No applausi, please.

Ha ragione Formigli: “Non si può applaudire qualcuno che dice che due esseri umani non sono uguali”.
Anche l’applauso! Avrebbero dovuto opporre un silenzio mortale a quella frase, forse sfuggita o forse sentita fortemente da parte del ragazzo ospitato alla trasmissione Piazza Pulita. Uno di quelli che si sono opposti ai Rom nel suo quartiere e che era andato a spiegare le ragioni di questa opposizione.
Le “ragioni” sono tutte in quella frase che ha pronunciata dovanti a quella platea che ha applaudito e cioè che i rom, anche se italiani, non sono uguali agli altri italiani.
Formigli si è dissociato sia dalla frase che dall’applauso e lo ha detto chiaro che a lui frasi del genere fanno paura.Ecco, fanno paura anche a me.
Non si possono dire, ma neppure pensare.
Che poi la rabbia sociale esplosa per i trasferimenti coatti avvenuti nei giorni precedenti a questa esternazione, sia comprensibile per la situazione di disagio in cui versano molte famiglie delle periferie romane per mancanza di alloggi o per altri problematiche sociali, non toglie nulla al fatto che questa è una frase profondamente razzista e profondamente e crudamente spaventosa.
E non si tratta di “buonismo”, si tratta di considerare un altro essere umano “diverso” e questa diversità non esprime certo un concetto positivo ma una sorta di presunta “inferiorità”.
Questo non è ammissibile. Non è ammissibile perché significa che la storia, terribile, spaventosa delle persecuzioni razziali che hanno avuto il culmine nell’Olocausto (che alcuni hanno la sfrontatezza di negare) non ha insegnato nulla.
E il pericolo che certi fatti orribili possano ripetersi, non è poi cosi inverosimile.
Salvini si è alleato coi sovranisti europei di estrema destra. alcuni sono negazionisti. Salvini, da ministro dell’Interno ha ordinato lo sgombero dei campi Rom e dei Cara, Salvini ha fermato le navi di migranti in porto (mentre ne arrivano comunque tutti i giorni)…e quindi è anche la politica della Lega che sta esacerbando gli animi e conducendo il paese su una china spaventosa.
Bene ha fatto Formigli a contestare gli applausi e la stessa frase-

Lo ha fatto con compostezza e dal suo viso traspariva lo sconcerto.
Secondo me avrebbe fatto bene a invitare quel ragazzo ad uscire dalla sua trasmissione dicendogli di andare a prendere lezioni di umanità e di democrazia e di tornare dopo che aveva imparato a memoria la storia degli ultimi settanta anni per capire se c’era o ci faceva.
La televisione non può e non deve mai essere veicolo di ignoranza della storia e di concetti di questa gravità. E il pubblico prima di applaudire dovrebbe pensarci bene a che cosa applaude.
Sembrano scimmie ammaestrate, a volte, che sbattono le mani a comando.
Finiamola, per favore, con questi stupidi applausi alle più emerite corbellerie.
Ne guadagnerà la qualità dei programmi e non dovremo sentirci a disagio di avere qualche cosa in comune con della gente che applaude a certe mostruosità.

Il coraggio di Ilaria

Quella foto, terribile, del volto tumefatto e martoriato di Stefano Cucchi, ha gridato la verità per quasi dieci anni.

Finalmente, grazie alla tenacia della sua famiglia, ma soprattutto di Ilaria Cucchi, la sorella, quella terribile verità è uscita dalle labbra del testimone diretto delle sevizie subite dal povero Stefano mentre era detenuto  e avrebbe dovuto essere “custodito”.

Quella verità Ilaria l’ha urlata al mondo intero per quasi dieci anni senza cedere mai davanti alle tante offese reiterate, persino da parte dell’attuale ministro degli Interni Matteo Salvini che aveva detto di lei che “faceva schifo e si doveva vergognare”.

Ora, davanti ai fatti  che sono emersi chiaramente  durante la deposizione del carabiniere che si era tenuto dentro questo enorme peso per tutto questo tempo, senza trovare il coraggio di parlare, di esporsi e di esporre i colleghi davanti all’ignominia del loro comportamento e alle loro responsabilità, dovrebbe trovare il coraggio di chiederle ufficialmente scusa.

Scusa Ilaria,dovrebbe dirle, da parte mia e da parte di quei rappresentanti delle Forze dell’ordine  che hanno commesso un reato cosi odioso, per aver massacrato  di botte tuo fratello  in quel modo cosi brutale e incomprensibile, proprio loro che avrebbero dovuto  trattarlo con il rispetto dovuto a chi viene accusato di un reato e  detenuto in attesa di essere giudicato e per aver negato per anni e anni di averlo fatto e per averti accusato di essere quasi una sovversiva che attentava alla onorabilità dello stato che loro rappresentavano.

E dovrebbe anche appuntarle una medaglia per la sua tenacia nel sostenere  la sua fede nella Giustizia che ha fatto si che i colpevoli siano stati, finalmente individuati e  non possano più nuocere ad altri che potrebbero ritrovarsi nelle stesse condizioni  nelle quali si è trovato il povero Stefano Cucchi che non si è potuto difendere in nessun modo.

Lo dobbiamo tutti un ringraziamento  ad Ilaria ed alla sua famiglia per non aver mai ceduto davanti a niente, nonostante le mille difficoltà e il dolore ed aver creduto nelle Istituzioni di uno stato che si dice democratico ma ha, tra i suoi rappresentanti, chi si comporta in modo indegno.

La speranza che è sempre l’ultima a morire, lo ha dimostrato Ilaria, la forza, la tenacia, la consapevolezza di avere un compito importante da assolvere ad ogni costo e l’esito della sua battaglia, positivo, nonostante non serva a riportare in vita il fratello, non  possono che costituire un grande esempio di civiltà dal quale tutti  dobbiamo trarre insegnamento.

Destino piatto

La tassa piatta, sembra non sarà mai piatta.

La traduzione dall’inglese di “flat tax ” in italiano suona un po’ ridicola.

Salvini che è il ministro dell’Interno, si improvvisa economista quando dice di voler assolutamente la flat tax al 15%

per tutti. Ma se deve essere piatta ‘sta tassa  può diventare progressiva, come chiede DiMaio? E come vuole la Costituzione?

Allora tassa piatta progressiva nel senso che si appiattisce sulla piattezza delle idee dei nostri governanti appiattiti sul loro contratto di governo che li Lega anche se sono slegati su tutto. Ma i soldi non ci sono per questo appiattimento di tasse, diciamo che abbassare le tasse è opera meritoria, in tanti ci hanno provato ma sono solo riusciti ad aumentarle. E’ un piatto destino.

Lo avevano messo sul piatto delle loro succulente portate, concordato e sottoscritto nel Contratto, ma ora che c’è? C’è che non ce n’è. Soldi intendo, perché siamo a crescita sottozero e come si fa ad abbassare le tasse se il paese è in recessione tecnica?

Ma Salvini lo vuole. Loro (i grillini) lo hanno avuto il reddito? Ebbene lui (il leghista) vuole la flat tax. Sta nel Contratto, dura legge.

Ma a fare i conti non sono loro due; i due bulli (con le pupe) ma è il povero,dimesso, sempre priù depresso ministro del Tesoro.

Ma quale tesoro? Abbiamo le tasche bucate, se n’è andato tutto il tesoro e ci sono rimasti solo i buchi. ma questi insistono, ora hanno in vista le elezioni di maggio e allora dai, allora dai, la cosa giusta tu la sai, dimmi perché tu non la fai?

Ma perché non si sono soldi. E allora si prendano dove ci sono, Se dobbiamo diminuire le tasse deve essere per tutti, dice Salvini. Per i ricchi no, dice DiMiao.

Ma che bravi che sono! pensano i loro elettori/amanti, lottano per noi, pensano.

Poveracci, dico io. Non hanno capito che questi sono due commedianti, dilettanti del teatro dell’assurdo.

E che dietro l’angolo c’è una bella stangata piatta sui soliti piatti noti.

Passatemi il menù, prego, vorrei ordinare un piatto di tasse condito con qualche patrimoniale e qualche una pocum.

Il conto, prego, portatelo al governo. Tanto, paga sempre e comunque( Piattolone) Pantalone.

 

La vedo così, voi, non so

Piove. Da due giorni. E non mi viene voglia di uscire. E allora scrivo su questo spazio che mi sono dedicata. Si, dedicata. Una sorta di gratificazione. In fondo si tratta di desiderio di comunicare.

Siamo la società più interconnessa di sempre, abbiamo molteplici possibilità di comunicare col mondo e non ci siamo mai sentiti cosi soli.

Perchè viviamo tutti come dentro una conchiglia e facciamo entrare solo qualche spruzzo, di tanto in tanto.

Non frequento i social, mi fanno paura. Hanno, di sicuro del positivo. Molti sono diventati famosi e guadagnano anche delle belle cifre sui social, oppure sono (troppo) frequentati dai politici di ultima generazione che li sfruttano per propagandarsi. In questi tempi in cui manca il lavoro con la L maiuscola, bisogna inventarsi di tutto per sopravvivere. Ma, molti, mirano a fare i “soldi”, come se fare i soldi fosse l’obiettivo principe di ciascuno.

Se non fai i soldi non esisti.  E poi la fama. Ha, ecco, si, la fama, la celebrità, che si parli anche male di te,ma che se ne parli. In tutti i campi, c’è chi cerca di diventare famoso. Come se la celebrità, automaticamente rendesse felici.

Perché, poi, a voler ben guardare, quello che cerchiamo tutti è la felicità.E che cosa sarebbe la felicità?

Ognuno la vede a modo suo, i grandi filosofi ci hanno lasciato tomi che ci spiegano che cosa sia la felicità.

“E dunque,in conclusione, la felicità consiste in una sorta di contemplazione”, Aristotele – Etica Nicomachea.

Blaise Pascal, nei Pensieri, dice: “Non consiste, dunque, la felicità nel divertimento, sarebbe davvero assurdo che il fine fosse il divertimento e ci desse d’attorno e ci si affannasse tutta la vita con lo scopo di divertirsi”

E, ancora. Aristotele: ” La felicità consiste nelle attività conformi a virtù”.

 

Allora, ne deduco che qualsiasi attività umana, per arrivare alla felicità, dovrebbe evitare di cercare il divertimento a tutti i costi ma puntare ad azioni che siano contemplative e servano all’anima.

Lo studio, per esempio, la scrittura, la poesia, la filosofia e tutto ciè che comporta un’attività cerebrale che però implichi anche una sorta di spiritualità.

Niente è regalato, tutto si deve conquistare e mantenere e vale anche per la felicità. Che può essere anche una spasmodica ricerca senza fine e senza esito.

Perché scrivo queste cose? Potrei anche farne a meno, in fondo a chi possono interessare? Lo faccio per me, diciamo che mi serve a vedere le cose da una diversa prospettiva o sotto una luce che le illumini diversamente e mi aiuti a ragionare sulle tante, piccole o grandi problematiche quotidiane.

Che mi aiuti ad essere più comprensiva di certi comportamenti umani che mi sono francamente incomprensibili e che ho imparato semplicemente ad accettare come inevitabili ma che, anche se non lo vorrei ammettere, mi causano sempre un po’ di sofferenza.

Non esiste l’ideale nelle relazioni umane ma dovrebbe esistere un principio di civiltà che impone sempre di cercare di vedere oltre le proprie convinzioni per comprendere certi fenomeni della società.

Ognuno di noi crescendo e maturando si forma la propria visione delle cose e ognuno di noi la difende e spesso la vorrebbe imporre agli altri. Da questo nascono prevaricazioni, imposizioni, incomprensioni che si potrebbero evitare semplicemente cercando di comprendere e anche di modificare certi atteggiamenti in funzione di una migliore relazione col prossimo.

Ma è molto, molto difficile. E’ difficile perché ognuno resta a coltivare il proprio giardinetto privato e cerca di tenerci fuori quanti più possible non la pensino allo stesso modo. E diventiamo sempre più incapaci di includere e sempre più propensi a escludere. Pensare che sia giusto omologarsi, restare dentro il più possibile al pensiero corrente, per paura di essere messi al bando è la cosa peggiore che si possa fare.

Non importa cosa gli altri pensano di noi, quello che importa è che noi riusciamo a mantenerci nella nostra identità anche quando tutti vorrebbero che fossimo diversi.

Ecco, forse sono arrivata ora a capire perché sto scrivendo questa cosa: forse perché mi ostino, in certe occasioni a sentirmi inadeguata o “diversa” mentre la cosa più giusta da fare è quella di considerare che la diversità è una grande occasione per migliorare e per progredire nel nostro cammino. Senza lasciarci influenzare da chi ci vorrebbe diversi.

Perché chi ci vuole diversi lo fa perché non accetta e non comprende se stesso e pensa che cambiando noi potrebbe ottenere quella comprensione di sé che gli manca.

Perché in fondo, la gente invidia chi non si adatta ad essere come vorrebbero gli altri. E l’invidia, come la gelosia è un sentimento meschino che non aiuta a vedere le potenzialità che ognuno di noi ha in sé.

E conoscere e conoscersi è lo scopo della nostra vita.

Almeno, io la vedo cosi, voi, non so.

 

 

Quale giustizia?

Quale giustizia potrà mai ottenere la famiglia del povero ragazzo ucciso a Torino da un altro ragazzo che aveva solo voglia di uccidere? Voleva uccidere il primo ragazzo italiano con la faccia felice perché lui era molto infelice, senza casa, senza famiglia e senza speranza.
Cosi si definisce Said, il ragazzo naturalizzato italiano di origine marocchine. Ma che cosa importa che fosse originario del Marocco? Viveva in Italia da una vita, era stato sposato, aveva avuto anche un figlio, ma poi i due si erano lasciati e lei non glielo faceva vedere.. Alla luce di questo fatto choccante, forse non aveva neppure tutti i torti.
Ma non esiste ragione al mondo che possa far premeditare di uccidere a caso, il primo che ti capita sotto mano. Non esiste al mondo nulla che possa in qualche modo rendere ragione di una cosa cosi terrificante..
Forse se Said gli avesse chiesto aiuto, Stefano avrebbe saputo trovare le parole giuste. Ma i due si sono incontrati per caso quando Said aveva già deciso di compiere il suo gesto folle e il caso a volte è troppo crudele.
Forse se avesse potuto parlare con qualcuno che lo stesse a sentire e che avesse dimostrato partecipazione, forse quella sua follia che gli rodeva il cervello avrebbe potuto cedere il posto alla ragione e forse si sarebbe reso conto di essere sul punto di compiere un gesto folle.
Ma giustizia non avrà mai Stefano, nessun giudice per quanto dura sia la pena, potrà mai fare giustizia di quella giovane vita che ha incontrato sulla propria strada un’altra giovane vita disperata e l’una ha annientato l’altra solo per il” gusto” di uccidere.
Lo sconcerto è immenso e non posso che esprimere solidarietà alla famiglia ben sapendo che è davvero poca cosa davanti ad un dolore cosi grande.

“Noi marea”

Il corteo degli antagonisti al congresso è una marea umana, lo slogan è giusto: “Voi Fontana, noi marea”.Ci sono persone di tutte le età, le donne di”Non una di meno” che dirigono il corteo che si snoda tranquillo cantando e inneggiando gli slogan.
Salvini si prende molti Vaffa, cosi come la Lega, cosi come tutto quel consesso di saputoni che discetta di come dovrebbe essere orientata la società secondo le sue idee oscurantiste.
E la città di Giulietta e Romeo mostra il suo volto più colorato, più festoso e pacifico. Alcuni slogan, è vero, sono pittosto duri, ma ci sta, non si può pensare di riportare i diritti civili e umani, indietro di secoli, come si sta facendo a Verona tra i congressisti, impunemente.
Una signora alza una statua di cartapesta che raffigura Pillon con solo un tanga leopardato e un farfallino e la scritta” Pillon in gabbia”.
Certi cartelli sono persino comici, ma sono l’espressione di una volontà di non regredire, di non lasciar passare l’idea che l’Italia possa ritornare indietro su conquiste che sono costate decenni di lotte. E le donne sono in prima fila e sono tante, tantissime e di tutte le età.
Mi consola vedere quel corteo scorrere, con dietro la Polizia in tenuta antisommossa. Un po’ mi commuove.
Manderà bacioni Salvini a chi gli grida: “Espellere Salvini” O Salvini Vaffa…?.”
Mi sa di si, lui è uno buono, il vero razzismo, dice la ministra Bongiorno, è quello che si fa contro di lui.
Poverino! Bongiorno, Meloni e tutte le altre che sono a Verona a sostenere questa kermesse retrograda e assurda: ma non vi vergognate un pochino?

Non baciate l’anello

Ma che cosa è successo a Papa Francesco? perché non vuole farsi baciare l’anello?: Ritrae quasi schifato la mano, a Loreto, durante un incontro coi fedeli che, uno dopo l’altro, si avvicinano per prendergli la mano e baciare l’anello del Pescatore che porta all’anulare della mano destra.

Ma il Papa non vuole, si vede chiaramente. Anzi, sembra quasi spingere i fedeli che gli si avvicinano, per mandarli via.

Nessuno sembra accorgersi del gesto e neppure dell’espressione decisamente poco papale e per nulla benigna del pontefice. Sembra quasi che non veda l’ora che quella folla estasiata smetta di importunarlo.

Lo ritiene un gesto scaramantico? Gli dà fastidio tutta questa smancerosa devozione?

Sembra proprio che la cosa lo infastidisca,semplicemente e non poco.

Papa Bergoglio è uno strano. Da subito ha dimostrato di non voler seguire le orme dei suoi predecessori e di voler fare di testa sua in molte cose e di rompere con le tradizioni. Ma questa storia di non accettare che i fedeli lo onorino chinandosi verso il simbolico sigillo che lo certifica vicario di Cristo, ha qualche cosa di surreale.

Sembra quasi che si innervosisca ad un certo punto e che non veda l’ora di togliersi dai piedi tutta quella gente che non aspetta altro che inchinarsi davanti a lui.

Non si sente forse Papa fino in fondo?

E poi, credo che lui sia uno che odia gli ipocriti, anche se l’odio non dovrebbe rientrare tra i sentimenti di un Papa, diciamo che non gli piacciono e per questo li respinge. Li sente falsi. Forse preferirebbe una semplice stretta di mano e un incontro di sguardi. Non posso dargli torto. Ma lui è il Papa, non uno qualunque.

Lui lo ha sempre dimostrato di non voler accettare le prerogative della sua carica, fin dall’inizio.Si potrebbe dire che più che un papa a volte da l’impressione di essere il suo segretario particolare.

E forse è questo che lo fa inorridire davanti al quella cerimoniosa dimostrazione di sudditanza: non si sente a proprio agio nei suoi panni.

L’anello poi, non è oro ma argento bagnato oro (per sua volontà), anche questa, davvero, una stravaganza.

Un Papa un po’ controverso, c’è a chi piace molto e a chi non piace per niente.

A me è simpatico e anche questa strana danza del “non baciate l’anello”, tutto sommato non mi dispiace.

Perché forse Papa si nasce e lui, forse, non lo nacque.

Però ci mette buona volontà.

:http://www.polisblog.it/video/papa-francesco-no-bacio-anello-piscatorio

 

 

 

 

Lo stupro infinito

“Ce la siamo caricata”, ha detto al barista, il giorno dopo lo stupro di una ragazza americana incontrata in un bar di Catania, uno dei tre deficienti che l’hanno violentata.

Sono tutti coetanei della ragazza, diciannove/venti anni  i tre catanesi che il 15 marzo, dopo aver concosciuto la ragazza in un bar e dopo averle offerto da bere, hanno pensato di “caricarsela” in auto e stuprarla uno via l’altro mentre lei piangeva e diceva di smetterla.

Tre  delinquenti che, dopo il “sollazzo” ripreso col telefonino, hanno persino inviato il filmato alla ragazza, il giorno successivo alla “bravata” per chiederle se le fosse piaciuto e volesse fare il bis, o il tris, visto che erano in tre.

Stupidi porci (senza offesa per i maiali) visto che cosi facendo hanno firmato la propria condanna. E meno male!

Ma questo significa una cosa sola: che nella loro testa qualche meccanismo malato gli suggeriva che stavano facendo la cosa giusta, che in fondo usare una donna come strumento di piacere, per il proprio sollazzo, non è una cosa riprovevole, non è un reato, ma una cosa di cui vantarsi. Da idioti come si sono dimostrati, hanno abusato di lei tre volte ed è tre volte ancora più grande la stupidità e l’arroganza dimostrata nel filmare e invitare ancora la ragazza al “festino”.

Significa considerare le donne delle amebe senza nessuna volontà, degli esseri “inferiori” creati solo per il piacere maschile, considerate cosi insignificanti da pensare che, non solo non li denuncino, ma addirittura siano cosi soggiogate da accettare di essere ancora abusate e magari con sentiti ringraziamenti.

Ne esce un quadro terrificante di tre individui che si comportano da perfetti criminali convinti di essere invincibili e irresistibili e senza la benchè minima cognizione della gravità dell’atto che hanno commesso.

Salvini ha detto: “Per i vermi violentatori di Catania  che hanno stuprato una turista, nessuno sconto: certezza della pena e castrazione chimica!”.

Ma non si parla cosi caro ministro, cosi lei non fa che fare sfoggio di “machismo”.

Non serve, grazie, ne gira già fin troppo, i suoi toni dovrebbero essere bassi  e, in questi casi, parlare solo coi fatti.

Quello, secondo me è il suo dovere, non le “sparate” a favore di telecamere.

 

Pubblicato oggi su “Italians” del Corriere della Sera

Ora più che mai: la madre dei cretini è sempre gravida

Ci sono persone moleste che non vivono se non fanno del male agli altri.

Devo dire che ne ho incontrate tante. Sia donne che uomini. Le relazioni umane sono quanto di più difficile ci sia, ci sono gli ipocriti, i falsi, i leccapiedi che riescono a mantenere finte amicizie o relazioni di comodo e ci sono le persone dirette che dicono sempre come la pensano, non hanno mai secondi fini e per le quali la verità e la genuinità nei rapporti interpersonali è fondamentale.

Credo di appertenere alla seconda categoria: detesto gli ipocriti., i falsi, i leccapiedi, gli opportunisti. Da sempre.

E’ un grave difetto, lo so, ma sono fatta cosi, non posso farci niente. Ho anche perso o non colto molte opportunità per non aver voluto o saputo scendere a compromessi con le mie convinzioni ma non me ne sono mai pentita.

Penso che bisogna sempre dire la verità anche se è difficile. Se una persona non mi piace non metto tempo in mezzo nel chiudere ogni rapporto o per dirgli in faccia come la penso.. Ma non sempre questo è sufficiente. Spesso le persone moleste e cattive, riescono lo stesso  a trovare il modo per infastidirmi.

Potrei parlare dei vicini (soprattutto delle vicine), o di pseudo amiche o di signori che, per diversi motivi, si sono sentiti di doversi vendicare di un mio rifiuto o diniego o semplicemente perché ho declinato ogni richiesta di un qualsiasi rapporto dopo aver verificato che non c’era possibilità di portare avanti nessun tipo di conoscenza.

I “no” decisi, fanno male. Si preferirebbero dei “forse”, ma io non li so dire. Piuttosto non dico nulla e però, ho scoperto che, non dire nulla, lasciare le cose in sospeso, a volte, per chi non è abbastanza inteligente da capirlo, non è sufficiente ed allora bisogna essere molto chiari.

E’ capitato più di una volta, purtroppo di aver dovuto ricorrere alle “maniere forti”. Beninteso non parlo di violenza fisica, ma di dover minacciare di denunciare le molestie o lo stalking. Capita molto più spesso di quanto si creda che una donna sia costretta a farlo.

E spesso però poi, si lascia correre. Ricorrere alla giustizia è sempre l’ultima spiaggia.Gli avvocati costano e i tribunali poi, meglio tenerli alla larga.

Ho sempre “composto” i diverbi lasciando correre o allontandandomi o estraniandomi dalle rivalità, le gelosie, le invidie e le persecuzioni moleste.

Ma il motivo per cui scrivo questa nota è dovuto al fatto che noto, tutti i giorni, purtroppo che, con tutta la mia buona volontà, incappo ancora e sempre in persone moleste.

Non è possiible andare d’accordo con tutti, si sa, ma ci sono persone con le quali è davvero impossibile andare d’accordo e sono appunto quelle citate all’inizio: i falsi, gli ipocriti,gli invidiosi, gli opportunisti, i leccapiedi.

E ci sono persone che possono compendiare in sé tutte queste doti e posso assicurare che si tratta di un cocktail micidiale.

Ne conosco più di qualcuna, il mio stesso condominio ne contiene alcuni esempi e quando mi capita, giocoforza, di imbattermi in questi soggetti, sono sincera, faccio qualche gesto scaramantico.

E’ tale e tanta la negatività che queste persone ti possono gettare addosso che  è necessario  difendersi in qualche modo.

Ma io sono sicurissima che chi leggerà questo mio sfogo penserà che sono io che vedo negli altri questi difetti ma in realtà sono solo il frutto della mia immaginazione.

Magari fosse cosi, i tribunali non sarebbero strapieni di pratiche inevase e di cause di tutti i tipi.

Io me ne tengo a debita distanza, ma se dovesse proprio servire, allora farò di necessità virtù…e lascerò perdere ancora, come ho sempre fatto.

Tanto si dice che la madre dei cretini è sempre incinta ed ora che il governo vuole anche modificare la legge sull’aborto per”difendere la vita” (come se non bastassero gli obiettori che riempiono gli ospedali) saranno ancora di più.

Conviene farsene una e anche due ragioni: contro la cattiveria e la stupidità umane c’è un solo antidoto: ignorarle!

 

Gigi ‘o drago

Gigi il draghetto napoletano, fa i fatti mentre l’amico fraterno appena salvato dal processo, parla.
Come si amano i due cari nostri governanti, i due ineffabili ministri.Interno e Sviluppo economico, siamo in buone mani, mani grandi mani senza fine, come la loro arroganza. Gli servono per arraffare voti a più non possono.
E che dire dell’avvocato di Xi Jinping, il neocinese, illuminato sulla via della seta, Conte Giuseppe?
Ma non ce l’ha una compagna questo nostro premier? Come fa ad andare sempre scompagnato ai grandi appuntamenti con i grandi della terra che esibiscono mogli alla Jennifer Lopez?
E dai Conte, datti una smossa, non ti manco nullo per essere appetibile e appetito da una balda signora.
Non sarai per caso un po’ tirchio?Ti scoccia spendere? L’anello, le cene eleganti (pardon, qualsiasi riferimento è puramente inusuale) ,le gite in barca sul Missisipi, ti preoccupano?
Ma santa Beppa, faresti un figurone con una signora elegante accanto, un’avvocatessa, una principessa del foro, si, ecco, una cosi ti consiglio. E datti da fare, che diamine.
In fondo questa “splendida solitudine” sta diventando un po’ sospetta. Ma non è che non ti sopporta nessuna?
Devi essere un pignolo de niente.
Ma torniamo ai nostri due eroi. Riusciranno a ritrovarsi dopo che si sono picchiati di peccatrice insensatezza sulla via della seta?
O restarenno gli strascichi di questa guerra dei carciofi?
Ma perché non vi mettete d’accordo una buona volta?
E’semplice, vi dividete i compiti:a turno uno dice Si o No a questo o a quello e pace. Una litigata al giorno toglie l’elettore di torno,tenetelo a mente questo slogan vi potrebbe tornare utile (vale solo per i grillini, i leghisti ci sguazzano nelle liti).
Mi sa che fra tutte e due fate davvero una bella coppia di paraventi.
Fate come la May che in due anni è riuscita a distruggere una grande potenza economica, se vi mettete d’impegno voi, insieme, ci riuscirete molto prima.
Sulla via della della carta…da parati.