Alla faccia dell’unione

Pubblico, eccezionalmente, le considerazioni di Romolo Piccinini sulle vicende attuali legate all’immigrazione.

Sono abbastanza d’accordo con il fatto che L’Unione Europea si dimostri molto disunita e vada piuttosto in ordine sempre più sparso.

Il problema dell’immigrazione è un problema serio e grosso ma nessuno può chiamarsene fuori, si tratta di una sfida che impegnerà sempre di più le future generazioni.

Credo sia giusto porre finalmente delle basi serie per affrontare questo enorme problema e la sede non può che essere una Europa senza egoismi e millanterie ma finalmente veramente unita senza troppi distinguo, altrimenti invece che risolverli i problemi aumenteranno.

Non se ne sente il bisogno anche perché la disunione non può che portare conflitti e la “vecchia” Europa di conflitti ne ha visti più che abbastanza.

 

 

 

 

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Il leader turco Erdogan ha deciso di eliminare i Curdi in Siria scatenando una guerra in quella già tribolata nazione.

 

Ha, inoltre, minacciato la UE di farla invadere da una marea di profughi se essa, UE, si permetterà di contrastarlo (in che modo possa farlo la UE non si sa, vista la sua inconsistenza ed inettitudine politica) nel suo bellicoso intento: tutto ciò sebbene il turco abbia già, da tempo, incassato, dalla medesima UE, considerevoli somme di denaro proprio per eseguire il contrario di ciò che oggi, invece, minaccia di attuare.

 

Dinanzi a tali ricatti ed ad altre deplorevoli intimidazioni che le arrivano da diverse parti del mondo (dazi imposti dagli americani, incendi sconsiderati in Amazzonia, migrazioni di massa di clandestini verso il nostro continente, ecc.), la UE continua, sempre più imperterrita, a fare orecchie da mercante e a guerreggiare, turlupinandosi vicendevolmente, fra i Paesi che la costituiscono, senza pensare minimamente (invece di pontificare e sindacare sulle dimensioni dei cetrioli o del pescato o sulla forma delle tavolette dei WC) ad indire un serio ed urgente vertice fra i governanti degli Stati UE per cominciare, quanto prima, a buttar giù una bozza di confederazione politica.

 

Il nostro Presidente, Sergio Mattarella, ad Atene, si è speso, proprio in questi giorni, per esortare gli Europei a non rimanere marginali negli scenari mondiali bensì a giocare, uniti politicamente, un ruolo incisivo e da protagonisti per il bene di tutti.

 

La UE deve divenire una confederazione di Stati nella quale, almeno alcuni principali settori quali la politica estera, l’economia, la emissione e gestione della moneta, le tasse e la difesa, dovrebbero essere demandati ad organismi o dicasteri sovrannazionali  salvaguardando, per altri campi, la specificità, la individualità e l’autonomia dei singoli Stati.

 

In quella prospettiva nascerebbe così una confederazione avente una costituzione europea democratica e condivisa, un Governo federale con un Parlamento che legifera per ciò che compete la istituzione politica confederale nel suo insieme e i cui componenti vengono eletti dai cittadini dei rispettivi Paesi di provenienza tramite un sistema proporzionale (ad esempio ogni cinque milioni di abitanti un Paese ha un rappresentante al Parlamento federale europeo:  per cui quelli fino a tale cifra avranno un “delegato”, quelli fino a dieci milioni due “delegati” e così via..).

Il Parlamento elegge poi il Presidente dell’Unione che, a sua volta, fra i membri del Parlamento stesso, nomina i suoi collaboratori ministri, o commissari che dir si vogliano, preposti a quei dicasteri sovrannazionali di cui sopra o indicati nella Costituzione europea confederale.

 

L’ Europa deve avere senz’altro un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza all’ONU per trattare con più autorevolezza, che non i singoli Stati, le problematiche mondiali (migrazioni, clima, dazi, terrorismo, ecc.).

 

Un dicastero difesa (tipo Pentagono) che, oltre a coordinare le forze armate dei singoli Paesi dotando tutti dei medesimi armamenti e mezzi (di modo che le spese che oggi ogni Stato deve affrontare da solo per la propria sicurezza siano diminuite), provveda a rendere il nostro continente più forte e piu’ sicuro militarmente oltre che più indipendente dall’ombrello protettivo NATO americano che spesso costringe i singoli Paesi europei a seguire, direttamente o non, le decisioni statunitensi.

 

Un dicastero esteri che tratti i rapporti con gli altri Paesi extracomunitari e fornisca una cittadinanza ed un passaporto europeo a tutti i cittadini della UE…

 

Quanto sopra, purtroppo, sembra proprio non interessare affatto i governanti europei che, invece e tra l’altro, continuano a turlupinarsi fra loro pervicacemente e stupidamente.

 

Una per tutte, ad esempio, è la questione riguardante i migranti clandestini che diuturnamente sbarcano sulle nostre coste europee, oltre che, principalmente, italiane.

 

Se tutti i Paesi UE non vogliono quelle persone, come sembra palese sia, allora, di comune accordo (visto che è una…Unione Europea) si cerchi di trovare una onorevole soluzione per respingerli.

 

Se invece li si vuole accogliere allora, sempre di comune accordo (è o non è  una Unione?), li si accetti e li si ridistribuisca, con criterio, fra tutti.

 

Non ha senso ed è oltremodo meschino fare i buonisti da parte di Francesi, Tedeschi e quant’altri, “costringendo”, in un certo qual modo, Paesi come l’ Italia a tenersi i migranti (spesso clandestini) mentre poi loro (Francesi ed altri) rimandano da noi quegli sventurati che loro non vogliono nemmeno sentir nominare!!

 

Perché?

 

Questi migranti li si vuole oppure no?

 

Come non li vuole la Francia, la Germania, l’Ungheria, ecc., cosi non li vuole neanche il nostro Paese: e allora perché  francesi, tedeschi, ecc. ci costringono a tenerceli quando invece loro non li gradiscono?

 

Chiudo qui questa mia lunga presente invitando tutti a riflettere con onestà intellettuale e coscienza su quanto da me su esposto, se si vuole.

 

Cordiali saluti.

 

ROMOLO PICCININI

 

3 commenti su “Alla faccia dell’unione”

  1. Parole sagge improntate al buon senso.
    Nel mondo operano grandi Stati che avranno un peso sempre maggiore nel campo geopolitico mondiale.
    Solo unendosi , gli Stati europei potranno contare e dire la loro insieme con Usa, Russia, Cina, India, Brasile, etc.

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    • La ringrazio per la Sua condivisione al mio pensiero.
      L’Europa deve uninsieme politicamente se vuole sopravvivere, perlomeno.
      L’unIco neo di tutta la questione è come far “convivere” in una medesima istituzione gente come i tedeschi (organizzati, lavoratori, precIsi. .. ) e Italiani (evasori, furbastri, approfittatori.. ).
      E’ come se si dovessero associare una famiglia benestante e lavoratrice con altri fannulloni e spendaccioni: tanto per rendere l’idea.
      Penso che i primi si guarderebbero bene dall’associarsi con i secondi.
      Ne andrebbe della loro reputazione e stile di vita.
      Penso che, come ripeto, uno dei fattori frenanti la Unione politica fra Stati europei sia quanto ho su enunciato.
      Si spera, comunque, che per il bene di tutti gli europei, o gran parte di essi, prevalga il buon senso e la buona volonta’ di ben operare.
      CordiAli saluti.

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  2. Oltre la giusta motivazione addotta da Piccinini, cui ricambio il saluto, un ostacolo notevole alla realizzazione di un’Europa politicamente unita, è che nessuno degli Stati che ne farebbero parte, è disposto a cedere una quota di sovranità per poca lungimiranza o per mero tornaconto egoistico.

    Tuttavia, rimango possibiliista, di fronte gli eventi futuri, in campo politico, sociale e commerciale, avverrà un fatto catalitico (spero non una guerra) per cui
    l’Unione Europea come entità politica sarà realizzata.

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