Cappelli di carta

Secondo fonti americane, ma anche ucraine, i russi stanno usando ormai da tempo, armi chimiche proibite per avanzare con le truppe sul terreno.

 Starebbero usando la cloropicrina un agente fortemente tossico che se inalato può provocare la morte. Non mi meraviglia affatto. L’opinione pubblica concentrata sugli orrendi fatti di Gaza e sulle trattative per il cessate il fuoco in quella zona devastata fra Israele e Hamas, i russi procedono spediti più che mai nella loro “conquista” di territori ucraini anche usando agenti chimici fortemente tossici e altamente proibiti, quasi tra l’indifferenza generale.

Il ritardo negli aiuti militari ha fiaccato le resistenze dell’esercito ucraino ed è ovvio che i russi se ne approfittino. Quasi scontato.

Purtroppo non si vedono spiragli di pace in quelle terre martoriate da due anni di conflitto dove le forze occupanti non si sono fermate davanti a nulla ma hanno proseguito a massacrare i civili (42 morti al giorno secondo le stime di Save the children) e prendersela coi civili è la cosa più abietta che si possa fare. Vale ovviamente per tutte le guerre in atto.

L’altro giorno una donna ucraina di 98 anni ha camminato per 10 chilometri per scappare dai russi che stavano pr occupare il paese e lei piuttosto che cadere nelle loro grinfie ha camminato per una giornata intera pur di mettersi in salvo. Questo per dire quanto sono visti come “salvatori” dalla popolazione.

Per non parlare dei danni che fanno ogni giorno alle istallazioni energetiche e ormai la gente vive al buio e spesso senza cibo o acqua.

La situazione peggiora di giorno in giorno e però gli ucraini non ci sentono di arrendersi come gli ha chiesto di fare il Papa. Arrendersi non è nelle loro corde, vorrebbe dire che oltre 10mila morti solo tra i civili (ma sembrano essere molti di più) sono morti invano e che le tante vittime tra i soldati non rappresentino che una coccarda da appuntarsi al petto per il despota che ha iniziato tutto.

Arrendersi ora sarebbe dichiarare ufficialmente che chiunque usa la forza è autorizzato a prendersi quello che vuole, a uccidere e a devastare dove e come vuole, e che il mondo è impotente davanti ai soprusi e alle nefandezze di una guerra che vede un aggressore feroce ed un aggredito impotente e che cede davanti al più “forte”.

E l’aggredito che soccombe sarebbe il simbolo devastante della inutilità e dell’impotenza di tutte le istituzioni nate dopo l’ultimo devastante conflitto. Carta straccia di cui un despota prepotente e megalomane si fa cappelli di carta.

8 commenti su “Cappelli di carta”

  1. Gli americani stanziano 61 miliardi di aiuti in armi all’Ucraina e che cosa ci si aspetta? Che i Russi stiano lì con le mani in mano ad attendere che le armi arrivino? Ma sui può essere così lontani dalla realtà? E’ ovvio che i russi aumentino la loro pressione.
    Così è stato ad ogni invio di armi, così sarà ancora.
    Però i Capi non hanno questo buon senso, ed ecco Macron si lascia andare a dichiarazioni di irresponsabilità inaudita in cui reitera la possibilità di mandare uomini a combattere in Ucraina. Ciò equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra alla Russia che trascinerebbe in guerra tutta l’Europa: sarebbe la fine del Vecchio Continente.
    Ma un capo di Stato può essere così irresponsabile e incapace di decifrare due anni di guerra fatta all’insegna del contrasto, senza mai tentare una mediazione di pace?

    E come fa Mariagrazia a dire “Arrendersi non è nelle loro corde, vorrebbe dire che oltre 10mila morti solo tra i civili (ma sembrano essere molti di più) sono morti invano”, senza chiedersi cosa verrebbe a dire continuare la guerra? Vorrebbe dire altri morti, sempre più morti caduti invano.
    Ricordo che Daniele Manin, l’ultimo presidente della Repubblica di Venezia, quando vide che contro i cannoni degli Austriaci non poteva nulla, si arrese, nonostante in precedenza avesse dichiarato: “Venezia resisterà all’Austriaco ad ogni costo”.
    E fu una decisione saggia, se oggi possiamo vedere Venezia intatta, lo si deva a quella resa.
    R
    non furono i cannoni degli austriaci a convincere Manin, lui non si sarebbe mai arreso e si era anche fatto da parte e avrebbe lasciato ai veneziani la decisione di combattere fino alla fine, ma fu il colera a farlo decidere di firmare la resa. Lui e i suoi hanno combattuto fino allo stremo delle forze ed erano riusciti a scacciare gli austriaci e fino all’ultimo il suo intento era di combattere ancora ma la città era provata dal morbo (il morbo infuria, il pan ci manca) e anche l’eroica resistenza di Manin e dei suoi non sarebbe servita. Ma lui è ricordato dai veneziani come un grande patriota ed un eroe e la sua statua campeggia in campo Manin mentre le sue spoglie sono a San Marco.

    “«[…] Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
    l’altrui nequizie e la sua gloria,
    e grida ai posteri tre volte infame
    chi vuol Venezia morta di fame!
    Viva Venezia! L’ira nemica
    la sua risuscita virtude antica;
    ma il morbo infuria, ma il pan le manca…
    Sul ponte sventola bandiera bianca!»
    Arnaldo Fusinato.

    E Zelesnky non è Manin e i tempi sono diversi e l’esercito russo invasore guidato dal sovrano imperialista non ripeterà con Kiev l’ultima ora di Venezia.

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  2. Più di uno furono i motivi che indussero Venezia alla resa; più di tre settimane di intensi cannoneggiamenti, la penuria di viveri e infine il colera. Comunque si arrese e, a ragion veduta, fu un bene perché, oltre ai cittadini sopravvissuti, venne risparmiata la città. i cannoni avevano distrutto Forte Marghera e se fossero avanzati ancora avrebbero colpito fin piazza San Marco. Era il 19 agosto 1849.
    Circa messo secolo prima l’ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin, si era arreso a Napoleone, decretando la fine della Serenissima.
    Un esempio dei funesti risultati di resistenza ad oltranza fu la caduta di Costantinopoli e con essa dell’Impero Bizantino per opera di Maometto II.
    Il sultano ottomano, prima di attaccare le potenti mura difensive della città, aveva offerto all’imperatore di Bisanzio, in cambio della resa, l’incolumità di tutti i sudditi dell’impero, comprese le loro famiglie, lasciando loro le proprietà.. Gli fu risposto “picche” e fu una delle stragi più cruente che ricordi la storia: le strade di Costantinopoli si tinsero di sangue, le case furono saccheggiate, le donne e bambini stuprati, le chiese profanate. Era IL 29 Maggio 1453.
    R
    Manin si arrese ma gli austriaci hanno avuto da combattere parecchio prima che l’assedio alla città, la mancanza d viveri e il colera imponessero la resa ai veneziani.
    https://www.skuola.net/storia-contemporanea/resistenza-venezia-1849x.html
    Comunque, io non credo che gli ucraini si debbano arrendere alla prepotenza dei russi, sarebbe un disastro peggiore, sarebbero fatti prigionieri e perderebbero la loro libertà, Zelenky e i suoi farebbero un brutta fine e la guerra continuerebbe sottotraccia. Putin non deve spuntarla perché poi non si fermerebbe ma proseguirebbe invadendo altri paesi.

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  3. Ma perché guardare così indietro nel tempo? Nel 1945, i giapponesi non si arrendevano nonostante la guerra nel Pacifico fosse persa, e fu bomba atomica, un crimine contro l’umanità. Credo il peggiore caso delle conseguenze del “muro contro muro.
    R
    sicuramente il peggiore in assoluto anche se nessuno conosceva a fondo gli effetti di quelle bombe. Ma i giapponesi non si sarebbero arresi e forse la strage sarebbe stata peggiore.
    Le guerre si sa come cominciano ma non si sa mai come finiscono perché sono un’anomalia dell’umanità che non si risolve quasi mai coi trattati. L’uomo dispotico e arrogante quando detiene il potere non lo molla e cerca di espanderlo Nascono cosi le guerre di sopraffazione. Putin ha ormai il mito di se stesso ed è molto pericoloso perché non si fermerà all’Ucraina se non interverranno fatti nuovi a porgli un argine.
    Trattare con lui è impossibile perché lui non tratta, lui comanda e vuole e tutti devono assoggettarsi a lui. L’unica soluzione, a mio modesto parere è che l’Ucraina non molli, sia determinata a contrastare l’egemonia del russo che prima o poi capirà che si sta mettendo dentro un vicolo cieco. Nessuno di quelli ch ora gli dimostrano vicinanza sono disposti ad andare oltre qualche invio di missili e una facciata sorridente (finta).
    Se Manin avesse avuto aiuti che sperava e che non sono arrivati, non si sarebbe arreso neppure di fronte al colera. I veneziani hanno combattuto coi denti, come gli ucraini, gli austriaci erano l’invasore e sono stati scacciati senza quasi colpo ferire una prima volta. Si poteva farlo anche la seconda se Manin non fosse stato lasciato solo a combatterli.

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  4. Bisogna chiedersi sempre quale fosse l’alternativa. L’impero austroungarico circondava completamente Venezia, dalla Lombardia alla Bosnia, e aveva il controllo dell’Adriatico. Pensare di resistere come repubblica indipendente era irrealistico.
    R
    irrealistico ma se non fosse stato per il colera e se il re gli fosse venuto in aiuto avrebbe resistito. I veneziani sono capatosta e non si arrendono tanto facilmente (dovrebbe saperlo).

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  5. Mariagrazia, vedo che la storia non scalfisce le tue convinzioni. In poche righe hai concentrato tutti i mantra che vengono recitati per giustificare la condotta fallimentare dell’Occidente, ossia la strategia di contrapporre forza a forza comunque, fino al raggiungimento di un obiettivo estremo realisticamente irrealizzabile.
    Primo mantra: l’esecrazione del nemico “dispotico ed arrogante” di cui si vogliono ignorare le ragioni delle sue azioni. E siccome il nemico e agisce spinto solo dal proprio animo malevolo, ecco il secondo mantra: gli si attribuiscono obiettivi estremi, arbitrari e non dimostrati: “Putin non si fermerà all’Ucraina”.
    In realtà ogni analisi seria esclude questa possibilità: la Russia non ha una economia fiorente, il tasso di natalità è negativo, Due fattori che impediscono alla Russia di avere velleità espansioniste. Al mondo, gli unici ad avere tali ambizioni sono gli Stati Uniti.
    Terzo mantra: “Trattare con lui è impossibile perché lui non tratta, lui comanda e vuole e tutti devono assoggettarsi a lui”. Siamo sicuri? Qualcuno ha mai provato a trattare in maniera credibile? E non viene il sospetto che via via che passa il tempo la trattiva diviene sempre più difficile?
    Risultato? “Non mollare”, ossia guerra ad oltranza.
    E’ proprio vero che la storia non insegna nulla, atro che maestra di vita.
    R
    la penso esattamente al contrario, la storia insegna che quando si fa il debole coi dittatori questi fanno quello che non dovrebbero fare. Vanno fermati, coi dittatori non si tratta. Se voleva trattare, il nostro ne aveva di occasioni e poi se voleva trattare cosa? Di portare via la terra agli ucraini e di farli schiavi? Che cosa tratti con uno così?
    Guerra ad oltranza la vuole chi invade casa d’altri, basterebbe che se ne andasse e la guerra finirebbe.
    E non seguo nessun mantra, la penso così dal primo giorno.

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  6. Qui siamo un po’ andati indietro nel tempo, divaghiamo parlando nientemeno di Daniele Manin!
    Come ci siamo fatti furbi! Non riuscendo ad inculcarmi la disinformazia ci provano attraverso la Storia: vedi cosa succede a voler insistere a combattere?
    Lo vedi?
    E io che ci casco…
    Beh, alla prossima di che parliamo? di come sarebbe facile dire di si a zio Vlady?
    Eh bravi, che ci vuole? Basta leggere e ascoltare e soprattutto guardare il prof Orsini, quello che va da Bianca tutto puntuto e puntino a fare le sue analisi geopolitiche sulla fine della Ucraina perché non ha scampo: signori, il più forte è zio Vlady, ma che combattete a fare?
    Guardate Manin che fine ha fatto, in esilio, poverino…mi chiamo Fortunata di secondo nome…
    La stessa fine toccherà sicuramente a zio Zelly…
    della serie…come ti incarto la propaganda ( a mia insaputa)e la faccio passare per comprensione delle ragioni di zio Vlady…
    e per fortuna che qui siamo rimasi in pochi, altrimenti chissà cosa mi toccava leggere sulla infinita pazienza di uno che viene attaccato da tutte le parti dal demonio angloamericano…

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  7. Prendo atto che per Mariagrazia, riferirsi a momenti storici, è propaganda. Meglio partecipare enunciando slogan, si mettono da parte i libri e si entra in sintonia col tifo da ultras. Forse è quello che si vuole.
    R
    volevo solo fare dello spirito ma vedo che non è il caso, proprio no.
    Mi dispiace per te Alessandro, ma io qui scrivo quello che penso e se qualche volta mi va di fare la spiritosa, ci provo. Fa parte del “gioco”. Per questo ho aperto un blog altrimenti avrei aperto una cioccolateria.
    IL “tifo” io non lo faccio, credo che siano altri a farlo e comunque con questo ho chiuso!

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