Abisso

Non si può non parlare della guerra. E di che parliamo? Del Grande Fratello Vip? O di Ballando sotto le stelle? Questa non è una rubrica di intrattenimento, se avessi voluto che lo fosse le avrei dato tutt’altra impostazione.

Certo la guerra è un argomento che sconforta, siamo già abbastanza depressi da due anni di pandemia e ora abbiamo sotto gli occhi ogni giorno le immagini terrificanti di quello che sta succedendo in Ucraina. Fra poco l’Italia avrà un nuovo governo, chissà che cosa ci aspetta? I profeti di sventura  ci hanno propinato qualsiasi cosa in queste settimane, ma poi, alla fin fine, anche il governo più a destra della storia repubblicana dovrà vedersela con i problemi più grossi sul piatto: la crisi economica, per esempio, i rincari delle bollette, il nostro debito mostro e via cosi. Avrà poco tempo per occuparsi di altro.

La guerra, dicevo. Si, leggiamo e sentiamo molte notizie e non vediamo soluzioni valide all’orizzonte. Purtroppo le cose vanno sempre peggio. La politica nostrana sembra boccheggiare tra atlantisti e putiniani e quello che ne esce è un confuso chiacchiericcio spesso senza senso. La politica tende a strumentalizzare tutto, lo sappiamo, però avrei pensato in un maggiore senso di responsabilità, mi illudevo. Spero che il nuovo governo abbia le idee chiare in questo senso e che agisca di conseguenza.

Ma anche leggendo i commenti sui giornali e sentendo parlare la “gente comune”, o anche solo leggendo i commenti sui blog, provo un grande senso di sconforto. C’è chi dice che Putin ha le sue ragioni e che bisognerebbe cercare la pace chiedendo a Zelensky di cedere parte della sovranità del suo paese. E di accettare che i russi devastino l’Ucraina e a Putin piacendo anche magari sconfinando in qualche altra nazione sovrana.

Ora che ha anche appuntato il suo generale “Armageddon” ci aspettano ancora più orrori e ancora più devastazioni nel cuore dell’Europa.

Si sente dire che servirebbe qualcuno che riesce a mediare con quel signore. All’inizio avevo pensato ad Angela Merkel, ma pare proprio che lei non ci senta e non si voglia impicciare e forse non ha tutti i torti anche se io spero ancora che lei ci ripensi. Il suo successore non ha abbastanza carisma per prendere  iniziative in questo senso.

Il papa ci prova ogni tanto ma è troppo flebile e la sua voce non arriva tanto lontano.

La mediazione con un tipo simile richiede che si possano fare miracoli: credo che solo Uno a questo punto riuscirebbe nell’impresa,  Non ci resta che invocarlo.

Ma nel frattempo non possiamo, a mio avviso che continuare a insistere sul fatto che Putin deve smetterla con questa sporca guerra, che chi aggredisce è lui e che chi è nel torto stra-marcio è lui e che finalmente la Russia dovrebbe accorgersi che  la sta trascinando verso un’avventura che non può che essere estremamente negativa e che non può portare se non ad una amara constatazione di una realtà spaventosa. O di un abisso.

17 commenti su “Abisso”

  1. Mariagrazia, scrivi:
    “C’è chi dice che Putin ha le sue ragioni e che bisognerebbe cercare la pace chiedendo a Zelensky di cedere parte della sovranità del suo paese….”

    Putin ha le “sue ragioni”, nessuno fa niente per niente, questo non vuol dire aderire alle sue ragioni, ma spiega la sua reazione. Fra l’altro era prevedibile sia da parte si Zelensky sia da parte di Biden e suoi alleati, Perdere la sovranità del Dombass sarebbe un compromesso per evitare la distruzione completa dell’Ucraina, si chiama realpolitik, l’ha sostenuto pure Kissinger. Sperare di riconquistarlo, implicherebbe la guerra totale, .
    Poi:
    “…e di accettare che i russi devastino l’Ucraina e a Putin piacendo anche magari sconfinando in qualche altra nazione sovrana.”
    Questo non lo dice nessuno, è una tua estrapolazione, ingiusta verso chi chiede la pace. Putin non avrebbe alcun interesse -nè le capacità- ad andare oltre.

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  2. Concordo con Alessandro. Chi agita lo spettro che Putin, se vincesse la guerra in Ucraina, non si fermerebbe lì, non può che parlare in malafede. Mi riferisco anche a Parlamentari importanti come la Bernini di F.I..
    Come dice Alessandro, la Russia non ha forze sufficienti neppure per sottomettere l’Ucraina.
    Impensabile che possa attaccare i Paesi ex patto di Varsavia che ormai sono nella NATO. Nessuno l’ha mai detto. Putin non ha mai detto neppure che si vuole prendere il Donbass, né tanto meno l’intera Ucraina, con la forza.

    Non si vede nessuna soluzione all’orizzonte? Basta togliersi gli occhiali da presbite e la vediamo tutti.
    E’ la soluzione di cui si parlava già negli anni precedenti e che era stata concordata con gli accordi di MInsk.
    Quando in una regione convivono due popolazioni con lingue diverse, origini diverse, cultura diversa, l’unica soluzione è la gestione autonoma, che si può realizzare creando una nazione indipendente, come fatto in Kosovo, oppure concedendo autonomia amministrativa come in Catalogna, Scozia e Alto Adige.
    A questa soluzione, che riguarda il problema più concreto, e che formalmente è stato all’origine dell’invasione russa, si deve aggiungere un rinvio sine die dell’entrata dell’Ucraina nella NATO.
    L’Ucraina ha il diritto di chiederlo, ma la NATO ha il diritto di rifiutare la proposta, e così per Svezia e Finlandia.
    E non per fare un favore alla Russia, ma per fare un favore all’Europa.

    R
    da non putiniano lei si esprime come se avesse il numero privato del russo, il quale ha già invaso altri paesi ex sovietici. Meno male che ci siete voi a imprimere un po’ di ottimismo altrimenti sarebbe dura. Un poveraccio come Putin che viene continuamente “frainteso”…bah, che roba!

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    • L’errore di fondo di Luigi è che la Russia ha assolutamente la capacità di sottomettere la pur coraggiosa Ucraina perché la disparità in campo sarebbe incolmabile senza il supporto occidentale. Ripeto e scandisco: sen-za il sup-por-to oc-ci-den-ta-le. Giudizio unanime di tutti gli esperti militari in primis quelli russi che evidentemente avevano fatto i conti senza l’oste. Ed infatti guarda caso cosa chiede Zelensky all’occidente? Armi, armi, armi. Ma questo è un fatto fin troppo ovvio per essere considerato dalle fini skills analitiche del nostro solone filo putiniano.

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  3. Putin ha già invaso altri Paesi ex sovietici? Si riferisce a Cecenia e Georgia?
    In entrambi i casi i russi poi si sono ritirati e quegli stati sono rimasti indipendenti.
    Ma c’è una differenza non da poco: quei Paesi erano confinanti con la Russia, erano abitati in buona parte da russi, e, soprattutto, non facevano parte della NATO.
    Se la NATO ha aiutato pesantemente l’Ucraina che non è nella NATO, si immagina cosa farebbe se Putin attaccasse una nazione che fa parte dell’alleanza?
    R
    e meno male, per quello è nata la Nato: per fermare i prepotenti come lui.

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  4. Francesco,
    non credo affatto che i Russi “avevano fatto i conti senza l’oste”.
    I Russi sapevano benissimo che dietro Zeleszky agivano gli Stati Uniti, perché credi si fosse allarmato Putin? Sapevano delle manovre orchestrate per il golpe che abbatté Yanukovic, sapevano dell’enorme quantità di aiuti profusi all’Ucraina sotto forma di dollari, armi efficientissime, istruttori ed esercitazioni militari. Sapevano tutto, la vulgata che volessero conquistare tutta l’Ucraina in un battibaleno è una favola.

    E’ vero invece che Putin, dopo le proteste inascoltate per le basi Nato in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria(1999) in Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Bulgaria, e Slovenia(2004), alla fine ha reagito.
    Nel 2008, in seguito al summit di Bucarest, in cui Bush si sforzava ufficialmente di inglobare la Georgia e l’Ucraina nelle Nato (nonostante il monito di esperti, fra i quali Kissinger, che quei due Paesi sarebbero dovuti rimanere neutrali) Putin passò all’azione e invase la Georgia favorendo la nascita di due repubbliche autonome filo-russe, l’Ossezia del Sud –la cui capitale Tskhinvali era caduta sotto il bombardamento dell’esercito georgiano- e l’Abcasia.
    Successivamente, la rivolta di Maidan contro Yanukovic, e tutto quello che ne conseguì, convinsero Putin d intervenire in Crimea per paura che l’importantissima base navale di Sebastopoli cadesse nelle mani della Nato.
    Similmente sta accadendo in Ucraina per quanto riguarda il Donbass.
    R
    Alessandro
    Janukovich era un fantoccio al soldo di Putin, sono stati gli ucraini a mandarlo via perché faceva gli interessi di Putin. Cioè, se non ti fosse ancora chiaro, era un traditore che lavorava per i russi, ha fatto guadagnare soldi a palate ai suoi parenti e poi in seguito alle proteste è fuggito in Russia dove vive. Gli ucraini hanno solo mandato via uno che lavorava per i Russi ed hanno fatto benissimo. Se tanti paesi ex sovietici hanno chiesto di entrare nella Nato ne avevano il diritto, Putin non comanda il mondo e se sono ex vuole dire EX: una ex moglie non deve fare quello che dice l’ex marito: chiaro? E poi aderire alla Nato non significava fare guerra alla Russia ma solo difendersi da lei in caso di attacchi. E abbiamo visto che cosa è successo alla Georgia Lui nn deve favorire la nascita di provincie filo russe in Altri paesi fuori dalla sua sfera di influenza, ma deve comandare a casina sua e BASTA. Lui non lo fa ma pretende di infiltrare filo russi dovunque gli sia possibile: non funziona cosi. Ora la Crimea NON è sua ma ucraina. Ma lui se l’è annessa illegalmente nel 2014, ma non basta, ha costruito un ponte e nel 2022 ha bombardato la captale Kiev e molte altre città con l’intento di soggiogare gli ucraini, destabilizzare quelle regioni, prendersi quanto più territorio riusciva a prendersi, annettersi regioni strategiche e molto importanti dal punto di vista strategico economico. In barba a tutte le regole internazionali. In più minaccia l’Europa e la sta tenendo in ansia per le sue minacce di usare armi nucleari. Oltre ad aver favorito un aumento abnorme dei prezzi del gas.
    Inoltre, il suo esercito in Ucraina ha commesso vari crimini di guerra tra i più odiosi ed efferati e le minacce continuano agli ucraini e agli europei.
    Ma le cose non sono andate come pensava: questa volta l’Occidente ha reagito, ha aiutato Zelensky che non è la sua marionetta ma il leader eletto dagli ucraini col 70 per cento in libere elezioni e lui non è scappato alla prima incursione ma ha chiesto che lo si aiutasse a scacciare l’invasore e a difendersi da lui:( gli ucraini vogliono rimanere un paese democratico e non tornare mai più sotto l’influenza russa). E questo sta avvenendo da sette mesi ed ora l’esercito ucraino, con gli aiuti dell’Europa e degli Usa, lo stanno ricacciando indietro. E questo non gli fa bene perché i russi scappano in centinaia di migliaia, fanno le code alle frontiere e scappano anche a piedi o in bicicletta da LUI che fa uccidere chi protesta o li mette in carcere per quindici anni se pronunciano la parola guerra.
    Dopo di questo, Alessandro pensala come vuoi, ma i tuoi post dimostrano a mio parere che tu vedi la questione dal punto di vista di Putin e Putin comincia a stare stretto anche a russi. Questo è il mio parere, ti piaccia o no. E ora lascio Francesco rispondere se lo vorrà fare.

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    • @mariagrazia: ho poco da aggiungere visto che ha già risposto esaurientemente lei. Mi lascia sconcertato registrare che qualcuno chi pensi davvero che l’imbelle, divisa, disarmata (letteralmente: spese militari risibili) Europa possa rappresentare una minaccia attiva per la Russia. Anche perché i fatti di oggi lo smentiscono già. Significa ragionare per schemi che si sperava superati.

      Quanto leggo qui tra l’odioso (il negazionismo sui crimini di guerra russi, l’assenza di qualsivoglia solidarietà verso l’aggredito) e il lunare (il progetto di guerra della Russia da parte degli eserciti NATO), il tutto condito da sicumera e saccenteria a volontà, mi lascia letteralmente senza parole.

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  5. Francesco, forse non mi sono spiegato bene.
    Probabile che, senza gli aiuti occidentali, Putin avrebbe completato la sua operazione in Ucraina in un mese, ma gli aiuti occidentali ci sono stati. E questo ormai è un dato di fatto.
    E, se la NATO ha aiutato così massicciamente l’Ucraina, è ovvio che, se la Russia attaccasse un Paese che è già nella NATO, non si limiterebbe a mandare armi, ma interverrebbe col proprio esercito in base al trattato di alleanza, e, probabilmente, non si accontenterebbe di cacciare indietro i russi, ma attaccherebbe direttamente la Russia per occuparla.
    Spero che ora sia più chiaro perché la Russia non ha nessuna possibilità di invadere i Paesi ex patto di Varsavia, e si guarda bene dall’ipotizzarlo, Chi ventila questa ipotesi o è in malafede o sragiona.

    Non capisco perché uno che analizza i fatti invece di presentare solo le proprie impressioni debba essere definito Solone.
    E non capisco il sillogismo rozzo per cui , se uno dice che la colpa principale di questa situazione è degli americani e di Zelensky, debba essere automaticamente classificato come filoputiniano.
    Nei mesi in cui abbiamo parlato di questa guerra non ho mai scritto che apprezzo Putin e quello che ha fatto.
    Quindi, chi mi definisce filoputiniano lo fa in malafede al solo scopo di delegittimarmi. Questo modo di argomentare di basso profilo non fa onore a questo blog, che, a parte le divergenze di opinioni, è frequentato da persone serie, informate e intelligenti.

    R
    Luigi, sgombriamo il campo da polemiche inutili: qui nessuno scrive in malafede ( ora meno che mai), né tantomeno “sragiona” (forse è lei che offende i suoi interlocutori esprimendosi cosi) ma esprime le proprie opinioni come fa lei, non mi risulta che passino offese, né polemiche di “basso profilo” come scrive, visto che sono io l’unica moderatrice, se lei considera le opinioni altrui offensive nei suoi riguardi solo perché non sono d’accordo con le sue tesi è un problema suo. Lei dice di non essere filo putiniano e io le credo, ma allora deve verificare meglio prima di dare l’invio, il contenuto dei suoi post che danno l’impressione contraria. IO qui non permetto delegittimazioni di nessuno e se lei lo crede è in errore.

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  6. Cara signora Gazzato. Io rimango sempre perplesso quando sento ipotizzare strategie e velleità che non hanno senso, perché non credo che i capi di stato e di governo di cui stiamo parlando siano stupidi.
    Saranno criminali, arroganti, spregiudicati, ma dubito che siano stupidi. Mi riferisco a Biden, a Putin, A Zelensky …..
    Diverso è il discorso per quei capi che non sono liberi di decidere, come Draghi, Sholz, Macron…… Loro, a volte, fanno cose stupide e autolesioniste, ma è perché non possono fare diversamente.
    Ciò premesso, come si può ipotizzare che Putin si voglia allargare inglobando nazioni che prima facevano parte dell’URSS e poi sono diventate indipendenti?
    A parte che molte di esse sono passate nel campo occidentale aderendo alla NATO, che utilità avrebbe Putin a riprendersele con la forza (che tra l’altro non ha)?
    La Russia è già fin troppo grande e frammentata, ed è già difficile tenerla insieme così com’è. Annettere forzatamente altre nazioni significherebbe instabilità e rischio di guerra civile permanente.
    Mi pare ovvio che la Russia sta bene così, e lo ha dimostrato stando buona per 30 anni. La Russia vuole commerciare e arricchirsi, e i Paesi ex patto di Varsavia preferisce averli come clienti che come sottomessi.
    Mi pare che l’unico problema sia l’allargamento della NATO.
    Quando Reagan e Gorbaciov decisero di porre fine alla guerra fredda ci fu un tacito accordo che le rispettive aree di influenza non sarebbero cambiate, che nessuno avrebbe approfittato della situazione per allargarsi a spese dell’altro.
    I Paesi dell’ex patto di Varsavia, diventati indipendenti, sarebbero dovuti rimanere neutrali e fare da cuscinetto tra i due blocchi.
    Gli USA, invece, si sono allargati arrivando al confine russo, e chiunque si preoccuperebbe di un’escalation del genere. Gli armamenti difensivi fanno presto a diventare offensivi, tanto che la NATO, negli ultimi 30 anni, ha fatto solo guerre di aggressione.
    Dovremmo smettere di parlare di Putin e dovremmo parlare della Russia. Chiunque la governasse ora sarebbe preoccupato e sentirebbe la necessità di fare qualcosa per rompere l’assedio.

    R
    n.c.

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  7. Francesco, lei scrive:
    “Mi lascia sconcertato registrare che qualcuno chi pensi davvero che l’imbelle, divisa, disarmata (letteralmente: spese militari risibili) Europa possa rappresentare una minaccia attiva per la Russia.”
    Si sconcerti pure, ma nessuno ha parlato di minaccia dell’Europa alla Russia, la minaccia alla Russia viene dalla Nato. Piazzare basi militari ai confini di una nazione è una minaccia. A suo tempo dli USA non tollerarono che Russia piazzasse basi militari a Cuba e stava per scoppiare la guerra nucleare. E lei pensa che oggi gli USA tollererebbero basi militati Russe piazzate per esempio in Messico?
    La Nato si è espansa anche quando l’URSS e il patto di Varsavia si erano dissolti, e la Russia era in crisi nera. Non c’era da difendere niente da nessuno, ma la Nato si è espansa lo stesso perché dare un ombrello protettivo ad un Paese significa anche assicurarsi comunque la sua fedeltà per il futuro.

    La sua ultima frase –rivolta a me senza nominarmi(che coraggio!)- dimostra soltanto la sua sicumera e saccenteria, non so di quale “negazionismo” parli, in guerra succedono crimini da ambo le parti, è ridicolo pensare che siano tutti da una sola parte, in quanto al “progetto di guerra della Russia da parte degli eserciti NATO”, non so se lei parla pesando le parole oppure a vanvera, non c’è un “progetto”, c’è una ideologia di supremazia americana che li spinge a piantare le loro bandiere nel resto del mondo.

    PS in quanto alla sua presunzione di “assenza di qualsivoglia solidarietà verso l’aggredito”, se per aggredito intende Zelensky, ha ragione, nessuna solidarietà da pare mia, se invece intende il popolo ucraino allora si sbaglia, piena solidarietà, ma lei mi pare il meno indicato a recriminare, visto che lei parteggia per il prolungamento del conflitto con l’invio di armi, e non mi pare che questo atteggiamento consideri come prioritaria la pace e quindi la fine di ulteriori perdite umane.
    R
    Alessandro, sono in totale disaccordo, i missili di Cuba non c’entrano la Nato non para missili ai confini contro nessuno se non ci sono motivi per farlo. Il resto che scrivi, lo sottolineo, è una tua interpretazione dei fatti, non la realtà e la tua antipatia per Zelensky testimonia che metti sullo stesso piano aggressore e aggredito (non sono sullo stesso piano chi aggredisce è un criminale chi viene aggredito si difende ed ha tutto il diritto di farlo e difendersi non è un crimine) ed è un errore grossolano . Zelensky fa la volontà del suo popolo che vuole rimanere LIBERO. Se tu questo non riesci a capirlo è un problema tuo. Ma da oggi mi ripropongo di passare i tuoi post se vorrai mandarli senza più nessun commento da parte mia perché noto da parte tua una volontà incrollabile a sostenere tesi che io avverso completamente. Lascio la parola a Francesco.

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    • @Alessandro: con l’argomento “non l’Europa, ma bensì la NATO” aggiunge sofismo a sicumera e saccenza. Per il resto non credo di avere altro da aggiungere alla risposta di Mariagrazia, che saluto, né di averne voglia.

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  8. Replico a Gazzato, e Francesco.
    Sul fatto che il popolo ucraino sia d’accordo per prolungare la guerra avrei qualche dubbio.
    In guerra i parlamenti normalmente sono bypassati e il capo dello stato decide da solo.
    Non ho mai sentito notizie di riunioni del parlamento ucraino e dibattiti sulla prosecuzione della guerra ad oltranza che si siano conclusi con una votazione nettamente favorevole.
    Zelensky ha in mano solo il 70% di consensi ottenuti alle elezioni, quando di guerra non se ne parlava nemmeno, e si basa su quello.
    E poi, in guerra le notizia non sono mai veritiere.
    Certo, se Zelensky prospetta al suo popolo che, se vincessero i russi, l’Ucraina tornerebbe ad essere una regione della Russia perdendo l’indipendenza, che i russi al potere perseguiterebbero la maggioranza ucraina, e, magari, che farebbero pulizia etnica, è possibile che la maggioranza degli ucraini approvino la guerra.
    La mia impressione è che il popolo ucraino è completamente tagliato fuori e subisce la guerra senza poter dire la sua, e senza neppure sapere come stanno veramente le cose. Del resto, anche il popolo russo è nelle stesse condizioni.
    E’ quello che succede in tutte le guerre. Non vedo perché questa dovrebbe essere diversa.
    Zelensky è un eroe? Se mandare gli altri a morire inutilmente è da eroi, anche Cadorna era un eroe. E al limite, pure Napoleone e Hitler erano eroi.
    R
    mi sa che ha le idee un po’ confuse, ho faticato a capire cosa intende dire, ma se intende che e che ucraini e russi sono sullo stesso piano si sbaglia di grosso: gli ucraini subiscono la guerra, non l’hanno iniziata loro e ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma ormai mi pare di parlare coi muri.
    L’ultima frase poi…l’avrei volentieri cassata ma la passo ma è una corbelleria sesquipedale.

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  9. Si può dire che è vergognoso? I soldati russi hanno ucciso un direttore d’orchestra ucraino perché si è rifiutato di dirigere la banda a Kherson per celebrare l’annessione alla Russia. E questi sarebbero i liberatori?
    ma stiamo scherzando? Ma come si fa ancora a dire che Putin non vuole la guerra? Ma che vuole? La pace non mi risulta si ottenga ammazzando la gente inerme a casa propria perché non fa quello che gli ordina l’esercito occupante!

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    • @mariagrazia: Io credo che occorra usare uno sguardo critico su questa notizia ed analizzare lucidamente I fatti. Partendo dal presupposto che questa è purtroppo una Guerra in cui per definizione non è possibile riconoscere ad una delle due parti il monopolio della ragione, dobbiamo chiederci se i russi avrebbero interesse a porsi in cattiva luce presso la popolazione che vorrebbero assoggettare. È del resto inusuale che gli occupanti di un paese si lascino andare a violenze gratuite sui popoli assoggettati, almeno dai miei studi di storia universale non ho contezza di simili episodi. Invece sappiamo che spesso sono gli occupati a infierire sul proprio stesso popolo, certe pagine oscure della Resistenza le dicono nulla? Del resto, sappiamo chi fosse questo direttore di orchestra? No, io per lo meno non lo conoscevo personalmente. Sappiamo solo quello che ci proviene dalla parte Ucraina che certo neutrale non è. Magari era un collaborazionista. Oppure hanno voluto sacrificarlo per addossare la colpa ai russi, magari i vertici ucraini hanno sentito il bisogno di rinfocolare il sentimento antirusso dopo Bucha, Izyum, Kiev (anche qui, molti dubbi circa l’effettiva valenza civile degli obiettivi colpiti ma meglio non divagare chiudo la parentesi e non la riapro più). Insomma senza scendere in una valutazione morale dell’evento perché sappiamo troppo poco e quel poco di certo non è vero, inviterei alla prudenza prima di reagire sconcertati. Un’analisi meno superficiale dei fatti potrebbe infatti mostrarci una faccia della medaglia molto diversa da quella che i nostri meanstreams appiattiti sull’atlantismo hanno interesse a mostrarci.

      PS. Gentile Mariagrazia, le riflessioni di cui sopra non la fanno ridere? Nemmeno a me. Ma ai soloni piace.

      R
      Francesco non credo a questa ricostruzione ma a quella che ne danno gli ucraini e i giornali internazionali e nazionali:
      https://www.theguardian.com/world/2022/oct/16/russian-troops-kill-ukrainian-musician-yuriy-kerpatenko-for-refusing-role-in-kherson-concert

      https://www.agi.it/estero/news/2022-10-15/ucraina-ucciso-direttore-orchestra-rifiutato-concerto-per-mosca-18457615/
      non vedo perché gli ucraini dovrebbero essere cosi masochisti, se la sua è ironia, mi spiace ma non la trovo divertente.
      Inoltre la pregherei di non usare più quel termine “soloni”, io posso non essere d’accordo con molti sulla guerra ma non gli appiccicherei etichette. Cosi, come, allo stesso modo non amo che se ne appiccichino a me che sono per aiutare gli ucraini a difendersi e non mi piace che se ne appiccichino a chi pensa che sarebbe meglio voltarsi dall’altra parte: ad ognuno la propria coscienza.
      Inoltre lei forse non è al corrente (notizie di stampa, ovvio io non sono una corrispondente di guerra, ma tendo a credere alla stampa indipendente che ancora esiste)
      di quali e quanti orrori i russi hanno compiuto nelle zone occupate senza alcuna considerazione se ci sono o meno russofoni o russofobi. Se cominciamo a non credere a chi sta subendo gli orrori di una aggressione e devastazione che i russi stanno facendo da mesi in quella zona, allora non possiamo credere neppure più a quello che vediamo. Ed è esattamente quello che Putin vuole. Ed io reagisco sconcertata (anche a questo suo post).

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      • @mariagrazia: ha ragione ad essere sconcertata e me ne scuso. Il post non riflette quello che penso ma l’esatto opposto: fa il verso ai ragionamenti che ho letto qui da parte dei soliti noti (es. su Bucha). E certo non è divertente, anzi è raccapricciante, ma non è questione di opinione: è negazionismo, è un modo distorto di ragionare, da drogati di ideologia.

        A parte ciò e tornando seri (mi scuso ancora per il cupo sarcasmo del mio post sopra, non mi sono trattenuto perché la rabbia a leggere certi commenti è tanta), la ricostruzione più plausibile è quella data dai link che ha segnalato lei. Questa persona era già nel mirino da un pezzo per i suoi post su FB contro l’invasione. Peggio ancora, dal punto di vista russo, era il fatto che non fosse un nazionalista ucraino (anzi “artisticamente”, si sentiva debitore alla Russia). La Russia del resto disprezza anche i propri artisti, che godono di meno esenzioni rispetto ad altre figure professionali nella mobilitazione generale ed hanno più probabilità di finire ad essere carne da cannone sul fronte ucraino (fonte: FAZ).
        R
        Beh sono contenta di aver capito male. Si, leggevo che gli ultimi arruolati e spediti a fine settembre sono tornati dentro la bare, contando che dovevano fare due settimane di training il che significa che sono stati mandati al fronte senza nessuna preventiva istruzione o aggiornamento e dopo qualche giorno erano già morti e tra questi ci sono anche professionisti come avvocati e architetti.

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  10. Beati voi che credete a tutto quello che vi dicono e vi indignate quando vogliono che vi indignate!
    Io preferisco ragionare con la mia testa, senza alcuna posizione ideologica.
    Dato che le notizie di parte durante una guerra non sono mai affidabili, le possibilità sono due: 1) Si sceglie di parteggiare per una delle parti, si crede a tutto quello che ci racconta, e si pensa che le notizie della controparte sono tutte menzogne. 2) Senza fare distinzione tra le fonti, si analizza ogni raccoto con la propria testa, si cerca una logica in quello che ci dicono, e si crede solo ai racconti che hanno senso.
    R
    Meno male che lei esiste. Lei dunque ragionando con la sua testa delle notizie che legge si fa la sua personale ragione, quella che secondo lei è la più combaciante coi suoi ragionamenti. “mentre i “beati” sarebbero un po’ scemi che si bevono tutto quello che leggono senza ragionare…a me sembra un ragionamento di chi si mette sempre in cattedra e pretende di sapere quello che non sa ma da mostra di sapere e pretende di non avere una posizione ideologica mentre gli altri ce l’avrebbero e sono annebbiati da questa. Mentre lei che ragiona o presume di farlo sa meglio di altri ciò che accade veramente, dunque il metro di giudizio diventa la presunzione di ragionare e di capire tutto. Ma è soltanto presunzione e qualche volta pura saccenteria.

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  11. Signora Gazzato, con un mio “amico di Italians” col quale c’era un rapporto di stima reciproca, in questa situazione ho avuto un duro scambio di idee che ha messo fine alla nostra amicizia telematica. In sostanza lui, senza contestare nel merito le mie affermazioni (non avrebbe potuto, perché io portavo dati di fatto), ha sostenuto che “bisogna scegliere da che parte stare” e comportarsi di conseguenza.
    Lui, tra l’occidente e il mondo un po’ oscuro e turbolento che gli si contrappone (Russia, Cina, India e altri) ha scelto l’occidente, e sostiene le scelte e le iniziative dell’occidente, qualunque esse siano. Secondo lui non c’è altra scelta.
    Essendo un personaggio importante, mi ha fatto capire tra le righe che, se uno prende troppo le distanze dalla linea atlantista, potrebbe rischiare delle conseguenze spiacevoli. Sicuramente sul piano della carriera, non solo nel settore pubblico, ma anche nel privato, ma senza escludere conseguenze sul piano della propria incolumità personale.
    Sempre leggendo tra le righe di quello che mi ha scritto, secondo lui io, con le mie idee, stavo scherzando col fuoco.
    Io, però, non voglio credere a questi scenari, anche se alcuni accenni che ho letto anche su questo blog mi fanno pensare che possano esistere già delle schedature di personaggi scomodi.
    Ho la libertà di chi non conta più niente. Come qualcuno mi ha cortesemente definito qui, sono un vecchio ingegnere in pensione, sono un nonno, uno che è fuori dalla vita attiva e che ha poco da perdere, e intendo continuare a manifestare liberamente il mio pensiero, al di fuori di qualunque schieramento politico o ideologico, e me ne assumo la responsabilità.
    R
    Gran brutta cosa rompere un’amicizia a causa di un dittatore. Può stare tranquillo, almeno qui da me non ci sono “schedature” e non mi pare proprio che a lei qui sia impedito di parlare.

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  12. Luigi scrive:
    “Ho la libertà di chi non conta più niente. Come qualcuno mi ha cortesemente definito qui, sono un vecchio ingegnere in pensione, sono un nonno, uno che è fuori dalla vita attiva e che ha poco da perdere, e intendo continuare a manifestare liberamente il mio pensiero, al di fuori di qualunque schieramento politico o ideologico, e me ne assumo la responsabilità.”

    Luigi, anch’io sono un ingegnere in pensione e un nonno, ma non è questo il motivo per cui sono solidale con lei. Continui a costruirsi la sua verità attingendo le notizie qua e là, senza pregiudizi ideologici, ma con l’uso disinteressato della ragione e la , consapevolezza che non si è infallibili, e senza farsi intimorire dalle opinioni contrarie, anche se sono gridate, o addirittura dalle minacce.
    Questa onestà intellettuale, che occorre riconoscere anche a chi pervenga a convinzioni contrarie, è anche alla base della tolleranza e di un dialogo costruttivo.

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