Affini

Un vecchio slogan diceva: il telefono la tua voce”.

Ora si potrebbe convertire in : il telefono la tua anima”. Si perché è quasi una entità metafisica. Tutti ad osservarlo in continuazione, a scrutarlo a coccolarlo e a parlargli sottovoce come si fa con un amante.

Il telefono ormai è cuore e anima. L’ intellifono, per dirla in italianesco è parte di noi, come una mano o un piede O meglio ancora un organo importante, vedi fegato o milza.

Nessuno esce senza. Impossibile ritrovarsi in questa selva oscura senza l’intellifono al quale siamo sempre raggiungibili e col quale ci colleghiamo col mondo. Ma è un mondo reale o si tratta soprattutto di intelligenze primitive o scambio di informazioni del tutto irrilevanti se non inutili?

Notiziole ridicole o drammi umanitari che arrivano non richiesti su quello schermo luminoso e dal quale siamo attratti come da bambini dalle lucciole.

E per la strada ormai non è più possibile neppure un “tirati in la” perché l’interloquito non sente non capisce e sembra dentro un acquario dal quale spuntano delle pinne. Tutte le età e generi, compresi bambini, sono alle prese con quell’ arnese consacrato alla medianità generale.

Non ce l’hai? sei escluso dalla scaricabilità delle apps (oops) magiche, indispensabili e irrinunciabili.

Cioè sei un drop out, un fallito uno che non vive su questa terra.

Ormai la dipendenza da telefonino è una nuova patologia, una delle tante di questi tempi moderni e terribilmente ansiogeni.

Pane per psicologi e affini. Al telefono, si intende.

Pubblicato su Italians del Corriere della sera

6 commenti su “Affini”

  1. L’intellifono o anche furbofono è la miglior invenzione planetaria dopo la scoperta del fuoco e del tiramisù. Permette di essere connessi e sapere in tempo reale cosa succede nel mondo, se i propri familiari stanno bene, se il collega cretino ha la macchina nuova e cosa significa la parola “Solipsista” senza cercare sul vocabolario. Oppure prendere il biglietto del treno senza fare la fila allo sportello, dietro allo stordito che chiede informazioni mentre il convoglio sta partendo. Non ultimo permette di telefonare, bontà sua.
    Ma come sempre l’umanità è formata da una ristretta percentuale di individui sapiens e una massa sconfinata di scimmie in grado di utilizzare brillanti invenzioni in modo idiota. E così ci tocca sorbirci la famiglia Ferragni e i consigli culinari di Benedetta, ma anche il rischio di cliccare il link sbagliato e vedersi prosciugato il conto.
    I problema non è tanto l’intellofono, ma la capacità della gente nel trasformarlo in uno stupidofono.
    R
    sicuro, è una grande invenzione, ma ho come l’impressione che molti si stiano lasciando mangiare l’anima.

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  2. @Mariagrazia: mi fa sorridere ripensare quando, a fine anni 90, ci si lamentava dell’invadenza dei primi cellulari: non avevamo ancora visto nulla.
    Vedo nello smartphone un’appendice corporea, come scrive Lei, visto che non ce ne priviamo nemmeno quando andiamo in bagno. Ed un anestetico, cui cadono vittima anche persone intelligenti e curiose. Per la coppia, un pericolo: fonte infinita di tentazioni da un lato, attentato all’appeal del partner di vita dall’altro (quando vedi il tuo compagno/a usare ogni pausa per stravaccarsi sul divano a sfogliare pagine su pagine di social networks). Per i minorenni una minaccia concreta. Anche se su quest’ultimo punto mi sento di azzardare due ipotesi: 1. forse i minorenni sono tutto sommato più svegli dei genitori nell’usare tale strumento e le nostre preoccupazioni si riveleranno alla prova dei fatti eccessive 2. il fatto di crescere con l’intellifono in mano li renderá meno prede di dipendenza, visto che lo consideraranno una ovvietà mano a mano meno interessante.
    R
    sono d’accordo con la prima parte, purtroppo dissento sulla seconda, dubito che i minorenni siano più svegli e penso invece che saranno persone adulte molto malleabili.

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  3. Quello che mi meraviglia non è tanto l’uso intensivo che se ne fa, quanto l’indifferenza con cui teniamo in mano uno smartphone, un miracolo di scienza, di tecnica, di tecnologia, che sta dietro l’hardware e il software di quell’aggeggio che compriamo, tutto sommato, per pochi euro.
    Se solo ci rendessimo conto di quanti principi scientifici, di fisica, di chimica, di elettronica, di quante scoperte, di quanta sperimentazione, di quanta strumentazione di precisione, di quanta componentistica sempre più miniaturizzata, di quanti studi sulla proprietà dei materiali, di quanto calcolo matematico, di quanto lavoro intellettuale, di quanta manodopera specializzata, di quanta organizzazione ci sta dietro, se ci rendessimo conto di tutto ciò, quell’aggeggio insignificante di dimensioni e peso minimi lo incorniceremmo come un’icona sacra e, postolo su di un piedistallo, l’adoreremmo come il nuovo Dio-Materia che ha soppiantato il Dio-Spirito.
    R
    e io che ho scritto?

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  4. @Mariagrazia: qui potremmo aprire un discorso che va al di là del post. Forse mi trovo “costretto” ad avere fiducia nelle nuove generazioni, avendo due esemplari in casa. Molto banalmente, paragono il “me stesso” di allora, e relativi amici, agli adolescenti di oggi. Posso dire che noi fossimo più disciplinati, era la cultura di allora impartire una disciplina, questo non impediva alla metà di noi di iniziare da adolescenti con droghe leggere ed alcol, e all’altra metà di instupidirsi tra videoclip di MTV e videogiochi. Io per la cronaca appartenevo alla seconda metà. Per quanto potessi essere considerato un bravo ragazzo, non vorrei affatto un “me stesso” come ragazzo. Ciò nonostante in qualche modo me la sono cavata anche io. Quando sento storie di ragazzi/e difficili, ripenso a noi alla loro età e relativizzo. Anche perché tutto questo disastro, nelle nuove generazioni (mi riferisco alla fascia di età che posso osservare, diciamo tra gli 11 e 15 anni) francamente, non lo vedo. Almeno non ancora. Vedo piuttosto comportamento discutibili da parte di alcuni genitori. Ma ai tempi vidi malmenare – letteralmente – amici dai padri come metodo educativo. Anche qui, non credo che oggi si viva un sostanziale regresso.
    R
    certo fare paragoni è sempre difficile, ma in quella fascia di età ora ci sono ragazzi (e ragazze) che si comportano da veri ignoranti maleducati privi di empatia verso il prossimo, inebetiti dai video giochi o peggio. Basta leggere le cronache. Forse qualche scappellotto non gli farebbe cosi male. Colpa dei genitori assenti che li hanno affidati a quell’aggeggio come compagnia? Sicuro ma a monte c’è anche una società completamente priva di valori. Naturalmente parlo in generale, poi ci sono anche ragazzi bravissimi.

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  5. Mariagrazia. il mio post non voleva essere in contraddizione con quanto da te scritto: tu poni l’accento sul cattivo uso che si fa dello strumento e delle conseguenze negative che ciò può comportare, soprattutto sui giovani; io ho posto l’accento sull’eccezionale lavoro, per lo più ignorato, che ci sta dietro. Le due cose non sono in contraddizione. Però ritengo che gli effetti positivi superano (a anche di molto) quelli negativi, solo che siamo più portati a vedere questi ultimi, mentre quelli vengono assorbiti come fatto naturale.
    Per esempio, oggi ho visto il mare un tutt’uno col cielo, e mi sono detto: “L’orizzonte non c’è più” e per quel fenomeno chiamato associazione di idee mi sono ricordato di quella canzone dei Dick Dick intitolata Volando: lo smartphone mi è venuto subito incontro mettendola a disposizione dei miei orecchi. Non solo, ma mi permette anche di spedirla al tuo blog
    https://www.bing.com/videos/riverview/relatedvideo?q=navigando%2c+navigando%2c+sto+volando+via+di+qua&mid=708197BB987F559F16DE708197BB987F559F16DE&FORM=VIRE
    E non è finita qui, mi ha anche informato che si tratta di una cover(per la verità migliore dell’originale) della famosa canzone Sailing di Rod Stewart, che ti spedisco pure
    https://www.bing.com/videos/riverview/relatedvideo?q=sailing+rod+stewart&mid=3A559A9FA9DFEA68D5543A559A9FA9DFEA68D554&FORM=VIRE
    Senza smartphone, come avrei potuto farle tutto ciò?
    R
    bellissime entrambe le versioni, ma non ho detto che siamo in contraddizione. Riconosco tutti i meriti dello SP. Ma ci sarebbe troppo da dire.

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  6. Non intendo sminuire i vantaggi di possedere uno strumento particolarmente complesso e con grandi potenzialità come lo smartphone, ma evidenziare le anomalie e le disfunzioni e l’ effetto, a volte devastante che questo aggeggio ha soprattutto sui giovani.
    Certo sono bravi ad imparare la tecnologia, sono “svegli” (come scrive Francesco) e afferrano subito le novità, ma poi, vanno per strada come zombi ai quali non puoi rivolgere neppure un bah perché assenti, su un altro pianeta o dimensione e questo non può essere positivo.
    Per non parlare dell’uso distorto che ne fanno molti e degli incidenti mortali che spesso provocano.
    I vantaggi ci sono tutti, gli svantaggi forse sono ancora da scoprire del tutto.

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