Semi avvelenati

Ci salverà il poeta da chi semina odio?
Da chi distribuisce pensieri disumani
Gettati un po’ dovunque dal palmo delle
mani?

Come seminatore di semi avvelenati
Che col tempo producono gesti scriteriati?
Chi hai visto quelle scene che fan raccapricciare
Neppur per un istante potrà dimenticare.
L’astio, il ribrezzo, il fascino mortale
Di idee che col buon senso nulla hanno a che fare.

Ce la farà il poeta da solo coi suoi versi
a far passar l’idea che non siam tutti persi
dietro le note stridule di chi ci vuol far passare
che Cristo morì di freddo portandolo all’altare?

Io non lo so davvero se il poeta può farlo.
Però cosa vi costa? Lasciatelo tentare.

3 commenti su “Semi avvelenati”

  1. “È del poeta il fin la meraviglia”
    Questa idea di Giambattista Marino fu la linea guida della poesia barocca, ma sappiamo che questo modo di intenderla è estremamente riduttivo.
    La poesia è, prima si tutto, sentimento, estrinsecazione immediata e sintetica di sé stessi, come la poesia lirica, che attinge nel proprio intimo e lo rende manifesto, o la poesia ermetica in cui la parola può andare al di là del significato letterale, assumendo valore per la sua musicalità e la sua capacità evocativa;
    Oppure la poesia può riversarsi più apertamente nel mondo esterno, secondo le forme più svariate -ammirazione del bello, stupore per la natura, celebrazione dell’amore, espressione mistica, insegnamento morale, intendimento sociale, narrazione del fantastico, etc.
    Non c’è campo che non possa essere pervaso dal senso poetico, persino certi speculazioni filosofiche o spiegazioni scientifiche.

    Rispetto alla prosa è un modo diverso di esprimersi, non nei contenuti, ma nella forma, perché più sintetica, in vari modi ritmica e musicale, compiuta entro certe architetture letterarie, facente uso di rime e assonanze, di metafore e figure retoriche, ma anche libera da stretti vincoli formali.

    Tutto è caduco in questo mondo, si sa, ma se un sentimento di immortalità si può intravedere, più che nelle opere d’arte, soggette troppo spesso alle ingiurie del tempo, è nella poesia, così come sembra essere consapevolezza tra i più grandi poeti.

    Shakespeare, nel suo famoso sonetto XVIII, immagina di poter eternare la bellezza umana:
    But thy eternal summer shall not fade,
    Nor lose possession of that fair thou ow’st;
    Nor shall Death brag thou wand’rest in his shade,
    When in eternal lines to time thou grow’st.
    (Ma la tua eterna estate non dovrà svanire, Né perder la bellezza che possiedi, Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra, Quando in eterni versi nel tempo tu crescerai)

    Alla stessa maniera Orazio diceva si se stesso (libro III, ode 30)
    Exegi monumentum aere perennius
    regalique situ pyramidum altius,
    quod non imber edax, non aquilo impotens
    possit diruere aut innumerabilis
    annorum series et fuga temporum.
    non omnis moriar multaque pars mei
    vitabit Libitinam; usque ego postera
    crescam laude recens,
    (Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo, più alto della mole regale delle piramidi, che né pioggia vorace, né vento infaticabile potrà distruggere, né l’infinita serie degli anni e la fuga delle stagioni. Non morirò del tutto, di me gran parte scamperà a Libitina: crescerò sempre rinnovato nella lode dei posteri)

    Tutto questo, e altro di nobile, che certamente mi sarà sfuggito, è la poesia ma -a parte toccarci profondamente e commuoverci, come fa la musica- non riuscirà purtroppo a stemperare contrapposizioni, furori, cattiverie e odi, tra le umane genti.

    RISPOSTA
    Trovo molto bello questo tuo rapido excursus sulla poesia e sul significato che dovrebbe avere nella società,di tutti i tempi come in quella attuale.
    Certo ci sarebbe ancora molto da dire, ma penso che soprattutto la capacità dei poeti di sintetizzare tutto in pochi versi: sentimenti, sensazioni, emozioni, sia tra le cose che la rappresentano meglio.

    Rispondi
  2. “Ci salverà il poeta da chi semina odio?
    Da chi distribuisce pensieri disumani
    Gettati un po’ dovunque dal palmo delle
    mani?”
    Bella domanda, Mariagrazia, come del resto la tua amara poesia, con “dulcis in fundo” conclusivo.
    Ti risponderò per le rime:

    Tocca la poesia del cuor le corde,
    spazia per ogni dove e in ogni tempo,
    gli animi tocca , li sana oppur li morde
    blandisce l’uom, oppur non gli dà scampo,
    usar la penna al posto della spada?
    sedar può l’odio, ma dura quanto un lampo!

    RISPOSTA

    “Sedar può l’odio ma dura quanto un lampo”

    Se può la poesia sedare l’odio
    allor vale la pena di tentare
    chè dopo il lampo vien sempre
    il temporale
    E il temporale spazza via le nubi
    cosi ogni verso l’odio può scacciare
    o almen…perché non ci dovrem provare?

    Rispondi
  3. Veramente, mi pare che pochi sino oggetto di odio quanto il povero Salvini.
    E non perché ha fatto approvare “quota 100” o perché voleva aumentare l’autonomia delle regioni (per queste cose un pochino lo odio anch’io).
    Semplicemente perché ha modi arroganti e perché dice alla gente certe verità che l’ipocrisia dominante vuole celare.
    Salvini non semina odio. Semina semplicemente paura e preoccupazione per dei fenomeni che altri, per calcolo economico o elettorale cercano di minimizzare.
    Tutt’al più, si può accusare di avere modi sprezzanti e aggressivi, ma l’odio non lo promuove; lo subisce.
    Non ho fiducia in Salvini come possibile capo del governo. Lui è bravo a prendere voti, ma non è capace di governare. Non può essere lui la soluzione dei problemi dell’Italia.
    Però, trovo che accusarlo di neofascismo, di mire autoritarie e di razzismo sia semplicemente ridicolo e anacronistico. Si sventolano parole allarmanti per fare del terrorismo psicologico diretto alle menti semplici.
    I suoi difetti sono altri, e più gravi.
    E’ un populista incompetente.

    RISPOSTA
    si e anche forse altro che ancora non sappiamo e speriamo di non saperlo mai. E che non lo sappia neppure lui. Ma definirlo “poverino”…. chi semina vento raccoglie sempre tempesta, fermo restando che sono contraria a qualsiasi manifestazione di odio.

    Rispondi

Lascia un commento