Un brodino scipito

Sull’Espresso del 5 agosto 2018, un test, chiaramente scherzoso, tra le altre domande, chiedeva:

“Idee politiche a parte, fareste sesso con”…e poi elencava otto nomi di politici suddivisi in maschi e femmine.

Ricordo di essermici soffermata soprattutto sui disegni che ritraggono Salvini e Di Maio che ho trovato molto belli e somiglianti, ma poi sono andata oltre e, pur avendo letto le domande dei tests, non ho pensato neppure per un attimo a rispondere, ma ho pensato che era una trovata giusto per far tirare sera sotto l’ombrellone e sono andata oltre.

Ma sono tornata a guardare quelle pagine (da pag.38 a pag. 41) perché sul numero di oggi compaiono delle lettere di lettrici che si dichiarano offese per quella domanda che considerano sessista per il modo come è posta e che tratta (a loro avviso) gli uomini come soggetti e e donne come oggetti.

Stefania Rossini (curatrice del test) e il direttore Marco Damilano si scusano nel numero di oggi e ammettono che qualcosa gli sia sfuggito di mano.

Ora, capisco che quando i lettori protestano,come il famoso cliente, di solito hanno ragione e quindi bene hanno fatto i responsabili di questa “svista” a scusarsi.

Però…a mio parere, la cosa ha del ridicolo.

Considerato che si tratta di una cosa cosi palesemente ironica e concepita unicamente per divertire (nessuno può certo affermare che ci sia una base “scientifica” sulle analisi delle risposte), trovo  esagerato indignarsi ed infuriarsi per una cosa che, a voler ben guardare, fa ridere.

I quattro maschi citati sono, nell’ordine: Fico, Macron, Casaleggio, Giorgetti.

Le femmine: Santanchè, Le Pen, Appendino, Bongiorno.

Dei quattro si citano le qualità o caratteristiche, delle signore non si citano le qualità ma si motiva la scelta con un’azione che in qualche modo le “punisca” (nell’ordine  …”per zittirla, sculacciarla, svegliarla, disinnescarla”).

Certo, devo dire che la cosa è piuttosto forte, grave, se guardata dal punto di vista del residuo femminismo del terzo millennio e le quattro dirette interessate potrebbero anche aversene a male. Con ragione, aggiungo.

Ma io, scusate, qui lo dico e lo nego, ho pensato che, in fondo in fondo, tutte e quattro le “azioni” riferite alle signore, sono azzeccate e fanno un tantino sorridere (niente di più).

Eddai, su, andiamo, perdinci ed anche perbacco.

Come fanno ridere i quattro signori messi uno a fianco all’altro con le loro faccette smortarelle e smuntarelle di politico di “successo”.

Non dubito che abbiano un grande sex appeal per le loro rispettive compagne, ma, sempre molto sinceramente a me, uno per l’altro, fanno lo stesso effetto di un brodino scipito e bollente in piena calura estiva.

Perciò, indignamoci pure, ma poi pensiamoci, suvvia…ma proprio, proprio, ma davvero, davvero, non abbiamo niente altro per cui strapparci i capelli?

 

 

Divergenze parallele

Lo devo ammettere: avevo sottovalutato i Cinquepalle (per ora, ma potrebbero diventare molte di più).

Si perché ieri ho visto un frammento di un’intervista a Virginia Raggi ed ho avuto questa intuizione: lei è la perfetta ambasciatrice dei Cinquepalle. Negare sempre, anche l’evidenza, si sente tranquilla in merito al processo che la coinvolge (falso idologico, appunto). A chi le chiede cosa farà se verrà condannata risponde: “Ci sono le regole, le rispetteremo”.

Perfetta!

Già, si sono le regole, si possono rispettare ma si possono anche cambiare. In corsa.  E lei lo sa. ormai sta al governo del paese e non solo della capitale. quindi: ha il manico dalla parte del coltello e può tagliare l’anguria come le pare.

E’ questa la filosofia dei Cinquepalle. pensateci: ora possono, comandano e vogliono. Non importa niente se faranno o no quello che hanno promesso, l’importante è tirarla per le lunghe il più possibile per fare gli interessi del Movimento e di tutto quanto gli orbita intorno.

Roma è sporca? Gli autobus non funzionano e scoppiano? Le buche aumentano? E chissene…l’importante è che Virginia annunci con quella bocca a forma di ciliegia appena spiccata, che stanno lavorando, stanno rispettando le regole e ben gli va, ai romani, che ci sono loro, i custodi della legalità, altrimenti, con tutto quello che hanno magnato i governi precedenti, che hanno sperperato, i governi precedenti, con tutti i danni fatti alla città dai governi precedenti, potrebbero essere messi molto, ma molto peggio. Si accontentino e ringrazino santa Pupa.

Eccola la strategia vincente! Tutto il male ricade sempre sul “governo precedente” il quale deve essere sempre tirato in ballo per giustificare il nulla che fanno e faranno i Cinquepalle. Fare è facile, siamo capaci tutti, ma facendo si può anche sbagliare, quindi meglio non fare o fare il meno possibile.

Ora che si sono uniti alla Lega questa strategia funziona a meraviglia.

Per fare un esempio, al Senato è stato approvato un emendamento al Milleproroghe che cancella (quindi non fare) i finanziamenti erogati dal governo Renzi/Gentiloni alle periferie. Si tengono i soldi, ghe ne mingha. E l’hanno firmato anche quelli del Pd, persino Renzi. Si è annullato il suo provvedimento. Ma, dicono che erano distratti, tutti presi dalle ferie d’agosto e sono pentiti. Alla Camera rimedieranno. Vedremo.

Eccola la politica dei Cinquepalle: non fare niente, non approvare niente tranne quello  che serve per fare cassa e sul tutto il resto non decidere, tenere tutto in sospeso.

E intanto manovrare sottobanco con Tria per ottenere soldi dalla Ue, alzare il rapporto deficit/Pil (ma va!) per mantenere le promesse e dunque indebitarci di più, aumentare l’Iva, prendere i soldi dei pensionati dorati e poi diminuirgli le tasse, togliere ai ricchi per ridare ai ricchi, fare le riforme coi soldi nostri e dei nostri nipoti e pronipoti.

Magari cancellando persino le detrazioni fiscali: quindi la politica di abbassare le tasse aumentandole.

Mi pare perfetto. I Cinquepalle e i leghisti hanno scoperto il metodo delle divergenze parallele. Non vanno d’accordo su nulla? poco male: troveranno la quadra. Si chiama, in altre parole: “amor di poltrona” (da non confondersi con amor di Patria, tutta un’altra Storia).

Inaugurata molto tempo fa, col governo del cambiamento( conservatore e riflessivo), è stata rispolverata alla grande con la formula fortemente innovativa ma non troppo della  politica del “si vedrà, eventualmente, se capita, se serve e soprattutto se ci porta voti”.

Il premier Conte ha diffuso su Facebook un messaggio consolatorio per gli italiani. In sintesi ci manda in vacanza con la sua benedizione e ci rassicura che faranno tutto per il nostro bene. Parlava poco? Si ma ora sagera.

La Terza Repubblica fondata su Facebook, dei Cinquepalle e dei Leghisti della seconda ora.

Durerà? Mah, le “palle” in politica hanno sempre trovato consenso, italiani popolo sportivo in attesa del prossimo campionato (e delle meraviglie del fenomeno CR7) si consolano con quelle che ci propina il governo.

Ce n’è per tutti, belli e brutti.

Pare che abbiano in mente un prelievo forzoso sui c/c bancari sopra i 4mila euro netti…ma no, scherzavo, ancora non lo hanno pensato. Ma…non vorrei avergli dato un’idea.

 

 

Il tarlo assassino

Si chiamava Maila Beccarello, l ‘ultima donna (solo in ordine di tempo ma, purtroppo, potrei essere smentita)  uccisa in Italia da un tale che diceva di amarla. Sono 57, dall’inizio dell’anno.

Massacrata di botte fino alla morte nel giardino di casa e nel bagno di casa dove ha cessato di vivere, a Cavarzere (Ve). Il compagno (agli arresti domiciliari) l’ha picchiata con tutte le sue forze di uomo tarchiato, grosso, forzuto, arrabbiato,follemente geloso tanto da arrivare ad ammazzarla di botte per un sospetto che covava nel suo cervello da tempo, un tarlo che lo ha portato all’assassinio della moglie. Almeno, questa è la tesi prevalente, ma ancora non si sa nulla di preciso. Le cronache, come sempre parlano al condizionale..”.avrebbe ucciso”..già come se non bastassero le macchie di sangue sui muri esterni delle casa dove i due vivevano e il sangue della donna che lui stesso aveva addosso, seminudo. Lui stesso ha chiamato, pare, il fratello della vittima che poi ha chiamato i carabinieri. Oggi Il Gazzettino riferisce che il marito si difende dicendo che è caduta nella doccia…tesi più volte sostenuta da lei stessa quando la vedevano in giro con gli ematomi conseguenza delle botte.

Ma dice anche che avevano litigato e che lui l’aveva sbattuta contro il muro più volte ma che lei è scivolato sul piatto della doccia che aveva voluto fare per lavarsi del sangue…guarda come succedono le “disgrazie”…

Sembra un copione di una tragedia che abbiamo visto fin troppe volte.

Ma questa  (come tutte le altre)grida vendetta (si dice cosi, ma certo io pretendo che sia fatta solo giustizia) al cospetto di Dio e degli uomini.

E nessuno ha sentito nulla. Paura di intromettersi tra moglie e marito? Va bene, era l’alba, ma tutti dormienti profondamente? La casa è circondata da altre case, possibile che nessuno abbia sentito le invocazioni della donna? O si è fatta massacrare senza profferire un bah? E i cani? Cinque, pare, li ha forse drogati? Nessuno li ha sentiti abbaiare? Se fosse cosi si tratterebbe di omicidio premeditato: i cani  si avventano su chiunque faccia del male al proprio padrone, come mai i pittbull di Maila non si sono ribellati a tanta violenza?

Omissione di soccorso!  La darei a tutti i vicini di casa nel raggio di mezzo chilometro, compresi i familiari, parenti amici e conoscenti che sapevano e tacevano. Sarebbe bastata una sola denuncia per non farlo stare agli arresti nella casa del massacro e forse Maila sarebbe ancora viva e forse prima o poi avrebbe trovato il coraggio di ribellarsi.

Ma perché non gli ha mai aizzato contro un pittbull? viene da chiedersi, ora alla luce di quanto è successo, persino a me che odio la violenza e detesto i pittbull come tutti i cani pericolosi.

Perché è evidente che non denunciava per paura di un uomo violento e forse non era l’unica a temerlo.

E lui? Verrà giudicato, certo,lasciamo fare  ai giudici ma io non vorrei essere quel giudice. Gli troverà qualche attenuante? Follia, raptus?Lei “provocavava”? Aveva un corportamente scorretto? Quenti anni per “buona condotta” gli verranno scontati una volta carcerato?

Chissa quanto deve aver gridato e supplicato quella povera ragazza prima di morire. Non saprei quale potrebbe essere la giusta pena, forse non esiste, ma di sicuro deve essere la massima cui si possa pensare. In questo caso, direi che buttare la chiave nel profondo di un burrone o buttarci tutta la cella, sarebbe ancora poco.

E poi c’è chi mi racconta che le donne sono altrettanto violente degli uomini. Che ci sono le ricerche, le statistiche che lo provano…si ci vuole davvero un bel coraggio a continuare ad affermarlo.

Ma che razza di uomo può essere uno che massacra una donna in quel modo?E si può ancora chiamarlo “uomo”, uno che compie un simile macello?

La violenza sulle donne è in aumento e non solo in Italia, ma dovunque.

Ma questo…basta guardare le loro foto per farsi salire un moto di ribrezzo, quasi una vertigine al pensiero di quello che stava per succederle.

Educhiamo gli uomini ai sentimenti, nelle scuole. Insegnamogli a non aver paura della solitudine, insegnamogli a rispettare le donne sempre e comunque, a non sentirsi superiori a loro, a non sentirsi loro”padroni”, a non pensare di essere più “forti” a non credere di avere sempre ragione solo perché si è grandi e grossi e la donna, al contrario, magari è mingherlina e non ha la forza o il coraggio per ribellarsi. Diventi materia scolastica fin dalle elementari, l’educazione sentimentale.

Questo massacro deve finire a costo di rigirare il mondo da sotto in su. Educhiamo le donne, fin da piccole, a difendersi, a considerare anche il più piccolo segnale, ad allarmarsi e a denunciare. A difendersi con le arti marziali o in qualsiasi altro modo,se occorre anche a pugni e calci. Questa è la vera emergenza nazionale, altro che gli sbarchi, altro che chiudere i porti! Altro che modifica alla legge sulla legittima difesa. Come si possono legittimamente difendere le donne da questi assassini che si ritrovano per casa, nel loro stesso letto?

Insegnamo alle donne fin da bambine  non cedere mai, mai e poi mai alle lusinghe di uno che prima ti picchia e poi ti dice che ti ama e viceversa. Al primo avviso di violenza bisogna troncare immediatamente la relazione e denunciare, subito e fuggire il più lontano possibile.

E invitare le donne, tutte le donne a non fidarsi di incontri “riparatori”, di evitare di sentire compassione per i violenti.

Vanno isolati, subito alle prime avvisaglie. E la legge dovrebbe essere molto ma molto più severa di quanto non sia ora. A questo dovrebbero pensare i legislatori, anche se sono quasi tutti uomini (ancora di più in questa legislatura) e molti di loro ancora non hanno capito quanto questo problema incida sulla vita di tutti.

Finora è stato sempre sottovalutato, tenuto in scarsa considerazione. Dovrebbe diventare priorità del governo del cambiamento se vuole davvero tenere fede a questa definizione che si è dato.

Altrimenti il solo cambiamento che vedremo sarà quello che nessuno si aspetta e nessuno vorrebbe: in peggio e persino molto peggio.

Niente pacchia col pomodoro

Ogni volta che un politico italiano mangia un piatto di spaghetti al pomodoro deve ricordare le promesse che, in questi giorni, sono state fatte ai braccianti foggiani che ieri hanno manifestato in massa per il loro diritto a non essere sfruttati e finire uccisi dentro quei furgoncini della morte come i loro sedici compagni che hanno perso la vita in due incidenti consecutivi di recente.

Ma il tempo passa in fretta, ora è agosto tempo di ferie e di vacanze, se ne ricorderanno Salvini, Di Maio, Conte della lotta allo sfruttamento dei lavoratori nei campi di pomodori e altrove?

O avranno altro da fare affaccendati come sono a pensare a come far quadrare i conti che non quadrano al ritorno dalle ferie quando dovranno rendere conto delle promesse fatte in campagna elettorale?

Aboubakar Soumahoro, il sindacalista italo-ivoriano che ha guidato il corteo dei braccianti a Foggia ha detto che gli è sembrato che Salvini abbia capito che quella loro vita non è pacchia.

Ma siamo sicuri? Non lo sapeva anche prima? Certo, lui non è mai stato 12 ore sotto al sole a raccogliere pomodori per un euro all’ora, ma qualsiasi essere umano in possesso di un minimo di comprendonio, non fatica, non suda, non si deve spremere le meningi per capire che quella vita è uno schifo e che quelle persone hanno diritto ad avere dei diritti e a pretenderli.

Primo fra tutti di avere un alloggio decente e non quei ricoveri indecenti, sporchi, malsani e superaffollati dove sono costretti a vivere dopo aver lavorato duramente tutto il giorno. Un paese civile non può permetterlo e devono essere i loro rappresentanti, come ha affermato il sindacalista, ad occuparsene con l’aiuto delle autorità. Ora la Prefettura ha fatto delle promesse, Michele Emiliano si è detto con loro, vediamo se poi, come al solito, tutto si risolve a tarallucci, anzi a pomodori marci.

Chi lavora ha diritto ad una paga adeguata a degli alloggi decenti dove vivere e dei mezzi di trasporto con norme di sucurezza e l’Italia del 2018 non può tollerare più che i pomodori che arrivano sulle tavole degli italiani siano intrisi del sangue di quei lavoratori.

Spero che non mollino e che vadano fino in fondo, la loro battaglia è la battaglia di tutti quanti chiedono solo il giusto, la legalità e niente di più. E la loro vittoria finale (che io spero ottengano quanto prima) sarà una vittoria di tutti i lavoratori sfruttati in tutto il paese.

Una battaglia di civiltà in un paese che si definisce civile ma che molto spesso dimentica il significato  di questa parola.

Essere contro

Viviamo un  tempo di forti contrapposizioni. Questo, in politica è naturale: non può non esserci contrapposizione quando si tratta di esprimere una tesi che va a cozzare contro le idee dell’avversario e da questo nasce la discussione che poi dovrà necessariamente sfociare in un provvedimento. Perché di questo vive la politica: di cose da fare, anche se ci siamo abituati alla politica del dire più che a quella del fare.

Ma nella vita di tutti i giorni questa contrapposizone si nota ancora di più. Sembriamo sempre tutti gli uni contro gli altri armati.

Basta osservare quando si fa la fila da qualche parte. Qualcuno sbuffa, se fa caldo si sventola con qualcosa, si guarda attorno con aria seccata. Oppure se capita di aspettare il proprio turno dal medico: tutti seduti composti ad aspettare che si accenda la lucetta del nostro numerino, tutti a guardarsi attorno con fare circospetto, come se ci fosse qualcuno che vuole rubarci il turno, non sia mai.

E cosi in qualsiasi posto dove c’è da attendere.

Eppure si potrebbe approfittare per leggere, volendo anche scrivere, oppure conversare col vicino. Ma, in genere, sono in pochi quelli che hanno voglia di parlare, si teme, di solito che l’eventuale interlocutore possa approfittarne per scaricarci addosso tutti i sui problemi( e qualche volta capita).

Cosi, ovunque, dal supermercato alla banca, persino al bar che dovrebbe essere un luogo di ritrovo, si tende a guardarsi in cagnesco: non sia mai che quello o quella non entrino col cane o il passeggino e si mettano di traverso e non ti lascino il tuo spazio vitale. Perché è vero che ci sono tanti maleducati che si piazzano in mezzo al passaggio col cane di due metri e ti lasciano a chiedere permesso per dieci minuti e alla fine, invece di spostarsi, ti guardano con compatimento quasi a dire: ” ma quanta fretta, un po’ di pazienza diamine, ci sono qui io ora e ci sto fino a che mi comoda, chiaro?”. E allora, il sospetto di dover stare sempre all’erta ti viene.

Perché cosi fanno, non si spostano nemmeno con il lanciafiamme e tu sei costretto a trovarti la strada a fatica.

Anche in treno. Mi capita ogni volta che ci vado di trovare chi se ne sta beatamente seduto sul mio posto prenotato. Io guardo il biglietto, poi guardo il numero sopra il posto e osservo tra me: ma no, questo è il mio posto. E allora chiedo, dapprima gentilmente, dicendo che quello è il mio posto, prego signore si sposti. Ma lui (più spesso è un uomo) non ci pensa neppure: guarda lo smartphone, mi fa cenno di aspettare e intanto inizia a conversare al telefono.

E allora io, a quel punto divento cattiva e gli dico di levarsi da li immediatamente o chiamo il capotreno.

E, di solito, mi guardano un po’ interdetti con la faccia di chi pensa: ma tu guarda questa che capatosta, che caratteraccio, poi, piano, si decidono a levare le terga e a lasciarmi il mio posto.  Ma se abbozzavo…

Ma è cosi un po’ ovunque, non so se l’avete notato. C’è la tendenza a prevaricarti, a essere totalmente noncuranti del fatto che esisti, ma non è indifferenza o noncuranza, no, è proprio sfacciataggine, contrapposizione, appunto.

Voglia di litigare.Di altercare, di dimostrare che tu vali poco davanti a loro che valgono tanto e tu dovresti accorgertene e fartene una ragione (?).

Io, di solito, non mi faccio troppo impressionare da questo atteggiamento, vado dritta al punto e dico: guardi se ha voglia di litigare ha sbagliato indirizzo.

Ma ci sono anche quelli che sono prontissimi a dire che quella che vuole litigare sono io. Che loro, al contrario si comportano al meglio e che sono io che sono pignola, ipercritica, intollerante. Insomma, la tendenza generale è quella di mettersi contro a qualsiasi cosa, anche alla lampante malafede.

Da cosa deriva questo atteggiamento? Io credo che sia dovuto al fatto che i rapporti umani siano diventati sempre più complessi e difficili. Che i tanti mezzi di comunicazione abbiano alterato la capacità di confrontarsi direttamente e con lealtà. C’è sempre qualche schermo a contraffarre la realtà o a mostrarcene una contraffatta.

Non ci fidiamo di nessuno e quasi neppure di noi stessi proprio perché non siamo più sicuri se il nostro interlocutore sia reale o fittizio, se ci veda veramente o se pensi che siamo solo un’immagine riflessa sulla sua cornea.

E la politica degli ultimi decenni ha influito molto: la continua, sempiterna contrapposizione tra i partiti, la guerra continua tra fazioni, l’estenuante battibecco pubblico tra tesi diverse…sembra che sia quasi impossibile trovare punti di convergenza, di contatto, come se ognuno dovesse sempre, per forza andare in direzioni opposte, pena la loro stessa sopravvivenza.

E questo nei dibattiti sui social è molto evidenziato: ci comportiamo un po’ tutti come quei politici, rintuzzandoci a vicenda, difficilmente trovandoci d’accordo con le tesi di altri, a meno che non intediamo farli venire dalla nostra parte, per servircene, in qualche modo (ovviamente non sempre, ma in linea generale).

Il battibecco generalizzato è diventato quasi una costante, una forma di autodifesa dal mondo gravido di insicurezze che ci ospita.

Quasi come se, essere sempre contro qualcosa o qualcuno servisse a mitigare le ansie. Una continua psiconalisi di gruppo,dove però non si arriva mai ad incontrarsi ma, paradossalmente ci si allontana di più da se stessi e dagli altri.

Questa, naturalmente, in linea generale è l’impressione che ho io. Può essere giusta o sbagliata ma è la mia impressione. Attendo fiduciosa di conoscere la vostra.

(Stra)ordinaria follia

Ma siamo proprio sicuri che si sia trattato davvero di un incidente? L’unica vittima, Andrea Anzolin era un esperto autista e trasportava carburante da anni, come ha potuto finire addosso alla colonna in quel modo? Un guasto ai freni?

Il video che riprende l’incidente di Bologna parla chiaro, l’autocisterna procedeva a velocità sostenuta verso la colonna e non sembra frenare ma quasi scaraventarsi addosso al camion che era in coda alla colonna, ferma.

Cosa è davvero successo? Un colpo di sonno? Difficile in una persona di cosi grande esperienza. Aveva bevuto forse un goccio di più, visto che erano le due del pomeriggio e poteva essersi fermato per mangiare qualcosa e forse alzare il gomito?

Fatto sta che ha creato uno spaventoso inferno di fuoco proprio in mezzo alle case, un enorme rogo che si è propagato tutto intorno e ha creato una spaventosa voragine.

Non può che essere un miracolo se l’unica vittima è il conducente dell’autocisterna, mentre degli oltre cento feriti, nessuno sembra in pericolo di vita.

Poteva essere una carneficina, una vera strage, Qualcuno da lassù ci ha messo una mano.

Ma la Provvidenza non può sempre stare all’erta, ne girano tantissime ogni giorno per le strade del paese di quelle bombe che possono esplodere da un momento all’altro e le nostre strade e autostrade sono diventate negli anni delle vere e proprie fabbriche di morte, dove entri ma non sai ne ne uscirai illeso. Ci vorrebbero molti e più severi controlli, la situazione è diventata (è il caso di dirlo) eplosiva.

C’è moltissimo da fare, prima di tutto disincentivare il trasporto delle merci su gomma e incentivare quello su rotaia.

Ma ci sono sempre troppi interessi particolari che vengono prima dell’interesse generale in questo paese dove si buttano miliardi per opere inutili e incompiute e si lesina sulla manutenzione ordinaria. Da troppo tempo ormai.

Questo disastro, finito fortunatamente o miracolosamente senza troppe conseguenze in termini di vite umane, che è poi ciò che più conta, dove a lasciarci la vita avrebbero potuto essere molti ma molti di più, dovrebbe segnare uno spartiacque tra prima e dopo Bologna. Vedremo se sarà cosi, ma ho seri dubbi.

L’altro incidente, quello che è costato la vita a 12 dei 14 immigrati che stavano tornando dal lavoro nei campi a Foggia è una vera catastrofe annunciata. Tutti sanno del traffico di esseri umani tenuti a lavorare come schiavi e portati in giro su catorci che li contengono come pollame. E proprio come polli dentro la gabbia erano costretti quei poveri morti dentro quella scatoletta di lamiera che è diventata la loro tomba.

Ora si fanno i bei discorsi del giorno dopo: mai più… metteremo fine a questo abbrobrio…si, belle parole che servono ai politici per darsi un contegno.Ma le responsabilità di questo massacro sono tali e tante che è persino difficile quantificarle.

Ordinarie follie tragiche di un paese che non ha più niente di ordinario. Dove l’eccezione è diventata regola e dove tutto sembra andare a gambe all’aria.

Anche e soprattutto il buon vecchio senso comune. Qualità ormai priva di senso, sia comune che straordinario.

Il Conte ammutolito

Non sanno letteralmente che pesci pigliare al governo. Tra poco si prenderanno una bella vacanza di 35 giorni e forse servirà per riordinare un po’ le idee che, attualmente, mi sembrano piuttosto confuse. E dedicarsi alla pesca delle trote o dei cefali d’alto mare, cosi tanto per fare un po’ di pratica.
Si stanno incartando da soli. D’altronde era previsto. Ma li capisco. Anch’io sono per il no alle grandi opere, in generale: devastano il territorio e sono spesso ricettacolo di corruzione, ma…parliamoci chiaro: la Tav va avanti da un bel pezzo e tornare indietro sarebbe costosissimo e insensato, a questo punto. La Tap potrebbe ancora essere fermata ma…la mignognola diToninello (modo di dire veneto che sta per parlare inconcludente) e l’incompetenza e saccenza di Di Maio, mi farebbero venire voglia, ogni volta che li sento e li vedo di farmi accesa promotrice ,ma non lo faccio perché stanno facendo strage di ulivi e la cosa mi sconvolge e poi perché darei troppo soddisfazione a Salvini (che tanto non mi legge),quindi sono combattuta anch’io, ma io per fortuna non devo decidere niente.

Ma… e Conte? Dove sta Conte? Non ha niente da dire Conte? Questo mostro a tre teste ne conta una che, seppur pensante certamente, sembra avere perso l’uso della parola.
Non dice nulla sull’ipotesi di reato della Procura che parla di “Attacco al presidente della Repubblica” da parte di fantomatici trolls nell’web?Il”suo” governo si è formato proprio in corrispondenza di quell’attacco. Di certo Di Maio con la sua ridicola richiesta di impeachment ci ha messo un bel carico di suo. E di quelli che pesano.

Ma di questo ci diranno gli inquirenti che indagano e speriamo, forse chissà? un bel dì sapremo.

Però…

Tace Conte e bene fa
pur se parla chi l’ascolta?
Non Di Maio, né Salvini
tanto dicon lui non conta.

Che destin cinico e baro
fare il premier per diletto
non poter decider manco
con qual piè scender dal letto.

Eppur lui sembra contento
stringe mani a destra e manca
gira il mondo a spese nostre
e viaggiare non lo stanca.

Avrà pur poca importanza
conta poco o quasi niente
ma sta li su quella sedia
che vorrebbe tanta gente.

Si accontenti almen per ora
di far solo la comparsa
quando arriverà quell’ora
che finisce questa farsa
potrà dir con grande orgoglio:
ho compiuto il mio dovere e
l’ho fatto con piacere.

Si, senz’altro è in buona fede
bravo e onesto come pochi
ma il suo compito non è
di star fuor di tutti i giochi.

E perciò caro Giuseppe
vedi di darti a fare
altrimenti tardi o tosto
a qualcun verrà l’idea
di spedirti sulla luna
con un bel calcio in…
quel posto.

Enola Gay

Mariagrazia, oggi vorrei ricordare un terribile anniversario.

6 agosto 1945, alle ore 8:14, la prima bomba atomica veniva sganciata su Hiroshima, mietendo all’istante
70 mila vittime e producendo nel tempo per contaminazione radioattiva altre 90 mila vittime anche nelle generazioni successive.
Si chiamava “Little Boy” , fu sgancjata da un bombardiere americano B-29, superfortezza “Enola Gay”, da 8000 metri. La bomba che pesava appena 60 chili esplose a 600 m dal suolo.
Tre giorni dopo, una seconda bomba colpiva Nagasaki, producendo altre 80 mila vittime.
L’ordine fu dato dal Presidente degli Usa, Harry Truman.
Alla costruzione della bomba parteciparono uno staff di scienziati agli ordini di Oppenheimer, tra i quali il nostro Enrico Fermi. Era basata sulla fissione nucleare dell’Uranio U235 e sulla reazione a catena.
Oggi l’America e la Russia possiedono un arsenale impressionante di bombe atomiche ben più potenti di quelle, basate sulla fusione nucleare.
Altre nazioni possiedono bombe atomiche ( UK, Francia, India, Cina, Corea del Nord, Pakistan), un potenziale micidiale tale da poter distruggere il mondo.

Grazie dello spazio concessomi.

 

Alessandro Stramondo

 

Pubblico eccezionalmente in home page questo commento di Alessandro perché mi è sembrato giusto dare evidenza a questa immane tragedia.

Aggiungo solo questa canzone che mi è venuta in mente subito dopo la lettura del commento:

Muoversi, muoversi…

“Il movimento faccia il movimento”. Così parlò Di Battista. A volte ritornano e lui non se n’era mai andato. Tra un libro e un cambio di pannolini, un reportage dal Guateballa e una lezione di giornalismo spicciolo, il Dibba tuona nei confronti degli amici grillini. Tuona e lancia fulmini e saette. Vi state rammollendo, gli manda a dire in cartolina.

Fare il movimento per Dibba significa dire di no alle grandi opere, sia alle passate che alle future. Con i no alla Tav e alla Tap, “abbiamo preso i voti”.

Dice. Parole sante di santo Dibba. Lui i voti li ha presi e si è rinchiuso in monastero ma ogni tanto si affaccia e dice la sua.

Giusto! Ammonisce Frà Dibba da Velletri.

Dire di no alle opere già in costruzione è cosa buona e giusta, questo vogliono gli elettori dei grilini e per questo li hanno votati.

Ma, ragazzi, non stanno mica li (al governo) a pettinare le rotaie e neppure le tubazioni di acciaio. Stanno al governo per governare e se per loro governare vuole dire: dire NO a tutto.Stiamo freschi (magari, con questo caldo…)

Intanto dicono di no, tanto sanno benissimo che c’è chi dice si e ce l’ha sempre vinta. Uno a caso: capitan Bluto (Salvini), sa tuonare anche lui eh. In calzoncini da Milano Marittima, coi piedi in acqua dice la sua ed è contraria alla loro.

Perbacco come vanno d’accordo al governo!

Dimmiao, sei avvisato. Non fare quelle faccette alla Jose Feliciano (Che sarà, che sarà, che sarà….) lo sai benissimo che sei in ballo e devi ballare.

Ma intanto dicendo di no la tirano per le lunghe e a chi tocca non s’ingrugna. Ridiscutiamo, rigiriamo i progetti, rifacciamo i conti, ridindinghete…e cosi perdiamo tempo e la colpa non sarà mai la loro se non combinano niente di buono perché c’è sempre e sempre ci sarà chi si oppone al Cambiamento.

Uno di questo e capitan Bluto, lui a cambiare non ci tiene, infatti: stessa  spiaggia, stesso mare…

Voleva andare a Maiorca (più consona ai Vip) ma glielo hanno sconsigliato, da quelle parti è inviso, potrebbero arrivargli pomodori verdi rifritti ma non razzisti…ma lasciamo stare, ha quei 49 milioni da ritonare allo stato sul gozzo, bisogna fare economia.

A proposito di Economia. Lo spread sale, Tria dice che di soldi non ce n’è, che si fa? “L’aumento selettivo” dell’Iva?

Ma va? Selettivo deche? E che vor dì?

Vuol dire che questi ci menano per il naso a tutta birra.

Niente di nuovo sotto il sole. Il cambiamento può attendere.

 

Maria alla guerra

Si chiama Marie Laguerre, la ragazza francese protagonista di un video, girato chissà da chi, che la ritrae mentre sta camminando. Bella, giovane, vestita di rosso, minigonna e tacchi altissimi. Un tizio non meglio identificato, al quale lei aveva detto di chiudere la bocca dopo un complimento che lei non aveva apprezzato, la rincorre e le da uno schiaffo. Tutto si svolge in una strada, nei pressi di un bar con un sacco di persone a fare da spettatrici.

Questo video, pare stia facendo il giro dell’web. Tante cose girano in rete, se dovessimo inseguirle tutte… Ma questo è stato preso come esempio per commentare una nuova legge che il governo francese ha varato in questi giorni e che prevede che ” chi seguirà una donna, la minaccerà o la insulterà con gesti o commenti a sfondo sessuale sarà punito con una multa fino a 750 euro”.

Certo, bisogna beccarli su fatto e trovare un vigile che li multi, però è già qualcosa.

Le molestie sulle donne, lo sappiamo tutti, sono una cosa molto diffusa. Vanno dal semplice complimento non gradito per la strada a cose ben più gravi, fino alla violenza. Ne abbiamo notizia tutti i giorni.

Ma da quando si è formato il movimento “Me-too”, pare ci sia maggiore attenzione della società ai problemi delle donne. Dico “pare” perchè non ci sono dati oggettivi che ci sia maggiore comprensione ma, se non altro, se ne parla più spesso.

Ora, se Maria vuole andare in giro truccata e ben vestita, con i tacchi alti a qualsiasi ora, deve essere in grado di farlo senza venire molestata.

Si sa che un complimento può anche fare piacere ma poi deve essere Maria a scegliere se chi le fa il complimento le può piacere o meno. Spetta solo e soltanto a lei. Sarebbe fin troppo scontato dire che Maria appartiene solo a se stessa ed è pienamente in grado di decidere per se stessa, ma, purtroppo, le cronache ci riportano fatti gravi o gravissimi che avvengono proprio perchè ci sono ancora troppi uomini che, al contrario, credono che le donne non aspettino altro che un uomo gli dica cosa fare o non fare o addirittura che smanino per essere considerate una loro “proprietà”.

Non è cosi,nessuna donna sana di mente vuole essere una “proprietà, ma un essere perfettamente pensante ed agente allo stesso modo di un uomo. Esattamente allo stesso modo, né più né meno. Naturalmente con le dovute differenze che sono peculiari dei due generi.

Ora se Tizio sia un violento, se il video sia reale o inventato, se Maria si sia inventata tutto per fare sensazione o per indurre alla riflessione…io non lo so. Tendo, però, a credere a quello che vedo.

Vedo una bella ragazza  presa a schiaffi da un tipo in mezzo alla strada. E questo avviene, purtroppo e avviene anche troppo spesso.

Maria La Guerra,( sembra persino paradossale), si è ribellata ai complimenti o alle molestie ed ha detto (a quanto pare) al tizio di chiudere la bocca e lui l’ha seguita e presa a schiaffi.

Lui avrebbe dovuto prendere atto della volontà della ragazza di non essere importunata. Punto e basta.

Ora la legge francese è diventata ancora più restrittiva verso le avancées. Certo, bisognerà anche farla rispettare perché possa dare qualche beneficio.E non sono sicura che continuare a legiferare su questi temi e non, piuttosto, far valere le leggi già esistenti, cosa che, almeno da noi, è di difficile attuazione, serva veramente.

Ma è un buon segnale che si prende in considerazione dovuta il problema.” Fai ciò che devi , accada che può”.

E non mi si dica che ora gli uomini si sentiranno sempre più “legati” nelle loro manifestazioni nei riguardi delle donne: chi ha sufficiente sensibilità ed educazione e spirito e buon senso, legati ad intelligenza e stima di sé e degli altri, saprà sempre come comportarsi e non cederà a compiere gesti violenti o soprusi nei riguardi delle donne.

Purtroppo le leggi sono necessarie dove queste manifestazioni che sfociano troppo spesso in violenza, diventano un impedimento al libero evolversi ed estrinsecarsi della personalità femminile.

E ben vengano!