Giri di giostra

Cambiano le cose in Rai, qualcuno fa le valige, nolente, si capisce perché ci sta da decenni e di andare in pensione non ci sente.

Lo capisco. ma, forse deve essere per questo che piove alla faccia della siccità: sono le lacrime dei fans di Fabio Fazio e del medesimo? Qualcuno parla di “epurazione”, di deriva anti democratica, di “colpo di stato”.

L’obiettività, il pluralismo e lo spirito democratico della nostra Rai sono obiettivi perseguiti col massimo della soddisfazione di tutti. Pago il canone da una vita ma il “servizio pubblico” che la Rai sinora mi ha fornito, io non l’ho quasi mai usufruito.

Perché? ma perché non mi ha mai convinto. Non nego che talvolta abbia guardato qualche TG o qualche programma di “intrattenimento”, ma, francamente, con i peli un po’ sollevati e lo spirito critico allertato.

Ma capisco benissimo che Fabio Fazio (come altri) che aveva una poltrona ben comoda e fissa mentre il posto fisso, ci continuano a dire da decenni, non è più cosa, si possa sentire spiazzato. Il posto fisso è utopia, la precarietà, per i giovani come per tutti è la realtà. C’è chi dopo anni o decenni, viene licenziato con un messaggino. Allora non si spiega come mai alcune star molto in vista della TV di stato, devono essere fisse come le stelle. Inamovibili e trattate come se fossero semidei.

Ben pagate, come Fazio che percepisce stipendi da favola. La Rai deve fornire posti fissi eterni e stipendi da favola, mentre la realtà del paese va in direzione del tutto contraria con posti che traballano ad ogni fischio di vento e pagati sotto la soglia della miseria nera?

Ci saranno dei cambiamenti? me ne farò una ragione con i ringraziamenti ai suddetti personaggi, che non ho quasi mai guardato (anche se il canone lo pago) e che vivranno benissimo anche se dovranno cambiare poltrona.

Ma non credo che questo comporterà un danno per la democrazia. al massimo, se proprio non saremo in sintonia coi nuovi programmi e star televisive, possiamo sempre azionare il telecomando. Almeno fino al prossimo giro di giostra.

6 commenti su “Giri di giostra”

  1. La funzione del servizio pubblico è stata oggetto di interpretazioni diverse.
    Nel lontano 2011 Severgnini mi pubblicò una lettera sul tema controverso del pluralismo.
    Secondo me avere delle testate di diversa impostazione politica e ideologica non dà garanzie al cittadino. Raramente un telespettatore sente due o tre TG come leggerebbe due o tre giornali, per cui la versione che gli arriva, alla fine, è solo quella abituale, più compatibile con i suoi orari.
    D’altra parte, due bugie non fanno una verità, per cui, anche se il telespettatore sentisse due TG resterebbe col dubbio.
    Io credo piuttosto che l’informazione dovrebbe essere data in modo essenziale, nello stile dei messaggi delle agenzie di stampa, evitando aggettivi, enfasi e spettacolarizzazione. Ridicoli, per esempio, i filmati che accompagnano le notizie, che di solito sono vecchi e di repertorio.
    Ridicolo dare le notizie sulla Siria da Ankara, come se lì, essendo un po’ più vicini, arrivassero meglio.
    Ridicolo dare le notizie dell’attività di governo e Parlamento davanti a Montecitorio, come se lì qualcuno le fornisse di prima mano.
    In realtà in entrambi i casi, l’inviato legge notizie che gli hanno mandato dalla sede RAI, che a sua volta le ha avute dai dispacci di agenzia.
    Purtroppo, tutta questa spettacolarizzazione serve a fare ascolti, perché i notiziari sono occasioni preziose per la RAI per vendere spazi pubblicitari a caro prezzo.
    Come dovrebbe essere quindi il servizio pubblico? Pluralista non saprei, per le considerazioni che ho fatto prima.
    Probabilmente, dovrebbe essere gestito con serietà e ed equilibrio evitando strumentalizzazioni politiche.
    Sul fatto che i vertici e i personaggi di riferimento siano soggetti allo spoil system, credo che sia giusto, anche se non si deve esagerare.
    Se il servizio è pubblico è giusto che interpreti il sentire medio degli italiani, che è rappresentato dalla composizione del Parlamento e del Governo.
    Se l’elettorato si sposta a destra è giusto che anche la RAI si sposti a destra.
    In passato, specialmente durante i governi Berlusconi, abbiamo avuto una RAI che in prevalenza gli era molto ostile, perché le nomine risalivano ai governi precedenti.
    E questo non mi sembra giusto e corretto verso gli elettori.
    Quanto ai mostri sacri come Fazio, riconosco che è bravo, ma è anche decisamente fazioso (come potrebbe non esserlo?).

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  2. Purtroppo è lo “spoil system” -termine americano- che viene praticato da chiunque abbia in mano il potere. Passi per i programmi di puro intrattenimento, ma l’informazione dovrebbe essere il più possibile imparziale, e quei salotti in cui si discute di politica, non dico debbano garantire l’oggettività -che rimarrebbe un pio desiderio- ma almeno la pluralità delle opinioni, senza ostracismi e senza tipi alla Crociani messi lì per non far parlare chi la pensa diversamente. Ne abbiamo avuto esempi eclatanti al tempo del Covid, quando era “vietato” dubitare dei vaccini, e ne abbiamo oggi quando si discute di guerra, e guai a non seguire la vulgata di Stato..
    Ciò verrebbe per tutte le televisioni, ma soprattutto deve valere per la Rai, ossia per il servizio di Stato. Fra l’altro la Rai può godere di una doppia fonte di introiti, il canone e la pubblicità, un grande vantaggio rispetto alle TV private: a maggior ragione si dovrebbero pretendere una dirigenza selezionata per meriti, e non per colore politico, o per nepotismo, e servizi di qualità su svariati temi.
    R
    Si, ma qualcuno dovrebbe informare la sinistra e anche gli ex grillini ora contini, che hanno perso le elezioni. Invece continuano ad andare in Tv, un po’ ovunque a blaterare come se fossero ancora al governo e nessun anchor man or woman è capace di farglielo notare.

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  3. In linea di massima i programmi Rai, cosi’ come per quelli in onda sulle reti Mediaset, sono sempre gli stessi.

    Basta citare, per fare esempi:
    “Ballando con le stelle”, “Un passo dal cielo”, “Imma Tataranni”, “Tale e quale show”… oppure: “C’e’ posta per te”, dove le lacrime scorrono a fiumi e i protagonisti ci si lavano il viso, ecc. ecc…

    Intrattenimenti ai quali basta aggiungere solo il numero…”di serie” per indicare che il programma in questione e’ arrivato a quella ennesima…edizione!!!

    Dulcis in fundo il festival di Sanremo, sempre piu’ sconcio con canzoni senza melodia e con cantanti pagliacci ed osceni.

    Seguono gli immancabili dibattiti televisivi, oramai in onda su tutte le reti e in tutte le salse, con ospiti starnazzanti per cui non si capisce mai niente o, se si riesce di comprendere qualcosa…la cosa rimane li’ perche’ pur conoscendo le tematiche anche i sassi come pure le ovvie soluzioni, nessuno si muove, nessuno fa niente e i dibattiti, le chiacchiere, i salotti continuano a proliferare con l’unico, vero scopo, di fare ascolti: che’ e’ cio’ che realmente interessa gli addetti ai lavori.

    Niente di piu’.

    Spesso le trame o le scalette delle fictions o degli spettacoli, per usare un termine “tecnico”, sono sempre quelle, ovvero trattansi quasi sempre di
    famiglie disagiate nelle quali marito e moglie, protagonisti della storia, sono in crisi;
    figli adolescenti “incompresi” che rinfacciano ai genitori, mandandoli letteralmente a quel paese in barba al comandamento “onora il padre e la madre”, colpe comportamentali per cui quei ragazzi vengono “scusati” se si cacciano poi nei guai in quanto stimano piu’ i loro “amici lucignoli” che i genitori che, a loro volta, devono umiliarsi a chiedere scusa o perdono ai propri giovani (quando dovrebbe essere educativo il contrario)…bussando discretamente alla porta della loro camera mentre quelli piangenti e frignanti sono riversi sul letto… e via dicendo.

    Per gli spettacoli di “varieta’” la solfa e’ sempre quella, per cui, vista una edizione, quella dell’anno seguente rimane…tale e quale alla precedente cambiando solo “l’ordine degli addenti”, ovvero i protagonisti.

    Per Mediaset e’ ancora peggio, con giochi a quiz ancora piu’ insulsi di quelli Rai; reality i cui attori sono vecchie glorie tramontate che, bonta’ loro, si degradano ancora di piu’ partecipando a patetiche..”Isola dei famosi”, o, nel caso di gnocche rifatte gia’ a 25 anni e giovanotti palestrati, in “Grande fratello” o “Grande fratello vip”, in cui, anche li’, obliate vecchie glorie dello spettacolo non fanno altro che svolgere noiose giornate al mare (Isola dei famosi) o letteralmente rinchiusi ed isolati in una gabbia dorata di villino a litigare (con audience per Grande fratello con o senza vip) o a conversare o a svolgere normalissime, banali attivita’, alle quali gli spettatori assistono demenzialmente, a guisa di guardoni, dovendo poi esprimere un giudizio sulle successive “eliminazioni” dei concorrenti…

    Tutte barbosissime vicende, spettacoli, o reality, purtroppo assai seguiti dalla gente…
    per cui, ogni anno, Rai e Mediaset, sfregandosi contenti le mani, sono ben felici di riproporli ai teleutenti a guisa di solite minestre piu’ o meno riscaldate.

    Dimenticavo le “nauseabonde” trasmissioni a tema culinario, dove agli spettatori vengono mostrate pietanze elaborate da stellati chef che, non badando a spese, possono permettersi quei manicaretti, a cui i comuni mortali sono preclusi sia per il tempo che occorre a prepararle e sia per gli ingredienti, costosi e non certo comuni sugli scaffali dei supermercati.

    Sono un lagnoso?

    Forse, ma rimpiango i bei programmi di un tempo dove gli sceneggiati erano davvero avvincenti con gente del calibro di Gino Cervi (Maigret), Andrea Giordana (Il conte di Montecristo), Tino Buazzelli (Nero Wolfe), Corrado, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Raffaella Carra’ e tanti altri che, quando alle 22,30 o giu’ di li’, finivano non vedevi l’ora che arrivasse la puntata successiva per vederli!!!

    Per me e’ finito tutto: bei sceneggiati, divertenti varieta’ pervasi di balletti, gag comiche, festival con canzoni divenute cult, financo teatro con le splendide rappresentazioni televisive interpretate da Eduardo De Filippo e la sua compagnia.

    Cosi’ i programmi televisivi, come gran parte della nostra societa’, vanno a farsi friggere a guisa delle tramontate civilta’ che immancabilmente sono destinate a chiudere il loro ciclo.

    R
    non è lagnoso affatto, anzi, il suo commento è bello e articolato. Lo condivido.
    Io seguo molte commedie su Youtube, seguo la serie di Maigret, la trovo su Youtube, decisamente uno spettacolo. E anche la sua analisi sulle fiction sulla famiglia la trovo corretta: una sorta di psicoanalisi di gruppo a cui la gente si “assoggetta” anche perché non trovando di meglio…prendere o lasciare.
    Come mi fanno ridere quelli che difendono Fazio perché fa molta audience: ma bella forza, quando il resto è uno spettacolo desolante. A dire poco, ci si attacca persino a Fazio che svetta come la summa dell’intrattenimento culturale, condito dalle gag penose della sua amica.

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  4. Le fictions.. vabbè, le serie TV della RAI sono comunque qualitativamente migliori di quelle Mediaset. Spesso danno l’occasione di vedere e scoprire scorci di città e luoghi che non si conoscevano. Altre volte sono girate in posti che si conoscono bene, tipo le montagne di “Un passo dal cielo”. Se si vuole stare più impegnati si va al cineforum o si legge un libro, ma non è che si debba sempre essere a livello Pulitzer.
    Per quanto riguarda la lottizzazione, invece, penso sia una schifezza, sia da una parte che dall’altra. La RAI non deve essere lo specchio del governo, ma lo specchio della società e dare la voce a tutti. E qui mi mordo la tastiera perché tante volte si dà voce a troppi “tutti”. Gioire perché Fazio va via non va bene, anche se Fazio è fazioso. Ma poi scopri che va in un’altra TV a guadagnare più soldi, tanto da farmi pensare che si stia facendo gli affaracci suoi, cogliendo la palla al balzo per sputacchiare sul governo. Come se i precedenti governi non avessero a loro volta messo le pedine giuste nei posti giusti. E’ il bello della diretta, anzi no, della democrazia. In Corea del Nord, Fazio non sarebbe sparito solo dalla RAI TIVVU’: sarebbe sparito e basta.
    R
    beh, ora, non siamo così drastici, anche Fazio ha un cuore…a sinistra del portafoglio.

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  5. Mauro, “La RAI non deve essere lo specchio del governo, ma lo specchio della società”.
    In una democrazia rappresentativa è la stessa cosa.
    In caso di elezioni normali (a parte i pasticci giallo verde, giallo rosso e commissariamento Draghi), il parlamento rappresenta la società e il governo rappresenta il parlamento.
    Non ci sono altri modi seri per il popolo per esprimere le sue preferenze.
    Dare voce a tutti? Si, ma in maniera pesata. Non si può dare lo stesso spazio a FDI, PD e a partiti che hanno preso l’1%.
    Bisogna dare spazio ai partiti in proporzione al numero di cittadini che ci stanno dietro.
    I cittadini hanno diritto a questo.

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  6. Romolo, proprio perché l’intrattenimento è scaduto come qualità, i programmi più importanti e più seguiti sono diventati i telegiornali e gli approfondimenti giornalistici.
    Fermo restando che l’informazione dovrebbe essere seria, obiettiva e non faziosa, se proprio dobbiamo scegliere tra una RAI improntata ai partiti che hanno perso le elezioni o ai partiti che le hanno vinte, mi sembra più giusta, per rispetto della volontà popolare, la seconda ipotesi.
    R
    a mio parere, la Tv di stato dovrebbe tenere conto di tutti gli italiani, senza distinzioni politiche o ideologiche.

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