Il sogno

Ho sognato che mi era stato dato questo compito (non saprei da chi): disegnare un fiore, un anemone o una calendula o altro che ora non ricordo. Non era un esame ma un test per ottenere un non meglio identificato posto di responsabilità e per dimostrare la mia idoneità avrei dovuto produrre un disegno di questo particolare fiore.

Avevo a disposizione fogli di carta bianca e matite e pastelli. Ho preso una matita e ho iniziato a disegnare dei petali, ma non venivano bene e piuttosto che un fiore l’immagine che è uscita dai miei tentativi è stata quella di una faccia di bambino. Chiaramente una faccia di bambino.

Le persone che mi dovevano giudicare non si sono dimostrate soddisfatte ma piuttosto sorprese ma comunque disponibili a darmi ancora una chance.

E allora ho riprovato e ho preso dei pastelli colorati e ho disegnato prima lo stelo, una fogliolina e infine un petalo via l’altro, un fiore rosso che aveva tutte le sembianze di un quadrifoglio. Mostrato questo mio sforzo ai miei esaminatori si sono subito dimostrati molto soddisfatti e l’ambito incarico mi è stato assegnato con grande soddisfazione da parte di tutti.

Ecco, questo è il sogno. probabilmente una riminiscenza dell’infanzia quando gli adulti dovevano giudicarmi e mettermi il voto per quello che facevo. La scuola, si ma anche i “grandi” con il loro potere sui bambini che spesso si sentono schiacciati e impotenti nonostante tutta l’amorevolezza e la cura o anche la severità imposta in buona fede con l’intento di educare.

Che un bambino sia fragile come un fiore, l’analogia salta all’occhio anche a chi non mastica psicologia.

Ma cosa può significare allora questo sogno?

Tutti da bambini abbiamo avuto dei sogni che pensavamo di realizzare da grandi.

Io passavo ore e ore, sveglia, di notte a sognare quello che avrei fatto da grande. Mi immaginavo un mondo che mi aspettava pronto a donarmi qualsiasi cosa avessi chiesto.

Ovviamente non è stato cosi. Non è mai cosi, o quasi mai. Chi può dire di avere realizzato i sogni di quando era bambino?

Certo qualche cosa ho realizzato, poco o tanto, non voglio fare bilanci, non mi sono mai piaciuti, ma forse quella bambina mi viene in sogno per dirmelo ancora una volta: non rinunciare ai tuoi sogni …mai.

Ma c’è anche un altro aspetto: il bambino è innocente, sempre e un innocente e per definizione privo di colpe. Chi di noi, adulto, può dirsi privo di colpe?

Credo nessuno, anche il più ligio alle leggi, anche il più accanito e attento a vivere nei dettami che gli sono imposti dalla religione o dalla società in cui vive, bene o male in qualche errore inciampa. Sempre e nessuno può mai dirsi senza peccato.

Almeno non tanto da scagliare la prima pietra.

Invece oggi sono in tanti a scagliare pietre. Ora che la rete ha dato modo a tutti di poter esprimere le proprie idee, molti lo fanno nel totale disprezzo di quelle altrui anche se spesso si nascondono dietro un paravento e si ammantano di doti di obiettività e liberismo e democraticità, (soprattutto i politici) ma da dietro il paravento scagliano pietre contro tutti, soprattutto quelli che non sono disposti ad essere ipocriti. e dicono sempre come la pensano. Sono pietre metaforiche ma sempre pietre sono perché se è vero che “le parole sono pietre” come diceva Carlo Levi, le parole possono persino uccidere.

Ed è cosi che chi si ritiene sempre nel giusto, chi pensa di non avere peccati o si autoassolve sempre, chi ha un ego smisurato (e sono in tanti specie in politica) non si capacita che non gli venga riconosciuto sempre e comunque.

Io ho sempre pensato che nessuno, dico nessuno abbia il diritto di sentirsi in alcun modo superiore ad un altro, non per nascita, cultura, doti personali, ricchezza,idee politiche, no mai.

Me lo dicevano spesso gli adulti, in famiglia, da bambina,  di rivolgermi sempre alle persone con garbo, a tutte le persone, ricco o povero senza distinzione e di avere rispetto per tutti. E di perdonare le offese piccole o grandi, di passare sopra alle ingiustizie piccole o grandi e di combatterle sempre con distacco pensando che in fondo prima o poi c’è una giustizia divina che giudicherà tutti.

E io mi sono sempre comportata cosi, ma ho sempre detto come la pensavo, sempre e a tutti. Non mi sono mai tirata indietro.

E questo non è un pregio in questa società sempre più malata di opportunismo,di ipocrisia, di falsità fatte passare per grandi verità, ma un difetto grave.

Ecco perché quando mi hanno chiesto di disegnare un fiore, nel sogno, ho disegnato un bambino perché un bambino è un fiore e un bambino è innocente come un fiore e un bambino non si adatta alle convenzioni che la società impone a seconda dell’ opportunità e del tornaconto o della “politica” del momento.

E un bambino rimane sempre dentro di noi a ricordarci di non tradire mai i nostri sogni e di non adattarci al mondo ma di cercare di cambiarlo quando non ci piace.

E il mio sogno da bambina, quello più grande, quello più sognato era di non accettare mai le ingiustizie e di combatterle sempre e con tutte le mie forze.

Certo è un sogno molto ambizioso ma i sogni lo devono essere sempre altrimenti che sogni sono?

 

1 commento su “Il sogno”

  1. Un bel sogno il tuo, riesci a superare l’esame al secondo tentativo. Ma il primo tentativo forse è il più riuscito: che c’è di meglio del viso di un bambino?
    Esso rappresenta la spontaneità e l’innocenza.
    Ma i professori -ossia la società che ti giudica- ti costringono a non deviare dalla via tracciata: loro vogliono un fiore (bello anche questo, ma in maniera diversa) e fiore deve essere.
    Non sono un interprete di sogni, ma io ci vedo questo messaggio: nella società la spontaneità – la “corda pazza” di Pirandello- non è apprezzata, deve cedere il passo ad un modo imposto di vivere, la “corda civile”- l’obiettivo da raggiungere, ossia il successo, necessita di una via obbligata che vieni prospettata come una via allettante (il disegno di un fiore) ma quanto migliore non è dato sapere.
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    mi piace la tua interpretazione mi sa che hai proprio ragione.

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