Francis e Mary

Ho appena finito di leggere la storia di Francis e Mary cui The Guardian ha dedicato un articolo.

Lui 46 anni lei 27, nigeriani. Partono da Lagos all’inizio del 2017 e a Maggio sono imbarcati su un barcone che li sta portando in Sicilia, il mare è grosso.

Francis prende una corda per legare Mary a sé perché sono in tanti sul barcone e sono in vista di una nave che sta per soccorrerli ma Francis teme che la folla li travolga dividendoli. Ma non ci riesce e Mary finisce in mare. Lui si getta immediatamente e nonostante le onde riesce a raggiungerla ma lei non respira più.

Vengono insieme caricati sulla nave che li porterà verso la costa siciliana, lui chiede di poter restare accanto alla moglie ma vengono separati per motivi di igiene. Ironia della sorte la nave non può attraccare perché a Taormina c’è un summit internazionale e le navi vengono bloccate in rada per tre giorni.

Quando finalmente sbarcano, Francis chiede disperatamente della moglie ma gli dicono che non sanno dove si trovi e lui non può rimanere li ma deve essere portato in un centro per rifugiati in Valle d’Aosta.

Da li, Francis cerca in tutti i modi di prendere contatti con associazioni umanitarie che gli consentano di trovare il luogo in cui la moglie è stata sepolta.

Finalmente, grazie ad una donna italiana che collabora con la Croce rossa riesce a scoprire dove sono stati portati i resti di alcuni migranti deceduti durante quella traversata. Francis prende il primo treno e dopo un viaggio di 20 ore arriva a Palermo. Gli vengono sottoposte alcune foto di corpi da esaminare e lui riconosce a fatica la moglie grazie ad alcuni particolari.

La foto 3, gli dicono è corrispondente ad una donna sepolta al cimitero Rotoli a Palermo.

Francis vi si reca immediatamente e dopo un anno, finalmente può pregare sulla tomba della moglie che lui ha ripulito da immondizie, abbellito con dei fiori ed una croce costruita da lui stesso. Francis ha pregato sulla tomba della moglie per una mattina intera e a quanti gli chiedevano cosa volesse fare ha risposto che vuole rimanere a Palermo perchè ama ancora la moglie e vuole restare vicino a lei.

Quando pensiamo agli immigrati e ai tanti problemi che causano e alle tante polemiche politiche intorno a questo grave problema, dovremmo ricordarci di Francis e Mary, partiti lo scorso anno dal loro paese per cercare di vivere in un posto più accogliente ma il loro sogno di una vita migliore per sé ed il loro bambino che Mary portava in grembo, si è infranto a pochi chilometri dalla meta. E, forse, li guarderemo con occhi diversi.

17 commenti su “Francis e Mary”

  1. Gazzato, però, su una storia tragica, come quella che hai riportato, c’è ne sono altre cento di stampo ben diverso, quelle che i cittadini notano e temono, credo proprio a ragione. Soltanto Parma, è invasa di nigeriani, senegalesi, nordafricani, che da mane a sera occupano interi quartieri, avanti e indietro, sopra bici rubate, a spacciare morte. Altri fanno i posteggiatori abusivi, e se osi ribattere, per le loro perentorie indicazioni, ti rigano l’auto e ti rompono i retrovisori. Minacciano ed insultano chi, la notte, rincasando dopo i turni in fabbrica, cerca di mettere la macchina in garage, perché disturba, per qualche minuto, la consegne di cocaina.
    Qualche tempo fa, uno sparuto ed impaurito gruppo di nigeriani aveva sfilato, per Parma, per dimostrare che ci sono tra loro persone oneste. Erano stati pesantemente minacciati dai connazionali criminali.
    Anche tra i migranti italiani in USA, era nata e si erano imposte la Mano Nera e poi la mafia. Anche allora c’erano stati casi di Francesco e Maria, in mare o sulla terraferma. .

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    • La criminalità, tutta, da qualsiasi parte provenga va sempre perseguita e condannata. Lasciare le nostre Forze dell’Ordine al minimo degli organici e senza neppure la benzina per le auto, non aiuta. Speriamo che il nuovo governo sia più abile sia a combattere la criminalità immettendo maggiori risorse dove servono, sia a concordare una politica comune con gli altri stati membri in merito all’accoglienza sia a modificare i trattati e le convenzioni sui migranti.Sia a contrastare la criminalità locale che sfrutta i migranti, li assoggetta a lavori forzati retribuiti una miseria, li sfrutta in tutti i modi,sia ad accellerare le pratiche in modo che chi ritenga l’Italia solo un paese di passaggio per raggiungere altri paesi non sia costretto a rimanervi come in prigione per anni a spese della fiscalità generale, rischiando di finire in mano alla criminalità e di rimanervi a lungo.
      Non è cosa da poco ed il problema è di immani proporzioni. Ciò detto,la pietà e la commozione per storie come queste servono a farci ricordare che parliamo di esseri umani con sentimenti e molto dolore e questo non va dimenticato.

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  2. Storia commovente che narra i pericoli che questa povera gente corre e i sacrifici cui si devono sottoporre, nonché il loro disperato desiderio di un vita migliore non sempre esaudito.

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  3. Per l’esiguità delle forze dell’ordine, a Parma girano due auto dei CC e altre due della PS. E i pusher nigeriani mandano regolarmente all’ospedale parecchi agenti, dopo averli colpiti con bottiglie, bastoni o scagliando loro addosso le bici.

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  4. Qui a Catania, città metropolitana ben maggiore di Parma la criminalità tra i migranti non è nella misura denunciata nella città emiliana.
    Come descritto sembra che Parma(città che pochi anni addietro era stata indicata come la piu vivibile in Italia) sia ostaggio dei migranti e che lo stato da quelle parti sia assente.
    Mi permetto di credere che la descrizione fatta sia frutto di una percezione esagerata.

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  5. Sì, hai ragione, Alessandro, i giornali locali di Parma, sono dediti a percezioni errate, ed io non faccio che riportare menzogne, quale affiliato a CasaPound.
    Catania è notoriamente il Paradiso Terrestre della legalità. Provassi magari a passeggiare, di notte, per numerose zone di Parma o alla stazione, poi mi sapresti dire.
    Comunque, trovo veramente scortese, per non dire di peggio, che tu mi etichetti come un balordo inventore di panzane xenofobe. Prova a scorrere, ogni tanto, i titoli della Gazzetta di Parma, poi mi saprai dire.

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  6. Gazzato, ripeto, relata refero, prova a leggere solo i titoli di testa della Gazzetta di Parma online. Guarda che so leggere bene tra ed oltre le righe, non ho manie persecutorie, non traviso, ed apprezzo, ad esempio, chi me le dice chiare in faccia come fai tu. Tu, cortesemente, hai riconosciuto che ho solo descritto una certa situazione, dovuta a scarsità di mezzi tra le forze dell’ordine. Non giro con cravatte verdi o in camicia nera.

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  7. Bifani, ho parlato di “percezione” sbagliata, non ho detto che tu sia “un inventore di panzane xenofobe”,
    questo lo dici tu, e trovo “scortese” da parte tua attribuirmelo.
    Come sai ho degli amici di Parma e su questi argomento hanno parere diverso dal tuo.

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  8. Stramondo, fa’ una bella cosa. Scrivi alla redazione della Gazzetta di Parma o al suo direttore -che non sono al soldo di Salvini o CasaPound, ma solo filoclericali- e protesta con loro, non con me, a nome tuo e dei tuoi amici parmigiani, perché riportano notizie susseguenti a percezioni errate. Vedrai che ti risponderanno in modo più cortese che non il solito maleducato Bifani: ripeto, relata refero ed ho anch’io amici a Parma, parmigiani DOCG.

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  9. Quando parlo di percezione esagerata della criminalità (in genere, non solo tra extracomunitari), non accuso di falsità nessuno, la persona che ha questa percezione, ci crede (quindi non è falsa), ma la realtà può essere diversa.

    Riporto parte di un saggio edito dall’Arma dei Carabinieri
    (autore il Comandante dell’Arma, Gen.C.A. Guido Bellini)sui problemi della sicurezza

    “Dobbiamo anche dire che oggi assistiamo al progressivo emergere di una duplice dimensione del concetto di sicurezza. La “sicurezza reale” vale
    a dire quella oggettivamente rilevabile anche dai dati statistici, e la “sicurezza percepita” vale a dire quella avvertita soggettivamente dall’opinione pubblica e dai singoli cittadini.
    Queste due prospettive non sempre coincidono, anzi tendono a divaricarsi a causa dell’emotività che è legata alla percezione soggettiva(…)
    Per quanto riguarda la sicurezza reale, i dati statistici relativi all’andamento dei reati negli ultimi anni non evidenziano variazioni sensibili. Anzi si registra un certo miglioramento(…)

    Recenti rilevamenti hanno peraltro evidenziato come nel nostro Paese la domanda di sicurezza sia invece ancora molto alta. E questo forse è anche un effetto dell’attenzione un po’ esagerata dedicata dai mezzi di
    comunicazione di massa ai “fatti di cronaca”, alimentando talvolta inconsapevolmente il senso di insicurezza tra la gente comune. Bisogna infatti
    considerare che, accanto alle tante persone vittime dei reati, ce ne sono molte altre angosciate, in quanto si sentono vittime potenziali dei reati e queste alimentano non poco la domanda di sicurezza.

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    • La notizia di quel ragazzo di colore ucciso in Calabria, presumibilmente perché difendeva i (pochi) diritti dei braccianti, dovrebbe, a mio avviso farci riflettere su come il fenomeno immigrazione presenti molteplici aspetti.
      Le affermazioni del ministro dell’Interno Salvini, neo eletto, sembrano, almeno al momento andare nella direzione di fomentare il disagio e la “percezione” di pericolo piuttosto che portarla a livelli di realtà(comunque grave e complessa).
      Quando afferma: “E’ finita la pacchia”, riferendosi a chi considera immigrati “clandestini”, mi sembra tanto una boutade elettoralistica ma che abbia poco fondamento e soprattutto che ingeneri altra confusione. Il problema è enorme e non si risolve certo con gli slogan.

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  10. Mariagrazia, a tale proposito ecco la dichiarazione di Conte di oggi nel discordo sulla fiducia del Givetno al Senato:

    ANSA) – ROMA, 5 GIU – “Non siamo affatto insensibili. Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo”.

    Voglio dare credito a queste parole, purché ad esse seguano i fatti.

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  11. Mi è piaciuto quanto ha detto Conte sugli immigrati e sul ragazzo maliano, il sindacalista dei braccianti ucciso a colpi di fucile in Calabria.
    L’ho percepito come sincero.Ma poi? Il problema è: quanta voce avrà lui in quel capitolo o altri di questo libro ancora tutto da scrivere?

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