tutto ormai distrutto è davvero una sfida all’ultima goccia di sangue e i due sembrano piuttosto anemici. Elly potrebbe fargli qualche trasfusione, ma basterà?
Anemici e a…nemici, si incontreranno li dove altri si scontrerebbero perché il “dovere” li chiama. Che piazza sceglieranno? Ma… visto che hanno deciso di costruire un campo largo anzi larghissimo perché non scendere in (un) campo? Gli suggerirei quello dei Miracoli, li dove si piantano idee e nascono ideali. Chissà…
“Sarà, ma a me me pare…”