Il dilemma

Sembrava un pulcino nella stoppa, Conte, il professore, l’altro giorno alla Camera, durante la sua replica.

Ma quando si è visto il professore che chiede all’allievo se può o meno dire la tal cosa? Eppure i microfoni hanno immortalato lo scambio tra i due, mentre il premier chiede al vice se può dire una cosa e l’altro gli risponde, senza esitazioni: no.

Ma che razza di premier può essere uno che ha bisogno di chiedere il permesso ad un ragazzino spocchioso se parlare o meno? Se esprimersi o se tacere? Ma non poteva concordarlo prima? Ma che figura meschina!

E che figura odiosa Di Miao in quel suo “no”, detto con la mano sulla bocca ma cosi perentorio e arrogante da definirlo nella sua vera personalità, non quella che porta in giro dentro i vestitini firmati, ma quella che ha nella sua anima: quella di un ragazzo con un’ambizione sfrenata ed una voglia di riscatto sociale ancora più grande. Una carriera fulminante come la sua può solo comprendersi in questa ottica.

Lancia sorrisi alla folla, si dimostra affabile e conciliante invece cova dentro si sé desideri di rivalsa e affermazione personale che superano anche quelli del suo partner leghista. Di gran lunga. Tutto sommato, credo, le sue capacità intellettuali non siano illimitate, ha gravissime lacune culturali e ne è consapevole. Per questo ha scelto Giuseppe Conte come suo alter ego.

Ma Giuseppe Conte è una figura ancora troppo poco delineata ma fin troppo ambigua. Mi sembra soprattutto un grande opportunista, uno che ama il lusso e vuole uscire da un certo provincialismo del quale sembra vergognarsi.

Per certi versi assomiglia a DiMiao, entrambi inclini ai compromessi pur di ottenere i propri scopi.

Le prime mosse di questi due attori politici sembrano andare nella stessa direzione: fare di se stessi due personaggi, conquistare il successo, ambire a vette sempre più alte.

Ma un governo non può essere guidato da personalità che hanno come fini questi presupposti. Un governo deve dare stabilità al paese e due cosi non possono che metterlo nel mirino della speculazione. Perché gli speculatori capiscono quando uno fa sul serio e quando bluffa e non si fida.

I due bluffano, ne hanno dato prova in quel siparietto: posso dire questo? No. Ecco come andrà: l’uno seguirà le indicazioni dell’altro e l’altro darà ordini a chi sarebbe preposto a darne.

Non può funzionare. Anche perché c’è anche un altro attore col quale fare i conti. Ed è l’altra metà del cielo di questo esecutivo di compromesso. Vorrà comandare anche lui e lo ha già dimostrato e i due sembrano andare in direzioni opposte.

Sarà Conte in grado di bilanciare le incongruenze di questi due o sarà quel “pupazzo” che Del Rio preconizza nella sua infervorata arringa durante le dichiarazioni alla Camera?

Questo dilemma dovrebbe sciogliersi molto presto altrimenti temo il governo non avrà lunga vita.

Non è quello che spero ma, francamente, mi sembra talmente surreale questa situazione da farmi sperare che intervenga qualche fatto nuovo che metta fine a questa incertezza.

Lo spread non può continuare a salire e di finire in bancarotta per far felice Grillo non ne ho proprio  nessuna voglia.

4 commenti su “Il dilemma”

  1. Conte si sta facendo le ossa in Canada, al G7, speriamo non ne esca con le ossa rotte.
    Il suo dilemma è, come essere fedeli alla Ue e sostenere Trump per un ritorno al G8, con la Russia al tavolo delle altre potenze.
    Ha scelto, o meglio, aveva assegnato il compito di riavvicinarsi alla Russia, e ha scelto Trump che si diverte a destabilizzare la Ue e sostiene
    il rientro della Russia (estromessa per avere annesso la Crimea)al tavolo dei Grandi.
    Se non che Macron e la Merkel sono inflessibili circa l’esclusione delm Rusdua, e lo stesso Putin ha risposto che a lui interessano altri format, insomma ha ben altro per la testa (per intenderci il summit tra gli Usa e la Cina).

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  2. Il dilemma di Conte è come portare a casa…i piedi. baci abbracci…deve aver fatto sette docce fredde per riprendersi da tanto miele piovutogli addosso. Un perfetto sconosciuto accolto come un amico di vecchissima data. Soprattutto i baci di Trump devono essere difficili da digerire ma anche quelli di Junker una cifra.
    In compenso le uniche due first ladies che accompagnavano i mariti erano splendide e anche Troudeau niente male. Peccato quei calzini a righe da socio del tennis club più esclusivo del Quebec(sberequec).
    Per il resto Conte parlava spedito l’inglese, non ho ancora sentito la pronuncia ma sembravano capirlo tutti. Quella storia di stare con Putin ma anche con l’alleanza atlantica è tipica filosofia grillina: non si butta nulla. Ricicloni ad oltranza, basta vedere a Roma: gli scoccia buttare tutto quel ben Diddio di’immondizia, qualche homeless potrebbe avvantaggiarsene.
    Ma lo vedovo distratto, nervoso, guardava l’orologio, ci credo, poverino, e chissà quante volte al minuto ha pensato: ma chi me l’ha fatto fare? Ma ormai sono in ballo, devo ballare.
    La discesa dall’aereo di stato sotto la pioggia e il vento, poi è stata tragica, che pena.
    L’unica consolazione la compagnia di Rocco Casalino che ho visto di sfuggita dirigere il traffico delle telecamere. Scortato a vista dunque dal responsabile comunicativo degli stellati, Conte è a cavallo ogni parola che dice viene vagliata dal grande fratello Rocco. (E dai suoi fratelli ai quali fa un resoconto dettagliato anche delle virgole).
    Si deve guadagnare bene a fare il premier, altrimenti credo che il povero Conte avrebbe già mandato un sonoro Vaffa a tutta la banda Daffori e ai suoi tot pifferi.

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  3. A proposito della disinvoltura di Conte di fronte a cotanti big della politica, lo si è visto tutt’insieme darsi una grattata alla testa, aggiustarsi la giacca e dare una toccatina al nodo della cravatta.
    Impari da Trump (oltre che a seguirne improvvidamente i dettami) che quandi arriva o parte, sorride e saluta, poi s’avvia si ferma si gira e continua a salutare a braccio teso come se tutto il mondo lo stesse seguendo.

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  4. Conte se l’è cavata benissimo, ha ricevuto i complinenti di Trump e sul lungo termine avrà ragione, la Russia è potenza tale che non si può ignorare. Colpirla poi con sanzioni è controproducente, per non dire demenziale.
    Ho ascoltato la conferenza stampa di Conte dal Canada, molto misurato e convincente.

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