Il ministro Bluto

Con un po’ di buona volontà questa faccenda della Rai si risolverà…in gloria.

C’è chi vuole Marcello Foa a dispetto della Commissione di Vigilanza che lo ha bocciato. La bella coppia al governo del paese (il terzo incomodo, lo abbiamo capito tutti, conta poco) rischia il primo serio litigio dopo la luna di miele.

Si, perché Luigino abbozzerebbe, ci metterebbe anche un altro alla presidenza Rai, non si impunterebbe troppo su ‘sto Foa che sta creando serio imbarazzo tra gli ex alleati del centrodestra. Si perché Papy non lo vuole e lo ha detto a Matteo, ma Matteo non demorde. Vuole Foa a tutti i costi.

Ne ha già uno di Foa nel suo staff di comunicazione ed è, guarda caso, Leonardo Foa figlio. 24 anni, laureato alla Bocconi, collabora da mesi per migliorare la comunicazione del “capitano”. E, a giudicare dai risultati, pare che il team al quale Salvini si affida, del quale è membro attivo il figlio di Foa, funzioni a meraviglia.

Pare che Beppe Grillo abbia detto a Rocco (Casalino) di darsi da fare perché l’immagine del capo politico del Movimento: DiMaio, in questi ultimi tempi rischia di perdere punti nei confronti del leghista. Ma questa è un’altra storia.

Dunque, ricapitolando Marcello Foa deve, assolutamente deve, nonostante i pareri contrari, presidiare la Rai e suo figlio continuare a lavorare fianco a fianco al ministro dell’Interno, Salvini il quale dice di lui le meglio cose.

Non ci sono conflitti in questo: tutto normale dice il ministro e il “compagno” DiMaio al quale è legato ormai “statalmente” e col quale fa coppia fissa, pare abbia provato a protestare che forse, opportunità vorrebbe…si è vero anche lui ha messo un’amica compaesana al ministero, ma perbacco non è la figlia di questo che dovrebbe diventare presidente del servizio pubblico e dunque, occorrerebbe fare forse un piccolo sforzo…anche perché, a suo tempo i due hanno protestato e tanto per il nepotismo in politica (gli ricorda il grillino), si sono strappati i capelli e anche i peli superflui, hanno impostato intere campagne elettorali sulla necessità della politica di uscire da queste logiche….

E pare che Salvini abbia reagito cosi:

Un bel tacer

L’Isola spagnola di Maiorca, ha dichiarato ufficialmente che il nostro ministro dell’Interno, Matteo Salvini è “persona non grata”, a causa delle sue politiche sui migranti,  le sue esternazioni ed il suo atteggiamento verso i Rom.

A questa notizia Salvini ha risposto cosi:

“Non benvenuto a Maiorca? Chi se ne frega, le mie vacanze le faccio in Italia! 😃 http://www.askanews.it/esteri/2018/07/27/migranti-salvini-dichiarato-persona-non-grata-a-maiorca-pn_20180727_00126/ 

Ora, con tutto il rispetto verso il ruolo che Matteo Salvini svolge da due mesi e per le Istituzioni italiane che lo stesso rappresenta, ho l’impressione che quella faccetta ilare, nasconda un certo disappunto.

Sembra piuttosto contrariato al di là delle apparenze.
Non è simpatico farsi dire da nessuno che si è persona “non grata”, che equivale a dire: “qui da noi è meglio che non ti fai vedere”.
E mi risulta spiacevole pensare che uno dei ministri più importanti del mio governo sia trattato come un indesiderabile da un governo straniero.
Poco male se Salvini pensa di potersene infischiare tanto le vacanze le fa in Italia.
A me, nel mio ruolo di cittadina italiana, facente parte del “popolo sovrano”,la cosa un po’ disturba.
E non voglio giudicare l’opportunità o meno di una simile presa di posizione: la responsabilità se la prenda chi se l’è intestata.
Però…Non ci rende onore a livello internazionale, questo è fuor di dubbio.
Oggi, il giornale inglese The Guardian riporta la notizia e ne da un resoconto particolareggiato.
Spiega che la decisione del governo spagnolo è stata presa dietro suggerimento di Podemos dopo la vicenda della nave della ONG Open Arms (e precedentemente la nave Acquarius) che ha dovuto attraccare in Spagna dopo che l’Italia aveva dichiarato la chiusura dei porti.
E continua dicendo che le ONG in generale stanno svolgendo ed hanno svolto in questi anni un prezioso lavoro di salvataggio di migliaia di esseri umani e che non possono essere trattate con la “sufficienza” (per non dire altro) con cui il ministro le sta trattando.
Ora, lasciando perdere che l’Italia è stata lasciata sola con questo enorme problema e che tutta la faccenda andrebbe rivista con un respiro molto più ampio e che sicuramente anche la Spagna, che ora ci contesta, non è sempre stata accogliente coi migranti, Salvini può anche avere delle buone ragioni per voler regolamentare i flussi e fare in modo che l’Europa si faccia finalmente carico del problema.
Ma rispondere “chi se ne frega” come se la cosa riguardasse solo lui e non tutto il paese che lui in questo momento rappresenta, mi sembra che non sia un buon inizio per un governo che si definisce del “cambiamento”.
Cambiare per cambiare, preferirei al ministero dell’Interno una persona che, al contrario, valuta l’opportunità dei propri gesti e delle proprie parole e le pesa col bilancino. Perché Salvini non è più un cittadino qualsiasi ma un alto rappresentante delle Istituzioni italiane.
E rappresenta anche me che non ho votato Lega e che mai la voterò.
E a me dispiace che in “mio” ministro non sia “persona grata” a Maiorca. Mi piacerebbe che lo fosse dovunque.
Perciò lo invito gentilmente a misurare i termini e ad inviare un messaggio  di scuse  a tutti gli italiani per l’incoveniente e la promessa che cercherà le vie diplomatiche per fare in modo di far cambiare idea al governo spagnolo.
So (quasi per certo) che la richiesta cadrà nel vuoto e voglio sperare che il ministro non risponda pure a me “chi se ne frega”.
Tra l’altro,scusi ministro, mi sembra una formula piuttosto inelegante.
Se mi posso permettere un consiglio: meglio tacere. Mai come in questo caso, un bel tacer non fu mai letto.

 

Piroetta a cinque stelle

Se questo non è un voltafaccia, anzi una piroetta dei cinquestelle, una porta sbattuta in faccia a tutti quegli elettori che gli avevano creduto e li hanno votati proprio perché avevano spergiurato che una delle prime cose che avrebbero fatto, una volta al governo, sarebbe stata l’abolizione del Job’s act e la reintroduzione dell’articolo 18. Ebbene oggi ne avrebbero avuto l’occasione votando una proposta di LeU e l’hanno disattesa votando no.

NO! L’M5S, avrebbe potuto assolvere alla prima e forse più simbolica promessa e invece non lo hanno fatto(della Lega non mi stupisco nemmeno un po’).

Naturale! Non stanno facendo niente di quanto avevano promesso ed anche questo è naturale, normale, logico: si sono accomodati dentro la “scatoletta di tonno”? Bene e adesso i tonni li fanno loro.

Ma insomma, ma non scherziamo Ora sono forza di governo e fanno come gli pare. Ma e chi gli ha creduto e li ha votati per quello? Beh, si attaccano al tram e corrono o aspettano che arrivi qualche altro bellimbusto che strilli nelle piazze e si strappi i capelli e si ammanti di onestà trallalà, trasparenza e Dignità…

Questi qua,beh diciamolo, almeno sinora e con questa bella prova di coerenza somigliano molto a Qui, Quò e Qua che fan sol quaquaraquà.

Alla prova dei fatti si stanno dimostrando coerenti con tutta la politca politicante che abbiamo avuto sinora, tranne qualche eccezione, che c’è sempre.

Anzi, no, loro sono davvero diversi in molti sensi perché non ci provano neppure a mantenere le promesse, loro proprio fanno quello che gli gira per la capoccia sull’istante, in questo bisogna dire che sono molto diversi dagli altri che con una faccia ci dicevano che avevano fatto il meglio per noi e con l’altra si scompisciavano dalle risate per come erano riusciti a prenderci in giro.

Gli dicono che il Decreto Dignità farà aumentare la precarietà? Aumenterà i disoccupati? Non servirà ad aumentare i contratti a tempo indeterminato?

E loro se ne fanno un bel baffo, hanno deciso cosi, è una bella legge e chi si oppone al “cambiamento” se non è gufo e senza dubbio uno che non ha capito niente e… sono tutti bugiardi che sanno di esserlo, mentitori per la gola, faziosi e prevenuti contro gli unici che dicono la “Verità”.

Prima la Tap era la rovina ora è diventata opera strategica, per il premier Conte, mentre per il ministro(che Conta di più) bisogna prima chiedere al popolo.

Ma Toninello, se ti hanno già detto che non la vogliono neppure dipinta, che cosa gli devi chiedere ancora?

Insomma, DiMaio (e con lui tutto il governo) è sulla buona strada …per prendersi qualche fischio, ma non di approvazione per quanto è Fico ma di disapprovazione per quanto è Sòla.

A proprosito di Fichi, ieri il presidente della Camera ha sbagliato il nome di un deputato( lo ha chianato Giacomini invece che Giacomoni) e lo stesso si è vendicato storpiando, a sua volta il suo nome. E’ finito tutto in una  bella risata,si divertono, a quanto pare (anche loro coi soldi nostri). E Fico si è divertito più degli altri dimostrando di essere una persona di spirito, certo non sarà stata la prima volta che storpiavano il suo nome ma in quella occasione, cosi istituzionale…hai capito gli onorevoli!

Già, un certo  Sestino Giacomoni di Forza Italia evidentemente è uno spiritoso (con quel nome lo deve essere per Forza) e quando si è sentito chiamare Giacomini ha pensato bene di chiamare il presidente Fico…al femminile.

Che sestin…si direbbe dalle nostre parti.