Meglio di così

Qualche giorno ancora e poi

tutto quanto tornerà nella sua

normalità.

Degli auguri e degli auspici

delle uova e le focacce

resteranno solo tracce.

C’è chi se ne va in vacanza

e chi in gita fuori porta

chi si porterà l’ombrello

e chi la ruota di scorta.

C’è anche chi se ne sta in casa

con un libro per amico oppur

guarda alla tivvù un bel film

magari antico.

Chi si trova con gli amici

chi festeggia andando in bici

percorrendo strade nuove

pur se fa un po’ freddo e piove.

C’è il fanatico che fa corsa e

jogging a volontà poi si fa un

panino al volo in un bar

stremato e solo.

Chi se ne va per musei

a mirar l’opere d’arte

e chi invece sul divano

se ne sta triste in disparte.

Beh la storia si fa lunga

penso di fermarmi qui

augurar la Buona Pasqua

non so meglio di così.

 

 

Quanti Bellomo?

Hitchcock ci avrebbe fatto un film: “L’uomo che chiedeva troppo”, anzi il Bellomo. Togliendo quel “mo” alla fine, che è inutile, risalterebbe ancora di più la figura di questo professore ex giudice,consigliere di Stato, cacciato dalla magistratura con disonore: Francesco Bellomo

Ma, in fondo, che cosa faceva di male? La procura di Piacenza ho sta indagando per stalking e lesioni gravi, una cosetta da nulla, dice lui, tutta da provare. Pare che di prove ce ne siano a bizzeffe.

Alle sue corsiste chiedeva di firmare una specie di contratto dove si impegnavano a fare tutto quello che lui gli diceva: vestirsi come piaceva a lui, camminare, truccarsi, uscire con lui, flirtare con lui, raccontargli tutto delle loro relazioni amorose nei particolari, non sposarsi, non rifiutarsi di obbedire altrimenti avrebbero dovuto chiedere scusa in ginocchio, o subire l’onta di vedere le loro avventure amorose, papale, papale, nelle più torbide inezie, pubblicate nella rivista della scuola.

Gli è andata di lusso per anni, qualcuna è persino finita all’ospedale e salvata per i capelli dai genitori.

La scuola per futuri magistrati: “Diritto e scienza” dove il professor Francesco Bellomo, pretendeva che le ragazze diventassero sue schiave, attente a non infastidire il sultano ed eseguire tutti i suoi voleri, pena le più disparate e innominabili ingiurie e molestie reiterate di ogni genere.

Ci stavano, in tante, controfirmavano quella schifezza, si sottomettevano in nome della futura radiosa carriera che avevano in mente. Ragazze laureate, brillanti, intelligenti, si facevano soggiogare da un tipo simile. Evidentemente aveva doti di paragnosta.

Fino a che qualcuna ha parlato, un padre lo ha denunciato e le denunce continuano ad fioccare.

Si è rotto l’incantesimo dell’”Agente superiore”, come si faceva chiamare.

Ora andrà a processo. Non vorrei essere nei panni di quelle ragazze. Però, una cosa la devo dire, l’avesse fatta a me la proposta di firmare quella schifezza, gli avrei fatto mangiare il foglio fino all’ultimo pezzetto e me ne sarei andata sbattendo la porta sul suo bel muso. Al Bellomo.

 

Per aspera

Dobbiamo guardare in faccia la realtà: ormai (forse, non è mai detto con tutte queste scaramucce in atto tra i due pretendenti al “trono”di Zamunda) si delinea un governo Cinquestelle- Lega, con la benedizione (forse) di Berlusconi e vari ed eventuali.

Prima dell’avvento della terza Repubblica si sarebbe chiamato: la grande abbuffata o ammucchiata per usare un termine caro all’ex cavaliere,noto alle cronache, soprattutto giudiziarie, per il suo alto gradimento di questa forma di “collaborazione”.

Si delinea un ircocervo (come lo ha definito Berlusconi) piuttosto pasciuto, che guiderà il paese verso la meta che tutti gli elettori che hanno votato le due forze preminenti si aspettano: il famoso   obiettivo tanto evocato ma mai pienamente raggiunto: il Burrone.  Erano stanchi morti di sentir ripetere che eravamo sempre sull’orlo, in molti hanno deciso che era arrivata finalmente l’ora di cascarci dentro, una buona volta.

In fondo, ma molto in fondo, solo li ,finalmente l’Italia, può trovare tutte le risposte alle tante istanze  e anche le forze per risalire la china. Stare sempre sul bordo, in attesa di sprofondare era una cosa stressante,sapere di finirci il prima possibile, potrà fornire finalmente nuove energie vitali perché, come tutti sanno e come tutti i più grandi filosofi hanno sempre sostenuto: solo toccando veramente il fondo si può pensare di arrivare al successo. Lo dice un famoso motto latino: “per aspera ad astra”, ed ecco che tutti potremo metterci il cuore in pace: le stelle erano nel nostro destino e le stelle non possono che significare un destino positivo. In fondo.

Per fare questo bisognerà scendere a molti compromessi, calarsi nella mentalità degli eventuali  alleati che possono avere idee anche molto diverse, ma che per il bene del paese e con quel traguardo ormai inevitabile da perseguire, (il Burrone) è assolutamente indispensabile superare i pregiudizi,abbassare le barriere che li dividevano sinora, scavalcare le montagne di insulti che si sono avventatamente scagliati reciprocamente in passato.(Oltre, ovviamente, la montagna di quella cosa che qui non si nomina per decenza).

Tutto si può fare per un traguardo comune, in fondo, quello che conta sono gli italiani, prima gli italiani, facciamo l’Italia grande, di nuovo.

Ma come? Semplice: con la formula che volere è Potere. Nasce la terza Repubblica e subito vengono alla mente grandi ideali, sento già una rinnovata speranza, che sia questa la volta buona?

Ma si, ci voglio credere, sta per nascere una nuova figura di politico italiano. Una figura di cui si sentiva da tempo la mancanza. La chiamerei con un termine che la compendia in tutta la sua dignità istituzionale , l’idea (per la verità non proprio nuova), è quella di un politico di sani principi, coerente ma anche aperto a tutte le possibilità che possano dare quello slancio che occorre in momenti come questo, ossia:… il Calabraghe.

La terza Repubblica sarà all’insegna del calabraghismo. Faranno a gara a chi se le cala prima e meglio degli altri.Finalmente un po’ di soddisfazioni dopo tante frustrazioni.

Pece nera

Mi immagino la scena: domenica sera, Donald Trump seduto nel suo sontuoso salotto, con una birra e un piatto colmo di peanuts sul tavolino, Melania che entra ed esce soffiando sulle unghie laccate di fresco, la televisione accesa sul programma della CBS: 60 Minutes.
Compaiono seduti l’uno di fronte all’altra un uomo e una donna: lei è Stormy Daniels, una porno star, lui è un anchor man americano molto noto e la sta intervistando.
Melania ha le cotolette d’agnello coi piselli sul fuoco e getta un’occhiata distratta al marito mollemente spaparanzato sul divano in pelle e non fa troppo caso alla trasmissione, volteggia intorno alla chioma profumata del marito, gli da un leggero buffetto ed esce.
Proprio nel momento esatto in cui Stephanie Clifford (Stormy Daniels) fa il suo nome, mentre racconta le sue vicissitudini dopo la breve storia avuta con lui nel lontano 2006, lei aveva 27 anni, lui 60.
Le domande sono secche, le risposte altrettanto.
Sintetizzo il dialogo: lei risponde molto precisa e tagliente che ha avuto una relazione col presidente, lui non le ha imposto nulla, era consenziente, non le piaceva particolamente, ma ci è stata. Poi cosa è successo? Nel 2011 lei è in procinto di rivelare ad una rivista questa relazione col magnate. Un giorno si trova nel parcheggio di una palestra assieme alla figlia molto piccola. Le si avvicina un tipo e le dice di dimenticarsi di Trump se non vuole guai, poi rivolgendosi alla bambina, le dice che sarebbe un peccato che succedesse qualche cosa di brutto alla sua bella mamma.
Sthephanie dice di essersi sentita morire di paura, che riconoscerebbe l’uomo se lo vedesse, che non lo ha mai rivisto e che non ha denunciato per paura.
Poi racconta di aver firmato una dichiarazione dove afferma di non negare la sua relazione con Trump perchè è stata lautamente pagata, ma perché la relazione non c’è mai stata.
Alla domanda sul perché avesse sottoscritto una falsità, lei ha risposto che era stata minacciata che la sua vita, se non firmava, sarebbe stata un inferno.
Poi le viene chiesto perché si dovrebbe credere a quanto racconta. Lei risponde perché è la verità e non ha alcun interesse a raccontare frottole ed è certa che raccontare la verità le porterà solo altri guai e anche un bel sacco di m…(bip).
Alla fine le viene detto che forse Trump la sta guardando, cosa vorrebbe dirgli?
Lei risponde seccamente: “lo sa che dico la verità”.
Fine.
Melania ricompare per avvisare Mr, president che la cena è pronta.
Chissà se a Donald saranno piaciute le costolette in umido coi piselli.
Prima Emma Gonzales con la sua grinta e la ” Marcia per le nostre vite”. ora Stormy Daniels con questa vecchia storia…
Forse dopo la cena Trump ha avuto bisogno di un buon bicchiere di bicarbonato on the rocks e dopo averlo trangugiato, si deve essere chiesto cosa stia succedendo, lui le donne ha sempre saputo come prenderle…
Forse, deve aver pensato, La casa Bianca gli sta portando una pece nera, meglio trasferirsi per un po’ nel Vermont.

Emma

Sei minuti e 20 secondi sembrano niente. Eppure a me sono sembrati lunghissimi mentre osservavo, in un video, la faccia dolcissima di quella ragazza dalla testa rasata e dagli occhi pieni di lacrime.

Emma Gonzales, la portavoce dei sopravvissuti alla strage di Parkland in Florida dove in una scuola sono state massacrate 17 persone, ha parlato da un palco a Washington, durante la marcia contro le armi organizzata subito dopo l’evento e svoltasi sabato 24 Marzo. Molte altre città in America e nel resto del mondo vi hanno aderito e la vista di quella marea umana che affollava Pennsylvania Avenue era sconvolgente.

Piangeva Emma, mentre nominava ad uno ad uno i suoi compagni che non ci sono più, poi è rimasta in silenzio a guardare un punto oltre la folla, immobile, con le lacrime che le cadevano copiose ma dura e determinata, in silenzio per sei minuti e venti tesissimi secondi.

Poi ha pronunciato la frase: “Fight for your life before it is someone else’s job” (lotta per la tua vita prima che diventi il lavoro di qualcun’altro), è scesa e si è allontanata con una naturalezza ed una dignità e una fierezza sorprendenti in questa diciassettenne che ha vissuto un’esperienza che non potrà mai dimenticare e che segnerà la sua vita per sempre, mentre la folla gridava il suo nome e “never again” (mai più).

Ora tocca a chi ha in mano il potere cogliere questo messaggio arrivato da centinaia di migliaia di persone che chiedono di poter vivere senza l’incubo che un folle metta fine alla loro vita nei modi più assurdi ed impensabili, come è successo quel giorno nella scuola di quella cittadina della Florida dove nulla potrà mai essere come prima.

Tocca ai politici che hanno la possibilità di mettere mano alle leggi  che potrebbero contrastare lo strapotere delle potentissime lobby delle armi, dare un segnale di esistenza in vita di una qualche residua dignità e capacità di guardare in faccia una realtà che, dopo questa protesta, non può più essere ignorata.

 

Lo scambio

Renzi che canta al Senato non lo avrei immaginato, eppure pare cantasse: “dammi il tuo amore non chiedermi niente dimmi che hai bisogno di me…” mentre entrava da senatore negli uffici del Pd. Ostentava indifferenza, chiaramente.
Napolitano non gli ha fatto gli elogi in pubblico, anzi, lo ha mazziato, lui e le sue politiche di governo, ne ha detto peste e corna. Ma lui è rimasto sorridente, imperturbabile con la faccia dello scolaretto che non vuole dar soddisfazione a chi lo rimprovera. Si guarda attorno, sembra dire, bel posto visto da qui, non me n’ero mai accorto, sorrisi e pacche sulle spalle, con Maria Elena, con Tommaso Cerno al quale chiede cosa si prova a stare da quella parte. Chissà cosa avrà risposto l’ex condirettore di Repubblica, mah, le cronache non lo riportano, forse ha solo fatto un mezzo sorriso di circostanza.
Renzi sta bene, si vede, meno male ero preoccupata, l’ha presa bene, si sente a proprio agio, ma soprattutto ha la faccia di chi vuole vendere a caro prezzo la pellaccia.La faccia da: vi faccio vedere i sorci verdi. Ma ai giornalisti racconta che starà zitto per due anni. Cos’è un voto a San Crispino? Protettore degli segretari trom…pardon dimissionari?
Chissà che cosa gli frulla in testa. Vendetta, tremenda vendetta, ce l’ha col mondo ma fa finta di nulla, è solo facciata, dentro è tutto un ribollir di rabbia al pensiero che al suo posto possono andare quei due bischeri di Di Maio o Salvini.
Insieme, a braccetto come Brontolo e Cucciolo, per la prima volta nel mondo una premiership condivisa dai due neo premier gemelli siamesi.
Ma è ancora tutto da vedere, troppe incognite su questa coppia di fatto ma non certo di diritto.
Un consiglio però mi sento di darglielo al neo senatore Renzi, accomodato sulla comoda poltrona di un luogo che ha fatto di tutto per abolire (lo vedi che gli italiani avevano ragione? cosa faresti adesso? la riserva del Rignano calcio?), dicevo gli voglio dare un consiglio da nemica: ma perché non fai uno scambio con Grasso? Tu vai a dirigere Liberi e Uguali e Grasso e i fuoriusciti rientrano nel Pd e cosi i renziani saranno liberi da quelli che nel Pd vogliono farli fuori e uguali a se stessi come sempre.
Non è un’idea meravigliosa? In fondo piccolo è bello.

I megalomani dell’web

Nell’web o in rete,come si vuole, girano molti strani personaggi. Girano sotto mentite spoglie, si travestono con nicknames fantasiosi, ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ma questo sarebbe niente: il fatto di cambiare nick in sé è una cosa accettabile, ci sta che qualcuno preferisca spostarsi su vari blog o siti o testate di giornali e non farsi riconoscere o non darsi una connotazione precisa per poter dire tutto ed il suo contrario, senza però nuocere a nessuno.

Ma ci sono anche personaggi che intasano le rubriche dei giornali o i vari blog con pesudonimi diversi dove si raccontano e narrano vicende della propria vita, intercalando commenti su fatti che riguardano la vita sociale, la politica e molti altri temi. Ci sono alcuni che hanno anche una decina di pseudonimi diversi e con questi (maschi e femmine) si divertono a calarsi in diverse personalità e ad interloquire con i giornalisti direttori di blog o giornali, cambiando spesso “personalità” e dibattendo sui temi più disparati.

In fondo che male c’è? dicono, quando vengono scoperti e si devono difendere da chi li accusa di essere multifacce e addirittura interloquire all’interno degli stessi personaggi formulando un dialogo paradossale perché svolto dalla stessa persona. Insomma, come si dice :”fare tutte le parti in commedia”.

Soggetti istrionici con doti di creatività ed inventiva ma anche con una propensione ad occultarsi dietro ad un “paravento” a mentire a evitare di rispondere di critiche anche feroci che fanno nei riguardi di questo o quello, facendosi scudo e aiutandosi coi vari nick, rispondendo con l’uno o l’altro, a seconda di come si mette la conversazione, addirittura a farsi difendere da uno di questi, facendo passare il difensore per altri da sè.

Il giochetto potrebbe essere divertente se il malcapitato interlocutore di questi “multifacce” fosse al corrente di come funziona la cosa dietro le sue spalle, ma, se lo sapesse, naturalmente il gioco finirebbe.

Insomma aspiranti attori che impersonano più personaggi a volte anche contemporamente e prendono in giro tutti quanti capitano ad interloquire con loro che possono a loro insaputa, trovarsi davanti una piovra credendo che si tratti di persone diverse.

Poi ci sono quelli che, nascosti dietro ad un nick frequentano diversi blog dove prendono di mira le vittime designate e le perseguitano (in genere sono uomini contro donne) fino a farle addirittura arrivare a lasciare talmente vengono subissati di critiche e anche offesi in forma diretta o subdolamente facendo riferimento a loro parlando con terzi.

E’ anche questo un giochetto per personalità disturbate con una forte propensione al narcisismo, con profondi problemi relazionali e frustrazioni o traumi subiti in età infantile, che scaricano tutta la loro rabbia repressa su persone totalmente incolpevoli o con l’unica colpa di essersi trovate ad essere state designate da costoro per fungere da vittime predestinate.

Il più delle volte si tratta di persone che nella vita svolgono professioni anche di rilievo, che devono mostrare una faccia e ed un atteggiamento cordiale ed educato ma che covano una profonda rabbia sociale che sui social (appunto) trovano un modo di sfogare.

Ci sono anche quelli che si pavoneggiano usando il proprio vero nome, ma raccontandosi fino allo stremo delle sopportabilità, dicendo di sé le meglio cose (anche inventate), pietendo la solidarietà degli altri raccontando episodi veri o inventati di disavventure sia sentimentali che di lavoro in modo da formarsi una cerchia di “amicizie” che poi usano per scagliarsi contro coloro i quali osano argomentare con loro su alcune delle loro posizioni. Sono persone che posseggono una certa cultura e la usano per impressionare soggetti deboli, che si ritengono culturalmente inferiori e quindi manipolabili per i fini che questi personaggi vogliono perseguire.

In genere il fine principale è quello di primeggiare, di passare per persona integerrima, di chiarissima fama e di grande cultura: insomma quel personaggio di tutto rispetto e rispettabile che non sono riusciti ad impersonare nella vita perché il più delle volte, sono proprio l’opposto di come si descrivono: cioè come si direbbe volgarmente delle mezze calzette con molta superbia e anche maggiore vanagloria. E non esitano  ad attaccare, aiutati dagli “amici” tutti coloro i quali hanno anche solo intravisto la falsità dietro questo comportamento e cercano di rivelarla agli altri. Allora si trasformano da personaggi delicati, educati  democratici e rispettosi in jene capaci di sbranare (metaforicamente) l’avversario scagliandogli contro le peggiori infamie, magari celate dietro termini dotti e circonvoluzioni stilistiche per non dare troppo l’impressione di stare attaccando ma, quasi di andare in loro aiuto per impedirgli di mettersi in cattiva luce rispetto al gruppo.

Sono persone capaci di sfoderare un’ipocrisia e una perfidia esplosive e dirompenti ma che riescono spesso a far passare per “passione civile” o addirittura “solidarietà e compassione umana”.

Si rivelano però degli adulatori perfetti quando hanno a che fare con persone che gli possono garantire un posto dove mettersi in luce, come ad esempio direttori di rubriche giornalistiche o blogger di successo, allora sfoderano una malizia e una capacità di blandire e raggirare da fare venire il voltastomaco.

Sono capaci di plagiare spudoratamente copiancollando pezzi di altri dei quali si guardano bene di citare il nome ma se ne servono per comporre “pezzi di bravura” che sottoscrivono come usciti dal loro ingegno per stupire i gonzi che gli credono. E a cascarci sono in molti.

Io penso che la rete sia un mezzo formidabile di comunicazione con una gamma immensa di possibilità ma trovo che l’infiltrarsi di alcuni sgradevoli personaggi, come quelli descritti, ne abbassi molto il livello e la tramuti in un posto nel quale bisogna “navigare” con gli occhi bene aperti per non finire per diventare “pesca miracolosa” per individui che sfruttano un mezzo cosi potente e aperto a tutti per i loro fini a dir poco disdicevoli.

 

Donne

Maria Elisabetta Alberti Casellati: con un nome cosi, nessuna meraviglia che sia arrivata ad essere la prima donna Presidentessa del Senato.

Roberto Fico (meno ridondante ma rende l’idea), invece, è andato alla Camera.

Grillo ha scritto “Hamebus Fico” ma avrebbe anche potuto scrivere “Habemus Fichi”, perché entrambi sono due belle figure.

Tutti contenti: Grillo gioisce (e frinisce), Berlsuconi non canta vittoria ma può essere contento anzi di più: Maria Elisabetta è una sua pupilla della prima ora. Lei lo ha sempre difeso a spada tratta, soprattutto quando si parlava delle sue scappatelle e cene eleganti e delle sue amicizie particolari con minorenni, in primis l’arcifamosa “nipote di Mubarack”. Me la ricordo Casellati nei vari talk show, sempre rossa in volto a difenderlo con le unghie: Berlusconi era bravo, ottimo marito e padre e ottimo presidente, innocente fino al midollo, per carità non diciamo sciocchezze…queste erano le argomentazione dell’avvocatessa Casellati. E io ricordo di averla mandata spesso e volentieri a quel paese, andata senza ritorno.

Mi faceva una rabbia: a sentire lei avrebbero dovuto farlo santo.

Spero che ora che si trova a ricoprire la seconda carica dello stato dimostri maggiore serenità e obiettività nei suoi giudizi, me lo auguro davvero e spero di ricredermi.

Sono contenta che finalmente una donna ricopra quella carica da sempre ricoperta da uomini. Speriamo che sia un primo segnale significativo che qualcosa in Italia sta cambiando anche se so che dobbiamo fare ancora molta strada in salita su questo fronte.

Ma sembra che sia stata una donna a far riappacificare Berlusconi e Salvini dopo lo strappo del leghista.

Giorgia Meloni ci ha messo tutte le sue doti di diplomazia, un’arte in cui le donne molto spesso eccellono, nessuno può negarlo e almeno per ora pare che abbia avuto successo.

Ma le mire di Salvini di guidare la coalizione ora sono ancora più chiare se qualcuno avesse avuto qualche dubbio.

E anche quelle di arrivare alla presidenza del Consiglio.  Per arrivarci sta dimostrando di saper fare patti con l’innominabile. Non avevo alcun dubbio. La politica è compromesso e molto spesso anche para…cadutismo.

 

Vadetecum

Di Maio ha suonato le sue campane e Berlusconi ha risposto coi suoi tromboni.

A Salvini è rimasto solo il campanello.Fiato alle trombe Turchetti!

Li ha messi entrambi con le spalle al muro, i due ragazzi. Scacco matto.

Ma, insomma, cosa pensavano tutti? Che lui se ne stesse a fare la calza?

E guardasse dalla finestra i due che flirtavano tra loro in quel modo osceno?

Un po’ di pudore, che diamine! Berlusconi è uomo riservato e saggio ma ogni limite ha una pazienza.

Dov’è il problema? Che senza di lui la festa non si fa, con lui, al contrario, sarebbe una Woodstock.

Il governo si può fare. M5S, e Centrodestra uniti. Vai, cosa fatta capo ha. E ci voleva tanto?

Casaleggio scrive sul Washington Post? Berlusconi scrive sul suo diario di bordo: “anche questa è fatta”.

Apre a M5S e sbatte la porta in faccia a Salvini se non fa quello che gli dice papi.

Non gli sta bene? I Cinquestelle nicchiano? Peggio per loro, lui l’offerta l’ha fatta se rifiutano anche questa volta potrebbe essere l’ultima chance.

Ma come spiegarlo ai loro elettori? Ma è semplice: la politica è compromesso, Non lo sapevano? Si aggiornino sul blog di Beppe. Troveranno un vadetecum per mandare giù i rospi.

Basta un poco di zucchero..

Si ma… e la Lega? E Salvini premier?

Certo sarebbe un problema mettere Salvini a capo di un simile governo, ci vorrebbe uno di polso ma anche uno che sappia trattare con gli alleati riottosi quando si dovesse arrivare al dunque. E dunque? Salvini potrebbe anche andare, lui i tori li prende per le corna, ma ancora meglio di lui potrebbe fare un fedelissimo di Berlusconi. Un uomo tutto d’un pezzo. Un fine diplomatico che si intende molto di economia.

Chi è? Ma sto parlando di Renato Brunetta, sarebbe anche mio concittadino, un veneziano premier non mi dispiacerebbe. Cacciari ciccherebbe.

E Salvini? Povero Salvini, cosa potremmo fargli fare? In fondo è quello che ha più voti nella coalizione. Forse il ministro dell’interno?

Ma si, Di Maio agli esteri, Salvini all’interno e Brunetta premier.

Spettacolo garantito. E Di Battista?
Di Battista è in attesa di vedere come  se la cava Virginia con la giustizia.

Eventualmente: sindaco di Roma.

Ps: Ho visto Brunetta rispodere ad un cronista di La7: “queste perversioni le lascio a voi giornalisti”, perbacco, ho pensato si è già messo il muso da festa. Prove tecniche di premieraggio? Mah, forse, comunque Salvini è um osso duro e sarà una battaglia con molta inclusione di colpi alti e bassi e anche molto bassi. (Qualsiasi riferimento a persone o cose è puramente casuale).

Fingerbook

Il grande genio, Mark Zuckerber, quello del”libro delle facce”, dovrà interfacciarsi con le Autorità  per spiegare cos’è questa roba del Zuckergate.

Ma tu guarda che faccia!  Insomma, ormai lo sanno tutti, sono convinta che gli italiani ( rotti a tutte le esperienze) conoscono tutti i particolari della vicenda della società Cambridge Analytica e di Facebook.

Basta mettere insieme un po’ di elementi, ma soprattutto focalizzare l’attenzione su questa parola:”manipolare”. La prima cosa che mi viene in mente sono i miei capelli, quando li manipolo per fargli prendere la forma che gli voglio dare. Milioni di utenti Facebook, pare 50, dai quali sono stati vendemmiati dati di ogni genere, da un società di ricerca, che poi li ha venduti alla società inglese per essere utilizzati, pare, nella campagna sulla Brexit in Inghilterra e in quella di Trump in America.
La  faccia di Trump spunta dappertutto come Jack in the Box, non è certo uno che si nasconde, lui, o che si fa manipolare. Ed é anche uno che fa larghissimo uso dei social. Li usa per licenziare tutti, un licenziamento al giorno, toglie i fastidi di torno. Ma, pare, che per arrivare dov’è abbia manipolato molto, un po’ come fa (anche lui) coi suoi capelli.

Ma quello che mi ha colpito di questa storia è una faccia in particolare. Quella di Christopher Wylie lo “spifferatore”, ex dipendente, della Cambridge Analytica, la società inglese che ora dovrà rispondere di manipolazione di un’enorme quantità di dati. Ma guarda che faccia, ho pensato. E che coraggio.

Sembra ancora un ragazzino, questo 28enne canadese col nome, che con una aggiunta di una “h”, sembra davvero un destino: Why lie?  Perché mentire?

Già,  perché mentire?  Questa domanda possiamo farla al mondo intero quello vero e quello virtuale. E perché manipolare? Ci sono molti  motivi. E tra questi c’è far arrivare messaggi che influenzino le idee a chi deve votare perché scelga questo o quel partito o candidato. Le scelte dei cittadini manipolate da gruppi di potere per fini illeciti.

Bella roba! La trasparenza. la  privacy, il controllo, la sicurezza che i nostri dati non finiscano in mano a speculatori senza scrupoli. A quanto pare ci sono molte falle nel sistema, ma ne risponderà chi di dovere o finirà ancora e sempre per girare la faccia dall’altra parte?

Intanto si è formato un movimento per cancellare Facebook. Sarebbe un ottima cosa e io non ne sarei dispiaciuta per nulla visto che non ci ho mai messo neppure un dito.

Al suo posto si potrebbe creare Fingerbook dove si possa puntare il dito verso quello che ci sembra strano e denunciarlo.

Ci metto il mio per primo e lo punto verso quelli che ci vogliono manipolare.

Non bastano, di sicuro, dieci mani.