Giusto

Giusto.

Novembre di nebbia e sotto piove

senza vergogna, piove.

Acqua sopra le foglie che stanno

abbracciate al suolo o ai rami.

Piove ed una sentenza di vita.

La pioggia si confonde e la nebbia

si distende.

Oggi è novembre e ancora e ancora.

Piove e mia madre mi rincorre sulle scale.

Di sopra i letti sono sfatti e sono di pietra

e il gatto se ne sta sotto le coperte e ride

e mia madre mi rincorre e mi sgrida

piccola peste.

Ma a novembre no non ho ricordi tristi

sempre di maggio vengono perché c’è il sole.

C’è anche troppo sole e gli occhi mi si chiudono

e si aprono piano piano perché bruciano.

Ma a novembre no perché sa tanto di lacrime

e di pioggia e però anche di castagne e di brodo.

Che bolle nella pentola grande sopra la piastra

e fa glog glog e profuma tutta la casa di sedano e

di buono e di amore.

Qualcosa che gloggola nella pentola sul fuoco

in casa mentre fuori piove e c’è anche la nebbia

di novembre sa di mamma e di amore e di cura.

Giusto.

Cos’è giusto? Che sia novembre è giusto e anche

che piova è giusto e anche la nebbia è giusta e anche

l’amore è giusto e anche la pietà è giusta e anche i

gatti nei letti, giusti.

A guardarla dalla finestra la vita è giusta appena appena

di tanto in tanto diventa ingiusta ma poi qualcosa che

gloggola sul fuoco e il profumo delle castagne che

scrocchiano nel forno e le scale e il gatto e i letti di pietra

le foglie e la nebbia…la vita.

Giusto.