A proposito di fake news, di disinformazione e di capovolgimento della realtà, c’è un bel tipetto che si aggira tra i banchi del Parlamento italiano che stenta a riprendere quota nei sondaggi col partito che ha scippato a Grillo, che tenta di prendere le redini della guida del campo largo del quale vorrebbe essere il capo anche se con un numero inferiore di consensi rispetto all’altro partito che “testardamente” vorrebbe tenerlo incartato e che tenta, sempre tenta insomma di ritornare a contare. Si tratta di uno che capirete e lo sapete, mi ha sempre fatto una simpatia folle, stravedo per lui (ora con la botta in testa ancora di più e meglio), ne sono lievemente infatuata e non posso non parlarne seppure solo di tanto in tanto, più poco di spesso, però.
Pare abbia detto: «A parte che il negoziato lo fai anche se non in presenza, io adesso non so se Putin andrà o non andrà, se si è sentito convocato e non accetta, ovviamente, essendo vittorioso sul campo, la convocazione”.
Una frase così meriterebbe il nober (alla romana) per la sfacciataggine. Ma gli italiani perdonano e dimenticano, o meglio dimenticano e basta perché il perdono è una cosa seria e gli italiani con le cose serie ci azzeccano davvero poco. C’è una italiana che insiste a tenersi sempre la porta aperta per eventualmente fare coalizione (e anche colazione da Tiffany) con questo tipo qui, una che porta giacche larghe e pantaloni che scendono pericolosamente dai fianchi dove però se anche scendono c’è sempre un camicione a salvare almeno le apparenze e che tenta di opporsi alla donna premier (unica e sola mi sa) che sembra odiare di tutto core e anche coratella, ma non convince molto, anche perché si trova a dover sostenere le ragioni di un referendum fatto per abrogare leggi emanate dal suo partito…ma sarà ancora il suo partito? Mi sembra decisamente più grillina e anche un po’ grullina sebben scaltrina. Ma che dice la donna in questione di questa frase del suo ideale alleato ex premier avvocato?
Nulla, ci sta, ci sta eccome se ci sta. Ci deve stare è inutile cianciare. C’ha la convocazione? E che c’importa a noi? la pace si fa anche stando a casa, c’ha raggione il caro leader, ‘sti burini ipocriti sozzi che vojono ‘a pace senza paggare dazzio…No, per dire che la donna si è immedesimata con la premier e le viene il romanesco per anti simpatia…
Ieri, lo stesso, il sopra descritto illustre avvocaticchio di se medesimo, ha sceneggiato una solidarietà pelosa coi palestinesi alzandosi in piedi e accusando la premier di stare seduta mentre tutta la sua corte di miracolati si è alzata con lui per applaudirlo. Fa d’uopo la solidarietà, sempre la solidarietà, ci mancherebbe. Agli ucraini no però. Putin sta vincendo la guerra, non serve alzarsi per loro, anzi, per loro è meglio stare seduti e avvisarli che stanno perdendo, se ne facessero una ragione.
Oggi mi va così, anche questo andrà deserto, c’è scarsa attenzione ai temi della politica (?) italiana, ma che ce frega? ma che ce importa? Solo quando c’è da criticare il governo, (largo sempre alle critiche che sono il sale della democrazia e anche il pepe e l’olio e pure l’aceto e volendo pure un po’ di salsa di soja) ci si sveglia un pochettino, ma noto una particolare sonnolenza tra i miei connazionali in questo periodo. Stanchi e svogliati, poco inclini alla politica che non sia quella spicciola dei bonus che si accaparrano in tanti. Corrono tempi così fragili e immaturi da avere bisogno di essere guidati da personaggi poco scrupolosi ma molto ambiziosi, avvocati con la vocazione alla poltrona. Italiani con tre passaporti, politici per caso o per necessità, avventurieri per golosità e però ora …anche basta, si basta va, mi fermo qua. (E torno a dormire).