Il clima (non solo quello atmosferico che è già anomalo di suo) in Italia è diventato insopportabile.
La maleducazione ( a voler essere buoni) impera e divide. Le critiche al governo appena nato si sprecano e sono solo pregiudiziali visto che non ha fatto ancora quasi nulla. Le critiche rivolte alla premier Giorgia Meloni pure. E sono risibili. Tipo quella sul fatto che ha dato del tu a Soumahoro, oppure che ha chiesto di essere definita ” il premier” (errore secondo me dettato dall’emozione e anche da un poca di “timidezza”, spero che cambi idea e si faccia chiamare LA premier, certamente più consono, ma non lo trovo cosi dirimente o c significativo della sua “sottomissione” al maschio) o altre facezie che ora non rammento.
I pregiudizi sul fascismo che ritornerebbe con lei al governo, continuano e andranno avanti per tutta la legislatura, temo. Gli italiani non sanno chiudere i conti con la propria storia, quello col fascismo è ancora troppo aperto e non torna ancora, ma è comprensibile. Sarebbe ora di chiuderlo e non di riaprirlo solo per cercare la rissa. Ma forse per chiuderlo c’era bisogno che andasse una donna di destra destra al governo. L’opposizione appena nata ha molto da chiedersi su se stessa se si avvita su certe questioni assurde e prive di sostanza e faticherà non poco a “ritrovarsi” se continua cosi. E i suoi molti errori sono tutti li, seduti su quella poltrona da premier a ricordarglieli ogni giorno.
Se Deborah Serracchiani pensa di fare critica positiva chiedendo alla premier se le donne da oggi devono stare “due passi dietro all’uomo” secondo me perde solo tempo. Meloni ha risposto se le sembra che lei stia due passi dietro agli uomini ed aveva gioco facile in questo. Ma sono domande che rappresentano la difficoltà delle donne di sinistra di rapportarsi con una donna premier di destra. E che da oggi devono chiedersi dove la sinistra ha sbagliato (ed ha sbagliato) ma non con la solita ipocrita cantilena del “governare è difficile” perché ora sarà difficile fare anche opposizione.
Serracchiani avrebbe voluto essere al suo posto? Forse, ma non solo. Serracchiani, forse, non vede la premier “degna” di quel posto a causa delle sue “origini” politiche? e questo sarebbe un grave errore
La premier Giorgia Meloni è stata votata da molti italiani e non solo di destra e governa legittimamente. E ora il suo consenso sale e non solo a destra, pare. Farà anche sbagli, la condizione umana anche di una donna che si è dimostrata cosi forte, rimane pur sempre tale.
Bisognerà farsene una ragione, ma la ragione è spesso una parola vuota o usata a sproposito da chi usa le armi del pregiudizio per ottenere consensi. Per chi, come le femministe italiane (storiche) che non sembrano entusiaste di avere finalmente una donna in quel ruolo e questo solo per pregiudizio e per paura che Giorgia Meloni sia un mostro a sette teste e che riveli presto autoritarismo e fra un po’ cammini dentro stivaloni in pelle alla coscia e un cappello simil fez sulla testa. E questo è meno comprensibile e però si spiega con una punta (acuminata) di rabbia nel non vedere in quel posto una donna di sinistra, che. al contrario sarebbe stata accolta con ben altri entusiasmi. Ne sono certa.
Questo non significa però, attenzione, che non la criticherò e anche di brutto se farà cose che non mi piaceranno, questo va senza dire, come dicono i francesi. Ma che il clima sia surriscaldato e pessimo in Italia lo dimostrano i fatti. Il terribile episodio di Assago lo conferma. Ma è solo un esempio dei tanti che potrei fare anche se il più immediato e inquietante.
Le patologie psichiatriche sono aumentate negli anni della pandemia, lo dicono le statistiche. La noncuranza del prossimo o addirittura il disprezzo verso l’altro viene dimostrato in molti modi: da chi gira in monopattino come se fosse solo al mondo e devi schivarlo per non finire ammazzato a chi se ne va al supermercato e prende un coltello dallo scaffale e mena fendenti all’impazzata. Perché non metterli tutti sotto chiave? I coltelli intendo. Ma perché non si considerano di più certi brutti segnali che indicano che molti non ce la fanno più ed hanno bisogno di un aiuto concreto? E di questo problema (e molti altri) i governi (tutti) precedenti se ne sono fatti largamente il classico baffo. Se il governo appena nato avrà i numeri davvero per migliorare questo pessimo clima, lo vedremo.
Ma, per ora, c’è veramente poco da stare allegri. Chissà se il “sole che ride” è un buon segnale?
A me veramente fa un po’ impressione.