BracaMaio

Non ci potevo credere ma poi mi sono informata, causa il caldo ero rimasta molto indietro circa le mosse dei nostri politici.

L’ingegno tipico dei politici italiani ha sfornato Impegno civico, nato da Insieme per il futuro e Non so più che cosa di un certo sottosegretario del governo uscente; un nome un programma e che nome: Bruno Tabacci.

La nuova coppia Tabacci DiMaio tenta la scalata difficile ma non impossibile del classico posto al sole.

Ma guardateli nella foto che li riprende alla presentazione del nuovo simbolo del nuovo partito: nonno e nipote, sorridenti sembrano non vergognarsi neppure un po’. Ma neppure un pochino, sotto quel ridicolo simbolo pensato nottetempo da uno sciagurato amico di merende del ministro degli esteri ancora in carica per gli affari correnti. Ma che affari correnti? I suoi, Quelli del suo nuovo partito e del suo  vecchio/nuovo alleato. Si, perché DiMaio democristiano (come Tabacci) lo è sempre stato, covava sotto la cenere del vaffanculismo lo scudo crociato della DC. Serpe in seno al Movimento dal quale si è staccato, ora come simbolo ha usato l’ape…povera apetta gialla cosa ci fa su quella specie di ridicola parodia di vecchi simboli riciclati per l’occasione? Non era meglio metterci un serpente al suo posto?

Altro che Ape (di) Maio, il serpente (bon da gnente) era il simbolo adatto a rappresentare il nuovo partito fondato dall’ex grillino.

Ci deve aver pensato su poco per non aver capito che si sarebbe reso ridicolo: uno che si chiama come lui che mette un ape sul simbolo del suo partito è proprio addormentato dalla calura e soprattutto dalla presunzione di essere un politico coi contro…fiocchi.

Il serpente BracaMaio sarebbe stato più consono e anche più divertente cosi è solo ridicolo.

La fretta è spesso cattiva consigliera, quella di DiMiao  è stata pessima.

Ora si lancerà nella campagna elettorale più sudata della storia della Repubblica con quei suoi birignao da gattino da caminetto che però ha già il pelo folto e lungo sullo stomaco. Stomaco di politico di razza peloso fin dalla nascita. Ora si depila, ma sotto quei completini da ministro il pelo ricresce miracolosamente tanto che una nota casa di rasoi lo vorrebbe da tempo come testimonial.

Ma, per ora, Luigi Di Maio  vuole scalare le vette della politica. Lancerà i suoi lunghi peli come funi per arrampicata?

Staremo a vedere. Certo che quell’ape nel simbolo potrebbe tarpargli le ali. Ma come serpente, BracaMaio potrebbe farne ancora molta di strada. Strisciando, pancia a terra, potrebbe andare lontano.

Speriamo cosi lontano da perderlo di vista.

Lo chiamavano Sleepy Joe

Lo chiamavano Sleepy Joe. Poi, un giorno assolato dell’estate più torrida del secolo, Joe assesta un colpo mortale al numero 2 di Al Qaeda, il braccio destro dell’innominabile, quello, per intenderci che ha fatto implodere le Twin towers provocando quasi 3 mila morti. Ayman Muḥammad Rabīʿ al-Ẓawāhirī ha lasciato questa terra colpito da due missili lanciati da un drone americano.
Insomma, gli Usa lo hanno fatto fuori, in soldoni, sulla sua testa pendeva da anni una taglia di svariati milioni.

Il presidente Usa ha detto, in un discorso breve ma che tradiva l’emozione per un fatto che rimarrà nella storia , che chi fa del male agli americani prima o poi viene stanato e la paga cara.
Pare che Al Zawahiri fosse affacciato ad un balcone di una casa segretissima a Kabul dove viveva assieme alla famiglia e però non è riuscito a finire l’aperitivo.
Dopo che quei fastidiosi degli americani avevano lasciato campo libero forse si sentiva al sicuro e invece…il destino.
Che dire ancora? poco se non che potranno dire in tanti che Biden dormicchia, sonnecchia, che mammalucca e vivacchia sugli allori di Obama, ma non si potrà più dire che durante la sua presidenza non sia successo nulla di significativo per il mondo intero e non solo per gli Usa.
Un personaggio come quello, protetto dai talebani avrebbe potuto fare ancora molti danni.
So per certo che in molti diranno che l’operazione è stata eseguita dall’intelligence americana mentre Joe faceva la pennichella pomeridiana, ma il Commander in chief è lui e la responsabilità come il merito, ricadono sulla sua testa.
Testa ordinata, canuta e ben pettinata di presidente anziano , che leggerà anche i foglietti con le istruzioni ma che di sicuro ha dato l’ordine: go man go…liberando il mondo da un feroce terrorista.
O no?

Italia violenta e codarda?

Fa molto male leggere certe notizie, le cose che capitano in questo paese che io, da italiana, fatico a riconoscere.

Non voglio questa Italia violenta, non assomiglia a quel posto che credevo fosse fino a pochi anni fa. Un bel posto, un paese con dei valori solidi e radicati di umanità e solidarietà, un paese uscito da periodi burrascosi che lo hanno distrutto ma che è sempre riuscito a rinascere.

Un paese dove l’arte, i paesaggi le atmosfere sono descritte dai più grandi artisti mondiali ma un paese dove succedono anche cose insopportabili  e sempre più violente e insensate.

L’uccisione, barbara, in strada di un essere umano da parte di un altro essere umano (difficile però definirlo tale) , brutale uccisione per motivi inesistenti: Alika Ogorchukwu, nigeriano di 39 anni è stato ucciso nel pomeriggio del 29 luglio nel centro di Civitanova Marche da un italiano di 32,  Filippo Ferlazzo.

Forse il caldo, un colpo di sole? Tanta violenza da cosa è stata originata? Dal fatto che la vittima fosse di colore? Razzismo dunque?

Forse. Ma uccidere cosi davanti a tutti, per la strada come se si stesse schiacciando una mosca molesta, è una cosa che fa rivoltare lo stomaco e accapponare la pelle.

E nessuno ha trovato il coraggio di intervenire a soccorrere quel poveraccio, nessuno. Ma c’è chi ha filmato col telefonino. Sempre a portata di mano quell’aggeggio era pronto per immortalare l’ orrida scena, ma chi filmava non ha pensato di fermare l’assassino, no.

Si sentiva regista di un film dell’orrore? Erano in tanti intorno a quei due, pare, ma nessuno che si sia azzardato a cercare di fermare tanta insensata violenza ma filmare si. Non importava che un uomo stesse morendo sotto i colpi di un invasato violento davanti a tutti, no, quello che importava era filmare l’evento col telefono. Sarebbe bastato che due o tre uomini avessero preso Ferlazzo per le mutande e lo avessero tenuto fermo fino all’arrivo della Polizia. Ma no, nessuno ci ha pensato.

L’italiano medio è codardo è pusillanime, piuttosto filma ma non interviene a “sporcarsi le mani”? Pare, purtroppo di si da quanto è accaduto anche se è brutto dirlo. Magari non sarà cosi e forse chi assisteva alla scena era raggelato dall’orrore e forse aveva paura a sua volta, ma di filmare non ha perso l’occasione ed è questo che fa più impressione: guardare morire qualcuno attraverso un occhio meccanico rende meccanica anche l’anima.

C’è’ davvero da chiedersi : se l’ambulante ucciso non fosse stato nigeriano, le cose sarebbero andate diversamente?

Io non lo so, ma temo di no. O forse si?

Fare il figo con la fantasia altrui

Oggi voglio ri -pubblicare un mio vecchio articolo su Conte ( ho scritto tanto su questo bel “personaggio”, forse persino troppo) dove per la prima volta compare un (mio) neologismo che ho saputo, per puro caso che ha fatto il giro dell’web (ma non è certo una novità) e che recentemente è stato usato anche da personaggi di fama che, evidentemente, hanno bisogno di attingere dalla creatività altrui per sostenerla e mantenerla e in definitiva per fare il fighi con la fantasia degli altri: “CamaleConte”.

Lo so, succede e non da oggi e non certo solo a me, gli scopiazzatori anche “blasonati” e molto ben pagati ci sono eccome,  tutti sanno che scopiazzano ma cosi va il mondo o l’Italia dove il merito viene considerato meno di zero e conta solo “conoscere”,

Cioè come diceva il filosofo francese Bourdieu: ” Il faut connaitre” (sperando che fosse sua davvero, ma non ho dubbi in merito). L’Italia che fa scappare le menti migliori perché c’è un tale ammanicamento tra “simili” che si difendono tra loro e si preservano i “posti migliori” se li conservano e se li tramandano gelosamente e per gli altri rimane cosi poco se non nulla. Parlo soprattutto dei giovani che diventano vecchi in attesa di una posizione decente e ai quali  non resta che espatriare o lasciare che i “migliori” copino….con buona pace di tutte le leggi sul plagio e sul copyright che servono solo a chi è abbastanza forte, ricco e potente, da poterle usare a proprio vantaggio.

 

Eccolo:

Il governo (e l’anno) bellissimo che verrà

30 Agosto 2019 di mariagrazia gazzato

Questo spirito di concordia già si sente nel paese. Il premier incaricato, CamaleConte, ha detto, urbi et orbi che il prossimo sarà un governo  compassionevole, comprensivo e ci farà vedere delle novità. E le stiamo già aspettando.

Cambiato il governo (ecco il cambiamento), cambia anche il clima e da burrascoso diventa bello stabile. L’anticiclone pugliese  si è stabilizzato e, pare, intenda rimanere per un bel pezzo.

Per ora possiamo fare solo supposizioni sulle novità annunciate, sperando che siano positive e che non ci chiedano sovvenzioni per risanare il bilancio. Sarebbe già una novità grossa.

Ma possiamo divertirci col giochino di fine estate: il totoministri.

Fra’ ‘nCeschini  vicepremier, morigerato com’è potrebbe essere l’ideale per ricordargli quale è il fine ultimo di ogni uomo (ricordati fratello…) e quindi mettere d’accordo gli animi bellicosi con questa  prospettiva.

Alfonso Malafede può rimanere alla Giustizia, i criminali non si sono lamentati del suo operato, anzi è arrivato persino qualche endorsment ma non farei nomi,  in compenso i conduttori di talkshow lo adorano, è telegenico e comunicativo e soprattutto, parla tanto ma non combina nulla, quindi è perfetto.

Al ministero più pesante ci metterei una donna, per il Viminale avrei pensato a Taverna, donna di polso che potrebbe non farci rimpiangere il suo predecessore per quanto riguarda l’accoglienza: “je tiro du calci nej stinchi”, potrebbe essere il suo motto.

E a Renzi non vogliamo dare nessun ministero? Lo vedrei bene al Pari Opportunismo, come sa cogliere le occasioni e le opportunità lui…

E DiMaio? Voleva fare il vicepremier ma non sembra che sia nel mood del governo delle novità, almeno diamogli un ministero pesante, proporrei la Cultura (per lui sarebbe pesantissimo), potrebbe finalmente imparare il congiuntivo, e mettere l’arte da parte per un prossimo incarico di premier.

E al Tesoro chi ci vogliamo mettere?

Beh questo è difficile, non mi viene in mente nessuno, quella è la posizione più scomoda: far quadrare i conti è cosa che non riesce mai a nessuno da ormai toppo tempo, i ministri si succedono ma non succede mai nulla, o meglio i conti li fanno sempre in tasca a noi.

L’unico nome che mi viene in mente è il mago Silvan, ma non so se CamaleConte lo apprezzerebbe.

Rimangono ministeri di peso come Lavoro, Istruzione e Difesa, Esteri etc.etc.

Beh, almeno uno di questi potrebbe andare a Tommaso Cerno (senatore del Pd, ex direttore de “L’espresso), se lo meriterebbe se non altro per l’arguzia che dimostra ogni volta (poche per la verità) che si fa sentire. Per essere stato uno dei più accesi sponsor dell’intesa che sta per nascere e per avere detto frasi lapidarie quali: ” l’intesa giallorossa è difficile ma proprio per questo si deve fare”.

Si potrebbe dargli qualsivoglia ministero, di una cosa si può stare certi: sapremmo sempre con chiarezza quali sono le sue intenzioni leggendo le sue frasi all’incontrario.

Una bella novità, davvero!

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Letto oggi non mi pare di essere andata troppo lontana dalla realtà.

Fesserie italiane

Potrebbe anche essere andata cosi, sembra fantapolitica ma, magari, non lo è poi tanto.
Ecco come l’immagino:

Salvini a Conte: rompigli le p…che ti costa? ma non capisci che non hai niente da perdere ma solo da guadagnare? Quello vuole mandare i cannoni a Zelensky e tu che figura ci fai coi pacifisti?

E Conte che Draghi lo odia, non ci ha pensato su tanto e le ha rotte alla grande.
Tanto che Draghi si è stancato e si è dimesso.
Primo gol.
Seconda parte del film.
Salvini a Conte: tu lo fai arrabbiare e lui si dimette e poi se torna alle camere io e Berlusca siamo già d’accordo che lo facciamo cascare ma ne diamo la colpa a lui se non accetta di governare senza di voi…e tanto non lo accetta, lo so lo ha già detto ed è una pellaccia…vai liscio.

E CamaleConte ha eseguito con grande piacere il delitto perfetto. Senza guanti.
Neppure Holmes riuscirebbe a trovare le prove.
Però…pare che i russi abbiano chiesto a Salvini se aveva intenzione di far cadere il governo….dicono rivelazioni di stampa.
Ma tu senti! E che c’entrano i russi col governo italiano?
Ma Salvini dice che no, che sono tutti matti che sono “fesserie”.
Già, ma fesseria per fesseria intanto Draghi è caduto e loro tre (Conte Salvini Berlusconi) si sfregano le mani.

Meloni statte accorta nun te fidà questi te lo stanno a mettere in saccoccia!

A voi non so

I media italiani sono tutti (o quasi) presi e compresi nella devastante campagna d’agosto che, speriamo, non si tramuti in una Waterloo per l’Italia.

Fare proseliti con questo caldo è certamente opera difficile ma i nostri politici non vedevano l’ora e sfidano la canicola con molta aggressività tanto gli sta a cuore il “bene del paese”.

Dopo aver assestato un calcio nel sedere al governo Draghi e mandato a casa a pochi mesi dalla fine della legislatura un uomo che tutto il mondo ci invidia, ora si scannano tra loro per prendere il suo posto senza fare una magra figura.

Impresa ardua.

Ma, dicevo questo per notare che non si parla quasi più della guerra. Dopo avercela propinata a colazione, pranzo e cena, ora neppure come antipasto. Lo so è brutto dirlo, sembra cinismo ma in realtà intendo dire che come succede spesso da noi, i media seguono the money e cioè quello che “tira” di più al momento, il tempo è denaro e a quello nessuno rinuncia.

O forse il motivo è un altro?

Per esempio che l’esercito ucraino sta respingendo i russi in più punti grazie anche alle armi ricevute dall’occidente alleato?

Che ha distrutto tre ponti sul fiume Dnipro che erano fondamentali per le truppe russe i loro approvvigionamenti?

E che LaBrov ha chiesto un incontro con il suo omologo Usa per ragionare di prigionieri di guerra? Mah, che cosa gli si sarà aperto?

Insomma i russi avanzano ma a gambero e, dicono gli ucraini, usano il metodo del “tritacarne”: avanzare piano e fare “carne tritata” di tutto quanto trovano sul loro passaggio. E sottolineo tutto.

Ecco, forse questo un pochino dispiace ad alcuni o molti media italiani che avrebbero voluto continuare a dire che Putin e la sua Invincibile Armada stava proseguendo il lavoro di “denazificare” l’Ucraina.

Ed ora che Draghi è stato sgambettato, ancora di più questa “operazione” avrebbe potuto passare, se non come “legittima” almeno come “necessaria”?

A me il sospetto viene. A voi non so.

Ecco cosa scrive oggi il Guardian ( fra le altre cose):

“Wallace* said the Ukrainian attack on bridges, which appears to have had an impact on the ability to resupply troops in Kherson north of the River Dnieper, had put them “in a very difficult spot” and left the Russians “in a defensive position” in the south.”

 

*Ben Wallace segretario di stato per la difesa inglese.

Carciofi

La politica non è un mestiere, almeno non dovrebbe esserlo, però si impara, come tutti i mestieri. Ma dovrebbe essere una passione, un sentimento alto che racchiude le migliori virtù quali la disponibilità verso il bene comune, la solidarietà e il senso di giustizia. Possiamo dire che i politici italiani attuali rispecchino questi valori?

Siamo, “finalmente”, (anche se ormai era quasi tempo scaduto) in campagna elettorale ed in effetti l’atmosfera che si respira è agreste, Non si sente che parlare di campi.

Larghi, stretti, angusti, da dissodare, arare, seminare per poi, alla fine di tanti sforzi, raccogliere le messi.

E lo fanno quasi tutti i partiti. Berlusconi e la sua epica dello “scendere in campo” ormai è proverbiale e lui come “contadino” è veramente uno esperto. Poi c’è chi come il segretario del PD,  si deve accontentare di dar via un po’ del suo “terreno” perché lo ha trovato poco fertile se non disseminato di erba cattiva. meglio lasciarlo al suo destino  e fare ” negozietti piccoli ma sicuri”.

Ma poi, non tanto piccoli se si allarga a tutto l’allargabile spostandosi fino al limite e anche oltre i propri confini.

Anche Conte parla di campi, da avvocato non dovrebbe averne grande esperienza ma lui si butta e proclama che sarà il terzo campo, da ambizioso quale è si accontenta del terzo ma con un nome prestigioso però perché sarà davvero il “campo dei Miracoli.

Si, lo so è banale ma questa volta i grillini si devono davvero organizzare per farli (con l’aiuto di qualche santo) perché l’aria che tira è, almeno dai sondaggi, a loro contraria, non vorrei che Conte si scomponesse il ciuffo. A proposito di ciuffo, non vi pare che abbia qualche lontana vaga somiglianza con Little Tony? Il cantante che ci ha lasciato ormai da diversi anni ma che è indimenticabile anche proprio per quel suo ciuffo ribelle? Ma non so se sa cantare altrettanto bene, dubito però, mi sa che è stonato.

Insomma i nostri politici in campagna elettorale si sentono contadini anche se non distinguono un asparago da un carciofo.

Il contadino però è un mestiere molto serio e implica anche sapere un po’ di politica mentre il politico anche se non sa zappare il suo posto al sole, o all’ombra, lo trova lo stesso. Quasi sempre.

Help

Quando, tra qualche decennio, gli studenti italiani dovranno rispondere alla domanda: “che cosa è successo a Roma il 20.7.2022 ci sarà chi risponderà: “io la so: gli amici di Mario Draghi lo hanno aiutato ad andare a casa, gli hanno chiamato un taxi e il suo governo è caduto con un tonfo che si è sentito oltreoceano”.

Bravo! dirà l’insegnante, fiero di cotanta sapienza. Che cosa sia successo dopo però il libro ancora non lo dice, c’è una pagina bianca (o nera). Di sicuro il milione di alberi all’anno ( aggiunti a quelli del Pnrr) che Berlusconi ha promesso, non saranno mai piantati se non nel suo libro dei sogni. L’essersi fatto negare al telefono quando Draghi lo ha chiamato quel fatidico giorno e aver commentato l’addio di Gelmini, Brunetta, Carfagna: “riposino in pace” però, non gli farà fare bei sogni nei prossimi mesi. Soprattutto se dovrà (come dovrà) tenere a bada i due puledri scalpitanti che tiene nella stalla (si fa per dire, ovvio) e che sono pronti a scannarsi per quella poltrona.

Sarà lei, Giorgia a prenotarsela e tenersela calda fino al 25 settembre, o sarà Matteo Salvinoff che se la cura ormai da anni con sguardo amorevole?

Peso tacon del sbrego, direbbero dalle mie parti, ma dovremo accontentarci del tacon e farne buon pro è la democrazia, bellezza.

Forse.

Dico forse perché c’è sempre Enrico (l’importanza di chiamarsi Letta) che lavora sottoterra come i Barbapapà e anche se non sarà largo il campo, non è neppure troppo stretto. Apre, pare a molti sia a sinistra che al centro e limitrofi, ma chiude e questo (pare) è certo a Conte. Conte…un nome un programma. Non è difficile per i grillini la campagna elettorale con uno come lui: sanno già che possono scendere ancora nei sondaggi di un bel tot ma per loro azzerare i consensi è un merito, significa che va bene cosi, che sono sulla strada giusta che li porterà alla vittoria, della serie: gli ultimi saranno i primi. E, pare, ci credano. Possono andare al mare, hanno già dato.

Lo scrittore Scurati ha commentato così la caduta di Draghi: ” Abbiamo assistito a una ricerca del tornaconto personale, a un calcolo partitico miserabile a discapito dell’interesse generale. Una sciagurata manifestazione di irresponsabilità”.

Non sarà stato troppo duro? Mah! A cose fatte, il senatore Calderoli se ne spasseggiava per le vie di Roma, ad un signore che gli ha chiesto perché avessero fatto cadere Draghi, il senatore di vecchio pelo leghista, ha risposto bofonchiando qualcosa. Pare che la risposta non sia piaciuta affatto e che si sia sentito un sonoro “Buffoni”.

La pagina per ora rimane bianca la scriveremo vivendo, sempre che le temperature di questi giorni non inceneriscano anche la residua, piccola, flebile, quasi inesistente voglia di andare ancora a mettere una croce su un simbolo di partito.

Ma quale? Help!

Auguri presidente

Mario Draghi è un fuoriclasse, un primo della classe di quelli che tutti lodano a denti stretti ma che tutti invidiano. Ed è destinato a rimanere solo.

Il premier dimissionario però non è certo solo, ha una famiglia ed ha molto seguito in Italia e a livello internazionale. Ma in questi giorni deve essersi sentito molto solo.

Deve essersi detto: “Mario, ma chi te lo fa fare a prendertela tanto per questi ingrati”? E forse si sentiva solo anche in Senato quando ha pronunciato il suo discorso che ha mandato su tutte le furie Conte, Salvini e Berlusconi: i suoi ex alleati, ora non più.

Sfilatisi dalla maggioranza, codardi al punto di non lasciare la minima traccia del loro misfatto, gli hanno tirato la classica pugnalata alle spalle ma senza lasciare impronte. Si tratta però di delitto imperfetto perché gli autori sono persino rei confessi nel contempo spergiurando di non essere stati loro.

Anzi, alcuni adombrano persino di avergli fatto un piacere, tanto era lui stesso a non poterne più. Persino arrivando ad accusarlo di esserci suicidato: un classico del noir ma persino troppo elementare anche per Watson.

E deve essersi sentito solo anche sotto lo sguardo amorevole del ministro Di Maio che lo guardava con affetto come ad un padre. Perché ci sono momenti in cui sembra che nulla ci sia intorno a te anche se c’è una folla perché sai che sei solo davanti alle tue scelte e che sono solo in capo a te. E sai che comunque vada ti daranno sempre la colpa di qualche cosa perché chi fa sbaglia, sempre.

E chi deve prendere decisioni sa che possono essere giuste o sbagliate ma ci vuole chi le prende e chi le prende corre il rischio di sbagliare.

Sembrava aver passato la notte insonne ma era comunque sempre lui nell’aspetto curato senza esagerare, perché si percepiva (almeno io l’ho percepito) che si era affidato alla propria coscienza e quella, se è pulita, sa sempre quale strada prendere. E penso che la coscienza di Draghi sia quella di un uomo che sa che ha intrapreso una strada difficile ma che conta sulle proprie forze e sulla propria intelligenza e non scarica addosso a nessuno il peso delle proprie responsabilità e delle proprie scelte, giuste o sbagliate perché sa che lo sbaglio è sempre possibile ma con la coscienza di aver cercato di fare le cose al meglio delle proprie possibilità.

Ecco, lo vedo così: un uomo con una grande personalità che ha provato lo sconforto del tradimento ma che conosce ed ha esperienza degli uomini e tira dritto per la propria strada consapevole che il tempo è galantuomo (lui si) e prima o poi ritorna quello che ti è stato tolto con l’inganno e la malafede.

Io glielo auguro, sinceramente.

Più che mai

Un Giuseppe Conte furibondo e  sudato ma visibilmente soddisfatto, parla sputando sui microfoni dei cronisti assiepati ed in attesa di sentirlo parlare alla fine della giornata che ha tagliato le gambe a Draghi e messo l’Italia in una posizione di incertezza tale che tutti i giornali stranieri parlano della crisi italiana originata dalle sceneggiate dei Cinquestelle.

Parla con veemenza, il tono quasi soft e dimesso che usa di solito, quel mezzo falso ipocrita sorrisino non c’é sulla faccia lucida di Conte, il suo  aplomb sparito del tutto, ma esprime tutta la rabbia ed il rancore accumulato in questi 17 mesi da quando Draghi ha preso giocoforza il suo posto dopo che il paese aveva constatato la totale ‘inettitudine della sua inazione di governo.

Una rabbia che si sfoga davanti a quei microni e parla di  “tono sprezzante” del premier, parla di come Draghi  abbia affossato le speranze del Movimento di avere risposte “per i cittadini”, dice che mai loro hanno chiesto nulla per sé ma solo per il paese e di come Draghi, invece abbia stolidamente ignorato le loro richieste. Aggiunge anche che ha trovato incomprensibile l’atteggiamento delle destre (ora che non gli servono) e che la vittima sacrificale sono loro i grillini (poverini) e che l’intenzione era quella di farli fuori. Aggiunge persino che hanno ricevuto degli insulti.

Non mi meraviglia, si chieda se non siano meritati dopo questo atteggiamento da vittime quando in un momento estremamente difficile e critico come non mai per il paese, loro si mettono a cavillare sul nulla, su richieste che il premier aveva accolto in parte e che erano già state discusse e  accettate o quantomeno in fase di discussione ma non certo respinte.

E’ più che mai chiara la strategia dei grillini: far fuori Draghi per cercare di rianimare un consenso moribondo e per non morire del tutto dopo la mazzata delle amministrative e l’abbandono di DiMaio che si è formato un proprio partito. Per non parlare dei dissidi interni che danno l’immagine di un partito allo sbando guidato, si fa per dire, da uno che finge di conoscere la strada al buio ma è solo quella che porta al precipizio.

Ma la rabbia mostrata d Conte dimostra tutto il rancore che quest’uomo ambizioso oltre misura ha covato dentro di sé in questi mesi e che è esploso tutto in questa dichiarazione dove  il vittimismo e l’inanità e le contraddizioni di un movimento in disfacimento si è materializzata in quei pochi minuti sul suo viso e nella sua giugulare pulsante. Furibondo ha sputato il veleno che aveva trattenuto nella “coda” per troppo tempo e che  le sue frasi smozzicate e ripetitive oltre che quasi incomprensibili di ipocrita dissenso/ assenso prono solo al potere che rischiava di perdere e per nulla interessato , a differenza di quello che dichiara, al destino del paese, non erano riuscite mai a esprimere pienamente.

Una scena penosa a conclusione di una giornata tragica dove anche Berlusconi, che  si auto definiva “responsabile” e criticava Conte e i grillini per la loro irresponsabilità, ha lanciato la sua coltellata finale alle spalle di Draghi ed ha ascoltato le sirene del leghista che non ha visto di meglio che approfittare della situazione sperando che il voto lo incoroni finalmente premier a dispetto di tutti i sondaggi che danno Meloni già su quella poltrona.

La peggiore italietta della politica davanti alla quale non si può che sentire sconcerto e preoccupazione.

Più che mai.