Fesserie italiane

Potrebbe anche essere andata cosi, sembra fantapolitica ma, magari, non lo è poi tanto.
Ecco come l’immagino:

Salvini a Conte: rompigli le p…che ti costa? ma non capisci che non hai niente da perdere ma solo da guadagnare? Quello vuole mandare i cannoni a Zelensky e tu che figura ci fai coi pacifisti?

E Conte che Draghi lo odia, non ci ha pensato su tanto e le ha rotte alla grande.
Tanto che Draghi si è stancato e si è dimesso.
Primo gol.
Seconda parte del film.
Salvini a Conte: tu lo fai arrabbiare e lui si dimette e poi se torna alle camere io e Berlusca siamo già d’accordo che lo facciamo cascare ma ne diamo la colpa a lui se non accetta di governare senza di voi…e tanto non lo accetta, lo so lo ha già detto ed è una pellaccia…vai liscio.

E CamaleConte ha eseguito con grande piacere il delitto perfetto. Senza guanti.
Neppure Holmes riuscirebbe a trovare le prove.
Però…pare che i russi abbiano chiesto a Salvini se aveva intenzione di far cadere il governo….dicono rivelazioni di stampa.
Ma tu senti! E che c’entrano i russi col governo italiano?
Ma Salvini dice che no, che sono tutti matti che sono “fesserie”.
Già, ma fesseria per fesseria intanto Draghi è caduto e loro tre (Conte Salvini Berlusconi) si sfregano le mani.

Meloni statte accorta nun te fidà questi te lo stanno a mettere in saccoccia!

A voi non so

I media italiani sono tutti (o quasi) presi e compresi nella devastante campagna d’agosto che, speriamo, non si tramuti in una Waterloo per l’Italia.

Fare proseliti con questo caldo è certamente opera difficile ma i nostri politici non vedevano l’ora e sfidano la canicola con molta aggressività tanto gli sta a cuore il “bene del paese”.

Dopo aver assestato un calcio nel sedere al governo Draghi e mandato a casa a pochi mesi dalla fine della legislatura un uomo che tutto il mondo ci invidia, ora si scannano tra loro per prendere il suo posto senza fare una magra figura.

Impresa ardua.

Ma, dicevo questo per notare che non si parla quasi più della guerra. Dopo avercela propinata a colazione, pranzo e cena, ora neppure come antipasto. Lo so è brutto dirlo, sembra cinismo ma in realtà intendo dire che come succede spesso da noi, i media seguono the money e cioè quello che “tira” di più al momento, il tempo è denaro e a quello nessuno rinuncia.

O forse il motivo è un altro?

Per esempio che l’esercito ucraino sta respingendo i russi in più punti grazie anche alle armi ricevute dall’occidente alleato?

Che ha distrutto tre ponti sul fiume Dnipro che erano fondamentali per le truppe russe i loro approvvigionamenti?

E che LaBrov ha chiesto un incontro con il suo omologo Usa per ragionare di prigionieri di guerra? Mah, che cosa gli si sarà aperto?

Insomma i russi avanzano ma a gambero e, dicono gli ucraini, usano il metodo del “tritacarne”: avanzare piano e fare “carne tritata” di tutto quanto trovano sul loro passaggio. E sottolineo tutto.

Ecco, forse questo un pochino dispiace ad alcuni o molti media italiani che avrebbero voluto continuare a dire che Putin e la sua Invincibile Armada stava proseguendo il lavoro di “denazificare” l’Ucraina.

Ed ora che Draghi è stato sgambettato, ancora di più questa “operazione” avrebbe potuto passare, se non come “legittima” almeno come “necessaria”?

A me il sospetto viene. A voi non so.

Ecco cosa scrive oggi il Guardian ( fra le altre cose):

“Wallace* said the Ukrainian attack on bridges, which appears to have had an impact on the ability to resupply troops in Kherson north of the River Dnieper, had put them “in a very difficult spot” and left the Russians “in a defensive position” in the south.”

 

*Ben Wallace segretario di stato per la difesa inglese.

Carciofi

La politica non è un mestiere, almeno non dovrebbe esserlo, però si impara, come tutti i mestieri. Ma dovrebbe essere una passione, un sentimento alto che racchiude le migliori virtù quali la disponibilità verso il bene comune, la solidarietà e il senso di giustizia. Possiamo dire che i politici italiani attuali rispecchino questi valori?

Siamo, “finalmente”, (anche se ormai era quasi tempo scaduto) in campagna elettorale ed in effetti l’atmosfera che si respira è agreste, Non si sente che parlare di campi.

Larghi, stretti, angusti, da dissodare, arare, seminare per poi, alla fine di tanti sforzi, raccogliere le messi.

E lo fanno quasi tutti i partiti. Berlusconi e la sua epica dello “scendere in campo” ormai è proverbiale e lui come “contadino” è veramente uno esperto. Poi c’è chi come il segretario del PD,  si deve accontentare di dar via un po’ del suo “terreno” perché lo ha trovato poco fertile se non disseminato di erba cattiva. meglio lasciarlo al suo destino  e fare ” negozietti piccoli ma sicuri”.

Ma poi, non tanto piccoli se si allarga a tutto l’allargabile spostandosi fino al limite e anche oltre i propri confini.

Anche Conte parla di campi, da avvocato non dovrebbe averne grande esperienza ma lui si butta e proclama che sarà il terzo campo, da ambizioso quale è si accontenta del terzo ma con un nome prestigioso però perché sarà davvero il “campo dei Miracoli.

Si, lo so è banale ma questa volta i grillini si devono davvero organizzare per farli (con l’aiuto di qualche santo) perché l’aria che tira è, almeno dai sondaggi, a loro contraria, non vorrei che Conte si scomponesse il ciuffo. A proposito di ciuffo, non vi pare che abbia qualche lontana vaga somiglianza con Little Tony? Il cantante che ci ha lasciato ormai da diversi anni ma che è indimenticabile anche proprio per quel suo ciuffo ribelle? Ma non so se sa cantare altrettanto bene, dubito però, mi sa che è stonato.

Insomma i nostri politici in campagna elettorale si sentono contadini anche se non distinguono un asparago da un carciofo.

Il contadino però è un mestiere molto serio e implica anche sapere un po’ di politica mentre il politico anche se non sa zappare il suo posto al sole, o all’ombra, lo trova lo stesso. Quasi sempre.

Help

Quando, tra qualche decennio, gli studenti italiani dovranno rispondere alla domanda: “che cosa è successo a Roma il 20.7.2022 ci sarà chi risponderà: “io la so: gli amici di Mario Draghi lo hanno aiutato ad andare a casa, gli hanno chiamato un taxi e il suo governo è caduto con un tonfo che si è sentito oltreoceano”.

Bravo! dirà l’insegnante, fiero di cotanta sapienza. Che cosa sia successo dopo però il libro ancora non lo dice, c’è una pagina bianca (o nera). Di sicuro il milione di alberi all’anno ( aggiunti a quelli del Pnrr) che Berlusconi ha promesso, non saranno mai piantati se non nel suo libro dei sogni. L’essersi fatto negare al telefono quando Draghi lo ha chiamato quel fatidico giorno e aver commentato l’addio di Gelmini, Brunetta, Carfagna: “riposino in pace” però, non gli farà fare bei sogni nei prossimi mesi. Soprattutto se dovrà (come dovrà) tenere a bada i due puledri scalpitanti che tiene nella stalla (si fa per dire, ovvio) e che sono pronti a scannarsi per quella poltrona.

Sarà lei, Giorgia a prenotarsela e tenersela calda fino al 25 settembre, o sarà Matteo Salvinoff che se la cura ormai da anni con sguardo amorevole?

Peso tacon del sbrego, direbbero dalle mie parti, ma dovremo accontentarci del tacon e farne buon pro è la democrazia, bellezza.

Forse.

Dico forse perché c’è sempre Enrico (l’importanza di chiamarsi Letta) che lavora sottoterra come i Barbapapà e anche se non sarà largo il campo, non è neppure troppo stretto. Apre, pare a molti sia a sinistra che al centro e limitrofi, ma chiude e questo (pare) è certo a Conte. Conte…un nome un programma. Non è difficile per i grillini la campagna elettorale con uno come lui: sanno già che possono scendere ancora nei sondaggi di un bel tot ma per loro azzerare i consensi è un merito, significa che va bene cosi, che sono sulla strada giusta che li porterà alla vittoria, della serie: gli ultimi saranno i primi. E, pare, ci credano. Possono andare al mare, hanno già dato.

Lo scrittore Scurati ha commentato così la caduta di Draghi: ” Abbiamo assistito a una ricerca del tornaconto personale, a un calcolo partitico miserabile a discapito dell’interesse generale. Una sciagurata manifestazione di irresponsabilità”.

Non sarà stato troppo duro? Mah! A cose fatte, il senatore Calderoli se ne spasseggiava per le vie di Roma, ad un signore che gli ha chiesto perché avessero fatto cadere Draghi, il senatore di vecchio pelo leghista, ha risposto bofonchiando qualcosa. Pare che la risposta non sia piaciuta affatto e che si sia sentito un sonoro “Buffoni”.

La pagina per ora rimane bianca la scriveremo vivendo, sempre che le temperature di questi giorni non inceneriscano anche la residua, piccola, flebile, quasi inesistente voglia di andare ancora a mettere una croce su un simbolo di partito.

Ma quale? Help!

Auguri presidente

Mario Draghi è un fuoriclasse, un primo della classe di quelli che tutti lodano a denti stretti ma che tutti invidiano. Ed è destinato a rimanere solo.

Il premier dimissionario però non è certo solo, ha una famiglia ed ha molto seguito in Italia e a livello internazionale. Ma in questi giorni deve essersi sentito molto solo.

Deve essersi detto: “Mario, ma chi te lo fa fare a prendertela tanto per questi ingrati”? E forse si sentiva solo anche in Senato quando ha pronunciato il suo discorso che ha mandato su tutte le furie Conte, Salvini e Berlusconi: i suoi ex alleati, ora non più.

Sfilatisi dalla maggioranza, codardi al punto di non lasciare la minima traccia del loro misfatto, gli hanno tirato la classica pugnalata alle spalle ma senza lasciare impronte. Si tratta però di delitto imperfetto perché gli autori sono persino rei confessi nel contempo spergiurando di non essere stati loro.

Anzi, alcuni adombrano persino di avergli fatto un piacere, tanto era lui stesso a non poterne più. Persino arrivando ad accusarlo di esserci suicidato: un classico del noir ma persino troppo elementare anche per Watson.

E deve essersi sentito solo anche sotto lo sguardo amorevole del ministro Di Maio che lo guardava con affetto come ad un padre. Perché ci sono momenti in cui sembra che nulla ci sia intorno a te anche se c’è una folla perché sai che sei solo davanti alle tue scelte e che sono solo in capo a te. E sai che comunque vada ti daranno sempre la colpa di qualche cosa perché chi fa sbaglia, sempre.

E chi deve prendere decisioni sa che possono essere giuste o sbagliate ma ci vuole chi le prende e chi le prende corre il rischio di sbagliare.

Sembrava aver passato la notte insonne ma era comunque sempre lui nell’aspetto curato senza esagerare, perché si percepiva (almeno io l’ho percepito) che si era affidato alla propria coscienza e quella, se è pulita, sa sempre quale strada prendere. E penso che la coscienza di Draghi sia quella di un uomo che sa che ha intrapreso una strada difficile ma che conta sulle proprie forze e sulla propria intelligenza e non scarica addosso a nessuno il peso delle proprie responsabilità e delle proprie scelte, giuste o sbagliate perché sa che lo sbaglio è sempre possibile ma con la coscienza di aver cercato di fare le cose al meglio delle proprie possibilità.

Ecco, lo vedo così: un uomo con una grande personalità che ha provato lo sconforto del tradimento ma che conosce ed ha esperienza degli uomini e tira dritto per la propria strada consapevole che il tempo è galantuomo (lui si) e prima o poi ritorna quello che ti è stato tolto con l’inganno e la malafede.

Io glielo auguro, sinceramente.

Più che mai

Un Giuseppe Conte furibondo e  sudato ma visibilmente soddisfatto, parla sputando sui microfoni dei cronisti assiepati ed in attesa di sentirlo parlare alla fine della giornata che ha tagliato le gambe a Draghi e messo l’Italia in una posizione di incertezza tale che tutti i giornali stranieri parlano della crisi italiana originata dalle sceneggiate dei Cinquestelle.

Parla con veemenza, il tono quasi soft e dimesso che usa di solito, quel mezzo falso ipocrita sorrisino non c’é sulla faccia lucida di Conte, il suo  aplomb sparito del tutto, ma esprime tutta la rabbia ed il rancore accumulato in questi 17 mesi da quando Draghi ha preso giocoforza il suo posto dopo che il paese aveva constatato la totale ‘inettitudine della sua inazione di governo.

Una rabbia che si sfoga davanti a quei microni e parla di  “tono sprezzante” del premier, parla di come Draghi  abbia affossato le speranze del Movimento di avere risposte “per i cittadini”, dice che mai loro hanno chiesto nulla per sé ma solo per il paese e di come Draghi, invece abbia stolidamente ignorato le loro richieste. Aggiunge anche che ha trovato incomprensibile l’atteggiamento delle destre (ora che non gli servono) e che la vittima sacrificale sono loro i grillini (poverini) e che l’intenzione era quella di farli fuori. Aggiunge persino che hanno ricevuto degli insulti.

Non mi meraviglia, si chieda se non siano meritati dopo questo atteggiamento da vittime quando in un momento estremamente difficile e critico come non mai per il paese, loro si mettono a cavillare sul nulla, su richieste che il premier aveva accolto in parte e che erano già state discusse e  accettate o quantomeno in fase di discussione ma non certo respinte.

E’ più che mai chiara la strategia dei grillini: far fuori Draghi per cercare di rianimare un consenso moribondo e per non morire del tutto dopo la mazzata delle amministrative e l’abbandono di DiMaio che si è formato un proprio partito. Per non parlare dei dissidi interni che danno l’immagine di un partito allo sbando guidato, si fa per dire, da uno che finge di conoscere la strada al buio ma è solo quella che porta al precipizio.

Ma la rabbia mostrata d Conte dimostra tutto il rancore che quest’uomo ambizioso oltre misura ha covato dentro di sé in questi mesi e che è esploso tutto in questa dichiarazione dove  il vittimismo e l’inanità e le contraddizioni di un movimento in disfacimento si è materializzata in quei pochi minuti sul suo viso e nella sua giugulare pulsante. Furibondo ha sputato il veleno che aveva trattenuto nella “coda” per troppo tempo e che  le sue frasi smozzicate e ripetitive oltre che quasi incomprensibili di ipocrita dissenso/ assenso prono solo al potere che rischiava di perdere e per nulla interessato , a differenza di quello che dichiara, al destino del paese, non erano riuscite mai a esprimere pienamente.

Una scena penosa a conclusione di una giornata tragica dove anche Berlusconi, che  si auto definiva “responsabile” e criticava Conte e i grillini per la loro irresponsabilità, ha lanciato la sua coltellata finale alle spalle di Draghi ed ha ascoltato le sirene del leghista che non ha visto di meglio che approfittare della situazione sperando che il voto lo incoroni finalmente premier a dispetto di tutti i sondaggi che danno Meloni già su quella poltrona.

La peggiore italietta della politica davanti alla quale non si può che sentire sconcerto e preoccupazione.

Più che mai.

V E R G O G N A

Oggi si è consumata la più vergognosa pagina della Repubblica Italiana.

A partire dai grillini, a seguire Lega e Forza Italia senza dimenticare il Pd che ha pugnalato i suoi elettori quando si è alleato col Movimento 5 palle senza dimenticare i partitini minori che hanno vivacchiato del più e del meno in un paese che ha bisogno di ossigeno e di una cura d’urto di vera onestà non quella propinataci da Beppe Grillo: un comico pregiudicato che guida una baraccone di personaggi ancora in cerca d’autore senza mai trovarlo: vergognatevi!

Ora si va finalmente al voto ma con una sensazione di essere sempre e comunque presi in giro.

Draghi non meritava la croce, una pagina da cancellare. Conte può essere soddisfatto, la vendetta si è compiuta.

Ma in questo modo la inaffidabilità totale dei grillini (comunque si vogliano chiamare in futuro) si è irrimediabilmente stampata sul libro della storia.

Vergogna!

Il particolare

Ho l’impressione che Mario Draghi tornerà sui suoi passi. “Per la via del rock and roll”, come cantava molto tempo fa Celentano.

Non perché gli convenga, ma perché più passano le ore e più le sue dimissioni sembrano inconsistenti.

Si può dare dietro ad un gruppuscolo di disorientati grillini che si sono già divisi e che  si stanno dividendo ancora anche dentro se stessi medesimi?

In molti sono combattuti dalla domanda da un milione di euro: “mi conviene di più restare con Conte e finire in uno sgabuzzino senza finestre (al massimo una mansarda) oppure mi conviene di più stare coi governisti e avere ancora qualche chances di sopravvivenza politica? (E anche no)?

Molti grillini non dormono da giorni con questo dilemma. Di sicuro Conte dorme poco: ha la faccia stravolta di quello che pensa: “ma chi me lo fa fare”?

Ma va avanti convinto che lui ha le sue buone ragioni  e lavora per il bene del paese e che il paese è con lui (chissà che sondaggi gli legge Casalino?).

Una lotta intestina anche dentro Conte stesso. Il Conte Uno e il Conte Due.

L’Uno se ne andrebbe volentieri sulla Costa Azzurra con la fidanzata, il Due sa che non può farlo almeno fino a che non è riuscito a mandare a casa Draghi. Chi dei due Conti vincerà? Mi sa che andranno avanti a lungo a litigare e ad incontrarsi nottetempo.

Intanto si moltiplicano gli appelli perché il premier resti, sono quasi commoventi. Da nord a sud isole comprese e persino oltre oceano è tutto un coro di “Tittì, nun ce lassà”.

Il premier dovrebbe esserne contento e ammorbidirsi un po’ e persino versare una lacrimuccia su quella faccia da banchiere centrale, anche se lui stesso racconta spesso la famosa barzelletta del trapianto del cuore dove viene scelto il cuore di un banchiere di 86 anni invece di quello di un ragazzo di 25 perché il cuore del banchiere ” non è mai stato usato”.

Non so perché ma io penso che Draghi un cuore ce l’abbia anche se cuore di banchiere  e magari non piangerà commosso dagli appelli ma penso che resterà perché in fondo ormai che ha fatto 30 gli dispiace non fare 31. Sarebbe un particolare che gli rovina il quadro.

La politica non si addice a Conte

L’Italia affronta la heat wave e intanto cade il governo?
Siamo ancora in emergenza Covid, con l’inflazione ai massimi storici e la guerra in Ucraina e le conseguenze sul gas e le bollette e compagnia bella e i grillini residui vogliono far cadere il governo?
Cioè Conte vuol vedere Draghi andarsene e perché?
Per vendetta personale come molti dicono?
No, sarebbe meschino. E allora perché? Perché penso che il caldo gli dia alla testa.
Avvocato, lei è una brava persona, si tolga dalla testa l’idea di essere un leader, la politica non fa per lei, la lasci al democristiano Letta che sa come uscire dalle secche col suo parlar forbito in politichese spinto.
Lei ha dietro a sé un personaggio che finirà per fagocitarla del tutto.
Beppe Grillo non vuole che si dica che finalmente Roma dopo cinque anni di fallimento della non gestione Raggi dei rifiuti, avrà un inceneritore, che non sarà il massimo dal punto di vista ecologico ma che potrebbe in parte risolvere il problema che ormai è persino ridicolo.
E per questo vuole far cadere Draghi in un momento come questo? Uno dei peggiori della storia della Repubblica?
Meglio che si levi di torno e si applichi alla pratica forense. Meglio per lei e per tutti. Creda.

Spero che Draghi resti al suo posto fino alla fine. Andarsene ora sarebbe darla vinta a chi rema contro l’Italia e agli italiani e sono in tanti dentro e fuori il paese.

Meloni avrà tempo di dimostrare quanto tiene al proprio paese se le sarà dato di governare, ora non è ancora il momento di consegnare l’Italia alla destra che (quasi) sicuramente vincerebbe le elezioni. Pazienti arriverà anche il suo momento. A metterti le mani nei capelli e a gridare “aiuto”, Giorgia, avrai tutto il tempo di farlo se gli italiani te ne daranno mandato.

Per ora preparati e se verrà il tuo turno non ti invidierò certo.

Draghi si è rotto

Dopo il Conte II avremo anche il Draghi II?

Pare di no. Draghi sembra determinato a lasciare la poltrona di premier per sempre: “si è rotto il patto di fiducia”, ha detto dopo che i Cinquestelle hanno negato la fiducia al decreto “Aiuti”. E lui si è rotto le scatole, glielo si legge in viso come stampato.

Aiuto! e adesso? Che Conte andasse alla ricerca del consenso perduto ormai da settimane, lo sapevamo. Che potesse fare lo sgambetto all’uomo che lo ha sostituito di brutto mentre meno se lo aspettava, pure.

Però che Irresponsabili questi responsabili di questo ennesimo giro di valzer di governo di larghe intese.

Ora non resta che andare finalmente a votare. Certo la scelta è davvero ardua. Hanno dimostrato tutti quanto ci tengono al paese, in questi anni abbiamo visto l’affezione per gli italiani uscire a pacchi da tutti i partiti e siamo messi però peggio che mai.

Come mai?

Insomma prima di ridursi in polvere i Cinquestelle hanno incenerito il governo.

Ci sta. I rivoluzionari al governo sono un ossimoro e loro sono ossi…duri e non ci stanno a fare le cose assieme al governo del fare…quello che vuole Draghi.

Fino a che a volere fare le cose che voleva fare era Conte era tutto un altro paio di maniche, i grillini ci potevano stare, Ora si devono tirare su le maniche per recuperare i voti persi in questi anni e sarà dura. e perciò fare le volontà di Draghi non gli serve più.

Siamo alle solite, ora che farà Mattarella? Non vorrei essere nei suoi panni e credo che nemmeno lui si senta tanto a suo agio nei propri.