Uomo delle caverne

In giro ci sono tanti galantuomini, ma ci sono anche tanti mascalzoni.

Già chiamarli cosi è fargli un complimento. Ormai le cose si stanno mettendo in un modo che bisognerà insegnare obbligatoriamente, a scuola, alle donne, fin da bambine a difendersi dai delinquenti che possono incontrare sulla propria strada.

La ragazza di Parma che ha subito violenza da parte di due che chiamare uomini mi  risulta molto difficile, avrà bisogno di una vita intera per riprendersi da quanto ha subito e avrebbe anche potuto finire peggio, da quanto si legge, purtroppo, nelle cronache degli ultimi anni.

Il caso è, come si dice, al vaglio degli inquirenti. Ma, da quanto capisco la violenza è stata tale e tanta, talmente brutale e raccapricciante da fare dire al sindaco di Parma, Pizzarotti: “Una vicenda agghiacciante, terribile anche da leggere fino in fondo. Ora la nostra comunità faccia scudo attorno a questa giovane donna».

Ma, in questi giorni, i casi di violenza sulle donne si susseguono; non facciamo in tempo a conoscerne uno che ne salta fuori un altro.

E le vittime sono molto spesso  donne molto giovani che si sono fidate di individui totalmente inaffidabili e per lo più sconosciuti, quando non vengono aggredite per strada o in casa. Una grave imprudenza, certamente fidarsi di sconosciuti, ma, purtroppo, abbiamo visto che gli stessi compagni possono rivelarsi dei brutali violentatori quando non addirittura assassini.

Individui esaltati da droghe o alcol o da deliri di onnipotenza che utilizzano spesso i social per attirare le loro vittime, come nel caso di Parma. Droga facilmente reperibile, come in questo caso e che può aumentare l’aggressività di questi soggetti fino a farli diventare dei criminali che non hanno nulla di umano.

Che fare? Inutile dire che ci vuole maggiore prudenza da parte delle donne, è persino scontato.

Sarebbe utile formare le bambine con appositi corsi scolastici insegnandogli a difendersi, anche con l’utilizzo delle arti marziali.

E che le pene previste per questo tipo di odiosi reati fossero elevate e  soprattutto certe.

Ritengo molto difficile che la società attuale si metta in discussione e rifletta sulle tante contraddizioni al suo interno.

La barbarie di queste azioni non può che derivare da una regressione dell’uomo che ha perso la capacità di rapportarsi in maniera adeguata con le donne e che sta progressivamente ritornando a comportarsi come un uomo delle caverne. Con la differenza che quest’ultimo, di fronte a certi individui risulterebbe un galantuono coi controfiocchi.

 

P.S. E’ ovvio che la scuola ha come compito principe di educare al rispetto reciproco ed alla civile convivenza ma, noto, che ci sono in giro troppi “analfabeti di ritorno” di questa materia.

Dunque, a mali estremi…un bel calcio o una mossa bene assestata, al momento giusto, può risolvere una situazione tragica. O almeno provarci.

Extremis mali extrema remedia…

 

 

3 commenti su “Uomo delle caverne”

  1. Leggendo di questi continui episodi infami di violenze su giovani o meno giovani donne, mi sono trovato, a volte, a considerare come mi comporterei dinnanzi al fatto che una mia figlia, sola o con amiche adolescenti, si accompagnasse a ragazzi coetanei, anche se ben conosciuti. La bestiale violenza, genitale, più che sessuale, esplode ferina in personaggi che possono parere innocui e ben educati. Facevo di questi pensieri spiacevoli, anche se presto scacciati da altri più sereni, mentre passeggiavo per certi paesini umbri stupendi, dove passavano frotte di ragazzi, di ogni età, muniti di zainetti, che ridevano e scherzavano tra di loro. E se poi, verso le compagne, fosse deflagrata una urrefrenata pulsione di violenza? Mah, speriamo proprio di no…Più che di corsi di arti marziali, fin dalle Elementari, sarebbero necessarie lezioni di educazione sessuale, intesa alla conoscenza, corretta e profonda, al rispetto di genere ed all’amore tra individui diversi tra di loro solo fisicamente.

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  2. Mariagrazia è l’ennesimo atto di violenza insensata, per non dire bestiale, violenza tutta “umana” (le bestie rispettano le femmine della loro specie), nella sua disumanità.
    Sappiamo le cause e quali potrebbero esseri i rimedi a questa deriva che non si riesce ad arginare: la subcultura del maschilismo che persiste, la più vasta cultura della violenza(basta guardarsi intorno, compreso il linguaggio), la mancanza di valori morali in cui crescono i nostri giovani, il tabù sessuale che ancora caratterizza la nostra cultura e la nostra scuola, la mancanza di educazione al rispetto della persona, in genere, del più debole e del diverso, in particolare.
    Però, nell’immediato, oltre una vigilanza più efficace ed efficiente dello Stato e della stessa società civile, oltte a leggi più severe, e la certezza della pena per chi le contavvuene, un buon rimedio sarebbe anche quello che suggerisci: le donne devono imparare anche a sapersi difendere e a percepire il pericolo. Molte volte sono riuscite a scoraggiare e mettere in fuga i maleintenzionati.

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  3. Uomini delle caverne anche coloro che per la loro leggerezza e irresponsabilità mettono a repentaglio la vita di innocenti.
    Ieri, in una piscina d’albergo, su morto un bambino di sette anni con l’identicà modalità con cui aveva perso la vita, qualche settimana fa, una tredicenne in un altro impianto simile: entrambi risucchiati dal bocchettone del ricambio dell’acqua.
    Queste tragedie, prima di tutto, sono il frutto dell’incompetenza di chi ha fatto l’installazione(e di chi ha dato l’incarico a persone non idonee), dell’irresponsabilità di chi avrebbe dovuto controllare che il lavoro fosse fatto a regola d’arte (suppongo ci sia un obbligo di omologazione di un impianto fatto in un albergo), e della leggerezza di chi gesisce o è proprietario dell’albergo.
    Specie dopo il primo incidente, noto in tutta Italia, non è venuto in mente a chi di dovere di fare attuare dei controlli cautelativi?
    Certo, c’è anche la necessità non sempre assicurata che i bambini vanno sempre custoditi, e guai a distrarsi anche per poco.
    Ma questo non toglie che gli impianti, soprattutto pubblici, debbano essere sicuri e garantire l’incolumità di chi ne usufruisce.

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