Le due facce del potere

Ha la faccia cupa Giorgia Meloni. Forse si è resa conto appieno di cosa si sia messa sulle spalle? Un paese fazioso sfinito dal Covid e dalle ripercussioni della guerra di Putin. Un paese torvo e incarognito che lei ora deve governare con quello che ha a disposizione: le sue idee, il suo carisma e poco o niente altro.
Una sfida che sapeva difficile, quasi impossibile e che si sta rivelando ancora peggiore..

Dal lato opposto sorride a tutta bocca (un po’ cavallina si può dire?) Schlein, non ha fatto che sorridere da quando è stata eletta e va bene cosi, la pubblicità del dentifricio aiuta in questi casi a nascondere le macerie sulle quali lei ora risulta trionfante.
Paladina di una sinistra radicale, nuova, giovane ed ispirata da una passione interiore che le si legge in faccia. Il suo arrivo ha portato, pare, molti nuovi tesserati.
Ma le sue parole, sinora, mi danno l’impressione di uno spettacolo per attirare il “pubblico” ma che la sua politica sia ancora tutta da organizzare. Non mi piace il modo con cui ha subito aggredito il governo e soprattutto l’altra donna a capo di un partito ed ora premier. Non mi è sembrata una donna che ha il principio della democrazia come faro, ma piuttosto una orientata a fare una politica aggressiva nei toni e nei modi. Il sorriso si è tramutato subito in una faccia feroce che implica il sospetto che la grinta di Schlein sia più orientata a favorire il partito che la qualità della vita degli italiani.

Pubblicato su Italians il 13.3.2023

12 commenti su “Le due facce del potere”

  1. Ottima analisi. Sottoscrivo. Sembra che ci siano sempre meno olitici preoccupati per il benessere degli italiani Speriamo che lo sia la Meloni, anche se per me è un po’ troppo atlantista.

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  2. Quei due (Bonaccini e Schlein), mi ricordano Piperita Patty e Charlie Brown

    PiperElly: “questa mattina mi sono svegliata molto intelligente”

    Charlieccini : “penso di aver paura di essere felice perché domani può succedere qualcosa di brutto”

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  3. Piccola nota per i lettori.
    Come qualcuno avrà realizzato, in questo blog non ci si da ragione a prescindere.
    Cioè, non stiamo a dirci “cara” e “caro”, ma spesso litighiamo.
    Compostamente (quasi sempre) ma litighiamo.
    E che cosa c’è di più democratico del litigare o discutere?
    Nel famoso ventennio non si discuteva, si obbediva e fine.
    Oggi, per fortuna abbiamo una Costituzione che ci da la possibilità di dire quello che vogliamo criticando anche il governo. Che cosa c’è di più democratico?
    Ma la critica non deve, a mio parere, essere strumentale.
    Io che ho votato (quasi) sempre PD dalla sua nascita, che ci ho creduto e ci ho sperato e che con gli anni non solo mi ha deluso , mi ha proprio disgustato.
    Ma lo posso dire: PD mi hai deluso e ora ti curo! Non lo so se ti voterò più e non credo.
    Ma non voterò mai a destra e anche se in molti in questi mesi mi hanno fatto notare che sembro diventata di destra, io mi sento di rispondere sempre che sono diventata quella che sono: una a cui non piace la menzogna, l’ipocrisia e la presa per i fondelli degli elettori e che ama, profondamente (non so quanto ricambiata) la Libertà e la Democrazia.
    E che vuole poter dire sempre quello che pensa e se penso che l’atteggiamento del PD perdente verso la Destra vincente (almeno alle ultime elezioni) è strumentale lo debbo poter dire senza che mi si accusi di essere di destra. Quando, facciamo a capirci, per “destra si sottende “fascismo”.
    Il fascismo quello che ha tenuto l’Italia soggiogata e ha creato danni inestimabili è il passato. Dobbiamo vigilare perché non ritorni in nessuna forma “moderna”, ma questo lo si deve fare sempre. Non solo , come si fa ora ora gridando ad un ipotetico “rigurgito” che non esiste.
    I vari governi che si sono succeduti e hanno sgovernato fin qui, non si possono tirare fuori e gettare tutte le colpe di tutto contemporaneamente al governo in carica perché di “destra” E quindi con uno “stigma”.
    Eh no, troppo comodo. Quando sappiamo benissimo quanto ci siano stati nei vari governi accordi sotto e sopra banco fra tutti i partiti dell’arco costituzionale per restare a galla.
    Inciuci memorabili e “storici”, compromessi di ogni sorta per il “bene del paese”.
    Ora, io credo che per lo stesso bene, se è “vero amore” e non un calesse, bisognerebbe cominciare a fare sul serio: governo e opposizione e smettere di dare la caccia ai fantasmi da parte di una opposizione mascherata da Zorro.

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  4. Io francamente non vedo il rischio che ritorni una qualche forma di fascismo.
    I tempi sono cambiati, c’è comunicazione, internet, e la gente non si lascia incantare facilmente.
    vorrei fare anche un’altra considerazione.
    Noi oggi pensiamo che, nei Paesi dove ci sia una forma di governo diversa dalle nostre democrazie, ci sia autoritarismo. Forse è una posizione semplicistica.
    Nel Mondo ci sono ancora moltissime monarchie, ci sono democrazie diverse, come quella iraniana, russa, ucraina ….
    Secondo me non abbiamo il diritto di condannare tutte le forme di governo che non siano strettamente democratiche.
    In fondo, i governi non hanno una legittimazione teorica, etica, ideologica …
    Sono semplicemente delle organizzazioni che perseguono il benessere della popolazione.
    E se una popolazione sta sostanzialmente bene, il suo è un buon governo.
    Per esempio, il governo di Saddam in Irak, secondo questa interpretazione, era migliore di quelli che sono seguiti.
    Beninteso, quando si parla di benessere e quindi di soddisfazione del popolo bisogna intendere la maggioranza, non i dissidenti.
    Il fatto che una nazione abbia frange dissidenti agguerrite, e che magari il relativo governo le reprima non basta per dire che là non c’è democrazia.
    Democrazia significa potere al popolo, e per popolo si intende la stragrande maggioranza del popolo.
    Una rondine non fa primavera, e le minoranze, per quanto agguerrite e determinate, se vogliono affermare i loro principi, devono riuscire a diventare maggioranza.
    R
    Iran e Russia o Iraq…democrazie? mi sa che abbiamo un concetto ben diverso di democrazia.
    Questo dice il dizionario: “Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti.
    “liberamente eletti” non “stragrande maggioranza”. Lei fa un po’ di confusione. Ma non ritorni per favore a dirmi che non ho capito, grazie.

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  5. Mariagrazia, la diversità di idee e il poterlo manifestare sono l’anima della democrazia, e in ciò concordo con quanto tu dici nell’incipit del tuo commento.
    Però l’opposizione deve fare il suo mestiere, deve criticare l’operato del Governo, fare risaltare quello che a suo parere sono gli errori commessi.
    Chi decide che le critiche siano “strumentali”? Lo decide il Governo?
    No, così non funziona.
    La critiche devono essere libere, il Governo non deve cercare di intimidire l’opposizione.
    Una considerazione sulla Schlein: ha detto che farà un’opposizione “dura’ ma ha aggiunto che sarà pure “costruttiva”, ossia, per ogni critica fatta, proporrà la soluzione.
    L’approccio mi pare positivo. Staremo a vedere i fatti.

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  6. @Mariagrazia
    “…Ma non voterò mai a destra…”
    Come se si capisse COSA propongono la destra e la sinistra, al di fuori del “è colpa di quelli di prima”. Io voterei anche per il mostro di Firenze se avesse un programma di governo sensato e realizzabile, ma ormai le valutazioni sui programmi sono state sostituite da “con chi passerei un weekend di sesso in agriturismo”. Abbiamo una sinistra che vota per le armi, sostiene le banche e la finanza, non vede gli schiavi nei campi del sud ma si preoccupa di monopattini e di cessi per travoni, e una destra che parla con il popolo ed è nemica del parassitismo sociale stile reddito di cittadinanza: mi dici tu se c’è spazio per scelte di bandiera?
    R
    già, infatti diventa sempre più difficile votare. I monopattini sono una jattura. Ma il mostro di Firenze…per piacere anche no.

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  7. Capisco il ragionamento del sig. Luigi, il quale praticamene sostiene che anche sotto un regime totalitario la popolazione può vivere e prosperare. D’accordo, ma il concetto di “democrazia” è diverso: è il popolo che sceglie da chi essere guidato e tutti possono candidarsi a farlo presentando le proprie idee, le opposizioni dicono la loro e la stampa anche. Non credo che in Russia o Cina questo sia possibile, né lo era ai tempi di Saddam. Forse i russi o i cinesi non se ne accorgono perché non hanno mai avuto l’occasione di poter scegliere e forse non ne sarebbero nemmeno capaci. Ma tanto non lo siamo nemmeno noi.
    La democrazia ha molti difetti e troppe teste che pensano finiscono col rallentare le decisioni, ma non farei a cambio.

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  8. E’ arrivato il tempo delle donne anche …per essere fischiate e insultate:

    https://www.open.online/2023/03/13/milano-contestazione-frassinetti-commemorazione-ramelli/

    questo episodio di ennesima strumentalizzazione da quando si è insediato il governo è la dimostrazione di quanta strada debba ancora fare la democrazia in Italia.
    Gli studenti dell’Istituto dove si teneva la commemorazione del ragazzo ucciso da esponenti di sinistra radicale, si sono dissociati dalle proteste e dai fischi sostenendo che la violenza va condannata sempre senza se e senza ma…finalmente.
    Onore e lode a quegli studenti, forse si può ancora fare qualcosa per salvare questo povero paese dalla faziosità elevata all’ennesima potenza in questi ultimi giorni.

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  9. Mauro, sono d’accordo che la democrazia ideale è quella nella quale qualunque cittadino si può candidare a governare e qualunque cittadino può manifestare contro il governo senza essere punito o discriminato.
    Ma esistono democrazie così?
    Forse le democrazie scandinave?
    Ma siamo sicuri che il popolo svedese e finlandese siano favorevoli all’ingresso nella NATO, oppure anche lì una decisione così importante è stata presa sopra la loro testa?
    E la premier che va a ballare con la minigonna in discoteca? Avrà la competenza per guidare bene il Paese, oppure è stata eletta perché si presentava bene?
    E negli Stati Uniti, dove il finanziamento dei privati ai partiti – che in Italia è illegale ed ha azzerato la Prima Repubblica col processo Mali pulite – è legale, sono una democrazia perfetta? Là un presidente può essere eletto grazie ai soldi delle lobby (banchieri, petrolieri, fabbricanti d’armi).
    Temo che per trovare una vera democrazia dobbiamo scendere a dimensioni “condominiali” come in Islanda.
    Ci sono poi Paesi che sono democratici, ma governano col pugno duro e sono poco tolleranti verso i dissidenti. Sono due cose diverse.
    Per esempio, in Turchia e in Iran si tengono libere elezioni, tanto è vero che, negli anni, si sono alternati governi europeisti e governi fondamentalisti islamici. Ed è stato il popolo, e non altri, a decidere questi cambiamenti.
    Però, sono governi che usano metodi da dittatura contro i dissidenti.
    Quello che mi pare condivisibile è che dobbiamo rispettare il principio di autodeterminazione dei popoli, per cui ogni popolo deve avere il governo che si può permettere in base alla sua storia e alla sua cultura.
    L’esportazione della democrazia è un principio nefasto improntato al neocolonialismo e al razzismo culturale.
    R
    continuo a dire, Lenzini, che lei ha un’idea piuttosto vaga della Democrazia.

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  10. Signora Gazzato, sono d’accordo che il concetto di democrazia viene interpretato in tanti modi.
    La mia idea è diversa dalla sua, ma scommetto che, se interpelliamo 100 persone diverse, ci danno 100 interpretazioni diverse.
    Ciascuno di noi dà un valore diverso ai diversi aspetti della democrazia, e ritiene essenziale uno piuttosto che un altro.
    Uno degli aspetti più gettonati è che i governi della nazione siano eletti dai cittadini attraverso libere elezioni, e che il mandato sia a termine.
    E già qui ci sono delle biforcazioni.
    C’è chi ritiene che i capi di stato e di governo possano essere rieletti e chi no.
    C’è chi ritiene preferibile la democrazia rappresentativa dove i cittadini votano il partito ed eventualmente il candidato parlamentare, il parlamento, elegge il Presidente della Repubblica, che a sua volta propone un Presidente del Consiglio, che sceglie i ministri e ottiene la fiducia del parlamento come in Italia.
    C’è chi ritiene preferibile che il Presidente della Repubblica sia votato direttamente dai cittadini, come in Francia e USA, oppure che il Presidente del Consiglio sia votato direttamente dai cittadini.
    C’è poi chi ritiene che il referendum sia uno strumento da usare in casi rari e particolari, per quesiti particolarmente semplici e importanti, e chi ritiene che gran parte delle leggi dovrebbero essere sottoposte a referendum.
    Ci sono nazioni nelle quali anche i Procuratori della Repubblica sono eletti dai cittadini (USA) e altri, come il nostro, dove sono considerati magistrati non sottoposti al voto popolare, come i giudici.
    A parte le modalità di elezione dei governi, c’è poi l’aspetto dell’esercizio del potere.
    Ci possono essere nazioni dove il governo è eletto correttamente dai cittadini, ma il potere viene esercitato con pugno duro e le forme di dissidenza sono represse senza tanti complimenti. Paesi in cui si considera prioritaria la libertà e altri in cui è prioritaria la sicurezza.
    Ci sono nazioni in cui la Magistratura non è del tutto indipendente dal potere politico, e quindi è in una certa misura soggetta al potere del popolo.
    Ciascuno di noi considera antidemocratici quei regimi che non rispettano quei principi che per lui sono i più importanti.
    R
    che arrampicata Lenzini, complimenti per la retorica, la sa usare non c’è dubbio e non è sempre negativo.
    Ma in questo caso è pura retorica perché lei sa bene cosa si intende per Democrazia e la Russia o l’Iran o altri…non lo sono ma sono proprio il contrario.
    Non furbizziamoci troppo per favore.

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  11. Signora Gazzato, per me neppure gli USA sono una democrazia ideale. E neppure l’Italia. E lo scriveva anche lei ai tempi del Covid.
    Ogni democrazia ha i suoi difetti: troppo rigida, troppo fragile, troppo farraginosa, troppo garantista o troppo poco garantista ….
    R
    ma rimane ancora il miglior modo di condurre un paese, se lei preferisce le dittature è libero di espatriare.

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  12. Eccola qui la doppia faccia del potere e l’ipocrisia di chi aggredisce Meloni in Parlamento ma poi razzola peggio. E se Elly non lo sa si informi.

    ilgiornale.it/news/politica/parla-precari-poi-schlein-lascia-cig-90-dipendenti-partito-2128093.html

    “Per Elly Schlein, nuova stella della sinistra italiana, l’introduzione in Italia di una legge sul salario minimo è la madre di tutte le battaglie. Mercoledì scorso la neo segretaria del Pd ha sfidato il capo del governo Giorgia Meloni proprio su questo terreno, nel primo faccia a faccia in Parlamento: «Signora presidente c’è un dramma di questo Paese di cui non sentiamo parlare mai. La precarietà è il lavoro povero, occorre fissare per legge un salario minimo perché sotto una certa soglia non si può chiamare lavoro ma sfruttamento», è stato il grido d’allarme di Schlein a Montecitorio. Facendo passare in secondo piano anche la circostanza che gli ultimi ministri del Lavoro (da Poletti a Orlando) siano stati tutti di area Pd.

    Il riconoscimento di una paga dignitosa per tutti i lavoratori è il pilastro del manifesto politico della leader della sinistra. La stella polare del proprio mandato al timone del Partito democratico. Peccato però che proprio il «suo Pd», la forza politica di cui è capo, abbia deciso di rinnovare per un altro anno la cassa integrazione in deroga ai 90 dipendenti. Altro che paga dignitosa. Con il ricorso alla Cig lo stipendio è ridotto, in prima battuta, subito dell’80%. Nel caso dei democratici si tratta di una misura in atto, a rotazione, dal 2017. E dunque per i lavoratori collocati a riposo il salario è al minimo legale. Un paradosso per la segretaria che si batte per uno stipendio equo e adeguato per tutti i lavoratori d’Italia e dell’Universo. Tranne che per i suoi dipendenti? Potrebbe iniziare dal Nazareno, nell’attesa che il Parlamento legiferi sul salario minimo. Revocando la cassa integrazione ai lavoratori e restituendo uno stipendio in linea con la media. Maurizio Landini avrebbe già indetto una mobilitazione di piazza se si fosse trattato di un’azienda privata.”

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