Per essere ancora dei novellini della politica, i Cinquestelle stanno dimostrando di essersi scafati alla grande.
Sapendo bene che l’alleanza con Salvini non poteva andare avanti a lungo senza che questo comportasse il loro azzeramento, hanno minato l’alleanza in modo da far scattare in Salvini quella mosca al naso che lo ha fatto dichiarare conclusa l’esperienza del contratto sottoscritto solo un anno e rotti fa. “Troppi no”, ha detto, come gustificazione il leghista, pensando di avere gioco facile.
Ma qui è cascato l’asino!
I Cinquestelle avevano pronto il loro piano e una mossa vincente, una pedina che avrebbe dichiarato scacco matto al Matto: Conte.
Conte, trasformatosi da marionetta in burattinaio, avrebbe definitivamente umiliato il prepotente e ormai troppo scomodo capitano per poi proporsi di nuovo premier di una coalizione nella quale il Pd fungesse da stampella alle mire espansionistiche dei grillini, con lui alla testa dell’armata che, da perdente si sarebbe trasformata in Invincibile.
Un piano studiato a tavolino e che sta per riuscirgli.
Altro che due forni.
Li hanno tenuti aperti entrambi ma il forno che gli interessa davvero è quello del pacioso Zinga del quale vogliono vincere le resistenze per poi poter fare come gli pare una volta formatosi il governo DiMaZinga.
Dove però, la parte di Mazinga la farebbe DiMaio (che farebbe anche tutte le altre) con la stretta collaborazione del Conte che sarebbe totalmente dalla sua parte e a Zinga non resterebbe che prendere il posto del perdente e soccombente e mettersi in saccoccia amarezze continue per non essersi accorto di quanto lo hanno menato per il naso.
Buggerati e contenti?
Ma nel caso l’operazione fallisse, sono pronti a riprendersi l’asino con tutta l’asineria a condizione che sia DiMaio incoronato premier.
Se la sono pensata proprio bene. Ma… e noi?
A chi l’ardua sentenza?