La guerra in Ucraina dura da 9 mesi: una gestazione. Ormai i dibattiti sono persino stucchevoli. Sentiamo ripetere sempre le stesse cose viste da diverse angolazioni a seconda delle diverse idee politiche degli osservatori. Una verità multi facce con sfumature fino e oltre le famose 50 di grigio. Una guerra che ormai dura da troppo tempo e che sembra non avere mai una soluzione. Si parla di negoziati fin dal primo giorno, ma, finora, se ci sono stati e ci sono stati, non sono approdati a nulla. Ma ora le cose sono diverse rispetto a quando è incominciata. All’inizio tutti pensavano che sarebbe durata poco, il tempo di far capitolare l’Ucraina che con le armi in pugno i russi avrebbero depredato di altri territori (quelli che detengono ora sono pari all’estensione del Belgio) e buonanotte ai suonatori (di Kalashnikov).
Questa guerra è la prima vera guerra in Europa dal 1945 e i giorni si susseguono ai giorni, i profughi ormai hanno raggiunto quasi quota 8 milioni e la popolazione che rimane ora deve affrontare un lungo inverno senza energia elettrica e riscaldamento. Mancano anche acqua e cibo e i bombardamenti dei russi continuano massicci e nonostante gli ucraini si siano ripresi in buona parte Kherson, regione strategica per i russi che l’hanno lasciata alla chetichella rubando tutto il possibile, la battaglia su più fronti, continua. Una, imponente nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia una delle più grandi d’Europa, dove pare che i russi abbiano colpito un ospedale e che abbiano ucciso un neonato.
E per quanto ancora la dea bendata non permetterà che succeda qualcosa a quella centrale che potrebbe essere un disastro di proporzioni inimmaginabili? Speriamo sempre e teniamo le dita incrociate.
Ma, ormai, vedo di poca utilità invocare trattative di pace e sperare che Putin si sieda ad un tavolo, magari assieme a Berlusconi o a Trump, che continuano a dichiararsi suoi amici. Figuriamoci, se li mangerebbe in due bocconi e mezzo. Come inutili mi sembrano a questo punto le manifestazioni per la pace con grande sfoggio di bandiere arcobaleno. La cosa più sperabile sarebbe che ci fosse un cambio di regime in Russia ma non lo vedo alle porte e poi magari il successore di Putin potrebbe essere persino peggiore.
La cosa che, pare, invece dare qualche buon risultato è il continuare sulla strada intrapresa fin dall’inizio della guerra e cioè che i paesi europei e gli Usa, inviino armi e sistemi di difesa sempre più sofisticati e aiuti di ogni genere per quella popolazione che sta soffrendo le pene dell’inferno ma non cede. Fino a che il Cremlino arrivi alla comprensione del fatto che non c’è più trippa per Putin e che se non vuole continuare a far morire i suoi soldati e a perdere completamente la faccia davanti ai suoi “sudditi”, prima o poi, qualcosa deve mollare.
Credo oramai sia evidente anche ai più tenaci sostenitori della tesi che Putin in fondo voglia solo difendersi dai biechi americani, che se gli Usa avessero voluto davvero innescare la terza guerra mondiale, avrebbero colto l’occasione dei due missili caduti in Polonia come casus belli. Invece sia Biden che altri capi di stato, hanno tenuto la barra dritta ed hanno scongiurato il pericolo di una tragica escalation. Ma quanto può durare?
Sperando che il generale Inverno sia clemente con gli ucraini e che Putin arrivi presto a concludere che forse gli conviene, dopo aver nicchiato ancora un po’, prendere in considerazione l’invito che è arrivato come risposta, da parte del capitano della guarnigione ucraina a Snake Island il 25 febbraio scorso, all’ammiraglio della nave da guerra russa che gli imponeva di arrendersi. Una frase che non ripeterò ma che è rimasta famosa e chi l’ha pronunciata è stato insignito di una medaglia di eroe di guerra e ai meno distratti di sicuro non sarà sfuggita.
In senso traslato e metaforico, naturalmente, quasi una…benedizione.