Finalmente liberi

Ma che festa della Repubblica è? Una repubblica con la mascherina? Col divieto di transito tra regioni dello stesso territorio della libera Repubblica italiana fondata nel 1946 dopo una guerra che ha lasciato a terra milioni di morti e devastato un continente?

E oggi? E’ bastato un virus, per quanto aggressivo a farci perdere lo status di liberi cittadini della Repubblica?

Io mi sento ancora prigioniera. Dopo due mesi di chiusura totale e di clausura totale o semi, dopo le odiose mascherine sulla faccia che oggi potrei anche togliere ma che non riesco a levarmi dalla faccia perché ho paura di incontrare il “contagioso”, oppure un virus sperduto e solitario che si aggira ancora nell’aria e che aspetta proprio me.

Ma chi lo sa se non abbiamo bisogno tutti di ricorrere ai sanitari ma non per il Covid ma per la depressione, la sindrome di ansia e di panico derivanti da questi mesi di bombardamento di morte e di sofferenza ma soprattutto di privazione delle libertà fondamentali alle quali eravamo abituati e davamo per scontate, da cittadini della (finalmente) libera Repubblica italiana?

E’ logico che vadano  tutelati i cittadini da una malattia che si diffonde per contagio, ma in assenza totale di prevenzione e con l’improvvisazione dimostrata dai nostri governanti, sembra giusto chiederci: ma ci sono o ci fanno? Insomma appurato e anche approvato che bisogna usare massima prudenza, questa prudenza come si declina?

Possiamo andare dove ci pare a trovare Caio,Tizio, congiunto, affetto stabile o instabile, amante occasionale o duraturo…senza dover passare le forche caudine della burocrazia?

“Dove vai, perché, quanto ti fermi? sei sano o malato? Hai la febbre, il raffreddore, la tosse, la gotta il parkinson, malattie presenti o pregresse, ti sei codificato e appato, tracciato e immunoverificato”?

“Devi compilare il modulo apponendo le impronte digitali delle mani e dei piedi, con tutti i tuoi dati e tolti, specificando motivi e mica motivi, conseguenze e sconseguenze…perché potresti essere contagioso”…

Mi sento oppressa da tutte queste regole, norme  e codicilli, non ci capisco più niente e non mi sento per niente libera, anzi, al contrario, mi sembra davvero di vivere in un incubo, quelli che credevo i miei diritti da una vita sono stati spazzati via da un maledetto virus che ci ha sconvolto la vita, che ha disastrato e buttato per aria l’assetto democratico per via dell’emergenza che, se pur finita, deve continuare a imperversare nelle nostre vite.

Mi si può ben dire che devo avere pazienza, che tutto ritornerà normale e potrò di nuovo sentirmi una libera cittadina della democratica Repubblica italiana.

Ma io non mi sento tranquilla per niente, temo che il virus abbia contagiato la democrazia nel profondo, alle sue vere radici e che non ci lascerà fino a che non ci saremo rassegnati che “ora va cosi”.

No e poi no io non voglio che ora “vada cosi”, né oggi né mai. Rivoglio in toto la mia libertà di movimento e la mia libertà interiore messa a dura prova dalla paura seminata a piene mani, giustificata fino ad un certo punto e quel punto è la nostra integrità personale e la nostra libertà.

Viva l’Italia, libera da virus di qualsiasi tipo, aggressivi o moderati, sepolcri imbiancati o capitani di sventura, ipocriti travestiti da salvatori e mediatori tra forze opposte…uguali, contrari, liberi, condizionati, partiti o restati…

Lasciateci vivere, non toglieteci l’aria, non ci soffocate, abbiamo bisogno di respirare, finalmente, liberi.

 

 

1 commento su “Finalmente liberi”

  1. Mariagrazia, la Sicilia ha la fortuna di avere un’unica via di accesso per il movimento terrestre, per ferrovia o per auto, sempre via mare, mancando ancora il Ponte, attraverso lo stretto di Messina.
    Poi ci sono i porti e gli aeroporti. Insomma è più facile, almeno così sembra, controllare la vie di accesso e di uscita. Forse per questo, qui, il coronavirus ha attecchito poco. Direi per fortuna, perché in quanto a disciplina, salvo i primi tempi quando la fifa consigliava a tutti indistintamente prudenza, non mi sembra ce ne sia tanta.
    Oggi, invogliato dal bel sole, ho fatto un giro in macchina, il traffico è ridiventato normale, anzi mi è parso aumentato. Ho pure gironzolato nelle isole pedonali, la gente era numerosa, molti senza mascherina, molti a formare capannelli, altri a passeggiare sul lungomare l’uno a fianco all’altro senza badare alla distanza di sicurezza. Certo, c’erano poi anche quelli muniti di mascherina e che si tenevano a debita distanza dagli altri, e file in paziente attesa per entrare nei locali.
    Insomma, qui, sarà perché non siamo stati colpiti eccessivamente (parlo della malattia, perché poi le conseguenze del fermo delle attività si sentiranno pesantemente anche qui, eccome), ma non sembra che la gente si senta particolarmente oppressa o che tema di dover cambiare definitivamente le abitudini.
    Salvo ovviamente, “intese”, ossia una recrudescenza del male.

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    beh, qui al nord non è stata rose e fiori ma anche qui la gente è ovunque. Con o senza mascherina.

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