Capre e cavoli

Conte ha avuto il suo momento, ha rovesciato le scarpe e le ha ripulite dei sassi che contenevano da mesi, lo ha fatto in pubblico e sopratutto, sulla zucca del ministro che sembrava inebetito, instupidito, incredulo. La sua faccia era un caleidoscopio di espressioni, una più buffa dell’altra.
Il compito di Conte era, prima di tutto, umiliare quello che era diventato un grosso macigno sulla testa dei grillini; nessuno di loro lo sopportava più.
E con ragione, anzi, mille ragioni.
Ma il matrimonio era stato fatto in piena consapevolezza, magari non sapevano appieno a cosa andavano incontro, certo, è comprensibile, ma un matrimonio è sempre un’unione di due soggetti, in questo caso consenzienti entrambi e sufficientemente maturi per capirne le conseguenze.
Dunque, l’avvocato ha fatto un discorso a difesa di chi lo ha voluto in quel ruolo.
Infatti la prima parte del suo discorso è stata una filippica contro le malefatte del “bruto”.
Malefatte che, però, lui, ha avallato e anzi, si è preso la responsabilità di tutte visto che a lui spettava la guida di questo strampalato governo, il più osceno della storia repubblicana.
Ha, con evidente soddisfazione, pubblicamente svergognato quello che era stato per 15 mesi “l’alleato”, il “socio”, “l’amico”, sul quale, sia lui, che, l’inutile, mellifluo DiMaio, avevano speso parole di zucchero filato per mitigarne gli eccessi,
E’ stato co-protagonista delle nefandezze perpetrate dal ministro contro i più deboli, comprese le donne verso le quali Salvini non ha esitato a usare un atteggiamento di disprezzo.Basti pensare a come si è scagliato contro Carola Rackete, a come l’ha insultata (zecca), a come ha tentato in tutti i modi di farla passare per una abietta criminale. Tutto questo ostentando la sua fede con studiato opportunismo, baciando crocifissi e invocando la Madonna, come fossero sostenitori della Lega e suoi sponsor.
Dove stava Conte quando tutto questo succedeva?
Avrebbe dovuto stare a Palazzo Chigi e avrebbe potuto esprimere la propria contrarietà sulla linea dura, spietata e volgare del ministro dell’Interno.
Non lo ha mai fatto.
Al contrario, è stato alla meglio evasivo, alla peggio lo ha persino lodato, in due parole: complice.
Per non parlare del fatto che gli ha parato il sedere con la magistratura quando poteva rischiare 15 anni di galera per sequestro di persona. Una cosa di cui lui e i grillini tutti, dovrebbero sentire tutta la responsabilità in eterno.
La seconda parte del discorso è stato un’apologia del governo e soprattutto della politica dei Cinquestelle: spudoratamente di parte per un premier che deve rappresentare l’Italia e non imporvvisarsi capo di un partito.
La sua magniloquenza è stata, ovviamente, apprezzabile da un punto di vista meramente stilistico.Ma a me è sembrata un inutile sfoggio di retorica mirata a difendere se stesso e il partito che lo ha sponsorizzato e al quale, evidentemente, è legato e deve riconoscerlo. Quella esposizione del programma dei sogni, ancora da realizzare e non realizzato ma che potrebbe ancora esserlo, altro non è stata che una mossa per cercare di non affondare.
Ho molto apprezzato il breve intervento di Emma Bonino, la quale, senza tanti giri di parole, gli ha detto chiaro che, pur essendo una persona che ispira fiducia e a tratti persino simpatia, non si pò dimenticare che lui non era un passante e tutto quanto è successo, è successo anche per sua responsabilità.
Insomma, chiaramente gli ha dato del para…spifferi, in altri termini, dell’ipocrita.
Come sono ipocriti i grillini dal primo all’ultimo, sapevano che l’odiato leghista non era certo il massimo per governarci assieme, dopo anni di insulti reciproci, ma si sono adattati alla grande e lo avrebbero fatto ancora se lui non avesse fatto saltare il banco. Salvini si è dimostrato uno spregiudicato giocatore d’azzardo sulla pelle degli italiani, ha puntato tutto sul voto e, almeno in questa prima fase, ha perso.
E ha perso male. Ieri sembrava, senza averne minimamente la simpatia, uno dei personaggi più meschini di Sordi.
Di quelli che capiscono che il gioco non gli è riuscito e cercano di salvare capra e cavoli.
Per ora, i cavoli se li è presi in faccia e la capra gli ha mandato un bel calcio sul sedere servito, platealmente, con un discorso preparato nei minimi dettagli in collaborazione con gli spin doctors del Movimento Ipocrita Ingessato.
Ora i cavoli sono tutti nostri.
Come sempre, del resto.
Ma, almeno, questo bislacco governo è caduto. Finalmente.

Il mediatore

Ma questa, che puntata è?

La prima o l’ultima? Non sappiamo ancora niente, non si è deciso ancora niente.

Speriamo che ci sia qualcuno che controlla perchè con questa banda di squinternauti, non possiamo ancora sapere cosa aspettarci.

Conte ha cantato. Lo ha fatto bene, sembrava Placido Domingo. ma ha preso anche qualche stecca.

Si è scagliato contro Salvini che sembrava Sordi nel personaggio di Otello Celletti, il vigile del famoso film del 1960, un personaggio meschino, sfaticato e opportunista ma ambizioso.

-Si, si, parla parla, che poi ti sistemo io, sembrava pensare tra sé, ma non si aspettava tanta veemenza.

Lo ha spiazzato.-Tu guarda l’avvocato che boria che ha messo su! Pensava, sempre tra sé, Salvini.
Ha fatto il maggiordomo fino a ieri e oggi si è scoperto statista.

E come si autocompianceva. L’avvocato dei Cinquestelle ha interpretato bene il proprio ruolo.

L’attore lo sa fare. Il resto è follia pura.  manfrina pura, ipocrisia pura, invenzione del suo think tank, una spremuta di meningi di Rocco con qualche aggiunta delle sue qui e là.

Ma dove stava lui mentre Salvini faceva e disfaceva a piacimento? Mentre tuonava contro i migranti, metre insultava tutti, mentre dava della zecca a Carola, mentre andava per le piazze a ostentare il cocifisso?

Dove stava quando gli ha avvallato la politica dei porti chiusi, delle ruspe, delle armi in casa per autodifesa, dell’odio gettato a piene mani verso i più deboli? Oltre ogni limite della decenza?

Dove stava lui? Che faceva? La marionetta che si può manovrare a piacimento, ecco cosa faceva.

Una marionetta silenziosa ma ambiziosa. E ora che “l’anno bellissimo” si sta concludendo in tragedia (oltre che in farsa)  ha scoperto che Salvini è pericoloso per la democrazia.

Ah si? E allora? Era suo dovere denunciare questo atteggiamento e mostrare la propria contrarietà, ma se n’è guardato bene. Anzi, si vantava di essere lui il mediatore tra i due litiganti, di essere lui quello che li rimetteva sulla retta via, sempre per il bene del paese, of course.

Ma quale? Ma chi? Ma  chi credete di prendere per i fondelli?

Salvini si vergogni di nominare la Madonna come se si trattasse della sua sponsor e si tolga di mezzo e spieghi gli affari della Lega coi russi, ma i Cinquestelle, Di Maio e pure Conte, non sono da meno.

Sono corresponsabili della crisi, sono corresponsabili di aver portato il paese sull’orlo della bancarotta.

Sono corresponsabili di aver solo vivacchiato per il potere ed ora non possono, aiutati dal loro avvocato, gettare la croce su Salvini , pur con le tante colpe che ha. Anche perché la metterebbe nella sua collezione.

Hanno preso in giro gli italiani, dal primo all’ultimo giorno e lo fanno ancora e lo avrebbero continuato a fare chissà fino a quando se Salvini non avesse pugnalato alle spalle i suoi “alleati-amici”. Non sono ancora convinti, ci stanno forse ripensando?

Ricordate il famoso brindisi dal balcone quella sera in cui DiMaio disse la famosa frase:”abbiamo sconfitto la povertà”?

Ma quanto poteva durare un governo “guidato” da simili personaggi? E’ durato fin troppo.

Ora tocca a Mattarella. Speriamo si faccia sentire forte e chiaro, sinora non abbiamo udito neppure un bah.

Un bel calcio nel sedere (come compenso per aver “servito” il paese) starebbe bene a tutti, premier, vicepremier e ministri, tutti indistintamente, non saprei proprio chi salvare.

Presidente, li faccia mettere in fila e li prenda a calci uno per uno.

Però, per favore, al ministro dell’agricoltura, Marco Centinaio, due calci, se li merita tutti solo per andare in giro con quella faccia.

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Donne e politica

Mi sono stancata di questa crisi. Capita no? Anche di scriverne e anche di scrivere di politica. (Non ci crede nessuno vero)?

Massi, che si divertano a prenderci per i fondelli, tutta quella banda. Uomini, solo uomini.

Fateci caso: non c’è una donna che sia una che abbia niente da dire sulla crisi. I rari talk show estivi poi, non ne parliamo, donne col lanternino. Io seguo  quello di La7 dove Stanlio e Ollio  invitano solo maschi. Ma è mai possiible che le donne declinino tutte gli inviti?

Politiche donne, dove siete?

Mi è piaciuta la ministra Trenta, ora potrebbe anche fare trentuno e mandare bacioni a Salvini.

Ma poi? Ah si, De Micheli del Pd, brava, ora non più troppo renziana, almeno pare, e le canta chiare a tutti.

Ma poi? Il deserto.

Il prossimo premier lo vorrei donna.

Vediamo chi potrebbe essere…beh mi potrei candidare io, perché no? Potrei parlare in tedesco con frau Merkel, in francese con Macron ( mi sa che lo capisce) ed in inglese con Trump…magari per dirgli quanto lo detesto, naturalmente sotto metafora, tanto quello le metafore non le capisce, manco sa cosa significhi la parola.

Insomma l’Italia ha bisogno di cambiare, ma sul serio. E non c’è cambiamento se non ci sono più presenze femminili in politica( o in qualunque altro posto che conti).

Vogliamo chiedere a Emma Bonino se si vuole prendere questa responsabilità?

Ma chi altro c’è che potrebbe farlo? Parlo di donne, naturalmente.

Ah si. Ecco. Perché no Ilda Boccassini?

Abbiamo avuto l’avvocato, facciamo che ora tocchi all’avvocatessa.

Si, mi pare un bella idea. Bisogna vedere se lei sarebbe d’accordo, ovvio, ma almeno chiediamoglielo. Facciamo questo immane sforzo per amor di patria.

Facciamo qualche cosa per questa Italia cosi disperata e cosi maschilista.

Mettiamo tutte donne nei posti apicali della politica. E stiamo a vedere cosa succede.

Qualche uomo va bene, ma tutti tutti…basta ragazzi, avete stufato,fuori tutti e dentro l’altra metà del cielo.

Proviamo, che ci costa?

Ah, mi è venuta una idea, a me piace, perché non chiediamo a Elsa Fornero?

Si dai, vorrei vedere il faccione di Salvini fare le smorfie e diventare verde dalla bile.

Beh sarebbe intonato no? L’incredibile (in tutti i sensi) Matteo Hulk Salvini. Non suona male.

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El pacioccone

Se un effetto, tutto questo polverone estivo lo ha ottenuto, forse, è quello di fare ringalluzzire ancora di più DiMaio che ora nicchia, ma della proposta di fare il premier è molto contento.

Si vede la soddisfazione stampata sul suo faccino da bravo ragazzotto.

Se Matteo Renzi un risultato ha ottenuto e quello di ricompattare ancora di più questa squadra di saltimbanchi da circo i quali, è molto probabile, ritorneranno a cinguettare come fringuelli e per sanare la ferita aperta della pugnalata inferta alle spalle da Salvini all’amico odiatissimo, DiMaio prenderà il posto di Conte e Salvini rimarrà al Viminale a bullizzare i poveri disgraziati salvati dalle ong.

Troppa paura gli ha fatto la proposta dell’ex leader del Pd, poteva anche essere accolta e stava quasi per esserlo, se non avesse sparigliato subito  e avesse fatto una retromarcia clamorosa, un’inversione a U degna di un pilota di formula sottozero.

La spavalderia delll’ex premier e la soddisfazione che tracimava dal suo faccione rubicondo, potrebbe avere avuto l’effetto di indurre Salvini a ritornare sui suoi passi. In fondo niente è ancora compromesso, nessuno si è dimesso, potrebbe ancora dire che è stato solo un sogno di mezza estate.

Che ce la siamo sognata la crisi e  il governo potrebbe ritornare più splendente che pria a raccontarci le solite fiabe della buonanotte.

Aveva ragione Zinga a non fidarsi? Non è che el pacioccone, questa volta ha visto più lontano dello scafatissimo senatore, politico di lungo corso e stracorso, baldanzoso e burbanzoso, che, finiti i pop corn sperava di vedere tutto un altro film?

Mi sa che DiMiao (ma come miagola di soddisfazione…) ha tutto l’interesse a nicchiare un pochino a fare la Rosetta smorfiosa del missipipì, ma poi, accettare con garbo e un po’ di (finta) puzzetta sotto al nasino, di diventare premier.

A mettersi col Pd avrebbe tutto da perdere di quel pochissimo che gli è rimasto, ma da premier…sarebbe tutta un’altra storia e avrebbe tutto da guadagnare.

E che, so’ papa io? Sta già pensando come Manfredi nel famoso film. Eh, già forse era destino.

Se Conte non si dimette e nessuno lo sfiducia… che gioco stiamo giocando?

Romina e Albano, di fronte a questi due, scompaiono.

E non si lasceranno maiiiii, hanno ormai troppe cose insieeemmeeee

 

 

Asini e cavalli

Ma dov’è questa crisi? E’ una crisetta, una crisina, una crisi da lumache.

Quello che l’ha innescata ha fatto una parziale marcia indietro. Fifa?

Eh già le cose non vanno come se le aspettava. Nessuno si è dimesso, anzi sono più saldi che mai sui braccioli delle poltrone.

Salvini poi,  pare davvero in crisi, ma comiziale. Si, perché non fa che sproloquiare nelle piazze ovunque si trovi, in lungo e in largo e pure in stretto o strettisssimo.

Ormai ha le crisi comiziali anche quando è in salotto di casa da solo.

In bagno si guarda allo specchio e declama che ci sono 60 milioni di italiani che aspettano solo di essere difesi, coccolati, abbassati le tasse e alzati i redditi e soprattutto che invocano sicurezza.

Con lui…e mentre lo dice si rimira da tutti i lati del faccione barbuto e abbronzato che ormai sembra Carlo Conti appena tornato da una seduta lampaterapica, possono stare tranquilli e dormire della grossa tra tre guanciali. E’ talmente abbronzato che se si presenta al porto di Lampedusa lo portano subito al primo hot spot per essere identificato.

E parla, parla, ringrazia tutti i santi che ha in paradiso compreso l’Ente Supremo. sperando di ingraziarselo ancora per continuare a comiziare per tutta la vita.

Logorroico com’è non potrebbe fare altro che il ministro oppure potrebbe vendere materassi, ma non avrebbe lo stesso appeal. E poi lui ama i bagni di folla e anche quelli in mare e i letti, come si sa, sono al chiuso.

Gli piace stare desnudo a farsi fotografare con le ragazze.Ma quando gli ricapita di averne a frotte che attendono per ore per farsi fotografare con lui?

Una, guarda un po’, si  è vista rifiutare un posto di lavoro perché aveva postato su Facebook (questa vanitosa) la sua foto con accanto il faccione barbuto del ministro. Non fa curriculum anzi, lo disfa, postare i selfie con Selfini.

DiMaio cicca. Eh già perché lui è fidanzato stretto con la bella giornalista ed è molto più riservato e poi ora è nero o meglio giallo dalla bile, non è un bel vedere.

Salvini prima gli tira una pugnalata e poi chi rifà l’occhiolino? Ma tu pensa!

Ora sarebbe tentatissimo di governare col Pd, tanto, che gli costa? Ormai è rotto a tutte le esperienze, perché non provare anche questa e mandare il leghista a dar via…(non lo scrivo per decenza ma si è capito) anche se lui da bravo napoletano lo manderebbe a…’ncoppa Posillipo.

Insomma, sembrava che il governo stesse tirando le cuoia e invece sta solo tirando a campare ancora un poco.

Fin che il barcone va.

A proposito, Salvini fa il duro, non fa scendere i 500 migranti a bordo delle due navi delle ong, aspetta che la situazione diventi ancora più critica e che da tutto il mondo si colleghino con quei poveracci stipati sul ponte, in balia delle onde, cosi tutti potranno constatare quanto lui tiene fede alla sue promesse.

E quanto è cinico e quanto è ridicolo questo tira e molla che poi si conclude sempre allo stesso modo: che sbarcano stremati e poi non si sa dove finiscano.

Ma intanto cosi, con l’annuncio della crisi fantasma, evita l’autonomia e l’ira di Zaia e Fontana e soprattutto  la manovra economica lacrime e sangue che sarà sul groppone del prossimo governo. Per non parlare di rispondere sui maneggi coi russi, cosa che è stata quasi dimenticata con questa storia della crisi e che lo stava mandando in crisi.

A proposito se, prima o poi, questo governo si decide a formalizzare questa ridicola farsa di crisi, scegliamo bene i prossimi ministri che non dovranno esssere  dei  Cinquestelle, neppure mezzo. Neppure un sottosegretariato.

Magari un sotto, sotto segretario. Ma molto sotto.

Sono stati loro il cavallo di Salvini e adesso facciano gli asini. Già sarebbe un compito fin troppo difficile per loro.

 

 

Conte è con te

Il premier Conte, per ora è ancora in carica. E si è dato la carica.

Da come ha iniziato ad ora c’è un abisso.

Una trasformazione stupefacente.

Covava dentro di se la stoffa del leader?

Sa parlare, non c’è alcun dubbio ed è, a tratti, persino convincente.

Dire, non dice nulla, ma lo fa con molta grazia e aria di saperla lunga sul niente di cui parla.

E’ compromesso, in fondo lui avrebbe dovuto garantire la tenuta del governo, ma in cuor suo sapeva che non poteva garantire proprio nulla.

Conosce (entrambi) i suoi polli e detesta entrambi. Ma sono il suo lasciapassare.

E’ ambiziosissimissimo. Pochi come lui.

Non mollerà facilmente la poltrona e se gliela fanno mollare troverà il modo di rientrare dalla finestra.

Ormai è ammanicato. Sembrava figura minore, Arlecchino estemporaneo, si sta rivelando scaltro al pari di un Richelieu.

Figura politica e allo stesso tempo antipolitica. Perfetto per il non tempo che stiamo vivendo.

La sua non presenza, non invadenza, non strafottenza, il suo basso profilo, l’eleganza del tratto, ne fanno un animale politico raro, considerata la fauna che gira.

Un cerbiatto tra i cinghiali, che si destreggia tra gli anfratti e esce a fiutare l’aria che tira e si fa beffe di tutti.

Amico di tutti e di nessuno, soprattutto amico di se stesso.

Ha grandi ambizioni che vuole realizzare. Tempo al tempo.

Questo è solo un assaggio, il piatto forte potrebbe arrivare a crisi dipanata.

Assi nelle maniche ne ha questo sosia di Silvan e saprà usarli a tempo debito.

Il tempo è galantuomo e lui è Conte.

Il suo prossimo slogan-partito? Conte è con te.

 

La guerra di tutti contro tutti

Neanche a Ferragosto si può più stare tranquilli. Tra caldo africano, trombe d’aria e crisi di governo, il clima non è proprio vacanziero.

Va beh, ormai mi posso lanciare a fare una previsione: c’è Cottarelli nell’aria.

Me lo vedo con quelle rughe nasolabiliali. marcate e quel sorriso stampato da pistolero buono, quello che arriva sempre in tempo per salvare donne e bambini dagli indiani (poveri) o dai delinquenti texani.

Assomiglia un po’ a Terence Hill, ma non quello di oggi con quella tonaca, ma quando galoppava nelle praterie texane ed era un …(albero di fichi) da paura.

Anche Cottarelli non è niente male (parlo dal mio punto di vista). E anche come persona a me da l’impressione di essere bravo.

Uno che ti mette a tuo agio che ti fa sentire che ti puoi fidare.

Non è una cosa da poco.

L’Italia ne ha viste tante, questa crisi di Ferragosto, sul bagnasciuga, è abbastanza inedita. Ma ultimamente è tutto inedito: il contratto, la piattaforma , l’avvocato del popolo, i porti chiusi, il capitano che combatte contro i poveri invece che contro la povertà, che diceva che il governo sarebbe durato cinque anni e stava già tramando per farlo fallire. Ed ha aspettato proprio Ferragosto!

Certo non si può dire che ci annoiamo.

E il PD che fa? Litiga, si divide, non vuole saperne di parlare con una voce sola: il segretario è davvero un segretario o il segretario ( galante) dell’ex premier che fa e disfa proprio come quando era premier e segretario?

Segno evidente che la colpa delle divisioni interne al Pd può essere data solo al Pd che ha nel suo statuto di litigare  e dividersi su tutto proprio come dogma per non smentire la sua democraticità.

Però sono ridicoli. Ma in giro c’è anche di molto peggio.

Non si dimette nessuno, c’è la crisi e litigano anche sul calendario dei lavori.

Litigano tutti e con tutti.

Come aveva ragione e come è ancora attuale Thomas Hobbes.

Cito Da “Il Leviatano”:

“Cosicchè troviamo nella natura umana tre cause principali di contesa: in primo luogo la rivalità, in secondo luogo la diffidenza, in terzo luogo l’orgoglio, nel primo caso ricorrono alla violenza per essere padroni della persona di altri uomini, delle loro donne, dei loro figli e del loro bestiame. Nel secondo caso per difenderli. Nel terzo caso per delle inezie, ad esempio un sorriso, una parola, una divergenza d’opinioni, e qualsiasi altro segno di disistima, direttamente rivolto alla loro persona o a questa, di riflesso essendo indirizzato ai loro familiari, ai loro amici , alla loro nazione, alla loro professione o al loro nome, da ciò appare chiaramente che quando gli uomini vivono senza un potere comune  essi si trovano in quella condizione chiamata guerra, guerra che è quella di ogni uomo contro ogni altro uomo”.

Ed era il 1650…

Si ode  trotterellare in lontananza.

 

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Tiritera domenicale

Che dare retta a chicchessia

sia la più grande corbelleria

che impelagarsi in discussioni

con chi non sente mai ragioni

e che sproloquia diffusamente

su tutto ciò che gli salta in mente

e per il quale non c’è mai caso

dove non voglia ficcare il naso

e trova tutti gli espedienti

per dirla tutta fuori dai denti

su tutto quello che gli aggrada

e tutto il resto comunque vada

impertinente ed arrogante

meschinamente affabulante

che trova sempre la maniera

per dispiegar la sua tiritera

su quanto il mondo sia cattivo

mentre lui ostenta il distintivo

di uomo probo e piucheperfetto

mai un errore, questo va detto.

Se poi di donna deve trattarsi

allora parte con il vantarsi

che mai una volta nella sua vita

che le tagliassero pur le dita

ha mai parlato mal di qualcuno

che possa essere giudicata

come una donna poco educata

se mai una volta neppur per caso

in fatti altrui mai ha messo il naso.

Ora chi legge può domandare

Ma questa dove vuole arrivare?

Ma la risposta a questa domanda

ognun da solo se la può dare.

Potrebbe essere null’altro

che tiritera domenicale.

 

 

 

No al voto

Il voto vorrebbe dire consegnare il paese a Salvini su un piatto d’argento che se lo mangi a quattro palmenti come un lupo mannaro.

Io avrei pensato questo:

Un governo del presidente con premier un Cottarelli (tipo )che sappia barcamenarsi senza pesare troppo ancora sulle spalle degli italiani e che riesca ad acquisire consensi per il modo di porgersi chiaro e pragmatico con una puntina di compassione per la sofferenza di un paese sempre più inacidito e rimbambito dalle roboanti promesse dei saltimbanchi che abbiamo visto succedersi al governo. (Nessuno gli ha chiesto di unirsi in matrimonio per governare e di divorziare un anno dopo, non era questo che chiedevano gli elettori quando hanno votato Lega e Cinquestelle).

Che duri il tempo necessario non per fare quelle “quattro cose” (sono molte di più) ma per cercare di inoculare negli italiani che credono ai leghisti, il dubbio di essere presi per i fondelli da una politica cinica e molto meno “dalla loro parte” di quanto vogliano fargli credere.

Lo stesso Salvini, per quanto bravo, sa di avere dietro le spalle un apparato che deve tenere a bada, perché quando si viene osannati bisogna sempre guardarsi le spalle potrebbe esserci qualche pugnale pronto a calarsi sulle stesse.

Cosa che lui ha fatto con i Cinquestelle che adesso però non possono andare in giro a gridare al tradimento perché a fare finta di fare i pirla si finisce per diventarlo.
La probabilità che Salvini stia per prendersi tutto il cucuzzaro è altissima, l’Italia, se crede nella democrazia, glielo deve impedire.
E’ il momento di tirare fuori…gli anticorpi.

Gran sacerdote

Antonio Maria Rinaldi sta dietro a lui, sul palco, all’ultimo, ennesimo comizio. Economista, docente universitario, deputato della Lega, narcisista euroscettico. E ride. Prima sorride, poi ride. Platealmente, alle battutacce del capo.

Dice (il capo) che non si sono santi né …(io volutamente non la nomino, lo fa lui a sproposito senza rispetto), devono “alzare il c…” (letterale) e venire in parlamento anche il giorno di Ferragosto.

Decide lui. Ormai è facente funzioni del presidente della Repubblica, un montato che si crede Imperatore e sproloquia da tutti i pulpiti.

Ne segue una filippica su come gli italiani lavorino anche a Ferragosto e lui non ha alcun problema a farlo, mentre tutti gli altri (non leghisti ovvio) sono dei fannulloni perdigiorno se fanno tante storie.

Abbiamo la Crisi di Ferragosto. Per forza, Salvini ci conta è la festa dell’Assunta e  per lui, devoto, non potrebbe  esserci giorno migliore per essere incoronato premier del nuovo governo a trazione  leghista con lui a guidare il trattore coi covoni di fieno a strascico.

La stagione è propizia, la messe abbondante,quale miglior momento per marciare su Roma con tutto il suo seguito?

Tanto, lui, le vacanze le ha già fatte al Papeete beach, lo abbiamo visto no? Nudo, abbronzato, mentre fa il DJ e guarda il sedere delle cubiste che cantano Fratelli d’Italia, l’Italia s’è …addormentata, andata letteralmente in coma, prima per i grillini che  non cicalecciano più e ora per ll leghismo dell’ultima ora, quello portato avanti dalla corte dei miracoli di Re Salvini primo.

Antonio Maria, dicevo…guardatelo mentre sorride dietro al capo. Compiaciuto di tanto successo di pubblico, sembra Keith Richards mentre osserva la giravolte di Mick Jagger, mentre canta Satisfaction a tutta ugula.

E’ l’uomo giusto per far dimenticare Savoini. Infatti già dimenticato, cosa fatta Capo  ha. Via, tagliato da tutte le cronache, ora c’è aria di crisi e lo spread in rimonta rapida, mentre scendono le borse che ci importa dei suoi  loschi affari coi russi?

Ah, che soddisfazione, sembra pensare il professore.

Bene, pensa l’allievo di Savona, ora si che si fa sul serio. L’euroscetticismo sta per diventare dogma e lui, primo sacerdote.

Il capello phonato bianco candido… lo vedo con un abito nero talare e un collanone di argentone con medaglione con l’effige del capone.

Che faccia da…euroscettico. Se Salvini si circonda di questi tipi, sa bene il fatto suo, ha fatto bene i suoi conti, può arrivare molto in alto.

Ma forse mentre lui sale sulla vetta, l’Italia potrebbe rovinare a valle come un ghiacciaio che si scioglie.

Siamo forse all’inizio di una nuova era?