Oltre alla sofferenza per il figlio che ha solo due anni ed è già alle prese con gli ospedali cure e sale operatorie, i genitori di questo piccolo di Modena che è finito suo malgrado sulle prime e pagine dei giornali, alla faccia della privacy, devono vedersi sospendere da un giudice la patria potestà perché hanno chiesto che al bambino non venga trasfuso sangue prelevato da persone vaccinate.
Capisco che i sanitari non possano accogliere una simile richiesta in quanto il sangue prelevato non viene distinto tra vaccinati e non, ma capisco anche la richiesta dei genitori preoccupati per un figlio piccolo indifeso che deve essere sottoposto ad una grave operazione al cuore e che avrà bisogno di trasfusioni e chiedono solo che il sangue che gli sarà iniettato non possa contenere elementi che potrebbero complicare un quadro già complesso. Che cosa c’è di cosi difficile da capire?
I genitori dovrebbero venire rassicurati ed aiutati e la loro richiesta, per quanto possibile almeno compresa.
Invece si sbattono in prima pagina e si strumentalizza la loro difficoltà e il loro scrupolo di coscienza per dare ancora addosso a quella parte di popolazione che non si è vaccinata come se fosse colpevole anche di questo: ritardare l’operazione che il piccolo deve subire.
Lo trovo indecente.
Anche le motivazioni di carattere religioso addotte dai genitori, forse per dare più forza alla loro richiesta, non devono, a mio avviso essere ridicolizzate come fanno in tanti. Ognuno ha diritto alle proprie convinzioni religiose e non possiamo giudicare sempre tutto sulla base delle nostre percezioni.
In tanti non vaccinati si sono detti disposti a donare il sangue per questo piccolo, perché non approfittare della loro generosità e tranquillizzare i genitori che, nel caso sia possibile, si procederà all’intervento utilizzando il sangue di non vaccinati? Ripeto: nel caso sia possibile.
Creerà un precedente, certo, ma perché non andare incontro ad una richiesta legittima in quanto l’amore per un figlio può anche arrivare a far diventare dei genitori particolarmente scrupolosi nella scelta delle cure. I genitori si sono affidati alle cure dei sanitari dell’Ospedale dove il bambino è ricoverato e non si sono opposti certo all’operazione, ma chiedono un surplus di attenzione. Perché non accogliere la loro richiesta se è possibile?
Il vaccino anti Covid ancora non è stato cosi studiato, per escludere al cento per cento che se passasse per trasfusione nel sangue di un bambino di due anni, non potrebbe avere degli effetti imprevedibili e indesiderati, cosi hanno affermato anche i due esperti ai quali i genitori hanno chiesto consiglio.
Naturalmente spero che tutto vada per il meglio, ma spero anche che venga fornita a questi due genitori tutta l’assistenza di cui hanno bisogno per affrontare questo difficilissimo momento. E che si plachi questa “battaglia” mediatica sulla pelle di un bambino che ha enorme bisogno dei genitori e della loro stretta vicinanza e quindi spero anche che gli venga restituito al più presto il loro diritto di stare accanto al figlio come genitori consapevoli del proprio ruolo.