Piano nobile

Rocco Casalino, il portavoce e capo della comunicazione del premier è senza dubbio un personaggio.
L’ho visto in piedi a braccia conserte mentre, a pochi passi di distanza, assisteva al discorso del premier all’uscita dal vertice UE.
Mentre Conte snocciolava i risultati, a suo dire eclatanti della riunione, il nostro uomo si levava in tutta la sua altezza e sorrideva, ammiccava lievemente, aggrottava leggermente, strabuzzava fievolmente, la fronte e gli occhi. E arricciava impercettibilmente, naturalmente, il naso.
Gli passavano i pensieri negli occhi: bravo, bene, no troppo carico, ecco, cosi, dai, va bene, ci siamo, no troppa enfasi, sposta un po’ il baricentro, accosta, frena, vai…e alla fine: goool.
Ci mancava solo che Conte si voltasse verso di lui per chiedere come andava. Non lo ha fatto solo perché gli è stato severamente proibito dallo stesso e minacciato di essere lasciato senza cena se non avesse obbedito (scherzo naturalmente, tra i cinquestelle vige una democrazia perfetta: ognuno è libero di fare quello che gli va….) Per il suo bene, naturalmente. In questo annunciato successo (tutto da vedere) della riunione sul tema dell’immigrazione (tra gli altri) tenuto tra i membri della UE che pare aver dato ottimi frutti (per ora sono solo parole come canta Noemi), c’è una cosa che mi ha fatto riflettere: la foto twittata da Macron che riprende i due leader mentre lavorano. Sembra che Conte abbia questo potere di fare “amicizia” con tutti i potenti.
Ma io che sono maliziosetta penso che Macron se lo voglia fare amico per contrastare il “nemico” leghista col quale non va per niente d’accordo.
E flirtando col premier, Macron, si mette in luce coi grillini e cerca il loro appoggio nella sfida con Salvini. Voglio dire che se Conte si sente forte del suo appoggio, potrebbe avere più forza per combattere contro lo strapotere del leghista.
I due, a quanto pare si odiano a viso aperto (e anche chiuso).
Per quanto riguarda il grande successo della bozza di accordo, aspettiamo. Conte ha parlato di “centri di accoglienza” di immigrati nei vari paesi su base volontaria. Ecco, appunto, volontariamente, probabilmente e quasi inevitabilmente, ci lascerano ancora da soli a risolvere il problema.
Conte ha detto che da oggi l’Italia non è più sola. Sarà, ma l’impressione mia è che lui si senta meno solo: si è fatto due “amici” non di poco conto, uno è Macron e l’altro è Trump fra le braccia del quale sta volando tra poco.
Una cosa mi pare di poter affermare: il nuovo premier potrebbe sfoderare arti di politico sopraffino soprattutto nell’arte della diplomazia. Ad una giornalista inglese che gli ha chiesto se l’Italia non sia stata un po’ prepotente durante il vertice, lui ha risposto sorridendo (e pigliandola un po’ in giro): ” a little bit”). Pare trattare un po’ tutti come i suoi studenti, deformazione professionale che, comunque, in questo ruolo non guasta.

Insomma è carino, ben pettinato, sorridente, persino simpatico a tratti, cosa riesca a combinare è tutto da vedere con quei due giannizzeri coi quali ha a che fare, però mi sembra abbastanza furbo da crearsi un ruolo, seppur non di rilievo, ma quantomeno di terzo piano (nobile).
Rocco permettendo, probabilmente, naturalmente.

 

Curiosi

Le persone moleste si incontrano dovunque.  Basta andare per strada, una mattina di giugno qualsiasi.C’è un bel sole, l’aria è già calda e si sente aria di vacanze. Tu sei relativamente tranquilla, la vita al momento dopo averti presentato conti salati, sembra volerti lasciare respirare e sorridi, quasi felice, al mondo intero.

E invece no. Perché mentre tu cammini quasi trasognata pensando alle prossime vacanze con un’idea quasi fanciullesca nella testa che ti farebbe camminare sul cornicione di un cavalcavia, a guardare le macchine che ti passano di sotto, e improvvisamente ti senti chiamare:…mariagrazia, mariagrazia…ma chi sarà? pensi e ti giri, ma non vedi nessuno.

Sono qui, mariagrazia…ah ecco, la vedi finalmente. Ma dai!!! Eh si, era proprio lei quella ragazzina con le trecce che aveva già capito a tredici anni che il prossimo può diventare una bella occasione per parlare di sé fino allo sfinimento. E diventare protagonisti a tempo pieno della vita degli altri.

Quanto tempo! Ma perché non sei fatta mai più sentire? Eh? Che ce l’hai con me? Sapessi quanti giri ho fatto, sono stata in Brasile e poi in Australia, sai? E tu? Ti trovo benissimo, ma come sei trasformata! Lo sai che quasi non ti riconoscevo?

E…che voglia di rispondere: sarebbe stato moooolto meglio. Ma si, perché, pur avendo verso di lei ancora una sorta di affetto che proviene da molto lontano, sono passati troppi anni e troppi avvenimenti perchè si possa pensare di tornare a quella complicità adolescienziale irripetibile.  E lei è un persona che fa domande, che vuole sapere tutto che scandaglia la vita degli altri con curiosità quasi morbosa. E a me non piace. Per questo ho tagliato i ponti e non me ne pento affatto. Perché una volta passata la sorpresa, inizia a raccontare per filo e per segno tutte le sue avventure e vicissitudini e non riesci più a fermarla a meno che non la pianti in asso e te ne  vai senza tanti complimenti.

Lo confesso, qualche volta l’ho fatto. Non sopporto i curiosi, i pieni di se stessi, quelli che pensano che la loro vita sia talmente unica ed irripetibile da interessare le masse.

Si rischia la solitudine? Si, certo ma è preferibile a dover sottostare agli umori imprevedibili di persone che pensano che gli altri siano un accessorio, un comodino, un passatempo e se ne possa fare l’uso che si ritiene.

Ne ho conosciute persone cosi e se ho potuto, me ne sono tenuta alla larga.

Poi ci sono quelli che non appena sanno come ti chiami pensano di potersi prendere tutta la confidenza del mondo, dandoti del tu come se fosse un sintomo di grande apertura mentale, credendo di poter conoscere la tua vita, chi sei, cosa fai, perché e per come.

Io detesto i curiosi. Da sempre. Da bambina mi facevano sempre un sacco di domande ed io rispondevo sempre perché mia madre mi aveva insegnato che era buona educazione rispondere garbatamente, ma col tempo ho imparato che non c’è di peggio dei curiosi, di quelli a cui interessa sapere chi sei solo per poterne parlare in giro, con altri e se possibile spettegolare.

Il pettegolezzo è molto più diffuso di quanto si pensi anche ora in questa epoca in cui ci sono molte possibilità di fare conoscenze per mezzo dei social, del tutto superficiali, ma non lo sono , in fondo anche quelle che si fanno frequentando gli stessi posti tutti i giorni?

Ma non sono che ombre che ti passano accanto, che se possono cercano di sapere quanto più possibile di te ma non gli interessa sapere come sei veramente, gli interessa solo poter “indagare” per scoprire se può tornargli utile in qualche modo. O se possono divertirsi alle tue spalle dicendo tutto il male possibile, magnificando se stessi.

Le relazioni umane vere sono rare e preziose, bisogna saperle riconoscere e coltivarle perché, oggi più che mai sono veramente quelle che ti aiutano a crescere, a vedere il mondo attraverso altri occhi, a maturare nel profondo e anche a trovare la tua strada se l’hai persa o se non l’hai mai veramente trovata.

E gli scocciatori vanno tenuti a bada, considerati per quello che valgono senza farsi troppi scrupoli di mandarli a quel paese  quando diventano molesti. La vita è troppo breve per sprecarla in diatribe oziose con chi pensa di poter disporre del tempo altrui come del proprio.

 

Fred e Mary

Chissà  che cosa direbbero Fred e Mary di come si comporta il figlio Donald? Entrambi vivevano in America quando si sono conosciuti ma entrambi provenivano dall’Europa: Fred di origine tedesca e Mary scozzese. Due mogli del presidente, Ivana e Melania sono anch’esse immigrate.

L’America è da sempre la terra della Speranza, della Libertà e della Salvezza per chi cerca un futuro migliore. La statua della Libertà che accoglie chi arriva nel porto di New York ne è il simbolo.

Ora Donald Trump ne vuole fare un paese chiuso, retrivo e ostile verso gli immigrati. Ne vuole stravolgere la vera essenza.  Altro che “great again”.

Come non rimanere inchiodati dal raccapriccio nel vedere le scene di quei bambini strappati ai loro genitori che passavano la frontiera col Messico? E come non rimanere inorriditi dal cinismo di un uomo che prima firma un decreto che impone la separazione e poi ritratta dicendo che non può vedere le famiglie disunite? La sua politica di tolleranza zero verso gli immigrati sta dando questi risultati disastrosi.

E come non rimanere sconcertati per la cialtroneria con la quale vengono sottoscritti (davanti alle telecamere) questi decreti che incidono sulla vita di migliaia di bambini e dei loro genitori che ora non sanno se potranno riunirsi? Molti di loro sono stati portati in alcuni centri di “accoglienza” a New York anche per permettergli di frequentare le scuole ma vengono accompagnati e ripresi da addetti che li costringono a coprirsi il volto con dei fazzoletti per non farsi riconoscere. Ma quale sia il loro futuro, nessuno ancora lo può dire.

E’ assurdo, grottesco,  che un uomo che deve la propria fortuna all’America che ha accolto i suoi avi dove sono diventati ricchi (il nonno ha iniziato la sua fortuna facendo il barbiere), ora neghi la speranza e rapini della cosa più preziosa che hanno: i figli, delle persone che si trovano esattamente nelle stesse condizioni dei suoi antenati. Il suo ipocrita passo indietro non può essere una pietra tombale su un problema che lui stesso ha creato e che non vedrà soluzioni né a breve, né forse mai e avrà ripercussioni inimmaginabili sui protagonisti. Le azioni di Trump sono un cattivo esempio per molti e potrebbe trascinare il mondo in conflitti con conseguenze imprevedibili.

 

Saggi ortaggi

A chi gli chiedeva chi dovesse governare, Platone rispondeva che dovevano governare i filosofi, cioè i saggi.

Ora di filosofi in Italia ne abbiamo tanti, tutti hanno qualche ricetta salvifica per il paese, tutti saprebbero come fare per risolvere questo o quel problema.

Grandi frequentatori di talk-show, li chiamano, ci vanno. Alcuni molto famosi, altri meno. Uno, in particolare, un veneziano straconosciuto, piuttosto iroso è sempre a pontificare su questo o quel partito o politico.

Qualche volta ci piglia, ma, il più delle volte, ho l’impressione che faccia molto scialo di supponente cultura etico-politica ma che, stringi, stringi, non faccia che ripetere da anni un trito ritornello che suona più o meno cosi: questo non va bene, quest’altro non mi quadra, bisognerebbe essere intelligenti ma finchè si guardano tutti l’ombelico, non ne verremo fuori mai.

E ho l’impressione che a lui di “venerne fuori” non importi proprio nulla. Anzi, più ci restiamo dentro (ai problemi) e meglio è per lui. Avrà sempre l’occasione di disquisire sulla inutilità della politica e sull’incapacità dei politici di confrontarsi con l’etica. Si, ci mettono la buona volontà ma poi, alla fine, sono solo delle gran teste di …rapa e se non si mettono in testa di studiare, col peperone che li promuove.

Ma ha ragione. Gli devo dare ragione. Trovatemene uno, di saggio, in politica.

Ora, non vorrei toccare quel tasto, oggi è la vigilia della festa e sarebbe meglio non nominare certi soggetti per non rovinarcela.
Ma uno come il neo ministro dell’Interno (non faccio il nome, per carità, ormai è più famoso di Rodolfo Valentino) che cosa avrebbe del filosofo o del saggio?

Ma lui non ci tiene (né mai ci tese), anzi mi direbbe che lui parla come il popolo, agisce come il popolo e fa solo la volontà del popolo.  E veniamo all’altro saggio.

Si, avete capito, anche in questo caso non farò il nome. Ma si tratta di quello che vale uno, che sbaglia i congiuntivi ma sa stare in società Ha l’occhio vispo e il sorriso da star di Pomigliano. Si è fatto da solo (con qualche aiutino) vuole fare il ministro del lavoro ma il lavoro non sa che cosa sia.

Infatti lui vorrebbe pagare tutti perché non lavorassero. E quale filosofia migliore se non quella di Michelaccio?
Mangiare e bere e andare a spaccio? (Veramente sarebbe a spasso ma in veneto ci mettiamo due esse e non due ci, vabbeh mi sono capita da me).

L’idea però non è male e non è sua ma è il cavallo di battaglia del suo partito (con a capo un altro che mai ha timbrato cartellini). Ma un altro “saggio” (questo più saggio di lui e dell’altro) gli ha detto che i soldi non ci sono.

Non ci sono i soldi. Capito? E allora il primo saggio-filosofo  fa il populofilo e guadagna in consenso, mentre il secondo non può fare un bel niente. E finirà che litigheranno di brutto, si piglieranno a testate, i due filosofi e il governo dei filosofi populofili senza soldi finirà miseramente.

Tutte le “filosofie” finiscono per cozzare contro l’iceberg della realtà dura, nuda e cruda. Siamo indebitati oltre il collo, non possiamo fare neppure un passettino più corto del piede e questi due vorrebbero spendere e spandere?
Ma coi soldi di chi?

E allora, torniamo alla domanda iniziale: chi deve governare?

I saggi, ok ma che abbiano anche un’ infarinatura di economia altrimenti ha ragione il filosofo famoso barbuto: sono tutti delle gran teste di …rapanello. Buone solo per affettarle e farci l’nsalata.

 

Denti

Melania Trump ha detto: “si governa anche col cuore”.
Non so con quale organo governi il marito, ma non è certo il cuore. Ho avuto in antipatia il presidente Usa dal primo momento che si è insediato alla Casa Bianca ed ora capisco ancora meglio il perché.
Ma come si può dividere i bambini dai genitori con la scusa di perseguire la “tolleranza zero” nei confronti degli immigrati?
E’ stato diffuso un video dall’associazione Pro-Publica, dove si vedono e si sentono i bambini piangere e chiedere dei genitori disperatamente.
Sono raccolti dentro un’enorme gabbia e le loro voci strappano il cuore, quello che Trump non ha certo usato quando ha firmato questo obbrobrio.
Una bambina proveniente da El Salvador piange e si dispera e dice ad un agente che per favore chiami la zia, dopo che ha mangiato e che si è comportata bene e lo dice piangendo disperata e aggiuge un numero di telefono che ha imparato a memoria. E’ stata divisa dalla madre al confine ed ora a soli sei anni prega di poter essere portata via da quel posto dove dice di essere sola, dalla zia, della quale ha memorizzato diligentemente il numero.
E sconcertante come gli agenti non si ribellino a questa atrocità.Si sente uno di loro dire”Ma che bella orchestrina, manca il direttore”.
Ma l’America è in subbuglio per questo ennesimo insulto alla democrazia di Trump.
“It was the hardest moment in my life,” she said. “Imagine getting a call from your 6-year-old niece. She’s crying and begging me to go get her. She says, ‘I promise I’ll behave, but please get me out of here. I’m all alone.’”
Questa frase l’ho ripresa da The Guardian, è la zia della piccola che parla, contattata da Pro-publica e dice:
“E’ stato il momento più difficile della mia vita – dice -Immagina di avere una telefonata dalla tua nipotina di 6 anni. Piange e mi prega di andarla a prendere. Mi dice “prometto che mi comporto bene, ma ti prego portami via da qui sono tutta sola”.

Ieri Trump, incalzato dall’opinione pubblica e anche da molti dei suoi che sono contrari a questo atto scriteriato, ha firmato un decreto dove afferma che le famiglie non saranno divise ma poste in prigione per un tempo non stabilito.

Ma dei 2300 bambini che dovranno essere ricongiunti ai rispettivi genitori non dice nulla. Come faranno e con quali procedure visto che è stato fatto tutto senza prevedere quello che sarebbe successo. Una “misura” raffazzonata e crudele alla quale ora sta cercando di mettere una pezza, ma sempre senza specificare bene i termini della questione.
Non posso esprimere pienamente cosa penso di un uomo che si comporta in questo modo, ma posso dire che questo è un comportamente spietato e crudele di una persona che ha in mente solo il proprio  arrivismo e incapace di avere empatia per il proprio prossimo neppure se si tratta di creature che piangono.

Trump guarda alle elezioni di Midterm e agisce per pura propaganda senza riflettere e con la spavalderia di un uomo cinico e senza pietà che pensa solo al proprio interesse.

Molto simile a Salvini che oggi ha avuto uno scontro con Saviano al quale ha detto di voler togliere la scorta.

Ma siamo a questo punto? Il nuovo governo ha di queste priorità? E questo sarebbe il ministro dell’Interno che dovrebbe vigilare sulla sicurezza dei cittadini? Temo che, se il governo dura, dovremo aspettarci di sentire tutti i giorni delle novità che servono a far crescere i consensi per la Lega che spera di andare alle elezioni facendo il botto e di disfarsi dell’alleato scomodo.
I due personaggi hanno molto in comune, una dote fondamentale: la spregiudicatezza. Con questa si può anche arrivare molto in alto ma proprio per questo si rischiano anche fragorose cadute.

E spero che quando sarà il momento entrambi siano ben equipaggiati perché potrebbero accorgersi di quanto può essere dura la terra.

Ma come si dice dalle mie parti: il …sedere non ha i denti.

Pranzi di gala

La rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma neppure un bicchiere di vino con un panino.

Di Maio, assediato dai cronisti che gli chiedono della nuova mazzettopoli romana, risponde serafico che è tutto un malinteso e aggiunge un grazie. Ma di che ringrazia? Forse deve rispettare il suo ruolo di ragazzo beneducato? Certo, è una strategia imparata nel Movimento.

Fanno scuola di strategia politica nel Movimento, Di Maio la frequenta diligentemente. Ha un punteggio alto, soprattutto nelle materie: opportunismo e facciaditollismo. Non solo piattaforma Rousseau ma anche piattaforma Razzi.

Dal  “filosofo”, ex senatore abruzzese Antonio Razzi, i grillini hanno tratto le linee guida per imparare le strategie comportamentali che si basano su un principio che compendia tutta la filosofia razziana:” fatti i …tuoi, amico caro, tanto qui è tutta malvivenza”.

Ecco, questo è il concetto di base che tutti i dirigenti del Movimento Cinque Stelle imparano a declinare in tutti gli aspetti della vita politica: si salvi chi può.

Entrati a pieno titolo nel Sistema, si sono sistemati  alla grande. Ed ora  devono mettere in atto quanto imparato. Se la cavano benissimo tutti, da Di Maio a Bonafede, il ministro della Giustizia, per arrivare fino alla sindaca Raggi, sempre sotto tutela di qualche pesce grosso (anche questa volta finito nella rete), la quale è un’allieva modello delle teorie razziane  espressione compunta e occhio pendulo,sorrisino d’ordinanza, risposte brevi ma intense: non so niente, non c’ero e se per caso mi avete visto sul luogo del delitto, era la mia controfigura. E chi sbaglia deve pagare. Praticamente perfetta. Ma ora, pare siano intenzionati a mollarla se dovesse risultare colpevole al processo per falso che l’attende.

Però, anche i leghisti non scherzano ed ora che sono al governo in accoppiata coi Cinquestelle, fanno grande sfoggio di “cultura” politica che non ha nulla da invidiare ai loro colleghi.

Il sottosegretario Giorgetti, a richiesta dei giornalisti su cosa abbia a che fare con il costruttore Parnasi, finito in galera per l’inchiesta sullo stadio romano, ha risposto che non è un reato bere un aperitivo e mangiare due fette di salame con un amico.

Non fa una grinza. Il costruttore  è, a quanto pare, non solo amicone del ministro Salvini, ma, anche di leghisti di peso quali il sottosegretario Giorgetti, o quantomeno, pare, lo vorrebbe essere.

E si sa che l’amicizia non è reato. E neppure mangiare salame in compagnia di costruttori. No, non è reato. Da cittadina,però,  qualche dubbio circa queste riunioni conviviali a base di aperitivi e salame, potrei anche farmelo venire. Come capiti che dietro i politici ci sia sempre qualche “potere forte” o fortissimo, non ce lo spiega mai nessuno, ma ci possiamo arrivare anche da soli con un po’ di sforzo. Più di qualcuno, però,  trova che avere le fette di salame sugli occhi sia un buon metodo per farsi passare i dubbi.

Io sono allergica agli insaccati e non prendo mai aperitivi né da sola né in compagnia. Ma già io non sono un politico, me lo posso permettere.

 

Stiamo bene a casa

Noi non partecipiamo a Russia 2018, i mondiali di calcio. Come suona ufficiale, che pompa magna ‘sti mondiali.

Lo so che mi attirerò (tra i miei 25 lettori) qualche antipatia, ma fa nulla, la penso cosi e lo voglio dire.

E’ una cosa buona che non ci siamo. Si nota di più se non ci siamo. Siamo in ribasso, nel calcio come in altre cose.

Ma ci pensate a tifare in queste serate afose di inizio estate, con le urla che escono dalle finestre aperte, con i cori, le trombette e tutto l’equipaggiamento isterico delle “notti magiche”? E poi stare li a patire, mentre 22 uomini in mutande si ammazzano di fatica per rincorrere un pallone da una parte all’altra del campo, mentre folle vocianti e inneggianti li incitano, mentre dalle panchine allenatori nevrotici li guardano come se da quei piedi dipendessero le sorti dell’universo, come se ci forsse una relazione tra un calcio ad un pallone ed il destino dell’umanità.

Un pallone senz’anima, che si lascia maltrattare da 22 indiavolati che sudano, faticano, si spintonano, tutto per far finire quel benedetto pezzo di plastica contro una rete davanti alla quale un personaggio con due mani enormi e due occhi fuori dalla testa, sta in perenne e ansiogena attesa di respingerlo il più lontano possibile dalla sua zona di competenza.

Si, va bene, io per la nazionale ho sempre tifato, ho tifato per Baggio, per Del Piero non tanto, e per altri che ora non ricordo a cominciare da quel lontano 1982 in Spagna per finire a Berlino nel 2006: “il cielo è azzurro sopra Berlino”, ricordo che mi stava per venire un mezzo infarto per quella epica partita finale che non finiva mai e ricordo di essere uscita nella notte e di essere rimasta in strada ad ascoltare da fuori le urla che uscivano dalle finestre ad ogni pallone che andava in gol e poi la vittoria.

Bello vincere si. Anzi esaltante. Ma l’Italia del 2006 non è quella del 2018, non siamo più quelli.

L’Italia di oggi e maleducata, cafona, egoista, arrivista, piena di cani ovunque edi Suv anche se c’è poco lavoro i Suv impazzano, dove prendano i soldi per comprarseli non si sa. Anzi si sa: non pagando le tasse.

E L’Italia che ha un governo Arlecchino, due vice premier che comandano il premier, due forze politiche antitetiche che non sappiamo dove ci porteranno. Ho fiducia che non facciano …cavolate, ma non ne sono proprio certissima.

Meglio cosi, non siamo in the mood per festeggiare e poi chi lo dice che avremmo festeggiato e che non ce la saremmo presa sui denti anche questa volta?

No, stiamo meglio a casa, per festeggiare ci sarà tempo, se ci sarà qualcosa da festeggiare, ora restiamo sobri, i problemi sono tali e tanti che…meglio guardare senza esaltarci, le vittorie e le sconfitte degli altri.

Quella dei tedeschi…che soddisfazione, tieh!

Pre potenti

E’ nata una stella, anzi una Superstar. Si chiama Donald J.Trump, ovvero, l’uomo che sussurrava ai dittatori.
E’ stato ventilato anche un premio Nobel per la pace per il presidente, dopo la  famosa stretta di mano con il leader coreano.
E’ persino riuscito a vendergli una limousine superaccessoriata, quella che lo ha accompagnato al resort a Singapore dove è avvenuto l’incontro del secolo.
Sembrava l’ingresso a New York del re di Zamunda Joffy Joffler, padre del famoso Akeem de “Il principe cerca moglie”. Solo che al posto del regale Joffy è sceso il leader coreano in clergyman, con una faccia da funerale che quasi stava per fare dietro front,quando è arrivato quell’omone tinto di rosso che lo ha bloccato stritolandogli la piccola mano paffuta.
Poi, dopo i convenevoli e le foto di rito, il pranzo di gala dove Trump fa lo spiritoso e chiede se nelle foto sono venuti “belli magri” e ride,  hanno firmato un contrattino di due paginette dove il coreano si impegna alla progressiva denuclearizzazione della Nord Corea, ma senza mettere troppi puntini sulle i e lasciando molto spazio alla immaginazione e all’improvvisazione  più che ad accordi precisi e circostanziati.
Nello stile Trump:  un contratto cotto e mangiato, in due bocconi, la firma apposta da entrambi, quella di Trump un elettrocardiogramma di un megalomane, quella di Kim una zampata di gallina recalcitrante e poco incline ai compromessi (se non quelli dove vince lui).
Tanto lo sanno benissimo entrambi di non fidarsi l’uno dell’altro.
Rocket man e Supertrump, hanno fatto la sceneggiata a favore di telecamere mondiali.
Una cosa è certa: se smettono di farsi la guerra è un bene per tutti, resta da capire se sarà veramente cosi, ho qualche dubbio.
Ma Trump potrebbe anche passare quasi inosservato, in questo momento l’Europa è alle prese con  i migranti e soprattutto con i populisti come lui.
Anche in Germania il ministro dell’Interno Seehofer sta facendo quasi crollare il governo (faticosamente concordato) sulla questione migranti. Lui sarebbe molo più rigido della cancelliera che solo nel 2015 ne ha fatti entrare più di un milione.
E anche noi abbiamo i nostri problemi da quando si è insediato il governo Arlecchino. Salvini pesta nel mortaio della stretta agli ingressi, chiusura dei porti, lotta alle ong…tutta propaganda? Si, certo in buona parte.
E l’Italia non ci fa una gran figura, passiamo da popolo accogliente e solidale a diffidenti e rancorosi razzisti, non mi pare il caso. Si deve modificare il Trattato di Dublino, é assurdo che l’Italia debba accogliere e tenere sul suo suolo tutti quelli che qui sbarcano, troppo comodo per il resto della UE.
Ma non è nemmeno pensabile che ora ripetiamo con tutte le navi straniere che raccolgono quei disperati in mare lo stesso inutile braccio di ferro sulla pelle dei disperati, fatto con l’Aquarius.
Trump sta attuando la stessa politica dividendo le famiglie dei messicani che arrivano in territorio americano: i bambini vengono tutti portati in centri di raccolta e separati persino dai fratelli. Interpretando in maniera strumentale una legge di Obama ma che prevedeva misure  antiterrorismo.
Viviamo un momento di ipocrisia mondiale epocale: da una parte gli sfruttatori speculatori che vanno a depredare  mezzo mondo e lo sfruttano lasciando alla fame intere popolazioni, dall’altra l’ipocrisia di vertici dei vari G7, dove si stringono le mani, si baciano e si abbracciano per poi accoltellarsi a vicenda e concludere poco nulla.
Forse sarebbe ora e tempo che ci fossero molte più donne nelle posizioni chiave di “comando”. Il mondo è ancora saldamente in mano agli uomini e questi sono i bei risultati.

I colori del mondo

Perché il cielo è azzurro e gli alberi sono verdi?  Una ragione c’è di sicuro.  Gli alberi azzurri e il cielo verde chi li vedrebbe? O non è solo una questione di abitudine?

No, decisamente non è abitudine. Un albero deve essere verde. E il cielo, azzurro. Non ci deve piovere.

Ma che idiozia. Chiedersi il perché dei colori. Eppure me lo sono chiesto questa mattina mentre guardavo il cielo azzurro con qualche sprazzo di bianco di nuvolette inconsistenti, passanti, indecise se fermarsi o liberare lo spazio dalla loro presenza. Stavo facendo colazione. E’ il momento della giornata in cui mi pongo delle domande. Da sempre.  Poi, con lo scorrere del tempo, ho altro da fare che chiedermi  il perché delle cose, ma la mattina, mi va. Sarà una questione di luce.

E in quanto alle risposte non ne trovo mai nemmeno una. O quasi. Sarà perché le domande sono sempre assurde,un po’ oziose, agostane o ferragostane.

Ma forse questa non era poi così sciocca.  Perché proprio quel colore e non un altro che corrisponda a quella cosa o ad altra? Insomma li colore delle cose è di per sé  una cosa che ha la sua importanza, indubbiamente affascinante. Dovrei approfondire e scoprirei che c’è una ragione, ovviamente e quando non c’è? E sarebbe una giusta obiezione che potrei pormi da sola, che è una domanda che rivela superficialità. Ma confesso che, spesso, andare a fondo delle cose mi spaventa.

Riflettendoci, però,  andare a fondo non è poi cosi spaventoso. Sarà perché “il fondo” mi da l’idea di buio?. Non c’è tanta luce e i colori non si vedono bene. Al fondo la luce diventa flebile, i colori, si attenuano.

Mi diceva mia madre: rifletti, bene, sempre, prima di parlare , vai a fondo dei problemi, non lasciare le cose a metà. Un classico tormentone dell’infanzia.

Ovvio che quando si è piccoli si ha la tendenza a saltare i problemi, approfondire è una parola che  spaventa subito quasi come l’orco delle fiabe, quasi come un compito per le vacanze.

Ma da adulti la cosa cambia. Si dovrebbe cercare di andare oltre l’apparenza. Si dovrebbe.

Ecco, appunto, le apparenze. Sono, i colori, apparenze? Una rosa mi appare rosa perché quello è il suo colore per effetto della riflessione della luce sulla sua superficie.  Quindi quello che appare rosa è rosa e quello che appare rosso è  rosso. O no? Un esperto mi chiarirebbe i dubbi spiegandomi le leggi dello spettro di luce e dei colori e che le gamme infinite di variazioni di tonalità sono  dovute alla riflessione della luce sulle  superfici  alle forme e alla composizione dei corpi. E tutto mi tornerebbe. In fondo (ma anche in superficie) non è tanto difficile.

Ma poi? Anche ammesso che arrivi a farmi una ragione delle leggi della fisica, quando vedo un tramonto rosso fuoco e non posso fare a meno di commuovermi a quello spettacolo, chi mi spiega cosa succede dentro l’anima alla vista di quelle pennellate di rosso e rosa e violetto e perché si viene colti quasi da sgomento nell’intuire che dietro a quello spettacolo c’è una mente che lo ha architettato?

Ed allora, a questo punto, tutte le leggi della fisica devono lasciare lo spazio alla metafisica. L’universo dei colori o anche i colori dell’universo sono il tocco finale, la mano di vernice, la pennellata che serve a finire il lavoro e che lo compie, lo ultima, lo abbellisce e completa.

E chi l’ha data? Chi ha “costruito” l’universo non poteva farlo incolore,  perché i colori sono quello che ne fa un capolavoro. Ecco che la mia domanda oziosa dell’ora di colazione questa volta potrebbe non esserlo. Il cielo è azzurro e gli alberi verdi perché l’ Architetto li ha voluti cosi, questo è il Suo gusto personale, la Sua Idea di Universo, la perfezione.

E la perfezione si trova andando a fondo, in superficie non si trova. Non è a portata di mano. Si dice: non è di” questo” mondo. E preferiamo lasciare le cose a metà quando non vogliamo capire, guardiamo la superficie incresparsi ma sotto non ci fidiamo di andare. E’ un processo lungo e difficile e ci si perde seguendolo e a volte non ci si ritrova. E’ un percorso ad ostacoli in cui si inciampa più di quanto non li si superi. Diciamo, spesso, che tutto quello che appare è e che tutto quello che è appare. E che se ci fosse, l’Architetto dovrebbe mostrarsi e non dovrebbe esistere il buio e tutto dovrebbe essere a colori e il fondo non dovrebbe essere un luogo dove ci si può anche perdere, ma un posto dove il colore rende tutto luminoso e chiaro  anche nelle caverne più nere. Se ci fosse.

Ma un albero è verde e si staglia sull’azzurro e l’azzurro risplende nei suoi contorni e anche il buio può essere apparenza e i colori esserci  anche a fondo come in superficie.

La  rosa è di tanti colori  e un tramonto di fuoco  o un’alba radiosa sul mare, d’estate, appaiono e sono la rappresentazione dell’anima  del mondo. E di quella di tutti i colori del mondo. O del mondo a colori, di quello che appare e scompare, che si vede o non si vede. Alla luce o al buio. Sempre… Ma tra un po’ risalgo.

 

 

 

 

E la Raggi va…

A Roma le inchieste per corruzione si sprecano. Ora c’è la nuova tegola per la Raggi. Lo scandalo Roma Stadio.

Niente di cosi esaltante né di nuovo, a questo cose ci siamo abituati: il solito costruttore arruffone e arraffone che si serve della politica, che distribuisce mazzette a destra e a manca per sistemare tutti gli affari propri ed iniziare i lavori. Non ha tempo da perdere, lui, basta “oliare” un po’ di qua e un po’ di la e il gioco è fatto, rien ne va plus.

Ci sono le intercettazioni, cose sentite e risentite, ordinaria amministrazione a delinquere. (sempre se sarà tutto confermato, naturale).

Ma questa volta c’è di mezzo la lotta per legalità di un partito che ne ha fatto la sua bandiera, che dal nulla è diventato il primo partito italiano, che alle ultime elezioni ha preso quasi il 33% dei voti e che ora siede sui banchi del governo, che ha appena nominato una caterva di ministri e sottosegretari (donne pochine, visto che bisogna cambiare cominciamo con lo scacciarle).

Il ridondante e roboante Movimento Cinque Stelle (chi siano queste cinque stelle un giorno lo scopriremo), l’ onestà fatta persone, uomini e donne tutti crociati della legalità, pronti a sacrificarsi per il bene della Patria e per il riscatto dalla miseria della corruzione di un paese allo stremo.

Orbene… no. Non ci siamo. Anche loro sono stati toccati nel vivo, da un’inchiesta per corruzione ed associazione a delinquere. Un certo avvocato Lanzalone, presidente Acea, voluto e nominato dal think tank del movimento è agli arresti domiciliari perché indagato in questa nuova inchiesta della magistratura romana. Assieme ad altri indagati “eccellenti”.

Intanto per cominciare ha avuto il buon gusto di dimettersi. Cosa fatta capo (senza coda) ha.

Ma…e Raggi? Dov’era? Che faceva? Dormiva da piedi? Ronfava, sonnecchiava, pisoccava? No. Non credo, io credo che avesse sentore, ma solo sentore che qualcosa non andasse (peggio sarebbe se non si fosse proprio accorta di nulla) e che abbia fatto molti errori nel non dare retta al proprio naso. Ed ora sarebbe bene che finalmente gettasse quella spugna intrisa di sudore mortale per tutte le grane che ha dovuto superare nel suo travagliato periodo di sindacatura.

Raggi, ti hanno raggirata. meglio sarebbe stato che avessi continuato a fare l’avvocato nello studio Previti. Ma, lo so l’ambizione fa brutti scherzi.

Ma quelli, i Cinquestelle, ti hanno preso in giro, ti hanno fatto credere di darti importanza ma sei solo una loro pedina, e con la tua faccia nascondi le loro magagne.

Questo avvocato Lanzalone è uomo di DiMaio e di Casaleggio, ho sentito che interviene alla grandi riunioni dei capi presso la Casaleggio ass., insomma è “homo de Halonso”.

Capito Raggi?

Sveglia Virgina, scappa prima che sia tropo tardi, questi non ti meritano, sono dei manfrinari e (diamo tempo alla magistratura di fare procedere le indagini, per carità tempo al tempo) …ti hanno messo in mano una patata che scotta e tu ti stai bruciacchiando le mani.

Tiragliela addosso, riprenditi la tua vita, chiedi scusa ai romani, alla spazzatura e alle buche e ritirati a vita privata. Sempre che i magistrati non ne abbiano anche per te. Ma speriamo di no. E comunque una volta pagati i tuoi errori, ritirati.

Credi è meglio.