In una Parigi blindata dalle forze dell’ordine, protetta da estesa “no fly zone”, e rigorosamente svuotata di clochard, sotto un cielo plumbeo e pioggia insistente, s’è consumata la più pacchiana esibizione di grandeur di Maccaraon, con il pretesto dei Giochi Olimpici. Non più l’obsoleto “stadio olimpico” come scenario alla cerimonia di apertura, ma la metropoli di Parigi
Lungo una Senna limacciosa su battelli dalle fogge e dalle dimensioni più disparate, sfilano gli atleti delle varie nazioni, ci sono tutte, grandi, medie, piccole e piccolissime: gli Stati Uniti ne hanno una a doppio piano, manca invece quella della più estesa nazione del pianeta, la Russia, e anche la Bielorussa, rea di essere sua amica.
In vari punti impazzano corpi di ballo, orchestre, bande musicali, cantanti, mimi, giocolieri, acrobati, contorsionisti, equilibristi, sfilate in costumi sgargianti , il tutto tra giochi di luci, spruzzi di acqua, coreografie da fare impallidire Sanremo e i più fantasmagorici musical hollywoodiani.
Vengono svolti svariatissimi temi a cominciare da quelli della rivoluzione francese, liberté, égalité, fraternité, fino a “Obscurité” quando a Parigi cala la sera. Non manca la scena macabra di Maria Antonietta che tiene in mano la propria testa.
Si celebrano le donne francesi famose con l’apparizione delle loro statue sorgenti dai piedistalli; ovviamente risuonano la Marsigliese e canzoni tra le più famose, si canta “Imagine” su una isola, dove arde il fuoco, galleggiante sulla Senna, mentre un tedoforo dal volto nascosto porta in giro la fiaccola olimpica saltando da un tetto all’altro di vari edifici parigini, scavalca barriere, sale e scende scale a precipizio, incurante di precipitare nel vuoto, porta la fiaccola nei musei e nelle biblioteche, appicca incendi e fugge non si sa dove.
La scena del cavallo meccanico galoppante lungo la Senna con l’excursus di brani presi dai vari giochi olimpici del passato è suggestiva, così come il gioco di luci finale della torre Eiffel.
Insomma, per farla breve, tutto è grande, anzi grandissimo, insuperabile, anche i tedofori si moltiplicano, da uno diventano quattro, poi diciotto, e il tripode dove arde il fuoco che deve ardere per tutta la durata dei giochi, è una mongolfiera che si solleva nei cieli e va. Dove va, non saprei, perché qui la Rai sospende la trasmissione, lasciando i teleutenti col dubbio se quel tripode fosse atterrato in qualche luogo o fosse andato via portando con sé pure lo spirito sportivo.
Alessandro Stramondo
Pubblico questo bel commento di Alessandro sulla cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Parigi, io non l’ho guardata, mi sono persa molto a quanto pare.
Parigi non poteva non essere che questo. Anche sotto la pioggia, o forse proprio grazie alla pioggia, la fantasia e lo spirito burlesco dei francesi ne ha fatto una cosa strabiliante che ha sicuramente sorpreso tutti. L’anima della città è uscita con tutte le sue contraddizioni e, dal poco che ho visto dai tanti video, uno spettacolo senza precedenti e, forse, irripetibile. Comunque la si pensi.
Sublime Celine Dion