Fondale

Il fiume è una presenza molto diffusa nel mio territorio.Ogni giorno, durante la mia passeggiata quotidiana ne costeggio uno, ma ce ne sono miriadi: fiumi, fiumiciattoli, rii e canali e canalette, dighe, chiuse…laghetti artificiali e naturali, è tutto cosi, dovunque. La presenza dell’acqua è una compagnia piacevole e della quale neppure mi accorgo tanto è costante.

Dovunque mi giri si vede il fiume che attraversa la mia città e si gira e rigira a volte pigramente e  a volte con più forza, si ingrossa e ritorna placido dopo i temporali, va in secca durante le estati siccitose o arriva quasi a tracimare negli autunni particolarmente piovosi.

Ci sono abituata, da sempre. A volte fa un po’ paura. E, anche se è successo che in qualche punto abbia, a volte, rotto gli argini , ma non ha mai causato danni troppo gravi. In più punti è stato deviato, cementificato, costretto a prendere altre direzioni, ma non ha mai “protestato”, si è sempre adattato al nuovo corso e ripreso a scorrere tranquillamente  mimetizzandosi con il  paesaggio circostante e impreziosendolo.

Quello di cui parlo non è un gran fiume, ma un piacevole corso d’acqua ombreggiato sulle due sponde da una fitta vegetazione e dove famigliole di uccelli acquatici trovano il loro habitat naturale. In questo periodo ci sono molti nuovi nati ed il percorso che faccio quotidianamente ne è piacevolmente affollato.

Sono presenze deliziose che accompagnano il tragitto che giorno dopo giorno si fa sempre più verde e punteggiato di fiori e impercettibilmente ma decisamente, cambia, si trasforma si tinge e scolora a seconda delle stagioni ed è quella metafora della vita  che ben conosciamo.

“Il fiume scorre lento, frusciando sotto i ponti, la luna brilla in cielo, dorme tutta la città…” dice una strofa di una celeberrima canzone di Domenico Modugno: “Vecchio frack”. E’ una canzone splendida soffusa di maliconia e con un sottofondo di lieve e velata ironia. Il fiume ne è il protagonista, il fiume che rende poetica anche una storia tragica. Il fiume che ci ricorda che tutto scorre e tutto passa, tutto arriva a destinazione, il fiume che nasconde segreti ma è capace di riportarli a galla e farci ritrovare e riscoprire consapevolezze che credevamo perdute.

A guardarlo, ogni mattina, mentre gli cammino accanto e lo osservo distrattamente, mi capita di sentirmi una parte del panorama.

Mi mimetizzerei anch’io, volentieri tra le acacie fiorite e a volte invidio il profumo che emanano, soprattutto la sera, e mi vedo trasformata in quell’unico ontano che da anni è rimasto solo dopo che gli altri due che gli crescevano accanto , sono stati abbattuti da un furioso temporale. Sembrava cosi solo e disperato qualche tempo fa, ma ora ha ripreso vigore ed è cresciuto cosi rigoglioso da non far più rimpiangere i suoi fratelli scomparsi. Ed emana una forza vitale talmente luminosa da sembrare fornito di una anima e chissà che non ce l’abbia davvero nascosta tra i cerchi concentrici che formano il suo grosso e robusto tronco, sviluppatosi negli anni ed ora cosi maestoso e ricco di sana autorità. A voler significare che dopo la tempesta, qualunque tempesta, quello che sembrava mortificato e incapace di reagire, ritorna presto a riprendere forza  e nuova vita, più forte di prima.

N.d.R: ogni tanto mi piace riproporre questo racconto, in fondo il fiume fa da “fondale” a questo blog ed è una metafora dello scorrere del tempo: quasi sei anni.

Lo dedico a tutti i desaparecidos del blog e anche a quelli che ogni tanto ri… o compaiono.

E, naturalmente, a tutti i “passanti”.

20 commenti su “Fondale”

  1. Suggestivi questi piccoli fiumi che scorrono, serpeggiano, accompagnano per le vie, ora calmi, ora in secca, ora in piena, addirittura straripanti. Le acque che trasportano, si mischiano con altre acque in una fitta rete di flussi senza sosta che s’ingrossano finché non raggiungono la meta ultima e si confondono col grande mare .
    E quanti significati arcan, più
    o meno consapevoli, fluttuano e si confondono con le loro acque.
    Complimenti.
    R
    thanks

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  2. Stiamo facendo il gioco del silenzio?
    R
    mah, non saprei, forse hanno esaurito gli argomenti o, dopo tanto parlare, gli si è seccata la lingua.

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  3. E’ possibile che il fiume menzionato nell’articolo sia lo stesso che attraversa la mia città, qualche decina di km più a nord. Giusto ieri pomeriggio ho fatto una passeggiata sull’argine per digerire il pranzo domenicale. L’ho visto un po’ basso, ma ancora vivo.

    R
    Si, è possibile. Cosa sarebbe il Veneto senza fiumi? Però non piove e non possiamo darne la colpa al governo…o possiamo?

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  4. Cara Mariagrazia, vado un pochino off tread ma pur sempre restando in tema di natura, argomento sul quale credo che lei sia sensibile. Volevo chiederle cosa pensasse della tragedia di quel povero ragazzo ucciso da un orso in Trentino. Questo fatto mi ha davvero sconvolto, perché al posto di quel ragazzo avrei potuto trovarmi io, per due ragioni: la prima, è che vado per boschi (i miei non sono frequentati da orsi ma fossi stato un Trentino come la vittima, nato e cresciuto in quelle valli, non mi sarei tenuto lontano dalla foresta), la seconda è che in gioventù ebbi modo di avere incontri quasi “ravvicinati” (parlo di un paio di episodi cui li avvistammo a un centinaio di metri da noi) con grizzly mentre facevo trekking (in un piccolo gruppo) in Nordamerica. Mi fa comunque un grosso effetto sapere di eventi come questo nel 2023 in Italia! Notizie come queste ci arrivano con protagonisti gli squali e vittime i surfisti in Australia, ma il Trentino… Da quanto ho capito il Trentino ha affrontato con leggerezza la questione orsi e questo da una regione autonoma di lingua tedesca mi stupisce. Che in quella regione si aggiri una popolazione di 100-120 plantigradi mi stupisce molto, occorre fare qualcosa, non sono pensabili altri attacchi ed altre vittime. Massima solidarietà e condoglianze ai cari della vittima, la quale a leggere certi orrendi commenti apparsi su internet sembra se la fosse cercata e meritata. Mi domando cosa frulli nella testa di certi frustrati alla tastiera. Saluti e Buona Pasqua
    R
    Beh, Francesco, per non sbagliare io non leggo certi commenti, mi difendo dalla stupidità umana non considerandola. Una cosa terribile povero ragazzo. Terribile e penso che qualche responsabilità le autorità le abbiano. Da quanto ho letto lui ha cercato di difendersi con un bastone, forse questo è stato il motivo per cui è stato aggredito, tutti dicono che se ti trovi davanti un animale selvatico (e gli orsi lo sono, wild animals), la cosa migliore è stare fermi. Ma nessuna colpa al ragazzo, naturalmente, sto solo cercando di capire. Questo è il primo caso in Italia di morte a causa di un orso, possibile mai che con 100 esemplari e la massiccia antropizzazione di quei luoghi, non si sia pensato di stabilire delle regole o un vademecum da utilizzare quando ci si avventura nei boschi? Che ne so? Pistole spara peperoncino o qualcosa di rumoroso che li spaventi o indicazioni precise su come comportarsi in caso di incontro ravvicinato con orsi o lupi?
    Intanto il WWF ha già affermato che bisogna trovare l’orso e abbatterlo. Su questo sono d’accordo: è troppo aggressivo per essere lasciato libero col rischio che uccida ancora. Ma poi questo caso dovrebbe fa riflettere il governatore sulla pericolosità degli orsi e prendere provvedimenti perché simili tragedie non si ripetano e purtroppo si aspetta sempre che succedano prima di intervenire seriamente. Ma c’è sempre chi non è d’accordo:
    “But Annamaria Procacci, a former ecologist deputy who now works with the animal welfare group ENPA, denounced the lack of precautions taken by local officials. Bears normally keep their distance from people, she argued.
    The local authority had to ensure that people were kept away from zones where female bears were raising their cubs, she added.” (The Guardian)

    Tanti auguri anche a lei.

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    • @mariagrazia: si è vero, se l’orso ti vede scappare ti percepisce come preda e potrebbe avere ancora più interesse verso di te. Meglio fermarsi, se si è in gruppo compattarsi e fare baccano, in questo modo l’animale si trova in una situazione per lui anomala e preferisce non cercare grane. Alcuni subacquei coraggiosi hanno tentato questa strategia di difesa con gli squali (ovvero, non ritirarsi, ma simulare un attacco allo squalo) e pare funzioni. Al contrario con altri animali selvatici, per esempio le alici che possono in certi frangenti essere aggressive, se si percepisce ostilità da parte dell’animale è meglio darsela a gambe, perché è proprio quello che l’animale vuole.
      Negli USA i Rangers del parco che visitammo ci istruirono sul comportamento e distanze di sicurezza nei confronti di tutti gli animali, sulla zonazione e sul numero di campeggiatori liberi permesso in ogni area del parco. Ma noi eravamo ventenni ed incoscienti e non ci attenemmo in tutto e per tutto a queste istruzioni. Se ci ripenso, non permetterei alle mie figlie di rifare le mie esperienze.
      Con questo non voglio insinuare che il povero Andrea se la sia cercata. Non esistevano regole, lui era nato e cresciuto in quella regione e faceva quello che per i residenti era fino a ieri normale e sicuro. Ora apprendo che l’orso verrà abbattuto e con lui una cinquantina di esemplari. Mi spiace perché è una sconfitta nella conservazione della natura ma fossi le autorità non potrei prendermi il rischio che la situazione si ripeta. Spero almeno che questa tristissima vicenda abbia insegnato qualcosa.
      Sui commenti in internet ha ragione, occorre proteggersi e evitare di darvi peso. Cordiali saluti.

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      • Mi sono riletto ed ho scritto un refuso… Intendevo “alci”, non Certo “Alici” 🙂 mi fermo, che è tardi. Buona Pasqua ed un augurio che porti un po’ si pioggia, per restare in tema di Natura. Mi pare che il nord sia drammaticamente secco.
        R
        Si, drammaticamente a secco (a parte el vin, che io non bevo però perché sono astemia). Ma le alici mi erano così simpatiche (soprattutto sott’olio e non so se ha notato l’apostrofo…) ed ho pensato ad un refuso del suo PC, nulla di grave, non si preoccupi, capita.
        Di nuovo auguri anche a lei.

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  5. Francesco, io non mi sono mai trovato in mare a tu per tu con gli squali, ma non sapevo che le alici (dette anche acciughe) potessero essere aggressive.
    Ho imparato una cosa nuova.
    Le alci, forse, possono essere aggressive se hanno i piccoli, ma non stanno nel mare.
    A parte gli scherzi, un orso bruno è un predatore pericoloso, nonostante il suo aspetto da peluche, e, a differenza di altri predatori, non manifesta nessun comportamento che possa mettere sull’avviso. E’ imprevedibile e può attaccare o fuggire secondo come gli gira.
    Tanto per farsi un’idea di cosa è capace di fare un orso, nel PNALM, dove sono stati censiti 53 orsi bruni marsicani, più piccoli di quelli del Trentino, nel 2021 sono stati predati 20 bovini, un cavallo, 68 ovini e altri animali vari.
    Introdurre gli orsi nel Trentino è stata un’enorme stupidaggine.
    Non è vero che il povero escursionista se l’ì cercata. Sono state le autorità che amministrano il Trentino che lo hanno disseminato di mine viventi.

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  6. Signora Gazzato, vedo che lei gioca con i tempi di pubblicazione dei messaggi.
    Quando io ho scritto il mio prendendo in giro Francesco per il suo refuso sulle alici non era ancora presente la sua rettifica (erano circa le 21.30).
    La rettifica è venuta dopo, ma lei ha posticipato la visibilità del mio messaggio per far credere che io lo avessi scritto dopo e nonostante la rettifica.
    R
    STA SCHERZANDO? Trova di ridire anche sui tempi di pubblicazione e ritiene che io abbia tempo e voglia di fare giochini scemi, ma per chi mi ha preso? Lei Lenzini mi sta accusando di una cosa che NON ESISTE. Io non SONO QUI A GIOCARE COL BLOG PER FAR CREDERE COSE ASSURDE, lei mi offende se lo pensa. I tempi di pubblicazione li decido in base all’arrivo dei commenti e lei può vedere gli orari o in base alla mia disponibilità di tempo a passarli e a rispondere. Non faccio “giochi”! Ripeto lei mi offende se lo pensa (e lo scrive pure). Lenzini, anche a Pasqua si lamenta?
    Se questo è quello che pensa di me, credo sia meglio si cerchi un altro blog!

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  7. “Bisogna rimanere fermi”, dicono gli esperti, Dunque, se il povero ragazzo non avesse reagito, forse si sarebbe salvato. Ma è solo una supposizione. Io al suo posto sarei rimasta immobile, terrorizzata, sperando che non mi aggredisse. Ma è facile parlare col senno di poi.
    Certo è che il problema esiste ed ora è diventato ancora più grave, ripopolare il Trentino di wild animals, forse, non è stato proprio un progetto seguito tenendo in considerazione anche la vita degli umani.
    Ora, alla fine delle polemiche, che saranno lunghissime, spero che qualcosa di utile venga fuori.
    L’abbattimento dell’animale sembra scontato, anche se ovviamente dispiace. Lui non ha colpe, il suo intento era difendersi, ma se è così pericoloso è una minaccia continua per i residenti.
    https://www.open.online/2023/04/08/andrea-papi-runner-pressing-per-salvare-orso/

    Ovviamente gli ambientalisti (parlo dei politici) si distinguono sempre per la loro incongruenza e incapacità di afferrare i problemi nella loro complessità.
    Bonelli dovrebbe pensare se fosse successo a suo figlio come avrebbe reagito, prima di sentenziare a salve.

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  8. La disavventura del giovane runner ucciso dall’orso solleva molti interrogativi.
    1. E’ ragionevole creare zone dove vivano animali pericolosi(anche se non particolarmente aggressivi) per l’incolumità dell’uomo e che siano accessibili alle persone comuni?
    2. In ogni caso non dovrebbero essere posti dei cartelli che mettano sull’avviso del pericolo?
    3.Assieme ai cartelli don dovrebbe essere scritto un codice di comportamento in caso di incontri fortuiti con questi animali?
    4. Non sarebbe necessario che la zona fosse battuta da personale esperto con funzione di controllo?
    5. In Abruzzo ricordo che i lupi erano liberi di vagare in vasti appezzamenti recintati, perché non si può fare ugualmente con gli orsi?
    A parete queste domande, mi risulta che nella zona vivano circa il doppio degli orsi previsti dal piano. Questa circostanza potrebbe essere un fattore negativo rispetto la sicurezza, raddoppiando la probabilità di incontri fortuiti.
    A questo punto l’uccisione dell’orso (a meno che non sia un esemplare particolarmente aggressivo) mi sembra più che una soluzione, un volere scaricare certe responsabilità delle autorità preposte all’animale incolpevole.
    R
    I cartelli che indicano l’eventualità di incontrare animali pericolosi, ci sono, ma non credo ci siano istruzioni su come reagire in caso se ne incontri uno. Come ho detto, ci vorrebbe anche una legge che obbliga a portarsi appresso qualche aggeggio che serva eventualmente in caso di aggressione, a salvarsi. Qualcosa bisogna fare. Le autorità locali hanno di certo sottovalutato il problema, ma quelle popolazioni sono abituate da sempre a convivere con animali di ogni specie. Ed è la prima volta che si verifica un caso di morte di persone, attribuita ad un animale selvatico, l’uccisione dell’esemplare colpevole è nel protocollo del WWF. Non credo si possa derogare.

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  9. Signora Gazzato, bisogna distinguere tra ambientalisti, ecologisti e animalisti.
    Gli ambientalisti (Legambiente) sono un movimento di taglio sociologico/naturalistico, e si occupano soprattutto della salute degli esseri umani (effetto serra, inquinamento ecc…)
    Gli ecologisti (WWF) si occupano della conservazione della biodiversità, senza mettere al centro il benessere degli esseri umani (protezione specie a rischio di estinzione, parchi naturali ecc…). E’ un movimento di taglio scientifico.
    Gli animalisti difendono semplicemente la vita e il benessere di qualunque animale, indipendentemente dal suo impatto sugli esseri umani e sulla biodiversità (ENPA, LIPU …) E’ un movimento di carattere etico/populista, non scientifico.
    Naturalmente ci sono tutte le possibili posizioni ibride tra le tre, e la confusione è grande.
    Chi si batte contro l’abbattimento di orsi, cinghiali, cervi, lupi in qualunque situazione sono gli animalisti. Gli ecologisti sono favorevoli agli abbattimenti selettivi quando serve, e gli ambientalisti hanno posizioni intermedie.
    Quell’orso, con ogni probabilità, non ha attaccato per difendersi, ma per mangiare l’escursionista, e poi ci ha rinunciato. Come ho scritto sopra gli orsi attaccano regolarmente e mangiano anche vitelli e cavalli.
    Abbattere quell’orso ha poco senso. A meno che non si trattasse di un orso confidente che aveva superato la paura dei centri abitati, già individuato e segnalato, era semplicemente un orso come gli altri.
    Probabilmente molti altri orsi che non hanno attaccato persone finora lo potrebbero fare se capitasse la situazione adatta. Possibile che gli orsi distinguano gli esseri umani anche dal vestito e dall’odore, e un uomo con una tuta sportiva aderente può darsi che non sia stato correttamente classificato come essere umano, oppure è stato attaccato perché correva, e la fuga stimola i predatori.
    La soluzione più seria è abbattere gli orsi in eccesso, oppure catturarli e portarli fuori dall’Italia. In Trentino ce ne sono un centinaio, e sono decisamente troppi. Forse non è un ambiente adatto per gli orsi e andrebbero tolti tutti.

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  10. Alessandro, come accenna giustamente, esiste un’esperienza precedente, sperimentata da decenni, che è la gestione dell’orso marsicano nel PNALM.
    Ad essere precisi il caso è diverso. L’orso marsicano nel suo territorio c’è sempre stato, ha una popolazione sostanzialmente stabile, è conosciuto e conosce le popolazioni che abitano in quei territori.
    Nel Trentino l’orso si era estinto da molto tempo, e il progetto – finanziato incautamente dall’UE – consisteva nella reintroduzione di una specie estinta trasferendo esemplari da un territorio diverso (Slovenia).
    Una specie che non era in equilibrio con l’ambiente e si è rivelata invasiva, aumentando la popolazione del 100% in pochi anni.
    Nei territori del PNALM i problemi ci sono soprattutto per la predazione di animali domestici, per i quali l’ente parco paga centinaia di migliaia di euro di indennizzi.
    Ultimamente, però, ci sono stati orsi con i quali la gente ha voluto “fare amicizia” dandogli da mangiare, ed è aumentato il pericolo per le persone. E’ il caso dell’orso soprannominato “Juan Carrito”, che, fortunatamente, è morto investito da un automezzo, sollevando il parco da una decisione impopolare.
    Per evitare incidenti non basta avvertire e istruire la gente. Un predatore capace di uccidere una persona può sempre decidere di farlo per motivi che sa solo lui.
    Le gestione di animali pericolosi, in Italia solo lupi e orsi, (la ripopolazione delle vipere era una leggenda metropolitana) non si può fare con metodi da apprendisti stregoni.
    Tenendo conto, poi, che sono temi strumentalizzati politicamente e che, una volta accertati gli errori, è difficile tornare indietro, per me le ripopolazioni non andrebbero fatte. Conservare la biodiversità esistente è un valore e una certezza. Riportare animali che non ci sono più è un azzardo.

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  11. Sono un po’ off topics col post iniziale… ma mi riferisco agli ultimi commenti!
    Cito due tragedie avvenute recentemente entrambe causate da animali: una donna di 53 anni della provincia di Imperia sbranata dal rottweiler del fratello il quale le aveva chiesto di accudire i suoi cani mentre era in vacanza con la moglie.
    E poi un runner di 26 anni, trovato morto nei boschi in Val di Sole (Trentino) aggredito (pare) da un orso.
    Due tragedie che ci dimostrano molto chiaramente uno cosa normalissima: che gli animali si comportano da …animali nonostante la visione idilliaca degli animalisti che pensano che l’uomo possa conviverci in armonia. I cani restano cani, gli orsi restano orsi. Ed è questo il motivo per cui trovo folli coloro che lasciano liberi nei parchi i loro animali e quando mi sono permesso di chiedere di far indossare per lo meno la museruola la reazione è stata o una bella risata o “ma non le fa nulla il mio pelosetto”. Sono animali… e si comportano da animali! Ecco perchè io amo solo gli orsi di peluche!
    R
    ha ragione, anche i cani ormai sono diventati un grosso problema, ne ho scritto spesso su queste pagine. Ma non sono i cani ma i loro padroni il problema più grosso. Gente che si crede forte o invincibile con un cane al guinzaglio che spesso lascia libero anche in centro città senza che nessuno intervenga. Più e più volte è capitato anche a me di chiedere di tenere fermo o guinzagliare cani di grossa taglia liberi , ma il padrone spesso mi ha preso in giro, derisa e anche mandata al diavolo. Ormai qualsiasi luogo pubblico è infestato di padroni con cani che si sentono liberi di terrorizzare la gente, nei bar, nei ristoranti o anche solo per la strada.
    E sono sempre di più i casi di aggressioni anche mortali da parte di grossi cani lasciati liberi.
    La cosa non può andare avanti molto ma sembra esserci quasi un timore reverenziale da parte delle forze dell’Ordine anche solo a redarguire certi padroni maleducati e spesso prepotenti e boriosi ai quali il cane conferisce una sorta di lasciapassare per fare quello che gli pare.
    Gli animali non hanno colpa, chiaramente, ma se continua così, avremo paura ad uscire di casa anche in città e non solo nei boschi. Con tutti i problemi del traffico e tutto il resto, ora c’è anche questo e non è un piccolo problema.

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  12. Concordo.
    Con gli animali in grado di ferire o uccidere un essere umano non si scherza.
    Sugli orsi ho già scritto come la penso.
    Sui cani la questione è molto più semplice: in luogo pubblico devono essere dotati di museruola, buoni o cattivi che siano.
    Non ci si deve vergognare se abbiamo paura dei cani, e i loro padroni non hanno il diritto di deriderci.
    Il padrone di un grosso cane che scherza sulle mie paure affermando che “è buonissimo” è come se mi agitasse in faccia una pistola dicendo scherzosamente “Non abbia paura! E’ scarica!” Lo sa lui (ammesso che lo sappia veramente), ma io non lo so e mi sta spaventando.
    Chi non vuole essere disturbato o minacciato dai cani non è uno che detesta gli animali; è semplicemente uno che detesta i padroni arroganti e maleducati.

    Quanto agli orsi del Trentino, osservo che non è vero che aumentano la biodiversità; anzi, la riducono, così come fanno i cinghiali. La biodiversità significa numerosità di specie presenti

    Un orso o un cinghiale mangia qualsiasi animale piccolo o grande che riesce ad acchiappare: roditori, uccelli, rettili, anfibi, insetti, ragni. Alla fine ci restano solo loro.

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  13. Mi sto sempre più convincendo che l’orso che ha ucciso il povero Andrea Papi in Trentino, non vada abbattuto. Con tutta la tristezza per la morte di un giovane che era andato per boschi pensando di fare una bella corsa e tornarsene a casa poco dopo, non riesco a non pensare che, con le dovute accortezze anche da parte delle autorità regionali, forse Andrea sarebbe ancora vivo.
    Capisco i genitori che hanno denunciato la Regione Trentino per aver ripopolato di orsi in maniera abnorme senza il consenso della popolazione del luogo. Hanno tutta la mia solidarietà e comprensione.
    Ma l’orso che colpa ne ha? L’orso non è aggressivo se non ha paura e se ha paura si difende e la zampata di un orso è micidiale. E’ stata una grave leggerezza del governatore della Regione non prevedere cartelli che indicassero la presenza massiccia di orsi (oltre 100 esemplari) in quelle zone e nessuna indicazione sui comportamenti da tenere nel caso di un incontro ravvicinato. Questo, a mio parere è colpevole.
    Gli esperti dicono (ma lo sapevo anch’io per averlo letto) che se si incontra un animale selvatico o aggressivo, tipo un lupo, bisogna rimanere tranquilli e fermi il più possibile cercando di allontanarsi senza correre. Mai correre. E, dicono, anche che bisogna parlare con voce calma in modo che l’animale si rassicuri sulle intenzioni non bellicose e senta che l’uomo si sta allontanando.
    Lo so che è facile a dirsi, molo più difficile a farsi soprattutto se ti prende il panico, come, probabilmente è successo al povero Andrea.
    Ma non è l’orso che si è avventurato in zona abitata, ma il povero Andrea che è andato a “casa sua”,
    Per cui, ripeto, per quanto comprensiva della tragedia immane che ha colpito quella famiglia, non posso non provare pena e pietà per quel povero animale che potrebbe anche essere un’orsa e una mamma orsa è quanto di più tenero si possa immaginare.
    Per favore non uccidetelo. Piuttosto siano previste misure per prevenire questi fatti, si può se si vuole e si può fare anche presto e senza troppo lasciare passare tempo in mezzo.

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    • Gli esperti dicono che bisogna rimanere tranquilli. Ma personalmente non riesco a simulare tranquillità neppure davanti ad un cagnolino.
      Lo ammetto: io ho tanta paura dei cani. E sono certo la paura venga percepita dall’animale che infatti ringhia quando mi vede da lontano. Figuriamoci se potrei ostentare tranquillità davanti ad un orso da 3 o 4 quintali.
      La paura come il coraggio per don Abbondio se non ce l’hai non si può camuffare.
      R
      certo, ha ragione, per quanta paura si abbia però bisognerebbe cercare di controllarla. A me capitato di trovarmi di fronte a cani di grossa taglia e di avere tanta paura, ma poi ricordandomi delle istruzioni di mio nonno, sono rimasta impassibile e li ho anche scacciati tranquillamente e…miracolo, hanno girato le terga e se ne sono andati. Magari sono stata fortunata ma vale la pena provarci. Certo meglio non trovarsi in certe situazioni e i padroni di cani dovrebbero prendere multe salate quando fanno i prepotenti.

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  14. Sopprimere o meno quell’orso non dipende dal fatto che abbia o meno colpa dell’accaduto.
    Gli animali non hanno mai colpa di quello che fanno.
    Anche un albero pericolante non ha colpe, ma va abbattuto per evitare incidenti.
    Va abbattuto (o catturato e riportato in Slovenia) se si ritiene che sia un pericolo per altre persone. Avendone già uccisa una sappiamo che può farlo. Forse anche altri orsi al suo posto lo avrebbero fatto, ma non ne abbiamo la prova.

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  15. Il bosco non è un parco giochi che puoi tappezzare con cartelli di ogni tipo. Lo si può fare forse all’inizio dei percorsi mappati e numerati. Però rimane un luogo dove chi entra dovrebbe sapere cosa può incontrare. A me è capitato diverse volte di vedere delle vipere che ci sono sempre state e sono spesso mortali. Si sa e si cerca di stare attenti.
    L’orso non vede l’uomo come una preda, questo è abbastanza documentato. Se si imbatte in un umano tende ad allontanarsi. Quando attacca è perché si sente in pericolo e forse una persona che arriva correndo può averlo fatto sentire a sua volta attaccato. L’abbattimento dovrebbe essere l’ultima opzione se non è possibile spostare gli esemplari più esuberanti, ma temo non sia semplice spostare decine di plantigradi in altre nazioni. Come per i lupi qualche esperto di reinserimento deve aver sbagliato i conti, quindi adesso in qualche modo bisogna tenerne il numero sotto controllo.
    Per i cani è diverso e personalmente metterei un patentino obbligatorio per i padroni dopo aver seguito un corso di educazione. Educazione del padrone, ovviamente.

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  16. Esatto! Essendo un cane un arma impropria, ci vorrebbe una specie di porto d’armi.
    Inoltre i cani di grossa taglia dovrebbero essere obbligatoriamente addestrati da un addestratore professionista per garantire che non siano aggressivi e che rispondano ai comandi.

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