Il muro

Ho notato che, in questi giorni, tutte le autorità: politici, tecnici, amministratori vari, che hanno parlato in pubblico del disastro del ponte, sono tutti maschi, tranne, forse, qualche eccezione (che però mi è sfuggita).

Non che le donne  siano più brave, intendiamoci, o che le donne abbiano le ricette magiche, no, questo no, ma, almeno,qualche donna dovrebbe esserci in mezzo a tanti uomini a decidere del nostro destino.

Invece chi parla in continuazione a ruota libera su tutto è Di Maio. Mette bocca su tutto, persino sui vaccini, è esperto di tutto. Salvini pure, dice anche lui la sua su tutto, mentre Conte è addetto alle pubbliche relazioni e parla col contagocce, bisogna riconoscerlo. (E anche questa è comunque un’anomalia).

Poi ci sono Toninelli e Bonafede, anche loro sempre a pontificare e i vari sottosegretari…tutti maschi.

Anche la foto del consiglio dei ministri tenutosi ieri a Genova, dopo i funerali, rappresenta la realtà del governo del cambiamento: tutti maschi tranne due o tre sparute ministre, tenute ai margini.

Eh già, le donne non si intendono di cose tecniche e, in fondo, meno si intromettono in “cose da uomini” e meglio è.

E questo governo più di altri mostra questa tendenza, leggermente maschilista. ma cosi, poco poco.

Negli altri paesi le parlamentari donne sono il 50% (in molti paesi europei) ma da noi no, noi dobbiamo distinguerci per l’arretratezza.

Insomma, le cose serie, in Italia spettano agli uomini, loro sanno, dispongono, comandano. Le donne, al massimo possono intervenire ogni tanto, ma poco, quel tanto che basta perché non si dica che il governo è maschilista.

Non sia mai!

Eppure ci fossero più donne nelle Istituzioni, forse le cose andrebbero diversamente. Ma non parlo delle amiche dei ministri o dei primi ministri, no, parlo di donne che intraprendono la carriera politica per passione e non per scaldare la sedia e fare un po’ di colore.

Ho l’impressione che ce ne siano sempre di meno e che quelle che ci sono siano già stanche di lottare contro una cultura che le emargina. In tutti i settori e sempre di più.

Eppure le donne si laureano più degli uomini e con voti migliori. E allora? Che cosa succede poi? perché difficilmente, molto difficilmente, raggiungono certi livelli?

Perché arrivano solo fino ad un certo punto e poi pare che si alzi un muro insormontabile tra loro e la catena di “comando”? La casse dirigente italiana è (quasi) tutta al maschile.

Ma non certo perché le donne non saprebbero occupare certe cariche con successo, ma perché spesso, gli uomini non le vogliono tra i piedi.

Un premier donna, da noi, è ancora impensabile.E sempre lo sarà. Ma quando mai da noi ci sarà una Merkel?

Io credo mai. Gli uomini italiani che si facciano “comandare” da una donna, francamente, non ce li vedo.

Ma perché la nostra cultura è ancora troppo infarcita di luoghi comuni difficili da estirpare.

Come ad esempio che la donna deve stare a casa a curare i figli e il marito.Non ci si crede che nel terzo millennio sia ancora così, ma lo è.

L’uomo italiano, in generale, non accetta le incombenze familiari: la casa, i figli, tutto quello che concorre a mandare avanti una famiglia, l’uomo, in genere, tende a lasciarlo sulle spalle delle donne.

Ed è anche per questo che i matrimoni sono in calo e la denatalità in aumento.

Non si tratta solo di questioni economiche. Si tratta anche che di stare a fare gli “angeli” del focolare”come le loro madri o nonne, le donne di oggi non ne vogliono più sapere. Il modello di società che è andato bene sinora (cioè andava bene agli uomini) è saltato.

Le donne vogliono lavorare, intraprendere una carriera e decidere da sé che impronta dare alla propria vita.

Si, questo già c’è, fin dagli anni settanta, dopo che i movimenti femministi avevano ottenuto almeno una parvenza di parità di diritti, qualcosa è profondamente cambiato , ma  le ultime generazioni non ne stanno beneficiando perché la lunga crisi economica ha significato una retromarcia a tanti livelli ed un’involuzione  che ha in buona parte, vanificato quasi tutti i benefici delle lotte femministe.

E il maschilismo di ritorno è peggiore di quello precedente perché ora si considerano le donne che vogliono una piena e totale indipendenza, delle scocciatrici e delle seminatrici di contrasti tra i generi.

Basta guardare l’esecutivo attuale: le donne sono pochissime e quelle che ci sono sembrano essere state scelte per dare pochi “fastidi”.

Io non sono affatto contenta di questo andazzo, lo si nota ovunque, basta soffermarsi in alcuni social per capire quanto le donne siano ancora considerate come un “problema”.Da come vengono trattate a tutti i livelli, sia sul lavoro che nella vita di tutti i giorni, purtroppo, c’è ancora molto da fare perché il diritto dell’essere umano femmina ad autodeterminarsi, venga riconosciuto e accettato come ineluttabile ed imprescindibile.

Ci sono molte resistenze maschili a che ciò si verifichi.

Naturalmente quasi nessuno uomo lo riconoscerebbe, anzi, sono sicura che qualcuno che mi legge penserà che ho torto e che non è affatto come la vedo io e che sono un’ingrata nel non riconoscere come, il maschio moderno, sia evoluto e comprensivo e maturo e come si comporti in maniera irreprensibile nei confronti dell’altro sesso…

si, si, lo riconosco, in linea generale è cosi, però…esistono ancora tante, direi persino troppe eccezioni, le quali, purtroppo, inevitabilmente confermano una tendenza che sta ritornando ad essere regola.

Mi si dimostri che non è vero.

 

4 commenti su “Il muro”

  1. In questo caso, io penso che alle donne, tutte, non solo certo le politiche, manchi la faccia tosta e di bronzo dei loro omologhi maschi. Le donne danno la vita, solitamente, non la Morte, certo con le dovute, ma rare eccezioni. Evitano, di fronte alla morte orrenda di tanti figli, loro e di altre madri, di sparare cavolate ciniche ed ipocrite. L’ultimo povero ragazzo che hanno estratto, Mirko, si può immaginare in quali condizioni, era dell’Appenino Parmense, impiegato all’AMIU. Lui ed un collega si erano trattenuti nel lavoro, quel tanto che è bastato al ponte per distruggerli. Sua madre non si è mossa dal posto, le avevano sistemato una brandina, dei volontari, in una casupola, le portavano ogni giorno qualche cosa da mangiare. Non ha proclamato, come Salvini, che, insieme alla tragica notizia del ponte crollato, ce n’era una buona: la nave che portava 171 immigrati era stata dirottata fuori d’Italia.

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  2. Mariagrazia ieri, spinto dal caldo estivo, mi sono recato in un cinema all’aperto, tipico svago estivo per chi si trova in città, oltre la pizza o la passeggiata sul lungomare, o la sinfonia nel padiglione della Villa.
    Ho visto un bel film, The Post, diretto da Steven Spielberg, ambientato nell’America governata da Nixon, qualche tempo prima del suo impeachment.
    Racconta della fuga di notizie relativa a segreti di Stato pubblicate dal Washington Post (i cosiddetti Pentagon Papers) da cui si evinceva come Nixon e a risalire, tutti i precedenti Presidenti americani coinvolti con la guerra del Vietnam, avessero sempre mentito sulle reali possibilità di successo degli Usa, e non avessero esitato a sacrificare vite di giovani americani pur di non perdere la faccia di fronte al mondo, riconoscendo la loro sconfitta di fatto(“nessun progresso equivale ad una sconfitta” dice un esperto osservatore a Mc Namara, che però fa orecchie da mercante).
    Ebbene la decisione di pubblicare sul giornale le notizie segrete la dovette prendere una donna, proprio una donna, la proprietaria della testata. Una decisione coraggiosissima presa contro tutte le minacce ricevute dall’amministrazione Nixon, il pericolo che le banche si tirassero indietro nel finanziare il giornale facendolo fallire,
    contro la sua stessa coscienza di distruggere la creatura del padre e mettere sul lastrico tutti i collaboratori e dipendenti e contro il dubbio che avrebbe potuto nuocere alla Patria.
    Ma soprattutto, contro l’ingiunzione della Corte di sospendere la pubblicazione e il pericolo di una condanna.
    Le notizie saranno pubblicare dopo decisione sofferta, e la Corte Suprema le darà ragione con la motivazione che la carta Costituzionale vuole che la stampa debba servire non coloro che governano, ma coloro che sono governati.
    Una grande donna Katharine “Kay” Graham, prima donna a dirigere una grande casa editrice americana.

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    • Ho visto in un video, la recente intervista di CBS news alla figlia di Ronald Reagan, dove la stessa stigmatizza il comportamento di Trump che, in questi giorni, si sta scagliando ancora di più contro la stampa e quelle che lui chiama le fake news e la chiama “enemy”.La donna dice che il presidente sta manipolando l’opinione pubblica e che definendo nemica la stampa incute la paura nella gente di essere circondata da potenziali nemici dai quali guardarsi, una specie di strategia del terrore che avrebbe lo scopo di gettare discredito sull’intera informazione americana in modo da sviare l’attenzione sulle notizie, non proprio edificanti, che continuano ad uscire su di lui. L’ultima (solo in ordine di tempo) la rivelazione di un libro dell’attrice di The Apprentice, Omarosa, che dice di essere in possesso di un nastro dove Trump usa spesso la parola con iniziale N.(insulto razzista).
      Le donne si stanno dimostrando le più coraggiose nel denunciare le “strane abitudini” comportamentali del presidente.
      Sarà una donna a farlo cadere dal “trono”? Spero proprio di si.

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