Mi vesto ergo sum

Mi ha colpito questa lettera pubblicata oggi su Italians:

Sembra tutto molto sensato. Ma poi ci rifletto e penso: ma io mi vesto prima di tutto per coprirmi se fa freddo, poi per scoprirmi se fa caldo, poi perché mi piace essere vestita “bene” e secondo le occasioni, anche per piacere. Perché no?

Non viviamo nelle caverne, se usciamo ma anche se stiamo in casa è giusto vestire in modo tale da sentirci a nostro agio. Chi si veste in maniera provocante lo fa per provocare una reazione maschile. Non ci trovo nulla di male. Le donne lo hanno sempre fatto dalla notte dei tempi.

Ora, se il vestito serve ad attirare l’attenzione, ciò non significa che le donne per questo debbano essere molestate. Ma guardate e ammirate si. Anche gli animali adottano lo stesso metodo. Guardate il pavone, per esempio.

La storia delle relazioni tra uomo e donna è anche la storia della moda del momento: non sarebbero esistiti tanti stilisti e creatori di moda se non fosse sempre stata questa spinta a vestirci anche per piacere.

Ma ora le cose sono molto complicate da questa tendenza all’ossessione che spesso gli uomini dimostrano verso le donne. Sono così insicuri e deboli e hanno una così grande paura di non riuscire a trovare altre relazioni se ne perdono una, che arrivano ad uccidere la donna che li lascia o che li rifiuta.

Il problema sta qui: nella difficoltà di relazione interpersonale, complicata, paradossalmente dalla molteplicità dei mezzi di comunicazione. Troppe occasioni d’incontro, corrispondono a nessuna, reale occasione d’incontro.

“Ci aggiorniamo” si sente dire spesso da chi parla al telefono ovunque. Ma poi finisce e l’uomo teme la solitudine nel mare magnum delle “offerte imperdibili”.

Ma perché arrivare ad uccidere? Come si spiega se non con un vuoto interiore immenso che, forse, sono proprio i tanti mezzi di comunicazione a produrre: sembra tutto più facile e invece uno schermo bianco per quanto possa interagire rimane sempre un freddo pezzo di materia inerte.

L’era della comunicazione per eccellenza, sta forse creando incomunicabilità e mostri?

Pubblicato su Italians

Un’occasione persa

I nostri campioni di tennis, con in testa Simmer, hanno sgarbatamente declinato l’invito di Mattarella di riceverli al Quirinale il prossimo 21 dicembre.

“Non abbiamo palle” sembrano avere risposto. Ed è plausibile che le abbiano perse tutte durante il grande torneo che hanno vinto e non ci sono raccatta…palle che tengano, ormai sono finite tutte fuori campo.

Un Adriano Panatta (all’epoca splendido) le aveva e le ha ancora, ne sono certa. Le ha raccolte come ricordo del suo splendore ma non se ne priverebbe mai. Questi di ultima generazione preferiscono andare alle Maldive che incontrare il “buon vecchio” capo di Stato.

“Che palle” sembrano aver esclamato quando gli è stato confermato l’invito! Eh già, con le palle hanno avuto a che fare fino a ieri, dategli tregua. Poverini.

Scusate, mi prendo la responsabilità, tutta la responsabilità….ma siete scemi?

Prendetevi un ginseng e fatevi coraggio e trovate le palle che avete perso: è indecoroso farsi trovare così sguarniti dopo una tale conquista! Ma non ne avete due di riserva, no?

NO ragazze

No ragazze, non ci siamo proprio. Il diritto a manifestare è sacrosanto ma quello di scassare, lanciare fumogeni, imbrattare o dare fuoco alle porte di associazioni che non ci piacciono, no.

Eccole le “signore” contro la violenza sulle donne:

https://www.open.online/2023/11/25/roma-non-una-di-meno-pro-vita-video/

“Pezzi di merda”, gridano agli agenti che sono li per fare li per fare il proprio lavoro e difendere l’ordine pubblico. Che ci siano abituati non toglie che ad essere donne contro la violenza sulle donne che sono violente, sia un paradosso.

Si sono lanciate contro la sede dell’associazione onlus “Pro vita”. Ok, d’accordo, ognuno ha le proprie idee, questi promuovono la vita e sono antiabortisti, ma che c’entrano con la sfilata contro i femminicidi? Se la vita per loro è sacra lo deve essere anche per le femministe urlanti contro la violenza di genere. Ma che genere di protesta sarebbe quella che va in piazza al grido di “bruceremo tutto”?

E, giustamente, in questo caso devo dare ragione a Salvini: se lo fanno i “rossi” va bene? E’ protesta pacifica e i vertici dei partiti di sinistra tacciono?

Silenzio colpevole quello de Caia Schlein e di Tizio Conte. Già, davvero credono che la violenza sulle donne finisca dopo questa bagarre passata per manifestazione pacifica contro i femminicidi in crescita?

Ma non farà che innescare altra violenza. E’ sempre così: violenza chiama altra violenza.

Bisogna educare alle relazioni umane, nelle scuole e nelle famiglie e sarebbe così che si inizia? Rompendo i vetri e lanciando fumogeni? E inveendo contro la Polizia?

No, ragazze, no, il messaggio è giusto: basta femminicidi, la protesta violenta è sempre sbagliata perché equipara le donne ai loro assassini.

Mi fate pentire di avervi difeso per anni e di aver scritto romanzi su questo tema. Io rimango dell’idea che ci sia un fondo di maschilismo (se vogliamo chiamiamolo patriarcato ma è un termine fuorviante) nella società italiana che va combattuto, ma non così. Così facciamo il gioco degli assassini.

E gli assassini la sfangano con qualche anno e via andare. Anzi tornare, magari ad uccidere ancora.

Pubblicato su Italians

Pubblicato su l’Espresso

Qui e ora

Ho passato un brutto periodo. Forse sta passando. Ma non è ancora detto. Ci sono molte variabili ancora incognite. Capita a tutti, se passa poi, ce ne dimentichiamo troppo presto. Io voglio ricordarlo una volta passato, (se passa) come una crisi che mi aiuta a crescere. Si può crescere tutta la vita. Anche se pensiamo di aver raggiunto l’età in cui crescere significa invecchiare. Siamo in torto. Si cresce sempre, anzi si cresce di più più il tempo passa e si diventa, se ci riusciamo, quello che siamo davvero.

Non è detto che sia una bella sorpresa scoprirlo, non sempre almeno. Ma è un’esperienza che tutti dovremmo fare: la consapevolezza di ciò che siamo veramente. E migliorare se non ci sentiamo abbastanza “migliori”

Tenere un blog è difficile, me ne accorgo ogni giorno di più. avevo deciso di chiuderlo ma ho cambiato idea: mi è caro, mi appartiene e in qualche modo mi esprime. Sono quella che traspare da quello che scrivo e quale modo migliore di comunicare che attraverso la scrittura? Le parole volano, la scrittura rimane, con tutti i miei difetti: sono quella che appaio qui attraverso ciò che scrivo.

E sento che chi partecipa lo capisce ogni giorno di più. Grazie di partecipare e di esserci e di condividere con me le mie perplessità, le mie ansie e le mie paure. Non sempre riesco a nasconderle ma neppure lo vorrei.

Oggi è domenica, la giornata qui da noi in Veneto è stupenda, fredda e magnifica: sole e cielo sereno e alberi che mostrano tutta la splendida natura del loro essere. Cosa c’è di meglio al mondo? Per chi non ha la possibilità di godere di una bella giornata autunnale e deve combattere con ogni sorta di problema: dalla malattia, alla guerra, alle ingiustizie, al dolore profondo per la perdita, magari tragica, dei propri cari, non esiste domenica e la natura è solo un contorno indistinto.

Ma per chi può uscire e goderne anche solo ammirandone lo splendore, la vita può essere magnifica e riservare sempre qualche sorpresa che non necessariamente deve essere ancora un altro problema da risolvere o un brutto periodo da attraversare o una riva inaccessibile da raggiungere.

Oggi, almeno, mi va così, prendetela come volete e dite la vostra se vi pare. Qui per ora ci resto.

Se Dio vuole.

Il titolo mettetelo voi

La politica deve uscire dalle manifestazioni come quella di oggi. Invece la politica la fa da padrona: strumentalizza per fini politici, appunto, quella che dovrebbe essere una giornata dedicata alle vittime del femminicidio, alle donne violentate in tutto il mondo e alle donne che subiscono violenze e soprusi di ogni genere.

L’ultimo femminicidio, solo in ordine di tempo, ma non mancheremo di piangerne altri, ha avuto un battage mediatico straordinario. In molti ci si sono buttati a capofitto.

Le ragioni sono molteplici, la prima, credo, è contestare il governo attuale e approfittare della morte della povera Giulia per chiamare in causa il governo e fargli le pulci: non fa abbastanza contro questo odioso fenomeno.

Le sento nelle orecchie le sfegatate femministe per caso che oggi, più che altro faranno di tutto per politicizzare al massimo questa giornata. Grideranno slogan, faranno il …a quattro pur di apparire impegnate a difendere le donne dalla brutalità dei maschi.

In realtà sono li a promuovere cause politiche e la causa andrà a farsi benedire, le donne continueranno a subire violenza e a non denunciare per paura di subirne di ancora più violenta. Anche Giulia avrebbe potuto denunciare il suo assassino per stalking. M anon lo ha fatto per paura. Lo temeva ma temeva anche che il “sistema” si sarebbe rivoltato contro di lei. E così Turetta è stato libero di ammazzarla in uno schifoso parcheggio di una schifosa zona industriale in quel ricco Nordest dove, nell’immaginario collettivo, siamo tutti leghisti ubriaconi, attaccati agli schei (alla meglio).

Ed oggi si sfila con la pretesa che Giulia sia lei a dare una svolta a imprimere un cambiamento. Giulia che ha subito e patito e sofferto e poi il dirupo, Giulia dovrebbe essere risolutiva. Perché qualcuno ha individuato il colpevole: la società, il patriarcato e lo stato…mentre il vero colpevole viene messo in second’ordine essendo “figlio sano del patriarcato”.

Di violenza in violenza, dopo le urla e gli slogan gridati, alla fine della fiera, tutto o quasi resterà inalterato e altre Giulie finiranno la loro vita per mano di balenghi che saranno derubricati come poveracci figli di un sistema malato.

E il sistema si ammalerà di più. Con molta soddisfazione della politica peggiore. Priva di idee e di proposte serie e incapace di fare vera opposizione ma solo strumentalizzazioni e vacuità a discapito di una politica che guardi al bene del paese ma che va sempre nella stessa direzione: il bene di pochi (anche troppi) interessati alle poltrone o a qualche redditizia posizione. Qualsivoglia.

Non mi va giù

Ho seguito un pochino della puntata di ieri sera di “Diritto e Rovescio” condotta da Del Debbio su Rete4.

Il tema era sempre la famosa (ormai) intervista alla sorella di Giulia davanti al cancello di casa in una fredda sera di Novembre dopo che la sorella era appena stata uccisa in quel modo atroce e si stava svolgendo una fiaccolata in suo ricordo.

Avrei pensato tutto prima di accendere la TV, sapendo che avrebbero ripreso quella manifestazione, meno che un familiare cosi stretto, potesse fare “politica” e lanciarsi in proclami. Non me lo aspettavo e ho cercato di mettermi mei suoi panni. Ho pensato che se fosse successa a me una cosa simile avrei rifiutato, per prima cosa di comparire in TV, ma se lo avessi fatto, non avrei certo parlato a lungo sostenendo un dibattito con dei giornalisti presenti in studio. Avrei detto solo due parole in ricordo di mia sorella e avrei chiesto di fare prima di tutto e subito Giustizia vera. Null’altro. La commozione sarebbe stata la protagonista assoluta e anche un certo pudore che ho dei sentimenti mi avrebbero impedito di dire niente altro.

Ma non siamo tutti uguali.

Elena forse ha creduto meglio reagire così per sfogare la propria rabbia e affrontare un momento terribile occorsole nella sua giovane vita e che lascerà un segno indelebile. Va bene, la posso capire.

Ma non riesco a capire come ci si possa presentare alle telecamere con quella felpa, con quella sicurezza, con quei discorsi che, a mio parere, non sono tutta farina del suo sacco. Erano stati preparati e forse suggeriti da qualche collettivo femminista. Nulla di male, ci sta.

Ma non in quel momento. IN quel momento ci stava soprattutto il silenzio, quello che ti chiude la gola e non ti permette di parlare.

le sue parole poi, hanno gettato quasi un velo di” banalità del male” sull’omicida, feroce e crudele assassino e che aveva premeditato tutto con accuratezza. A lei sembra non interessare la sua sorte. Sembra non interessare che paghi per quello che ha fatto. Lo definisce “un figlio sano del patriarcato”. Sano non sembra essere molto uno che fa una cosa simile, ma spostando l ‘attenzione da lui alla società, a tutti gli uomini, allo stato, al patriarcato e forse dimentico qualche cosa, non fa che deresponsabilizzare un criminale efferato e senza un minimo di pietà.

La chiosa del suo discorso poi è agghiacciante: “bruciate tutto” o “bruceremo tutto”, ripreso dalla poesia che ha fatto circolare sui social e che è stata ripresa da un numero indefinito di accounts.

Ma bruceremo che cosa? Che cosa sarebbe questo slogan, uno di quelli del tipo ” le streghe son tornate” di antica memoria? Un post femminismo forcaiolo pronto ad avventarsi contro tutti gli uomini rei di aver pensato almeno una volta nella vita di fare simili porcherie?

Un nuovo femminismo che brucia e distrugge e che si vendica su chi non è colpevole ma spesso addirittura vittima, come ad esempio il padre di Giulia?

Io ho scritto molto su questo tema, mi sono spesso sentita definire in tutti i modi e non erano complimenti, ma mai mi era stato chiesto di “vergognarmi” per avere espresso una mia opinione dove non profferisco offese ma noto soltanto e con sconcerto, un atteggiamento mio parere fuorviante e sbagliato.

Ho letto che Elena parteciperà alle manifestazioni del 25, i collettivi femministi l’hanno invitata, come era logico supporre dopo quel discorso. Che cosa dirà posso immaginarlo ma lo trovo di già inquietante e per nulla utile alla causa, ma benzina su un falò riacceso da un femminicidio tra i più orribili e che vede, grazie ai suoi proclami, come imputato il patriarcato e affini e lascia nell’ombra il vero feroce, crudele e determinato a difendersi dalla condanna che dovrebbe giustamente avere, assassino della sorella.

La perizia

Fatela la perizia a Turetta, ma allora fatela a tutti gli uomini, nessuno escluso.

Scusate uomini, lo so che voi non siete colpevoli della follia assassina di quel crudele personaggio che ora si vorrebbe far passare per pazzo, ma se tanto mi da tanto, possiamo essere tutti sottoposti, donne comprese a perizia psichiatrica preventiva, potremmo così evitare casi orribili come questo, o magari anche semplicemente le liti di condominio.

Una brava perizia preventiva a tutta la popolazione italiana…è un’idea no?

Ma e se ci trovano sani di mente e poi commettiamo atti come quello che ha portato alla morte in quel modo la povera ragazza, per mano di un feroce assassino come Filippo Turetta, che succede?

Diranno che l’esperto non era capace di “intendere e volere”?

Bella roba. Chissà se le esternazioni della sorella di Giulia avranno in qualche modo aiutato a far scendere la tensione sul colpevole…poverino, forse “gli è scoppiata una vena in testa”…lo giustificano i genitori.

E così, forse la sfanga. Anche questo, assassino con l’aggravante della crudeltà, stalker e che aveva premeditato tutto con cura. Pazzo? Uhmm direi piuttosto criminale.

I pazzi, al massimo fanno del male a se stessi.

Mai più premier donna?

Pubblico questa lettera di Alessandro in home. Premetto che non sono d’accordo su nulla e la trovo faziosa, qualunquista e per nulla spiritosa. I governi guidati da uomini sinora (compresi un certo Renzi e un certo Conte tanto per citarne due) hanno portato gli italiani a votarla, lei una donna di destra per la prima volta nella storia della Repubblica. Qualche cosa vorrà pur dire. Fa errori, è umana anzi donnana, ma non certo più di altri che ci hanno portato ad una situazione disastrosa ed ora si scoprono “grandi geni”. Come quel Conte che ha sperperato milioni per fare proseliti ( e che è stato sostituito in corsa per evitare che ci mandasse in bancarotta). E non erano i suoi e neppure quelli della sua fidanzata miliardaria…ma i nostri.

Buona lettura.

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FranaMeloni, che era costui? Anzi, chi è costei? E sì, perché avete tutti capito che si tratta di un personaggio molto attuale, un personaggio ancora in progress, una sorta di patriarca, anzi matriarca, della schiatta degli –oni, tipo Berlusconi, Paperoni, Formigoni, etc. in contrapposizione a quella degli –ini, tipo Salvini, Follini, Brodini, etc.

FranaMeloni, dovete sapere, che è salita al potere con tre semplici promesse:  prima gl’italiani (e chi se ne frega degli altri); azzerare i migranti occupando il Mediterraneo con la flotta italiana (sennò che ce la teniamo a fare?); mandare a quel paese la Von de Leyen con tutta l’UE (tanto, ormai si mangia sovranismo anche per merenda). E invece che ti fa FranaMeloni? Un’inversione a U degna di Niki Lauda, scambia gl’italiani per i suoi famigli; fa ponti d’oro ai migranti incitandoli alla sostituzione etnica; diviene pappa e ciccia con la Presidente dell’Unione Europea, ma la batte in eleganza. E’ il caso di dire che le Metamorfosi di Ovidio impallidiscono di fronte tale trasformismo..

E questo è niente: toglie il pane di bocca proprio agli italiani, però solo a quelli che non contano; simpatizza con Zelensky, incitandolo ad una guerra rovinosa; tassa le banche, ma solo per finta; legifera, anzi decretifera a tutto spiano su tutte le minuzie, si propone di inseguire gli scafisti fino a casa loro, ma non ne becca uno; giura di azzerare i rave, ma anche la Sanità Pubblica;  dopo aver crocifisso la Fornero, la santifica, stessa santificazione, manco fosse papa Francesco, per gli evasori fiscali. Secondo FranaMeloni  “la pacchia è finita”, ma per chi? Non si sa, forse per lei.

Fra tantissimi problemi che ci assillano –povertà e debito crescenti, margini di spesa negativi, inflazione galoppante alla stessa stregua di Ribot,  PNRR che se ne va in fumo, Ponte sullo Stretto che si farà solo nella mente di Salvini- fra tante rogne, cosa va a pensare FranaMeloni? Va a pensare come sfasciare il giocattolo cui ha giurato fedeltà, la Repubblica Italiana, che si ritroverebbe –a riforma, anzi controriforma, avvenuta- un Presidente ridotto a inutile fantoccio, un Parlamento senza l’unica prerogativa che gli è rimasta, visto che ha già perso quella legislativa, ossia il potere di dare o togliere la fiducia al Governo che, ricevutala una sola volta dal popolo, al momento delle elezioni, la terrà tranquillamente per cinque anni anche se opererà all’opposto di quello che ha promesso: insomma, tutti i poteri al Capo. E sì, sarà pure FranaMeloni, ma si legge FurbaMeloni.

Alessandro Stramondo

PS: quanto a furbizia Meloni non ha nulla da invidiare a chi l’ha preceduta e la furbizia è una prerogativa dei politici sempre e comunque altrimenti farebbero i pianisti.

Ma c’è furbizia e furbizia: quella di un certo DiMaio (quasi premier) è della peggior specie e però di lui si sono perse le tracce…ma viene pagato ancora profumatamente per …(stavo per scrivere soddisfare un prurito, ma evito, sarebbe volgare), fare il turista.

Fango

Per anni su questo piccolo spazio ho criticato ferocemente Donald J. Trump. (Ma non solo qui). Mi è indigesto, mi fa venire la nausea e il riflusso come pochi altri rappresentanti della politica mondiale.

Inizialmente veniva paragonato al nostro Silvio Berlusconi e, devo dirlo, qualche analogia c’era. Ma ora, dopo quanto ha fatto, detto e disfatto, mi sento di dire che al suo cospetto Silvio Berlusconi si erge come Nettuno dalle acque, tridente compreso. Non che non ne abbia fatte di cotte e di crude e a mezza botta, no, ma Trump non è degno di essere paragonato a lui.

Trump è stato indegno subito della poltrona che ha occupato e infatti al primo mandato non è seguito il secondo. Evidente che gli americani hanno capito con chi hanno a che fare: uno spudorato piazzista di se stesso, senza il minimo degli scrupoli che non sa manco cosa siano, un bugiardo, uno che pretende che le donne siano il suo personale zerbino di cui disfarsi quando mostra segni anche esili di logoramento. O se si ribellano al suo machismo da fiera di mister Muscle.

Ne ha di condanne ormai è pregiudicato, ma se ne vanta. Se vince le elezioni il mondo è perduto per sempre. Ma non le vincerà. almeno lo spero. Chiamare “Vermin” (parassiti) i suoi oppositori racconta bene l’uomo. La democrazia per lui è uno dei suoi zerbini sui quali pulirsi le suole delle sue scarpacce 47 dopo l’ennesima partita a golf sul terreno bagnato dove vince sempre perché per lui esiste solo la vittoria, perdere non sa e mai saprà. Qualcuno dovrebbe spiegarglielo che si può perdere ma uno cosi bravo deve ancora nascere.

La fanga che trascina con sé è, però, molto pericolosa, lascia tracce indelebili nelle persone fragili: i suoi sostenitori che non hanno capito con chi hanno a che fare o, se lo capiscono, sono peggio di lui. Il che è ancora più preoccupante.

Un copione consunto

Un copione che si ripete: troppo spesso, un deja-vu che fa inorridire. I due ragazzi scomparsi in Veneto, la mia regione, da giorni, una storia come tante e purtroppo troppo simile ad altre storie. C’è ovunque uno spiegamento di forze mai visto, si teme per la vita dei due ma soprattutto di lei, ex fidanzata di un ragazzo definito tranquillo e timido.

Al solito. “Non farebbe male ad una mosca” dicono i genitori. Purtroppo però troppe volte abbiamo visto come é finita la “mosca”. La cercano anche i sommozzatori della Riviera del Brenta, pessimo segno.

Io spero con tutto il cuore che li ritrovino entrambi vivi, la speranza si sa deve sempre esserci fino alla fine, ma purtroppo, la fine è quasi sempre un film già visto e ancora una volta mi sento di esortare le donne a NON accettare Mai un ultimo incontro, che potrebbe rappresentare davvero l’ultimo atto della loro, purtroppo, spesso, breve vita.

Solidarietà e sostegno a tutte le Forze dell’Ordine, Protezione e Genio civile, tutti con la stessa speranza: ritrovarli vivi!