Se questa è una guerra e lo è, avevamo bisogno di un buon generale e lo abbiamo: Francesco Paolo Figliuolo. Già il nome mi pare beneaugurante. Un generale con le stellette sulla divisa, ci voleva. E tanto ci voleva?
Ora sappiamo che la guerra dichiarata un anno fa è ad un punto di svolta: abbiamo messo in campo (boots on the ground) l’esercito.
Uscito, finalmente dalla porta di servizio il vecchio commissario, anche detto Der Kommissar, (me lo sono inventato) tale Arcuri, quello dei banchi a rotelle e molta altra confusione generale, entra il Generale Figliuolo. E bene arrivato, speriamo che sia un buon segnale. Agli ordini!
Il virus si sente già meno pimpante, ci scommetto.
Archiviato Conte che ormai sta diventando l’avvocato dei grillini, più grillista del Grillo, ora c’è Mario Draghi e non lui c’è poco da scherzare. Poche parole ma molti fatti.
Via Arcuri, pasticcione, entra Figliuolo, generale.
Il cambiamento c’è, meno male, Ormai stavo perdendo la speranza. Quasi, perché quella non si perde mai. Ora attendiamo gli eventi.
Certo un uomo, anche uno solo e perdi più generale, può fare molta differenza. Sulla campagna disorganizzata di brutto dei famosi vaccini fino alle restrizioni, sanzioni, colorazioni.( Arancione rafforzato, non sembra bianco nerizzato)?
Acciderba quanti “oni”. Riuscirà il generale a metterli in riga? Si spera. Non possiamo fare altro. Ma, almeno, dico, Draghi, perché non ci cambia nottetempo anche Speranza e lo sostituisce con Fiducia? Non c’è? Ma come? Lo trovi, cribbio. Un superpotente come lei non può non avere un Fiducia sottomano o sottobanco. Lo cambi in corsa, per favore, ormai ogni volta che lo vedo faccio gli scongiuri. Tanto brava persona, ma possibile che non ce ne sia un altro? O un altra? Ma che dico? Donna a guidare la sanità in un momento come questo? Voglio scherzare?
E ha anche detto, che ancora troppa gente se ne infischia delle regole e che se non si fanno i controlli continuerà cosi o peggio. La penso esattamente cosi e l’articolo avevo iniziato a scriverlo prima di sentirlo parlare. Quindi ne ho avuto la conferma da parte di qualcuno che non si può dire non abbia voce in capitolo.
Meglio il lockdownd duro che questo pastrocchio dei colori delle regioni che non fanno che fare confusione e cosi la gente pensa di poter fare come se niente fosse.
Il lockdown duro se serve si fa. Ma non può durare in eterno e neppure però può durare in eterno questo vai e vieni di spostamenti continui di date sempre più in là: o si agisce con fermezza oppure si continua all’infinito. Il governo precedente ha sbagliato molte cose quello attuale, per ora, va nella stessa direzione.
Io sono in lockdown duro da marzo dell’anno scorso, quanti italiani invece, se ne sono fregati delle regole? E quanti controlli omessi invece che essere effettuati rigidamente? E perché?
Quando Garattini parla di “governo” ovviamente si riferisce a Conte. Questo è appena partito. Ovvio.
Il fatto che il ministero della Salute lavori in team coi comitati scientifici non giustifica le responsabilità della politica che deve fare le cose con una visione d’insieme e con lo sguardo lungo: Speranza e Conte, hanno dimostrato scarsissima lungimiranza e fiato corto.
E tempo di cambiare davvero. Serve coraggio, anche un lockdown duro è preferibile a questa agonia. E i balletti dei politici siamo stufi di vederli. Siamo alla morte del cigno.
Speranza ha la responsabilità dell’apparato che coordina se non è in grado di attuare misure serie di contenimento né di farle rispettare, il “cigno”, cioè il paese, non può continuare ancora questa agonia.
Bisogna intervenire subito e con coraggio. Draghi avrà tutta la competenza del mondo in economia ma sta già dimostrando di non averla in politica e la politica è una visione globale delle cose.
Nonsolosoldi.