Ogni spesso Luca Zaia fa una gaffe…
veterinaria.
Dice un po’ che quel gli scappa visto
il suo ciclo di studi, e gli scappa
dalla bocca, quanti in Veneto
han compiuto, senza metterci
le scale il lor …ciclo vaginale.
Poi che fa?
Ride di gusto, si diverte
il bellimbusto alle sue stesse
boutades e si sfrega anche le
mani al pensier che i giornalisti
vanno a nozze coi suoi lazzi
si diverton come pazzi.
Il suo inglese è zoppicante
ma non esita ad usarlo
e lo lancia pure troppo
vuoi al trotto che al galoppo.
Quando ha detto per esempio
la battuta sui cargivers, quelli
che voleva dire prestan cura
parentale, il tapin non s’era accorto
dell’errore madornale.
Ora è in lotta anche col capo
pare sia sull’altra sponda
quella dell’obligatorio
il vaccino che si sa lui
che è veterinario trova
giusto fare a tutti anche
a chi tituba un poco perchè
sa che non è un gioco
ma una scelta molto grave
e ci vuol pensare ancora.
Mentre Luca ha tutto
in testa e ha pensato
che sia l’ora al Salvin
di far la festa.
Ma si sa che scherzo
un poco, e il governator
lo sa, tanto che pure
se legge lui non se la
prenderà.
Il partito ormai è diviso
e siccome è laureato
furbo e attento e
intelligente di sembrar
un poco fesso non gli importa
proprio niente ma si sta facendo
strada per portarsi poco a poco
sopra il podio del vincente.
Però a me Xaia piace un sacco, già con quel suo accento veneto, e poi è schietto, semplice, non si da delle arie come tanti suoi colleghi, parla senza birignao, in modo un po’ rozzo, ma comprensibile a tutti. Sempre meglio di De Luca, con quel suo partenopeo aristocratico da filosofo vesuviano. Ed anche di Cacciari e Brugnaro.
Ho capito bene o male?
Forse Zaia avrà intenzione
di combattere e arginare
quest’epidemia virale
(senza manco dubitare)
con la bella istituzione
dell’obbligo vaginale?
Concordo con Franco Bifani.
– adoro l’accento veneto (mi ricorda gli anni spensierati dell’adolescenza a Verona dove ho lasciato un pezzo di cuore!): quindi non posso non ammirare Zaia.
– adoro anche l’allegria dell’accento napoletano ma detesto la spocchia di Deluca… e non l’attribuisco certo al filosofare vesuviano: faccio l’esempio di Luciano De Crescenzo che da partenopeo verace mi ha fatto amare i filosofi classici. Deluca è borioso e spocchioso non filosofo!