Giorgia dice no

Un articolo uscito sulla Stampa, prende un po’ di petto e anche di punta, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Inizia col dire che lei è l’unico leader di partito donna a dire di no a Draghi e che ciò è curioso.

Volendo sarebbe anche curioso il fatto che lei  sia una delle pochissime leader di partito donna, in Italia è un caso quasi unico a parte Emma Bonino leader di Più Europa. E non serve essere femministe per vedere quanto poco le donne siano presenti in questa crisi politica. Non si vedono che facce maschili sfilare, sempre e dovunque.

L’articolo dice anche che Giorgia Meloni ha “prodotto” la figlia col suo compagno. Una frase che ha fatto inorridire molti esponenti del partito che si sono subito lamentati. E con ragione.

Al solito, quando si tratta di una donna si batte sul tema della maternità. Chiaramente è vulnerabile una donna quando le si parla dei figli. Ma lo sarebbe anche un uomo, ma si fa con gli uomini? In genere, no. Non si fa.

Naturalmente la frase è sconcia e il direttore Giannini ha dovuto scusarsi. Ma la “colpa” rimane. Un giornale del calibro della Stampa non dovrebbe mai permettersi di scendere nei sotterranei della contrapposizione politica in questo modo.

Giorgia Meloni può piacere o non piacere ma è la leader indiscussa di un partito che nei sondaggi è arrivato al 16% e le sue quotazioni sono in salita. Quindi molto più seguito di altri partiti che sono attualmente rappresentati in Parlamento.

Una frase brutta che l’autore dell’articolo avrebbe dovuto meditare di più. Ma non lo si fa mai abbastanza e quando si tratta di colpire una donna i colpi bassi si sprecano. Inutile dire che sono solidale con lei.

Non mi rappresenterà mai come politico e non voterò mai il suo partito ma come donna mi sembra doveroso affermarlo. E’ davvero il minimo.

Poi, dal lato squisitamente politico, che dire? Mi meraviglio da sola, ma ho ascoltato tutto il suo discorso all’uscita dalle consultazioni col presidente incaricato Mario Draghi e, lo confesso, non ci trovo nulla di più che ragionevole.

Sta all’opposizione ma con responsabilità, non si opporrà alle cose che ritiene giuste per il bene del paese  e collaborerà quando lo riterrà giusto. Si sentirebbe schiacciata dalla maggioranza che troverebbe sempre sbagliate le sue proposte (come è successo sinora) e perciò non vede perché prestarsi a quello che lei non definisce in quella sede “inciucio”, ma lo da chiaramente ad intendere. Non fa per lei, per il suo partito e perciò dice no.

Più chiaro di cosi! Una donna decisa, Giorgia anche quando deve dire no. “Chi mi ama mi segua” e gli altri in roulotte.

Che cosa c’è di cosi sbagliato in questo?
Perché attaccarla come se si trattasse di un grave sgarbo istituzionale se lei non se la sente di dire si a prescindere?

Democrazia vorrebbe che si capissero anche le ragioni degli “altri”.

A me quelle di Giorgia Meloni, qui e ora, sembrano condivisibili, anche l’opposizione ha un ruolo ed è un ruolo importante. Lei ha scelto questo (per ora) e non credo sia da insultare per questo.

Speriamo che Draghi riesca nel suo intento di unificare l’impossibile, mi sento di potergli dare fiducia. Votare non si può, dicono, il popolo sovrano, almeno per ora, può attendere.

1 commento su “Giorgia dice no”

  1. Noi italiani dovremmo cominciare a non considerare “nemici a prescindere” gli avversari politici. Dovremmo poter giudicare senza pregiudizi ideologici. Dovremmo capire che dialogare con l’opposizione è segno di democrazia.

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