Caos

Ancora un nuovo episodio di intolleranza e di violenza nei confronti di un’ insegnante. Ormai non fanno neppure più notizia.

E’ successo in provincia di Padova, un’insegnante d’inglese di pirma media si è vista affrontare spavaldamente e con arroganza dalla madre di un suo alunno.

La stessa, tracotante e baldanzosa, prima le ha detto che doveva assolutamente  interoggare il figlio in modo da fargli recuperare un quattro che aveva preso nell’ultima interrogazione, poi l’ha aggredita.

La docente, a quanto pare, ha risposto che non era più possibile dato che l’anno scolastico è ormai chiuso e che avrebbe dovuto studiare di più per non ottenere un voto cosi basso.

La madre non ha aspettato neppure che finisse la frase e le ha appioppato un ceffone a tutta mano che l’ha fatta cadere e battere la fronte contro il selciato procurandole delle ferite tali da dover essere ricoverata all’ospedale.

Anche la bidella che era intervenuta in suo soccorso, è stata malmenata ma con conseguenze più leggere.

La donna ora è stata fermata dai carabinieri per oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni e minacce. Ma non ho dubbi che sarà presto rilasciata e tutto finirà, come sempre a tarallucci.

Credo, invece che la “signora” dovrebbe essere punita in modo esemplare per dare un segnale che questo andazzo di cose non può andare avanti.

E anche il Miur dovrebbe intervenire, ora col nuovo ministro per cercare di porre un argine ad episodi di violenza inaudita in cui incorrono sempre di più gli insegnanti,

Questi episodi sono il frutto di una società sempre più incolta, sempre più preda di venditori di fumo sempre più incline ad  essere manipolata a piacimento da personaggi che promettono la luna, da politiche sempre più incentrate sull’intolleranza verso chiunque non rientri nello stretto ambito delle relazioni più intime. Famiglie sempre più chiuse e bambini e ragazzi sempre più vittime di aggeggi tecnologici, perennemente attaccati a fantasie morbose e mostruose e sempre più avulsi dalla realtà che li circonda.

E genitori sempre più arroganti e ignoranti che pretendono di “insegnare” agli insegnanti come si insegna.

Vanno prese misure forti, vanno riportati dentro i limiti della civile convivenza tutti i rapporti interpersonali e chi deve vigilare su questo lo deve fare con determinazione altrimenti il caos è quanto ci aspetta negli anni a venire.

9 commenti su “Caos”

  1. Per quelli che… il maschilismo non esiste.
    Notizie di oggi:
    -operaio uccide mogli 29enne e ne occulta il cadavere.
    -Piacenza. Ventottenne accoltellata dal marito dinanzi ai figli.
    -Milano. Uomo uccide la compaga 41enne dopo lite.
    -Tarato. Accoltella ex moglie.
    -Napoli. Picchia la moglie e la chiude in casa.

    Rispondi
  2. Io proporrei, per questi maci maschioni maschilisti assassini, la castrazione chimica, così si taglia la testa al toro e a chi tale si ritiene.

    Rispondi
  3. Non credo che il desiderio sessuale sia causa preponderante in questo comportamento che spinge al delitto o comunque a tenere un atteggiamento coercitivo nei confronti della donna.
    Credo giochi di più una certa cultura di asservimento della donna da parte dell’uomo che, in caso di ribellione di essa, provoca una grave ferita al malinteso senso di orgoglio maschile.

    Rispondi
  4. Tre generazioni -nonno, figlio e nipote- per assistre allo spareggio tra la nostra squadra del cuore, il Catania, e la Robur Siena. Assieme a noi altri 22 mila spettatori per uno stadio stracolmo: solo un piccolo settore è vuoto, quello riservato ai tifosi del Siena, a cui è vietato assistere alla partita per motivi di ordine pubblico(lo stesso era accaduto ai tifosi catanesi nella partita di andata, cose che solo in Italia si possono vedere).
    L’Etna dietro la curva Nord giganteggia, mentre fischi assordanti salutano l’ingresso in campo del Siena, e altrettanti applausi e slogan pure essi assordanti vengono riservati ai rosso azzurri, mentre un altoparlante, come il rombo d’un aereo imoazzito rompe i timpani coi suoi decibel decisamente oltre la soglia del dolore.
    Si accendono anche le fiaccole
    e tutto il Cibali arde come una fiamma.
    Finalmente si inizia. alla squadra toscana, forte dell’ 1-0 dell’andata, basta un pareggio per qualificarsi, quindi mette in atto tutti gli espedienti per far passare il tempo, lentezza nelle rimesse in gioco, finti infortuni.
    L’arbitro tollera, gli animi in campo e sugli spalti si inacerbiscono. Cosi il tempo scorre e a peggiorare il nervosismo, per non dire la stizza, il Siena passa in vantaggio.
    Il Catania reagisce, ma prima gli vuene annullato un gol, poi finalmente pareggia e allo scadere del primo tempo gli viene negato un rigore sacrosanto. L’arbitro fischia la fine, non il rigore e nascono tafferuflgli a non finire, sembra un’invasione di campo, poi per fortuna gli animi si calmano e tutti negli spogliatoi per l”intervallo.
    Nel secondo tempo il Catania, prima pareggia, poi subisce un’altro fallo da rigore e questa volta l’arbitro lo concede: espelle il giocatore che ha commesso il fallo, però il malcapitato che l’ha subito, l’elemento migliore del Catania, è costretto ad abbandonare la partita.
    Su rigore ol Catania va in vantaggio (2-1) pareggiando il conto totale(2-2)
    Così si va ai tempi supplementari che non risolvono nulla, se non fare stare in apprensione, e poi ai rigori.
    E qui succede il finimondo, nel giro di due minuti si passa dal Paradiso piu etereo all’inferno più buio: il Catania passa in vantaggio, il Cibali scoppia di tripudio, ma i successivi due tiri vengono sprecati mentre il Siena tesaurizza.
    Scende il silenzio nel Cibali, che impressione! mio nipotimo trattiene a stento le lagrime -“sarà per il prossimo anno” gli dico- ma una ventenne che un minuto prima avevo visto esultare all’impazzata, adesso piange a dirotto.
    È vero, s’è perso, altri esulteranno, ma resta di bello l’emozione, la capacità ancora di gioire e di piangere, e in un mondo sempre più indifferente non è poco.
    È finita davvero, mio nipotino Leonardo già pensa al futuro, suo nonno al futuro non ci pensa, ma è contento lo stesso, di essere tornato per beve tempo ragazzo.

    Rispondi
    • Non so se ti può consolare ma ieri il Palermo ha battuto il Venezia per 1 a 0. Magra consolazione, lo so.
      Ma, comunque hai fatto una bella descrizione di un pomeriggio allo stadio di tre generazioni unite dal tifo per la stessa squadra, una cosa senz’altro positiva, poi il risultato conta poco, l’importante è vivere quelle emozioni e se anche non si vince si può imparare la lezione (ovviamente parlo del bambino) che la vita offre molte più delusioni e sconfitte che vittorie e che si impara molto di più decisamente dalle prime.
      Ma sono sicura che la tua squadra avrà sicuramente la possibilità di rifarsi molto presto.

      Rispondi
  5. I reiterati maligni e malefici femminicidi sono la dimostrazione tragica che molti, troppi maschi, che si credono forti ed imbattibili, sono fragili e deboli, e non sanno fare altro, per ostentarsi potenti, che pugnalare o sparare alle proprie compagne. Purtroppo, manca totalmente, in Italia, in ogni agenzia educativa, scuola, famiglia, parrocchia, un minimo indispensabile di educazione sessuale, intesa ad insegnare rispetto, stima ed amore reciproci tra maschi e femmine.

    Rispondi
  6. Si, Mariagrazia, ho saputo Rosanero contro Neroverdi.
    Ora il Palermo si batterà per l’accesso alla seria A, ma mi dispiace per il Venezia che, se ben ricordo, era nella massima serie quando avevo l’età di Leonardo.
    Certo, le sconfitte temperano l’animo e ho cercato di far capire a mio nipote che bisogna saper perdere.
    Alla fine gli ho detto:
    “Ti sei divertito?”
    “Si -mi ha risposto- ma… ”
    “Il ma non importa -ho replicato-è importante che tu abbia partecipato all’emozione”.
    Ciao.

    Rispondi

Lascia un commento