Non ci potevo credere ma poi mi sono informata, causa il caldo ero rimasta molto indietro circa le mosse dei nostri politici.
L’ingegno tipico dei politici italiani ha sfornato Impegno civico, nato da Insieme per il futuro e Non so più che cosa di un certo sottosegretario del governo uscente; un nome un programma e che nome: Bruno Tabacci.
La nuova coppia Tabacci DiMaio tenta la scalata difficile ma non impossibile del classico posto al sole.
Ma guardateli nella foto che li riprende alla presentazione del nuovo simbolo del nuovo partito: nonno e nipote, sorridenti sembrano non vergognarsi neppure un po’. Ma neppure un pochino, sotto quel ridicolo simbolo pensato nottetempo da uno sciagurato amico di merende del ministro degli esteri ancora in carica per gli affari correnti. Ma che affari correnti? I suoi, Quelli del suo nuovo partito e del suo vecchio/nuovo alleato. Si, perché DiMaio democristiano (come Tabacci) lo è sempre stato, covava sotto la cenere del vaffanculismo lo scudo crociato della DC. Serpe in seno al Movimento dal quale si è staccato, ora come simbolo ha usato l’ape…povera apetta gialla cosa ci fa su quella specie di ridicola parodia di vecchi simboli riciclati per l’occasione? Non era meglio metterci un serpente al suo posto?
Altro che Ape (di) Maio, il serpente (bon da gnente) era il simbolo adatto a rappresentare il nuovo partito fondato dall’ex grillino.
Ci deve aver pensato su poco per non aver capito che si sarebbe reso ridicolo: uno che si chiama come lui che mette un ape sul simbolo del suo partito è proprio addormentato dalla calura e soprattutto dalla presunzione di essere un politico coi contro…fiocchi.
Il serpente BracaMaio sarebbe stato più consono e anche più divertente cosi è solo ridicolo.
La fretta è spesso cattiva consigliera, quella di DiMiao è stata pessima.
Ora si lancerà nella campagna elettorale più sudata della storia della Repubblica con quei suoi birignao da gattino da caminetto che però ha già il pelo folto e lungo sullo stomaco. Stomaco di politico di razza peloso fin dalla nascita. Ora si depila, ma sotto quei completini da ministro il pelo ricresce miracolosamente tanto che una nota casa di rasoi lo vorrebbe da tempo come testimonial.
Ma, per ora, Luigi Di Maio vuole scalare le vette della politica. Lancerà i suoi lunghi peli come funi per arrampicata?
Staremo a vedere. Certo che quell’ape nel simbolo potrebbe tarpargli le ali. Ma come serpente, BracaMaio potrebbe farne ancora molta di strada. Strisciando, pancia a terra, potrebbe andare lontano.
Speriamo cosi lontano da perderlo di vista.