Si può (ancora per poco) fare

La prima cosa che ho fatto, dopo l’uragano (forza 4, vento a circa 200 km/h, mi dicono), abbattutosi sul Veneto qualche giorno fa, è stata controllare che gli alberi, nel grande parco condominiale, fossero ancora tutti li. Ci sono, con mio grande sollievo, tutti. Anche il cedro del Libano che ormai sovrasta la palazzina di fronte, coprendola quasi interamente.  Li guardo e mi sento più vicina a loro che mai; ce l’abbiamo fatta! Ma per quanto ancora?

Venezia, che da qui, dista pochi chilometri è andata sottacqua, alta marea da record:1.56’, piazza San Marco è stata chiusa e tutta la macchina organizzativa dei soccorsi ha tenuto bene (per fortuna e non solo), ma il disagio è stato enorme. Qui, in terraferma sembrava di prendere il volo da un momento all’altro: gli infissi scricchiolavano paurosamente e, credo per la prima volta, le porte finestra emettevano un suono inquietante, nonostante le persiane metalliche di ultima generazione. Guardare fuori dalla finestra era già un’avventura pericolosa, figuriamoci uscire ed inoltrarsi per le strade spazzate da un vento mai sentito cosi impetuoso. Il bosco appartenente ad un antica villa veneta, che vedo dalle finestre, emanava sibili ed ululati e gli alberi, l’uno ancora più addossato, all’altro, facevano muro contro la forza del vento, ma sembravano schiantarsi ogni momento, contro le case costruite lungo la rete di confine. E a noi, della terraferma veneziana, è andata ancora di lusso.

Gli uomini sono stupidi. Questo ho pensato più volte in quei momenti, non presi singolarmente, ma nel loro insieme quando non capiscono che l’inquinamento atmosferico ci sta portando verso il disastro.

L’ambiente, il territorio, la natura, il suolo che calpestiamo, tutto è messo a repentaglio dalla enorme stupidità degli uomini. E la furia devastatrice del vento e della pioggia di questi giorni, in buona parte d’Italia (ma molto e con intensità spaventosa in Veneto, ancora in queste ore), che purtroppo ha fatto molte vittime,  è una delle tante prove che la stupidità umana continua a non voler vedere.

Il solo pensiero che Venezia (cosi come ogni altra città sul mare), nel giro di pochi anni, potrebbe scomparire sott’acqua è una cosa che mi farebbe urlare a squarciagola: stupidi, stupidi.

Fermiamoci, siamo ancora in tempo. Diminuire le emissioni di gas serra si può, ci sono studi approfonditi in materia, si può, basta volere, basta capire, a fondo, che lo sfruttamento delle risorse del pianeta e le continue devastanti emissioni inquinanti sono ad un passo, uno solo, dal portarci  alla catastrofe ambientale.

Fermiamoci. Le nostre città, i monumenti, il patrimonio boschivo, i fiumi, i laghi, le nostre montagne,il nostro meraviglioso paese tutto, ha bisogno che gli stupidi diventino intelligenti e finalmente capiscano che siamo ad un punto oltre il quale non ci sarà ritorno.

Investiamo nel nostro paese, nel nostro pianeta e ci sarà lavoro per tutti e il Pil crescerà e lo stupido spread non ci farà più paura. Si può fare ma si deve fare ora, subito o sarà troppo tardi.

4 commenti su “Si può (ancora per poco) fare”

  1. Mariagrazia, hai posto l’accento su un problema planetario, il rispetto dell’ambiente -inquinamenti, gas serra, buco nell’ozono- e su in problema particolarmente grave nel nostro Paese, il dissesto idro geologico.
    Siamo al punto di dover temere il tempo metereologici, pur avendo i mezzi per prevederlo e dare in tempo l’allarme. Alla stagione autunnale si comincia a contare i morti, a parlare di frane, esondazione di fiumi, alberi sdraducati che uccidono, mare in tempesta che flagella le costa.
    Che peccato quel milione di metri cubi di foresta abbattuti in 24h di tempesta, in Trentino, Alto Adige e Veneto. Un danno incalcolabile, per non parlare dei morti.

    Eccco il vero cambiamento che il Governo avrebbe dovuto fare, un piano quinquennale(almeno o per la durata di una leguslatura) per il racupero del territorio. Avrebbe dato lavoro anche per i giovani (altro che reddito di cittadinanza) e in futuro si sarebbero risparmiati, quei denari decuplicati spesi per correre ai ripari e soprattutto quante vittime umane!

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  2. Questo è il vero terrorismo di cui veramente dobbiamo aver paura in Italia,dell’incuria umana rispetto al territorio, della natura ,di cui facciamo parte ,che non è più in equilibrio con l’uomo.Quando capiremo che siamo solo ospiti di passaggio in questo pianeta ? Quando soggiorni in una piccolo rifugio di montagna trovando un riparo e legna per scaldarti hai il dovere di lasciare tutto come hai trovato nel momento in cui lasci quel posto e prosegui il tuo cammino.Il prossimo ospite avrà la stessa ospitalità a te riservata .Ecco la terra vediamola come un piccolo rifugio per ognuno di noi

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  3. Finchè si costruisce dove non si dovrebbe, persino sui letti dei fiumi e non si rispettano le aree golenali ma si butta cemento dovunque e questo va avanti da 4 decenni, finchè si incentivano con leggi ad hoc, i costruttori grandi o piccoli a costruire in ogni francobollo di suolo rimasto scoperto, finchè la mentalità italiana malata di mattonite non cambierà e non si capirà che il consumo costante di suolo e la conseguente speculazioni edilizia sono il problema più importante del nostro paese e che basta ormai che piova per dieci minuti di seguito per avere le strade allagate, il problema dei cambiamenti climatici portati dalla dissennata corsa ad inquinare senza ritegno crescerà (ho trovato di pessimo gusto il disprezzo dimostrato oggi da Salvini verso chi ha fatto dell’ambientalismo una ragione di vita), e questi fenomeni si ripeteranno sempre più di frequente e i pochi paradisi rimasti nel nostro paese (vedi le foreste dell’agordino e del bellunese) verranno spazzati via in pochi minuti e non rimarranno che case su case,catrame e cemento…
    Qiuali piani ha il governo per questi problemi? Cosa hanno in serbo per contrastare gli effetti nocivi dei cambiamenti climatici portati dai gas serra?
    Cosa ha prodotto in questi cinque mesi il ministero dell’Ambiente in termini di progetti per la messa in piena sicurezza di un territorio sempre più fragile che si sgretola ad ogni stormir di fronda?
    Nulla di nulla, ne sono sicura.
    Solo chiacchiere. pensano alla prescrizione,alla legittima difesa, ad impedire gli sbarchi, a buttare fuori gli abusivi, a cincischiare con la manovra “del popolo” che porterà solo un grosso buco nelle tasche “del popolo”.
    Abbiamo un governo alla meglio inutile e alla peggio dannoso.

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  4. Il fenomeno dell’abusivismo è una piaga di antica data nel nostro paese, più al sud che al nord, ma abbastanza diffuso in tutto il territorio.
    Sarà causa della scarsa cultura delle legalità, sarà che alletta la cultura del fai da te, molto più economica rispetto all’iter legale, sarà l’eccesso di pratiche burocratiche necessario per seguire le vie legali, sarà che le nostre leggi permettono facili scappatoie , sarà la tolleranza delle autorità preposte ai controlli, o la corruzione dei pubblici funzionari, saranno l’insieme di tutte questa le cause, fatto sta che l’abusivismo è tra le cause che rendono più gravi gli effetti, già di per sé disastrosi, delle intemperie atmosferiche
    Ma l’abusivismo non è la causa principale di tali effetti.
    In Italia manca la cultura della prevenzione, si dedicano poche risorse alla progettazione in termini di sicurezza, piuttosto che costruire bene subito per non dovere spendere il doppio domani, si preferisce risparmiare subito, eludere i criteri di sicurezza necessari ma costosi , e scaricare sul domani i maggior costi di riparazione e ripristino.
    C’è poi il dissesto idrogeologico del territorio, sia perché non viene rispettato l’ambiente, sia perché lo si lascia deperire per mancanza di manutenzione o di un piano organico di interventi straordinari , di ciò pienamente responsabili i politici e le amministrazioni locali.
    Si preferisce tamponare, correre ai ripari, spesso irreparabili, dopo, piuttosto che impegnarsi in un piano organico di messa in sicurezza del territorio. Quest’ultima è una pratica che non dà lustro. perché gli effetti si vedono nel lungo termine, e chi è quel politico cha sottrae risorse a qualcosa di visibile subito, e che gli può dare lustro in vista delle elezioni più o meno prossime, e non magari constatare fra dieci anni in una statistica che gli effetti dei suoi interventi hanno causato meno morti e meno danni materiali?

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