Liberazione

Successe quella domenica del 29 Aprile 1945.

Di solito la domenica faceva un giro in piazza con un’amica. Ma, quella volta, stranamente non si era presentata e Noemi stanca di aspettarla aveva deciso lo stesso di entrare nel bar principale della piazza, anche se da sola non c’era mai entrata. Aveva voglia di prendere un caffè e quel locale, il più rinomato del paese ne teneva di vero e non quelle miscele di orzo e cicoria, che erano meglio di niente ma non erano certo caffè. E poi aveva voglia di sedersi perché si sentiva strana. Era sensitiva e percepiva gli avvenimenti che stavano per accadere: una sensazione fisica che non sapeva spiegare e che la turbava.

Alla radio avevano dato la notizia che gli Alleati erano entrati a Venezia, c’era molto fermento in giro, si temevano rappresaglie. Si diceva, che da un momento all’altro si sarebbero potuti vedere passare i carri armati anche per le vie del paese.

Insomma, Noemi era sola e sentiva un’ansia crescente e da quel tavolino un po’ nascosto dietro la colonna, mentre sorseggiava il caffè che la barista le aveva portato con un largo sorriso, buttava spesso lo sguardo fuori dalla vetrina per controllare quello che succedeva e già le sembrava di scorgere degli strani movimenti.

Sentì delle raffiche di mitra che la fecero trasalire. Si affacciò alla porta e vide dalla parte opposta della piazza dove c’era un negozio di frutta e verdura, delle sagome immobili a terra. Rientrò in fretta e furia sentendosi gelare il sangue.

Nel bar non c’era stranamente quasi nessuno, solo tre uomini che chiacchieravano fitto tra loro seduti ad un tavolo: contadini che contrattavano qualche lotto di bestiame, troppo presi dai loro affari per accorgersi che di li a poco sarebbe scoppiato il finimondo.

Intanto sotto i portici che contornavano la piazza, si stava radunando una massa di persone che cresceva di minuto in minuto. Un gruppo sempre più numeroso da cui si levava a tratti un vociare frenetico, dei battimani, delle urla incomprensibili che la facevano agitare sempre di più. Si affacciò alla finestrella che dava sulla piazza e vide un gruppetto di uomini, tutti con un fazzoletto rosso intorno al collo che imbracciavano il mitra. Correvano  verso un punto preciso; Noemi li riconobbe: erano partigiani e si dirigevano verso l’entrata sud della piazza gridando:” Arrivano, arrivano, eccoli, eccoli , sono qua…”

Le loro voci furono d’un tratto sovrastate da uno sferragliare tremendo che si avvicinava  sempre di più diventando assordante.

Chiuse gli occhi come per difendersi da quello che vedeva. Cosa succedeva? Aveva tanta paura che fossero i tedeschi che compivano qualche rappresaglia, forse proprio a causa di quei corpi a terra, vicino al negozio di frutta. Eppure…qualcuno stava gridando “evviva”, e poco a poco quel grido divenne simile a un rombo di tuono. Respirò profondamente, cercò di darsi il coraggio necessario per capire cosa stava succedendo.

Si affacciò di nuovo e la scena che le apparve sembrava quella di un film: vide degli enormi cingolati guidati da soldati con delle strane divise. La gente era come impazzita:

“ Gli inglesi, gli inglesi, bravi ragazzi, bravi…”.

Vide gli uomini col fazzoletto al collo salire sui carri armati e salutare con una lunga stretta di mano i soldati che stavano a bordo e che gli sorridevano.

Complottarono tra di loro qualche minuto e poi il corteo si diresse spedito verso la Casa del Fascio che si trovava proprio al centro della piazza, seguito dalla folla. Ad un certo punto, i soldati che stavano alla guida dei cingolati, fecero cenno alla gente, con grandi gesti, di allontanarsi, di non seguirli.

Si fermarono al centro della piazza e si disposero a cerchio. Noemi  contò otto carri armati. Un gruppetto di soldati scese dai mezzi e assieme ad alcuni partigiani si diresse all’interno della casa del Fascio.

Ne rimasero qualche minuto. Nel frattempo in piazza era sceso un silenzio irreale. Dentro all’edificio c’era un presidio di soldati tedeschi e Noemi  si chiedeva cosa sarebbe successo.

Di lì a breve,  vide uscire un plotone di soldati tedeschi con le mani sopra la testa, seguiti dagli inglesi e dai partigiani. Li vide salire sulle camionette parcheggiate davanti all’edificio ed incolonnarsi verso l’uscita della piazza  scortati  dai cingolati inglesi.

Sembrava che sulla piazza fosse sceso il gelo, tutti rimanevano fermi, in attesa.

Si sentivano solo i rumori dei cingolati e delle camionette ed alcuni ordini perentori gridati dagli inglesi. I tedeschi erano rigidi e muti.
La colonna era ormai sparita dalla vista, i partigiani erano fermi a gruppetti al centro della piazza, vicino a tre carri armati inglesi che erano rimasti a presidiare.
L’atmosfera era densa e cupa. Noemi si chiese con angoscia cosa stesse ancora per succedere.
L’attesa durò poco.
Improvvisamente, come una cascata inarrestabile, decine di persone si riversarono al centro della piazza, mentre altre continuavano ad affluire ai bordi.
Dalla folla si levavano delle urla che sembravano di gioia.
Era confusa, non si rendeva pienamente conto di quello che stava succedendo, nel suo intimo la speranza cercava timidamente di farsi strada, ma il sentimento prevalente in quel momento era uno solo: la paura che qualche avvenimento imprevisto venisse a rovinare quella che le sembrava essere diventata improvvisamente una festa.
Si sentì prendere per un braccio ed incitare ad uscire da qualcuno che non conosceva.
Noemi uscì ma appena fuori venne presa alla gola da un senso di angoscia alla vista di tutta quella gente che correva da tutte le parti.
Si formavano cori , qualcuno si era messo a suonare la fisarmonica, alcune ragazze ballavano sopra ai tavolini esterni del bar, con intorno tanta persone che battevano il ritmo con le mani.
Di colpo si sentì afferrare alla vita e sollevare. Era Guido, un suo vicino di casa, un ragazzo col quale aveva iniziato a parlare da qualche tempo in amicizia e che le faceva una corte discreta, che, sbucato all’improvviso da quella marea di folla, sembrava fuori di sé dalla felicità.
Non era chiaro se ridesse o piangesse.
“ Vieni, andiamo a ballare anche noi, ci sono degli amici laggiù.”
Guido era un fiume in piena, come dirgli di no?
“ Ma io…si va bene, però tra poco vorrei andare a casa, lo sai che non mi…”
“ Ma cosa dici? Adesso festeggiamo, hai capito o no che è tutto finito?”
Cercarono di inoltrarsi tra la gente, poco distante c’era una trattoria dove un’ intera tavolata di amici di Guido sembrava li stesse aspettando.
Intanto cominciava ad imbrunire. Si preannunciava una bella serata tiepida di luna piena.
Si sedette al tavolo, vicino a Guido e ad alcune ragazze che conosceva di vista. Tanti avevano già bevuto parecchio e ridevano e cantavano e a Noemi sembravano dei pazzi.
Qualcuno le porse un bicchiere colmo di vino bianco. Lo sorseggiò come fosse stato una medicina. Non beveva mai vino, ma non le sembrava il caso di fare la difficile
Sul tavolo oltre alle caraffe colme di vino, c’erano fette di pane, salame e formaggio. Su invito di Guido, provò ad assaggiare un po’ di formaggio anche perché cominciava a sentire che la testa le girava.
Due fisarmoniche iniziarono a suonare una polca, si formarono alcune coppie, subito imitate da altre.
Anche Guido voleva ballare, ma lei si ritrasse decisa, disse che non si sentiva affatto bene e che aveva solo voglia di andare a casa.
Si accomiatarono dalla compagnia salutando con la mano ma nessuno sembrò fare caso a loro.
Si avviarono bici alla mano, verso la strada principale, dopo averle estratte dalla rastrelliera davanti al bar. Noemi voleva essere a casa prima possibile per raccontare ai genitori e ai fratelli più piccoli quella straordinaria esperienza e per sentirsi al sicuro.
Lo strada era piena di gente che procedeva in senso contrario. Decisero di prendere la scorciatoia attraverso i campi. Si stava facendo tardi e temeva che i genitori stessero in pensiero, a quell’ora avrebbe già dovuto essere a casa da un pezzo, sentiva già negli orecchi i rimproveri del padre.
Il cielo era stellato e una immensa luna bianca rischiarava la strada.

Ora si sentiva meglio, come liberata da un incubo e sorrise a Guido mentre lui, ricambiando il sorriso, girava la bici e la salutava con la mano.

18 commenti su “Liberazione”

    • Mariagrazia, sono FOTO.
      Ai tempi delle foto chimiche facevi sparire e riapparire alla sfilata sulla Piazza Rossa chi volevi. Adesso col digitale se vuoi in un secondo ti metto sul furgone la targa di Città del Vaticano.
      R
      non ci vuoi proprio stare che i russi le sparano grosse eh? Proprio non ci vuoi stare…

      Rispondi
      • Ma CERTO che le sparano grosse, anzi, di più!
        Ma non è con una foto digitale che lo puoi dimostrare! Diamine, sono un fotografo anch’io, se si possono scambiare le tette della modella figurati una targa… Semplicemente, non è una prova attendibile.
        R
        Mentana che per smentire una balla ne costruisce un’altra? Poco credibile.
        Alberto meriteresti un premio per la tua costanza nel contraddirmi, altri ci hanno rinunciato…

        Rispondi
        • Non ti sto contraddicendo, cerco semplicemente di dare una scala di priorità agli indigni (non solo tuoi) basandomi su quello che sicuramente SO. Le fotografie dal punto di vista forense valgono poco, soprattutto quelle digitali, taroccabili per definizione, A MENO CHE non venga prodotto un originale “sicuro” e validato. Nel caso della fotografia digitale c’è il file RAW (quando c’è) difficilmente modificabile, in fotografia chimica il negativo. Qualunque copia successiva vale due lire ma anche gli originali vanno esaminati da esperti.
          Il che non vuol dire che sia FALSA, ma solo che non prova niente in modo definitivo e inoppugnabile: in un processo varrebbe poco meno di una prova indiziaria.
          E’ verosimilissimo che l’Ukraina (direttamente) non abbia organizzato attentati – probabilmente ha fatto una donazione agli attentatori, di solito in guerra si fa così: ma non è una targa sfuocata di una fotina scattata da chissachì chissadove che taglia teste a tori ed altri bovini.
          Tu non c’entri niente, tranquilla.
          R
          mai detto che tagli la testa ai tori, una foto ma io credo che se non basta la foto, di sicuro porta gravi indizi di manomissione della verità, cosa i russi fanno con particolare perizia.
          In quanto agli ucraini, io non credo che c’entrino proprio per nulla, di nulla, hanno altro a cui pensare.

          Rispondi
          • Aggiungerei, come osservato da Roberto Mazzoni, che quell’attentato fu piuttosto atipico come attentato dell’ISIS.
            Fu fatto durante il Ramadan contrariamente all’uso dell’ISIS.
            Gli attentatori, nel video, alzano la mano sinistra invece della destra.
            Anziché farsi esplodere anche loro e morire da martiri, se ne stavano andando alla chetichella come marioli qualunque.
            R
            già, già, quindi lei è certo che sono quelli davvero i colpevoli della strage?

  1. Quella domenica del 29 aprile 1945 Noemi e Guido vivono una giornata festosa, con pane, salame, balli, vino, musiche e…dolci sentimenti.

    I cingolati inglesi, con i loro bravi soldati, sorridenti sulle torrette, entrano a Venezia tra il tripudio generale!!!

    “Bravi ragazzi”… gli Inglesi.

    I partigiani li accolgono con strette di mano e fanno loro da guida per andare a stanare un manipolo di altrettanti soldati Tedeschi…rintanati nella locale “Casa del Fascio”…

    Strano il nostro…mondo italico.

    E pensare che tra l’Ottobre e il Novembre di tre anni prima: nel 1942, i coetanei di Guido, senza munizioni ed equipaggiamento adeguato, dovevano affrontare proprio quei…”bravi ragazzi inglesi” assai piu’ numerosi e meglio armati di loro.

    Quei poveri soldati, connazionali di Guido e Noemi, non avevano invece piu’ assaporato un pane decente non so da quanto tempo…
    per non parlare poi dei salumi e del vino, distribuiti a profusione quella domenica del 29 aprile 1945, per festeggiare … l’arrivo degli Inglesi, che’ nemmeno l’acqua era loro concessa.

    Eppure, quei soldati italiani, inutilmente e, soprattutto coscientemente mandati al macello, compirono il loro dovere fino in fondo…
    senza sapere che il loro sacrificio sarebbe stato del tutto inutile.

    “Manco’ la fortuna, non il valore”,

    si legge, ancor oggi, sul cippo che ricorda quei caduti ad El Alamein.

    Se quei soldati avessero potuto solo immaginare che tre anni dopo, a Venezia, i vari Guido, Noemi e cittadini vari avrebbero festeggiato nientemeno che i nemici Inglesi addirittura come liberatori…non so come ci sarebbero rimasti!!!

    Purtroppo cosi’ va il mondo.

    Oggi di quei soldati italiani morti da “fessi” all’ Amba Alagi o ad El Alamein poco o niente si parla o si scrive mentre, al contrario, contano, piuttosto, i
    “bravi ragazzi inglesi”….
    cosi’ tanto disinteressati liberatori che mentre il loro Paese rimaneva e rimane tutt’ora una prestigiosa nazione dove i nostri giovani vanno a studiare e lavorare
    (che’ da noi non c’e’ mai “trippa per gatti”)
    e la loro compattezza sociale resta intatta, in Italia iniziava e continua, stupidamente, ancor oggi, una bega guelfo-ghibellina tra fascisti e antifascisti ben lungi dal terminare.

    Povera Italia e…buon 25 aprile!!
    R
    Guido e Noemi non hanno colpe, se non quella di essere nati intorno agli anni venti dell’altro secolo, come non ne hanno quei ragazzi sui carri armati e come non ne avevano quelli morti fucilati o impiccati dai fascisti (anche più giovani di Guido) a più riprese proprio in quella piazza che ha dedicato a loro il nome: Piazza Martiri della Libertà. Guido aveva fatto di sicuro la propria parte in guerra (guerra che non aveva certo voluto) e non stava certo dalla parte dei fascisti e aveva aiutato certamente i partigiani a nascondersi, così come tutti i suoi amici sopravvissuti e scampati ai rastrellamenti dei tedeschi e dei fascisti in un periodo dei più tremendi della nostra storia che, speriamo, non debba ripetersi mai più.
    Noemi non era affatto entrata di sua iniziativa al bar ma, l’aveva invitata la padrona perché l’aveva vista sbiancare e quasi svenire davanti all’ingresso dopo che i tedeschi avevano ucciso a mitragliate due partigiani davanti al fruttivendolo, proprio nel momento in cui lei metteva la sua vecchia Bianchi nella rastrelliera. Ed era in piazza perché sperava che le voci dell’arrivo dei “liberatori” fossero vere e voleva constatarlo di persona nonostante i genitori l’avessero caldamente sconsigliata di andarci. Il salame e il pane e il formaggio erano stati gentilmente offerti dal “casolin” che riforniva i fascisti e i tedeschi che non facevano certo la fame e anzi si abboffavano mentre la popolazione tirava la cinghia e sopravviveva di patate e fagioli quando li trovava.
    “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, così scriveva lo
    scrittore e attivista politico cileno Luis Sepulveda.
    Io, ovviamente non c’ero ma chi c’era ha lasciato molti racconti ed io ho cercato di raccontare quella giornata attraverso gli occhi di due ragazzi che se ci fossero ancora avrebbero ancora molto da raccontare. Non so se ci sono riuscita, ma la buona volontà ce l’ho messa perché credo che il nostro paese debba ricordare sempre e onorare la memoria di chi ha dato la vita per la Libertà, o semplicemente ha vissuto un periodo particolarmente difficile della propria vita a causa della follia di qualche stolido e infame dittatore.

    Rispondi
    • Se quello che Lei afferma deve essere la varita’….mah!!
      La chiudo qui altrimenti ci uscira’ la solita, infinita polemica di cui nessuno, purtroppo, puo’ trarne piu’ vantaggio.
      Sara’ il tempo e un altro tipo di “Giustizia” che non e’ di questo mondo a decidere….
      R
      Romolo, in che senso “deve” essere la verità? me lo spieghi. Il mio racconto è basato su fatti realmente avvenuti, cosa intende dire che io farei passare per verità quello che mi sono inventata di sana pianta? La sua visione delle cose può essere giusta nel senso che lei la vede cosi, io la vedo attraverso gli occhi di chi quella realtà l’ha vissuta in prima persona e non si chiedeva se i liberatori erano prima stati nemici e se sarebbero diventati una nazione “spocchiosa”.
      Vuole che sia la giustizia divina a decidere se la gente che ha vissuto in quel periodo ha raccontato la verità di quello che ha vissuto? In quel momento li vedeva come liberatori perché la vita era impossibile coi fascisti e i tedeschi in casa e tutti i massacri e atrocità che hanno fatto. O le risulta diversamente?
      Francamente non la capisco, la sua, mi creda è già polemica, ma sa, i blog sono fatti anche per polemizzare.
      Si spieghi meglio, forse sono io che non la capisco.

      Rispondi
      • Gent.ma Sig.ra Gazzato,
        a scanso di equivoci io non La sto accusando di niente, ne’, tantomeno, mi permetterei di rimproverarLe di qualcosa.
        E’ vero che tanta gente “innocente”, all’ epoca, visse terribili esperienze, cosi’ come oggi le stanno patendo gli inermi cittadini ucraini grazie alle megalomanie di Putin da una parte e i Palestinesi dall’altra a csusa del fanatismo di Hamas, ma in entrambi i casi:
        sia per quelli accaduti durante la seconda guerra mondiale e sia per gli odierni, necessiterebbe approfondire alquanto l’origine degli eventi oltre che a discernere i veri “cattivi”, ovvero i reali responsabili degli eccidi, sia di quelli allora commessi e sia di quelli oggi in atto.
        Ovviamente non vorrei dilungarmi, in questa sede
        (ma lo sto gia’ facendo),
        su tutte quelle verita’, tenute abilmente nascoste da chi all’epoca, con vilta’ e spregiudicatezza, tanto fece e tanto brigo’ per far crollare un regime, quello fascista, altrettanto stolido, megalomane e guerrafondaio…
        Tutta la vicenda di allora, molto complessa e lunga da narrare nella sua interezza e spirito di verita’, puo’ essere sintetizzata tenendo presente la narrazione biblica di Giuditta ed Oloferne, laddove il fascismo interpreta il ruolo dell’arrogante, vanesio e crudele generale assiro mentre i nemici del regime, subdoli e vili, sono rappresentati dalla affascinante Giuditta che si presenta, al cospetto di quel figuro, come una accattivante amica, compiacente e sessualmente disposta nei suoi confronti.
        Il borioso generale cade infatti stupidamente nella trappola e concede cieca fiducia alla donna la quale, fattolo ubriacare nel corso di un banchetto allestito per festeggiare il tanto bramato imminente amplesso atteso dal comandante, mentre quello dorme profondamente che’, immerso totalmente nel vino non e’ stato in grado di combinare niente con quella splendida donna, viene da quella miseramente decapitato…per sua rovina e dileggio.
        Mussolini e i suoi complici si comportavano esattamente come Oloferne ma…e’ pur vero che i nemici del regime, bramosi di potere e disposti a tutto pur di raggiungere il loro obiettivo, fecero leva sulle debolezze del fascismo
        (cosi’ come Giuditta con Oloferne)
        e colsero la palla al balzo allorquando, allo scoppio della guerra, spinsero il …”duce” a perteciparvi facendogli credere che il nostro era un Paese forte (otto milioni di baionette oscureranno il sole) e che avremmo dovuto dare appoggio agli invincibili Tedeschi, gia’ padroni di mezza Europa, altrimenti non ci sarebbe toccato niente nella spartizione della preda…e via dicendo.
        Dulcis in fundo… si pensi agli oltremodo insulsi piani di guerra adottati:
        ad esempio invadere la Grecia nel ginepraio balcanico, quando invece Alessandria d’Egitto e il canale di Suez erano sguarniti perche’ gli Inglesi avevano richiamato flotta e soldati a difesa della loro nazione minacciata da una possibile, imminente invasione nazista;
        cosi’, invece di concentrare le poche forze e mezzi corazzati che l’Italia aveva in Albania, per attaccare d’un solo balzo Alessandria d’Egitto
        (la guerra nel deserto non ammette soste ma deve essere condotta con continuita’ ed equipaggiamenti adeguati)
        e avere il dominio di tutto il Mediterraneo, si comincio’, al ministero degli armamenti di cui il generale Badoglio era a capo, a cincischiare, a temporeggiare in nordafrica, nonostante le pressanti richieste dei comandanti i nostri militari in Libia, di assalire, quanto prima e con gli equipaggiamenti giacenti in Allbania, l’Egitto ancora sguarnito dagli Inglesi.
        Invece si preferi’ attaccare, proprio dall’Albania, quella Grecia alla quale non solo non riuscimmo a “spezzare le reni”, ma che ci causo’ non pochi problemi rischiando di farci buttar fuori anche dalla Terra degli Skipetari!!!
        Non Le cito del mancato, (perche’ non voluto dall’allora generale Badoglio, ministro degli armamenti),
        attacco alla Francia attraverso le Alpi marittime per ricongiungersi alle truppe alleate tedesche provenienti, a tenaglia, dalla “Porta Burgundica” lungo il Rodano:
        era in atto, difatti, un accordo italo tedesco che prevedeva, tra l’altro, rifornimenti a iosa di armi e cingolati germanici agli Italiani per consentir loro di abbattere agevolmente le difese francesi attestate a Nizza e sul Monginevro, e unirsi a quelle tedesche provenienti da nord attraverso la Porta Burgundica..
        Badoglio disse invece che le armi sarebbero state fabbricate in Italia e che i germanici potevano tenersi nei magazzini le loro!!!
        Dette poi disposizioni alle nostre truppe di tenersi sulla difensiva e di non prendere alcuna iniziativa su quel settore!!!
        Le armi ovviamente in Italia non furono mai fabbricate e l’invasione della Gran Bretagna non avvenne…
        Cosi’ l’occasione di conquistare il canale di Suez svani’ e la nostra offensiva in Francia si limito’ a…prendere Mentone!!!
        Svanirono tanti altri sensati progetti, purtroppo.
        Potrei citarle tanti altri “sabotaggi” attuati ad arte per far crollare uno stolido regime…
        Sabotaggi che alla fin fine hanno portato si’ allo sfacelo del regime ma che agli occhi del mondo ci ha marchiati come gente inaffidabile, stupida, corrotta e senza carattere oltre che a causare la morte di tanti ignari ed innicenti poveracci, civili, militari ed ebrei!!!
        Come oggi Hamas provoca Israele con attentati e missili facendosi scudo dei Palestinesi e facendo passare i sionisti per mostri sanguinari, cosi’ anche allora viscidi personaggi, sfruttando la imbecillita’ e la megalomania di un regime, porto’ il nostro Paese al tracollo.
        Basta vedere, del resto, oggi, come la storia si ripeta.
        Comanda la Destra “fascista”?
        Allora giu’ indagini giudiziarie, manifestazioni, accuse al regime di picchiare inermi ragazzi (fomentati ad arte da centri sociali e quant’altri) e .. quant’altro possa indebolire, screditare il “regime della Meloni”…agli occhi della pubblica opinione.
        Governo Meloni che, a sua volta, non possiede, purtroppo, quella malignita’, sottile e demoniaca atta a contrastare adeguatamente gli avversari che invece, astutamente, hanno seguaci nella magistratura, nella stampa, nella finanza e in altri punti “strategici”….esattamente come ottanta anni or sono.
        La Destra e’ boriosa, e’ istintiva, non ragiona di fino e cade nelle trappoke di chi invece, col sorriso sulle labbra, riesce a far credere persino che Cristo e’ morto di freddo o, come accadde migliaia di anni fa, che Barabba era un patriota amico del popolo e Cristo un pericoloso sovversivo amico dei Romani.
        R
        Romolo
        intanto grazie per la sua risposta. Le sue (stranamente ) quattro righette in effetti mi avevano lasciato perplessa.
        Ma, mi dispiace dirglielo, il martirologio del “povero” Duce paragonato ad Oloferne e via discorrendo, anche no, grazie.
        “Come oggi Hamas provoca Israele con attentati e missili facendosi scudo dei Palestinesi e facendo passare i sionisti per mostri sanguinari, cosi’ anche allora viscidi personaggi, sfruttando la imbecillita’ e la megalomania di un regime, porto’ il nostro Paese al tracollo.”

        Chi portò il paese al tracollo è stato un regime tra i più infami e tremendi e chi lo guidava. Chi ci ha trascinato nel fango dopo un regime durato ben venti anni ha un solo nome: Benito Mussolini. Le nefandezze compiute dal partito fascista da lui guidato hanno lasciato un marchio indelebile su tutti gli italiani presenti passati e futuri e la tragedia della guerra con le sue conseguenze: l’esercito mandato con le pezze al culo e le stesse divise sia in Africa che in Russia a morire di caldo o di freddo ha un solo responsabile il regime totalitario e la megalomania di Benito Mussolini.
        E mi fermo qui, lei mi sa che mi legge molto poco (non è obbligato, certo) o legge solo quello che le interessa. Ma se ancora non le è chiaro Romolo io SONO ANTIFASCISTA senza se e senza ma ( e lo sarei stata fossi vissuta allora e anche se non ha più tanto senso dirlo ora che non c’è più ma lo dico lo stesso perché sia chiaro) E PENSO CHE IL FASCISMO SIA STATO IL MALE ASSOLUTO E LA ROVINA DELL’ITALIA E DEGLI ITALIANI, PUNTO. E sono per la Democrazia e la Liberta e contro tutti i regimi totalitari!
        Che poi siano stati fatti errori GRAVI O MADORNALI da parte di tanti, il re in testa e anche qualcuno o tanti tra i “rossi”, non vi è dubbio, ma la responsabilità di un regime che ha ridotto gli italiani con le pezze al culo, costretti a mendicare agli anglo americani, quelli che gli avevano poco prima bombardato la casa (Treviso è stata quasi rasa al suolo) qualche cosa da mangiare perché non si reggevano in piedi è tutta del regime di cui sopra. Dopo che “l’amicizia” col terrorista baffetto ci aveva portato in casa le SS soprattutto quando la stoltezza di qualcuno pensò bene di voltargli il culo all’improvviso…e tutte le stragi che i nazisti assieme ai camerati fascisti hanno compiuto, sono responsabilità di chi ha creduto di scherzare con un demonio come quello che non oso neppure nominare tanto mi fa ribrezzo.
        Per non parlare delle infami leggi razziali e di molto altro che ora evito perché lei sa bene tutto quanto è successo, non serve che sia io a spiegarglielo, di sicuro, ma ripeto, i suoi paragoni, a mio modesto parere non reggono nemmeno un po’.
        In quanto a Meloni lei con me sfonda due portoni, non so se se ne sia accorto ma io spesso e volentieri la difendo (sempre votato a sinistra, ma non me ne vanto è solo una constatazione, da tempo i partiti politici italiani sono ridotti alla frutta e la politica è al massimo ribasso ed è anche per questo che vinto Giorgia Meloni), ma forse le è proprio passato inosservato. Perché anche a me da fastidio l’ipocrisia e il guardare sempre la pagliuzza nell’occhio dell’altro.
        E lascio stare e ora chiudo perché perché troppo avrei da dire ancora, aggiungo solo che Giorgia Meloni col fascismo di Benito Mussolini non c’entra nulla..

        Rispondi
        • Lasciamo perdere….

          Gliel’ ho gia’ scritto:
          non mi va di portare avanti una polemica sterile e soprattutto, dati i tempi, oramai inutile.

          Le posso solo riferire che i regimi totalitari non mi piacciono sicuramente.

          Pero’, scaricare tutte le colpe su una parte sola dei contendenti mi sembra davvero eccessivo.

          Diciamo che da entrambi i versanti ci sono stati
          (e ci sono ancora adesso, per quanto posso constatare) soggetti che definire ignobili e’ riduttivo.

          Comunque in Italia siamo quel che siamo, con le nostre grosse pecche e migliorabili virtu’.

          Si spera che un giorno, forse, tutta quella storia sia relegata al passato
          (come al passato son finite le guerre puniche o le campagne napoleoniche)
          e si possa costruire
          (e ce ne e’ davvero bisogno)
          un Paese
          (la nostra Italia)
          davvero unito, civile e serio in seno ad una Europa federata e veramente difenditrice di valori con la “V” maiuscola.
          R

          Il fascismo è stato la rovina del nostro paese, punto. Ora dobbiamo guardare avanti e vigilare perché venga sempre onorata la nostra Costituzione nata proprio dalle ceneri del fascismo. E perché i valori della Libertà e della Democrazia non vengano mai traditi da chi ci governa, sia di destra che di sinistra. Ma le colpe del fascismo sono state tante e incancellabili, come lo sono quelle di tutti i regimi totalitari. E anch’io come lei spero che in Italia si cominci finalmente a costruire e non a continuare a seminare zizzania che non porta a niente se non a farci perdere del tempo prezioso.

          Rispondi
          • Gent.ma Sig.ra Gazzato,

            in Italia, come altrove del resto, vi sono ignobili soggetti, inqualificabili personaggi che, a guisa di mosche o zanzare, stanno bene solo su rifiuti e sostanze organiche in putrefazione.

            Lei si definisce una antifascista ad oltranza e condivido pienamente il Suo pensiero…che, come Le ho gia’ scritto, le dittature non piacciono neanche a me…non solo a Lei.

            Che cosa mi dice, pero’, in nome della obiettivita’ e della onesta’ intellettuale, di tutte quelle persone, non poche in verita’, che all’ epoca del ventennio, occupavano posti importanti in seno al regime
            (federali, capi sezione del partito, comandanti di “arditi” e via dicendo)
            obbligando, con prosopopea e minacce, gente comune ad avere la tessera fascista o, facendo leva sul ruolo da loro ricoperto e abusando del proprio potere, a rompere le scatole ad innocue persone solo per darsi importanza e godere di “prestigio”?

            Salvo poi, costoro, e me ne sono stati indicati tanti quand’ero ragazzo, finito il fascismo, gettare repentinamente camicia nera, insegne e distintivi con aquile e fasci effigiati e, iscrittisi nelle fila delle varie formazioni politiche sorte nel dopoguerra (democrazia cristiana, socialisti, socialdemocratici, repubblicani e via dicendo) divenire, anche li’, capetti e dirigenti conservando pur sempre l’innata indole doppiogiochista, clientelista, corrotta e proterva per fare, in fondo, solo ed esclusivamente il loro interesse personale e non certo quello… ideologico.

            I famigerati “voltagabbana”, pur oggi esistenti nella politica e non solo, sempre pronti a lasciare, a guisa di topi di fogna, la nave che affonda e a salire sul carro del vincitore per continuare sempre a dirigere e a ricoprire ruoli importanti, indipendentemente dalla bandiera sotto cui operano!!

            Che mi dice di quegli “eroici partigiani” che, ben nascosti sulle montagne per sfuggire ai rastrellamenti, conducevano mera vita banditesca andando a “requisire”, per non dire “depredare”, le cascine di inermi contadini e montanari portandosi via il loro pollame, le pecore, i formaggi e quant’altro arrivando persino ad…abusare, sotto la minaccia delle armi, di giovani contadinelle ed anche meno giovani signore, costringendo i loro mariti, fratelli o fidanzati a non reagire o, peggio, a prendersi un sacco di botte che’ da loro, “guardiani della rivoluzione”, accusati…di essere “fascisti” o collaborazionisti dei Tedeschi?

            “Eroici partigiani”
            (cose vere anche quelle, gentile Sig.ra Gazzato)
            che se ne guardavano bene dall’affrontare in campo aperto gli….”avversari”, bensi’ tendevano vili imboscate
            (di cui poi ne pagavano poi le conseguenze gli innocenti civili cittadini, che’ i veri “colpevoli” non si costituivano di certo per impedire le conseguenziali rappresaglie “nazifasciste”).

            Salvo poi, grazie ai veri artefici della “liberazione”, ovvero gli Americani, uscire allo scoperto spacciandosi per “patrioti”, a guisa della mosca che, posata sulla testa del bue che tirava il vomere, rispondeva…

            “stiamo arando!!!”

            e andare poi, cessato il pericolo, a…”stanare” vigliaccamente, casa per casa, tutte quelle persone che, ai loro occhi, erano stati, veri o presunti, filofascisti, e portare avanti vendette personali, che magari non avevano niente a che fare con la politica, ammazzando impunemente, su due piedi, quei non “antifascisti”.

            Vogliamo aggiungerci, all’edificante panorama di nefandezze, le oceaniche folle che osannavano i roboanti discorsi del “duce”?

            Maree di (pseudo) ammiratori, di coraggiosi soggetti, impettiti, in camicia nera, con gagliardetti, labari e quant’altro a recitare carnevalate varie e a millantare una potenza ed un “impero” meramente virtuali

            (le nostre forze armate erano evanescenti se confrontate a quelle tedesche, inglesi, americane, giapponesi…mentre le nostre misere colonie facevano pena dinanzi agli immensi e ricchi territori gestiti dalle summenzionate nazioni: quelli si veri imperi!!).

            Poi, come per incanto, tutto quel ridicolo folclore svanisce, nessuno e’ piu’ camicia nera, il duce non e’ piu’ “l’uomo della provvidenza”, i camerati Tedeschi non piu’ “fraterni alleati” e….”puff”, il principe diventa ranocchio, o viceversa, e la fiaba prende un’altra piega, inaspettata…

            Come Le ripeto vorrei chiuderla qui davvero che’ quel periodo sarebbe bene dimenticarlo per tutte le atrocita’ e porcate commesse:
            una vera miscelanea di ignominie e di stupidita’ di cui tanti si sono macchiati, da qualunque parte la si voglia guardare.

            Spero invece che si possa andare avanti sperando in un futuro davvero migliore…Hamas, Putin e compagnia cantando permettendo.
            R
            Romolo,
            “Che cosa mi dice, pero’,…”
            Lo chiede a me che ho aperto il blog proprio per parlare delle ipocrisie della politica sia di destra che di sinistra? Ed è aperto da sette anni Romolo, mi sa che lei lo ha frequentato davvero poco. Posso solo risponderle come le ho risposto sull’altro suo post:

            “Il fascismo è stato la rovina del nostro paese, punto. Ora dobbiamo guardare avanti e vigilare perché venga sempre onorata la nostra Costituzione nata proprio dalle ceneri del fascismo. E perché i valori della Libertà e della Democrazia non vengano mai traditi da chi ci governa, sia di destra che di sinistra. Ma le colpe del fascismo sono state tante e incancellabili, come lo sono quelle di tutti i regimi totalitari. E anch’io come lei spero che in Italia si cominci finalmente a costruire e non a continuare a seminare zizzania che non porta a niente se non a farci perdere del tempo prezioso”.
            Gli ipocriti, gli opportunisti, i voltagabbana, i delinquenti e i criminali, chi si traveste da agnello ma è in realtà un lupo…ci sono stati e ci saranno sempre allora come ora,( in quel periodo però certi comportamenti erano per forza di cose esasperati) non deve chiedere a me perché ci sono stati e perché ci sono, tutti noi dobbiamo, a mio avviso, comportarci in maniera da poter sempre rispondere alla nostra coscienza senza doverci giustificare delle nostre azioni.
            Ma, mi permetta di dirle però che insistere sulle colpe “di tutti” come sta facendo lei che dice di non voler polemizzare, per continuare a voler stigmatizzare comportamenti che le permettano di gettare un po’ di fango a random e portare “ragioni” dalla sua parte, quando le ho già detto che errori ne sono stati fatti da molti, mi sembra davvero girare intorno all’argomento, ma senza troppo costrutto. Infine, se qualche partigiano o chi si definiva tale ha compiuto qualche cosa di cui vergognarsi, la maggioranza di loro hanno contribuito anche a costo della propria vita a riportarci la Libertà e, assieme agli angloamericani a liberare finalmente l’Italia dal nazifascismo.
            E ora direi davvero di guardare all’oggi e andare avanti ne abbiamo a josa di argomenti.

          • Non si andrà da nessuna parte finchè non si incomincerà a insegnare nelle scuole che il fascismo fu accolto con entusiasmo e seguito con ancor maggior entusiasmo dalla maggioranza degli italiani, che è inutile raccontarsi la favola bella di Mussolini cattivo di qua è di là tutti partigiani col sol dell’ avvenire e i capelli al vento, e soprattutto non si insegnerà PERCHE’ il fascismo fu accettato (le motivazioni socio-psicologiche sono note) e perchè simili derive assolutistiche si siano manifestate sia da noi che in praticamente TUTTE le società, sia pure con etichette ideologiche diverse e opposte – sempre per le stesse conosciutissime motivazioni di cui sopra.
            E bisognerebbe anche chiarire fino dalle elementari che potrebbe succedere ancora e in alcuni Paesi sta già succedendo, anche senza il logo “fascismo”.

            Se invece, come succede, si inizia ogni discorso con la lagnosa elencazione dei giusti e dei virtuosi (ossia, in realtà, dei propri amici o dei propri padroni) continueremo a menarci come facciamo, salvo poi dopo qualche anno di stragi e distruzioni essere costretti a sorbirci le lezioncine dei guru che “loro lo avevano pervisto”, seguirà rinfresco.
            R
            alla fine dei post, Nencioni ci mette sempre qualcosa di mangereccio: pop corn, salatini, catering…una bella lezione, non c’è che dire…di cerchiobottipiene e mogliubriachismo ma solo per il “gusto. In fondo Nencioni è buongustaio e sa apprezzare le piccole grandi cose della vita…il Fascismo però non è tra queste, non nencioniamo…in fondo ha fatto anche “cose buone” eh…e poi forse lei dottore avrebbe accolto con entusiasmo il fascismo (sulle prime magari sulla tardosa no) io, penso proprio di NO. Né sulle prime né sulle ultime.

  2. Mariagrazia, la tutela dei lavoratori, la settimana corta, la difesa dei bambini nel lavoro, la protezione e l’assistenza della maternità, le 48 ore settimanali, il tribunale dei minori, sono tutte iniziative nate nel ventennio, insieme ad opere pubbliche talvolta discutibili alla luce delle (moderne) conoscenze ambientali, ma in quell’epoca e in quell’ Italia assolutamente rivoluzionarie E benefiche.
    Il che spiega abbondantemente l’enorme consenso al Regime, e ovviamente NON giustifica assolutamente le follie delle leggi razziali e della guerra nell’ultimo periodo.
    Se non si accetta la realtà nel suo insieme, luci ed ombre, troverai sempre quello che ti magnifica la parte che interessa alla sua tesi e “tralascia” il resto.
    A me del fascismo non interessa niente di più che di Camillo Benso o delle guerre polinesiane o di Shaka Zulu in Africa. Sono del 1951, non ho combattuto nessuno, non ho liberato nessuno e non ho perseguitato nessuno: quindi, al massimo, posso studiare l’accaduto. Tutto, non solo quello che scrive Repubblica o ripete il Bravo Giornalista di turno. E siccome “nasco” dagli studi come ricercatore mi interessa allo spasimo e DEVO capire il perchè delle cose, sia per ripeterle che per evitarle. Il giudizio, più o meno morale, più o meno legato alle mode e alle situazioni, è legittimo ma A ME non interessa, non spiega, non serve. Non so cosa avrei fatto se nel 1922 mi fossi trovato bracciante ignorante reduce dalla Grande Guerra e tornato in una casa devastata e sputato addosso da una borghesia “de sinistra” (già da allora) che dalle città aveva inneggiato al pacifismo mentre i cafoni stavano in trincea a crepare di pallottole e di tifo: forse avrei seguito anch’io chi mi avesse parlato di Patria, onore, riscatto e parassiti.
    Però sono nato nel ’51, in un ‘Italia comprata dagli Americani ma in cui si stava bene e si mangiava tutti i giorni, quindi “cosa avrei fatto” non porta da nessuna parte.
    Come non porta da nessuna parte andare a lagnare dappertutto sul fatto che i “fascisti” non ti lasciano lagnare: se lo stai facendo non sono “”quei fascisti là”, sono le loro repliche in versione supermercato cinese.
    Però sui social tiri su un casino di like a gratis e vai a fare l’ospitata dal Faziofabio.
    R
    io dell’ospitata da FF non saprei proprio che farmene, mi sentirei ridicola.

    Rispondi
  3. Credo anch’io che riportare la storia alle decisioni, e a volte alle perversioni, di singoli capi, siano essi Napoleone, Stalin, Mussolini, Hitler, Franco, Salazar e, infine, Putin, Biden, Zelensky ……., sia una semplificazione estrema che non ci fa capire le vere dinamiche della storia. Nessuno si alza una mattina e “da di matto”.
    Dietro ogni decisione e iniziativa c’è un “prima”, c’è un “intorno”, c’è una serie di alternative possibili e altre impraticabili tra cui scegliere.
    Magari bastasse eliminare la persona sbagliata al momento sbagliato per eliminare i problemi! Dietro c’è sempre tutto un mondo di pressioni, vincoli, interessi e sentimento della gente che renderebbe difficilmente praticabile una storia diversa.
    R
    la semplificazione estrema e anche altro la fa lei quando fa quella lista: Putin, Biden Zelensky,,,perché non il Papa, in fondo è un “capo” anche lui?
    Semplificando… è la solita solfa: di notte tutti i gatti sono bigi.
    ““La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà.”
    PAPA GIOVANNI PAOLO II
    “Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.”
    BERTOLT BRECHT
    visto che quelli dalla parte “della ragione” li sta occupando chi ha torto (come succede quasi sempre).

    Rispondi
  4. Mi spiego meglio, riferendomi anche alle considerazioni di Nencioni.
    Noi oggi pensiamo che il fascismo fece precipitare la società italiana dalla libertà nella dittatura, intendendo per libertà quella in cui viviamo oggi.
    In realtà gli italiani di inizio ‘900 stavano tutt’altro che bene e non godevano di grande libertà, specialmente le donne.
    Ricordiamo che c’era la monarchia, e i Savoia, dopo aver conquistato l’Italia con le armi, esercitavano il potere col pugno di ferro. Basti pensare alle migliaia di autonomisti meridionali che non accettavano la sottomissione ai piemontesi che furono passati per le armi come “briganti” senza troppi complimenti.
    La conquista della Libia si era dimostrata più difficile del previsto e, dopo un decennio, gli italiani non erano ancora padroni del territorio. La prima guerra mondiale era stata gestita da incapaci e in maniera disumana dai generali piemontesi, Cadorna in testa, mandando al macello per niente centinaia di migliaia di poveracci rastrellati in tutta Italia che non sapevano neppure perché li mandavano a combattere.
    Dopo la guerra, giustamente, visto il modestissimo contributo dato dall’esercito italiano, che era rimasto bloccato fin dall’inizio e si era limitato ad una guerra di trincea, i veri vincitori di quella guerra ci lasciarono solo le briciole.
    Finita la guerra l’Italia era in miseria e nel caos, con attentati degli anarchici e governi che non sapevano che pesci pigliare.
    In questa situazione il fascismo fu accettato come il male minore e come un esperimento che valeva la pena fare (un po’ come i M5S nel 2018) e furono apprezzate le sue modernizzazioni: le pensioni, l’assistenza sanitaria gratuita, l’Opera Nazionale Maternità e infanzia, le colonie estive, i tanti lavori pubblici che furono realizzati …. .
    Il fascismo riuscì anche a completare la costruzione dell’Italia come nazione, rifacendosi alla romanità e creando un certo senso di appartenenza che aveva recuperato anche le regioni del sud. Forse, senza il lavaggio del cervello in chiave patriottica che fu attuato dal fascismo, l’Italia avrebbe fatto la fine della Yugoslavia e si sarebbe di nuovo divisa in staterelli irrilevanti.
    I miei genitori, che hanno vissuto tutto il periodo fascista da adulti mi hanno raccontato delle prepotenze, delle bastonature, dell’olio di ricino, delle carriere costruite sulla militanza fascista, ma loro e tutti i nostri parenti, essendo apolitici, non subirono alcuna prepotenza e continuarono a vivere e lavorare normalmente.
    Infine, Mussolini si schierò dalla parte sbagliata nella guerra? Se si fosse schierato con i francesi e gli inglesi l’Italia sarebbe stata invasa dai tedeschi nel 1941, due anni prima, e, invece di essere occupata con un colpo di mano sostanzialmente incruento, sarebbe stata occupata dopo aver perso una guerra distruttiva, come Polonia e Francia. In quella situazione era difficile decidere cosa era meglio.
    R
    Lenzini
    apprezzo il suo impegno nel dare “brio” a questo blog, ultimamente un po’ sottotono (?) ma forse anche no, ma non essendo lei uno storico (almeno credo), non sarebbe più prudente da parte sua non lanciarsi in dichiarazioni che non rappresentano la realtà ma solo una sua personale ricostruzione? le opinioni sono tutte legittime, la realtà delle cose però va sempre rispettata: il fascismo era una dittatura che mirava ad espandersi il più possibile e ovunque, le mire espansionistiche del Duce erano tanto vaste quanto velleitarie, gli accordi del ’36 con Hitler lo dimostrano. Non aveva alcuna intenzione di schierarsi con chi, lui pensava, stava per essere sottomesso dai tedeschi e si immaginava lui e il baffetto, trionfanti, magari a Roma, in Piazza Venezia a celebrare la vittoria dell’impero assieme all’invincibile (lui pensava) anche se un po’ tristo, alleato. Valutazione tragicamente sbagliata, frutto di megalomania e che gli italiani stanno pagando e non finiranno mai di pagare.
    In quanto ai “benefici” di cui l’Italia ha goduto durante il ventennio fascista, sono stati tutti sommersi dalle macerie delle distruzioni, delle stragi, dei soprusi, delle infami leggi razziali, degli eccidi mostruosi che i nazi fascisti hanno compiuto, insieme o separatamente.

    Infine, certo, tanti italiani se la sono passata alla meno peggio, ogni tanto un’alzata di braccio quando si incontrava un gerarca…una “consapevolezza” molto bassa di quello che succedeva sotto ai loro occhi e su cui, per il “quieto vivere” si poteva chiudere un occhio o anche due…anche li, questione di “punti di vista, persino “comprensibile”. E chi si è preso le bastonate e l’olio di ricino, le case a soqquadro, la prigione, l’esilio forzato… bravo fesso, ora è visto come uno che poteva benissimo far finta di nulla…lo trovo perlomeno …beh, evito di dirlo va. E’ meglio.

    Rispondi
  5. Lei ha le sue ragioni, ma io non intendo minimamente difendere un regime dittatoriale violento.
    Ho solo affermato che, prima del fascismo (inteso come prima maniera), gli italiani stavano peggio e, secondo le testimonianze di chi c’era ed è degno di fede (i miei genitori e i miei zii), non si percepì nessuna perdita di libertà.
    E questa, sempre a detta chi chi c’era, era la sensazione della stragrande maggioranza degli italiani, in un contesto di maggior ricchezza diffusa.
    Poi ci furono i fatti imperdonabili come l’assassinio di Matteotti, le “leggi fascistissime” e, soprattutto, l’invasione dell’Etiopia, che mise l’Italia fuori dal cerchio delle nazioni rispettabili. E quello fu l’inizio della rovina.
    Comunque, ripeto che essere stati dalla parte della Germania all’inizio non fu una cattiva idea. Consentì agli italiani di guardare la guerra da lontano fino al ’43, e permise la salvaguardia di gran parte del nostro patrimonio industriale e artistico.

    Rispondi
  6. Nella vicenda del fascismo si dimentica quasi sempre il “convitato di pietra”: il re.
    Fu il re che diede a Mussolini l’incarico di formare un governo diverso dai precedenti. Le elezioni che segnarono la vittoria del partito fascista vennero più tardi. Fu il re che non si oppose alla promulgazione delle “leggi fascistissime”. Fu il re che non si oppose all’invasione dell’Etiopia e all’alleanza con la Germania. Si potrebbe pensare che il re, a quel punto, non contava più niente, ma non è detto che fosse così. Infatti, quando il re si rese conto che la guerra era persa e, per salvare quello che era rimasto dell’Italia, bisognava arrendersi agli Alleati, dato che Mussolini non era d’accordo, lo fece destituire. Nei fatti fu il Gran Consiglio del fascismo a sfiduciare Mussolini, ma dietro c’era il re. Tanto è vero che, appena il duce fu esautorato dai suoi stessi gerarchi, lo fece subito arrestare. Probabilmente il re avrebbe potuto mettere fine al regime fascista in qualunque momento, se avesse voluto, ma non lo fece, perché, tutto sommato, gli stava bene.
    R
    si, il re ha molte colpe e io lo scrivo anche più volte e anche su altri post proprio rivolgendomi a lei (lei è distratto o giustamente, vuole avere l’esclusiva…). Ma non si è proprio “arreso” agli alleati ma ha chiesto il loro intervento anche tramite i buoni uffici del vaticano. Il tentativo di Mussolini (caldeggiato anche dal re) di dire a Hitler che l’Italia si voleva ritirare, dati gli esiti infausti della guerra, fallì miseramente.
    ED è stato soprattutto merito di Grandi se la mozione contro Mussolini è passata, gli altri si sarebbero volentieri defilati, lo dobbiamo a lui che aveva capito quanto il fascismo stesse rovinando il paese e la sua è stata un’azione coraggiosa visto come andavano le cose. Gli storici non lo dicono apertamente, ma Mussolini a quel punto era stanco, malato e forse subodorava il tutto, e sperava che il re gli trovasse qualche scappatoia perché sperava di potersi ritirare in qualche eremo. Ma non è andata così, lo sappiamo, la Storia qualche volta rende giustizia agli uomini coraggiosi e che sfidano i potenti a costo della propria vita. Il re, lo sappiamo era un uomo “piccolo” e con una grave responsabilità che non era in grado di sostenere. Sarebbe stato meglio lasciare tutto in mano alla moglie e alla nuora, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma giudicare col senno di poi è facile e molto riduttivo, la vicenda è molto complessa e non si può certo liquidare in poche righe.
    Il re avrebbe fatto molto meglio a non far passare i fascisti quando entrarono a Roma, sarebbe stata tutta un’altra storia. Ma, anche qui, giudicare a posteriori è molto più facile che trovarsi a prendere decisioni che cambiano il destino di un paese, e, oltretutto, devi esserci tagliato.

    Rispondi
  7. In realtà, quello che dopo fu definito pietosamente “armistizio” fu, in realtà, una resa incondizionata.
    Se l’incaricato del re non l’avesse accettata, Eisenhower aveva minacciato di mandare 500 bombardieri a bombardare Roma (Wikipedia).
    R
    Lenzini, lei qui si atteggia a storico, mi dispiace dirle che lei, pur di avere ragione scrive delle cose che non corrispondono alla realtà dei fatti, ma lo fa semplificando molto una storia e s t r e m a m e n t e complessa che neppure gli storici più accreditati sono ancora riusciti a dipanare fino alla fine.
    Il bombardamento di Roma era previsto dagli angloamericani fino dall’inizio della guerra, quindi l’armistizio non c’entra niente, ma lei insiste a riproporlo (un po’ come l’aglio), in realtà Roma non fu mai “città aperta” nonostante le pressioni del vaticano.
    https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/Umberto_Gentiloni_Silveri.pdf
    (Sono solo 7 paginette, ma sono molto interessanti). Ma, per favore, dopo che le avrà lette (se le legge), sia gentile non mi riproponga questo post (all’aglio) sotto altra versione che sposi la sua tesi. Grazie.

    Rispondi
  8. Io ho trovato questo su wikipedia, che, in genere, non è una fonte di parte, anche perché è soggetta a rettifiche da chiunque.

    “Armistizio di Cassibile
    …………
    Le firme

    Il generale Giuseppe Castellano firma l’armistizio a Cassibile per conto di Badoglio. In piedi Walter Bedell Smith (a destra) e il funzionario del ministero degli esteri Franco Montanari (a sinistra).
    L’operazione ebbe inizio intorno alle 17. Apposero la loro firma Castellano, a nome di Badoglio, e Walter Bedell Smith (futuro direttore della CIA) a nome di Eisenhower. Alle 17:30 il testo risultava firmato. Fu allora bloccata in extremis dal generale Eisenhower la partenza di cinquecento aerei già in procinto di decollare per una missione di bombardamento su Roma, minaccia che aveva corroborato lo sveltimento dei dubbi di Badoglio e che probabilmente sarebbe stata attuata se la firma fosse saltata.”

    Rispondi

Lascia un commento