Stabilità

 

Si sta evidenziando come i governi sfruttino a man bassa la paura, difficile non capirlo a meno di volersi a tutti i costi aggrappare al “conosciuto” a ciò che ci fa stare più tranquilli e scaccia le paure che in questo periodo sono tante, troppe.

“La capacità di infondere paura fa parte di tutto l’armamentario del potere”.
James Hillman.

Il vaccino è visto da molti come una divinità potente ma rassicurante capace di scacciare la paura del virus.
Ma nel caso in questione è fuorviante. Non può e non deve essere l’unica arma contro un virus che ha ormai invaso le nostre vite e ottenebrato  un po’ molte menti  limpide.

Non basta, ci sono le prove ormai, negarlo sarebbe mentire e infatti molti esperti sono  concordi sul fatto che non ha dato i risultati sperati e anche tanto propagandati (un po’ troppo senza veri riscontri oggettivi).

Ma aiuta, certo, aiuta, mi dicono. E io ci voglio credere. Ma non basta.

E allora cosa frena le Istituzioni che avrebbero le possibilità di agire diversamente utilizzando molti altri mezzi per fermare davvero la diffusione del virus e migliorare le cure?

Quali sono gli ostacoli maggiori?

Io penso sia la necessità di mantenere il potere. Via il virus si tornerebbe a discutere e a destabilizzare ancora quello che sembra essere ormai “stabilizzato”. La paura fa da freno a qualsiasi movimento di vera innovazione,

Persino i più “rivoluzionari” tra i partiti si sono accodati all’emergenza.

Solo Giorgia Meloni sembra essere una nuova “rivoluzionaria”, ma tra i conservatori. Un ossimoro evidente ma lei cosi, guadagna consensi.

L’unica ad opporsi al pensiero unico e solo non può che fare proseliti anche tra chi la vedeva come il fumo nero  che usciva dal camino della politica. Ora servirebbero spazzacamini ma a nessuno piace sporcarsi le mani.

Preferiscono restare al caldo, cullati dal carisma dell’uomo solo ma in buona  compagnia al comando.

Solo Landini e Bombardieri (o Bombardini) sembrano voler scapigliare questa bella chioma impomatata che è diventata la “maggioranza”.

Scioperano il 16 dicembre contro il governo e  la sua manovra. In molti non capiscono. Infatti è difficile capire quando non si ha che un unico pensiero contro il quale qualsiasi idea cozza e rimbalza come contro un muro di gomma.

Il muro di gomma della “stabilità” lungamente perseguita e trovata anche grazie alla peste moderna.

72 commenti su “Stabilità”

  1. Il governo cosi come ha stabilito i criteri per le restrizioni da imporre alle varie regioni in funzione del numero dei contagi e della saturazione delle capacità ospedaliere, dovrebbe stabilire il criterio per poter dichiarare le fine delle stato di emergenza e poi cercare di perseguirlo con metodi democratici.
    Spagna e Portogallo dovrebbero essere d’esempio.
    Il vaccino non può essere l’arma unica è vero, bisognerebbe dare protocolli di comportamento per la cura dei malati, visto che i contagi nonostante il vaccino sono in aumento. Implementare le terapie anche quelle da seguire in casa. Perché non se ne parla mai? Che si aspetta a mettere in circolazione le medicine della stessa Pfizer già in uso in altri Paesi?
    I tamponi sono necessari per una terapia precoce, ma sembra che in Piemonte e in Veneto li abbiano vietati per i no vax, assurdo, e il super green pass li ha addirittura aboliti. Dovrebbero invece essere somministrati gratuitamente.
    Altra armi: la mascherina obbligatoria dentro e fuori, questo dovrebbe essere più efficace del green pass. E poi evitare gli assembramenti nei luoghi chiusi e negli stadi.

    R.
    già che si aspetta? Forse che siano finite tutte le dosi di vaccino che Pfizer ha a disposizione? Nn dovrebbe esserci una totale sinergia tra vaccino e nuove che in Italia sono state finora snobbate?
    E poi dare una fine precisa allo stato di emergenza, non può andare avanti in eterno: è solo un modo per tenere la popolazione sotto il giogo della paura.

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  2. Non le dice?

    R.
    le ho dette tante volte:

    vaccino (no obbligo)
    cure nuove e ricerca di nuovi farmaci
    evitare assembramenti
    mascherina sempre in luoghi chiusi e dove ci sono assembramenti
    igienizzazione
    potenziamento strutture ospedaliere e incremento del numero di medici e personale sanitario
    potenziamento mezzi di trsporto
    miglioramento condizioni delle aule scolastiche
    incremento del numero di medici di famiglia
    no greeen pass che discrimina i cittadini e non serve che a dare l’impressione di poter fare quello che si vuole, fino a che non ci sarà più un solo contagiato le stesse regole devono valere per tutti.
    E sopratttutto non seminare il panico come è stato fatto sinora ma affrontare il problema senza creare odio tra cittadini o troppe regole non uniformi e che discriminano
    e cercare di infondere maggiore coraggio ma senza fare propaganda.

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  3. Condivido sostanzialmente la replica della signora Gazzato, salvo che ritengo utile e opportuno il green pass, e abolirei la certificazione con tampone, che fa solo la fotografia di oggi e domani non vale più. Dice che non sei malato, ma non dice che sei protetto (tanto o poco).

    Il problema sono i controlli, che non siamo abituati a fare e che nessuno vuole fare. Si sono già sentiti i primi “non mi compete”.

    Riguardo alla srabilità politica è un serpente che si morde la coda. Il virus ha destabilizzato la società e l’economia, e ci vuole stabilità per combatterlo. Il fatto che l’epidemia non sia finita dà stabilità al governo, ma si potrebbe fare a meno della stabilità se l’epidemia finisse.

    Lo sciopero generale?
    I sindacati erano abituati male quando i governi non osavano portare una legge in Parlamento senza l’accordo delle “parti sociali”.
    Renzi disse una frase che mi colpì molto: “se i sindacati non sono d’accordo, ce ne faremo una ragione.” Ma poi è finito male.

    Draghi ha riproposto questo atteggiamento: ascolto, sì: concertazione no.

    E i sindacalisti duri e puri hanno colto la differenza e non accettano un ridimensionamento del loro ruolo storico (acquisito e abusato, ma non istituzionale).

    Bene fa Draghi ad andare per la sua strada. Lo sciopero generale non sarà un successo, e CGIL e UIL ne usciranno ancor più ridimensionati.

    R.
    Draghi : ascolta ma non concerta, cioè in due parole, fa come gli pare. Come si definsce uno cosi?
    Ma quale ruolo storico? Il lavoro sta andando a rotoli, Draghi non è Babbo Natale e ne ha solo per una parte…la solita.

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  4. Di pazienza Speranza ne porta e pazienza se deve prorogare ancora lo stato d’emergenza o l’emergenza di stato, lo faranno santo Speranza e noi dobbiamo ancora portare Santa Pazienza.
    Proraga oltre il prorogabile l’emergenza continua e il governo dura. Finchè dura, poi vedremo
    Casini al Quirinale? Beh, non sarebbe male. Ci siamo abituati (ai casini) ormai siam vaccinati.
    Oppur facciam Mastella? Ci sta no? che ne dite? Clemente fa mastella? Si grande ricca e bella.
    Oppure Pomicino? Ma no, facciam De Mita, sarà della partita? Eppur dubbio mi assale…non gli vorrei far torto…è vivo oppure è morto?

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      • Certo che ci sta la Gazzato! In quanto capo delle Forze Armate avrebbe strategie più dirette per tutti coloro che dissentono da Lei!! Altro che minacciare il ban e il cestino!

        R
        spiritosona!

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  5. “Draghi non è Babbo Natale e ne ha solo per una parte…la solita.”
    Signora Gazzato, il modo per affrontare la crisi è quello.
    Il miglior modo per aiutare i lavoratori, garantendo il posto a chi ce l’ha e trovandolo a chi non ce l’ha, è creare le condizioni perché le imprese non chiudano o delocalizzino, e, invece, assumano.
    I lavoratori senza le imprese non camperebbero.

    R
    e viceversa. E Draghi (ma non solo lui) non ascolta e i lavoratori stanno sempre peggio e le aziende delocalizzano sempre di più e i lavoratori sono sempre più precari…

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  6. “…I lavoratori senza le imprese non camperebbero….. e viceversa.”
    Ahinoi, signora Gazzato, la trovo impreparata e, se posso, anche un po’, come dire “antica”…
    Le imprese hanno bisogno di PRODOTTI e di CLIENTI che li comprino. Chi li produce non è prioritario. Finchè i lavoratori umani lavoreranno meglio, in modo più flessibile e con minori spese di impianto di uno stabilimento robotizzato le aziende assumeranno, quando una o piu di queste condizioni verrnno meno licenzieranno. Amazon, per dirne una, è in bilico: ha qualche migliaio di persone nei magazzini, ma sta anche preparando magazzini completamente automatici, e FUNZIONANO BENE. Se i sindacati insisteranno con i loro show mediatici (perchè tali sono, Amazon è perfettamente in regola con ogni legge e norma) può darsi che Bezos ci ripensi, e come lui tanti. Dico Amazon perchè pochi conoscono come funziona davvero (colpa loro) e molti sono convinti che sia il Male (colpa dell’ ideologia e della pessima informazione) – non ho azioni Amazon…:-D
    Certe contrapposizioni ricordano quelle coppie in cui uno dei due scassa i marroni all’altro dicendo “tanto non puoi lasciare”, e poi una mattina trova l’armadio vuoto perchè l’altro si è accorto che POTEVA.
    Un’azienda che vuole chiudere chiude, punto. Un Governo di sinistra può rendere la chiusura un po’ più costosa, ma i posti di lavoro non li crea, e idem per quello di destra che può invocare la Patria e la Bandiera Tricolore, ma non ci costruisci lamierini e lavatrici.
    Lavoro e tutele andrebbero rivisti e ri-normati dalle fondamenta, ma mancano le basi culturali anche solo per affrontare il problema: qui da noi al massimo abbiamo dinosauri stile Camusso contro bocconiani fermi a feudal-fordismi da barzelletta. Servirebbero sociologi, psicologi sociali, studiosi di morale.
    Fantascienza.

    R
    si va beh, “impreparata” e “antica” lo dovresti dire a qualcuno di tua più stretta concoscenza, ma passi forse non ti passa per la testa che non mi vada ogni volta di fare una concione per risposta ad ogni commento e che magari abbia anche altro da fare? Per questa volta passi la prossima cancello tutto il post se leggo apprezzamenti del genere, cosi non mi dite che “manipolo”.
    Non ci provo neppure ad argomentare la…fantascienza. Ma ne avre…

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  7. Per avere un’idea del livello parossistico a cui è giunta la divisione tra si vax e no vax, e come sia scaduto il linguaggio e il comportamento in televisione, basta ascoltare la furibonda rissa avvenuta ieri sera a Cartabianca, dove l’ “eretico” prof. Alberto Contri, docente universitario e membro della neonata commissione Dubbio e precauzione, si è scontrato contro sei personaggi di “fede ortodossa”, tra cui hanno avuto parte rilevante i giornalisti Capranica e Scanzi .
    Eccone uno spezzone: https://www.today.it/media/tv/scanzi-contri-rissa-cartabianca.html
    Contri, reo di avere affermato “questa non è una pandemia, ma una sindemia. Una patologia che prende soprattutto gli anziani” e in seguito aver apostrofato Capranica come “uomo degli sprechi Rai”, è stato prima “fatto a pezzi”, poi ha abbandonato indignato l’agone.
    Ecco Scanzi: “Alberto Contri è l’emblema del cattivo maestro in questa fase storica. Non sa nulla di scienza, né di cosa stia parlando. A 77 anni ha scoperto che esiste il web e pensa che lì ci sia la verità”. “Non ho nessuna stima di questa persona, ma ci rendiamo conto di quello che sta dicendo?” “Ti metto in tasca quando vuoi”, “stai tranquillo fenomeno”, “sei più inutile delle spalline negli anni ’80”, “vai a zappare”, “sei di basso livello”, “bollito” ricevendone come risposta: “Pennivendolo e nano”
    Ed ecco Caprarica: “Avete avuto la misura della cialtroneria dei personaggi che compongono questa eterogenea armata di cialtroni, che è un signore che ha rovinato la Rai e ha cercato di far fuori i professionisti perbene di questa azienda. E io annuncio che lo denuncio e chiedo che la Rai prenda le distanze da miserabili di questa faglia”.
    Infine Contri impossibilitato a mostrare certi dati e interrotto continuamente, s’è alzato inseguito da insulti del tipo “Hai i neuroni di un cercopiteco, cretino, bollito”, e ha abbandonato l’agone a sua volta inveendo:
    “Basta, io con questo cretino non ci sto. Stupido, mascalzone. Che il servizio pubblico si permetta di far parlare un giornalistuncolo come questo… Ma che vergogna

    R.
    non ci posso credere…ma davvero Bianca ha permesso questa cialtronata? Davvero questo sarebbe un talk show? Sembra piuttosto una gara di galli spennacchiati firme celebri del nostro italico giornalismo che scendono a questo livello. da schifo, da chiudere la TV subito e fare causa alla Rai per tanta arroganza e maleducazione…Scanzi quello che copia le battutte che trova sull’Web (se legge lui sa bene a cosa mi riferisco). Quello che ha saltato la coda per vaccinarsi a luglio…

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  8. Scusate, ma la RAI non cerca ascolti come tutti? O credete ancora alla favola bella del servizio pubblico pagato dal canone?
    Gli show dove “se menano” fanno audience, sulla RAI come su qualunque canale e in qualunque epoca – dillo a me che partecipai a “Aboccaperta” di Funari…
    Per quello io guardo “il fuoco di spade” e “L’incredibile dottor Pol”…:-D

    R
    si ma un conto è cercare ascolti un altro è fare le scenette dove si azzuffano e soprattutto in 6 contro uno, non si fa.

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  9. Nencioni (15 Dicembre 2021 alle 16:34) dice: “Le imprese hanno bisogno di PRODOTTI e di CLIENTI che li comprino. Chi li produce non è prioritario”

    Diciamo più correttamente che la gente ha bisogno di prodotti (necessari o voluttuari), le imprese li fabbricano servendoci di capitali, manodopera, organizzazione.
    La manodopera è “prioritaria”, ma deve essere intesa non solo come forma elementare di lavoro, ma nelle sua evoluzione: infatti, grazie all’uso di macchinari sempre più complessi(fino ai robot), la manodopera diviene sempre più specializzata e qualificata,
    Macchinari complessi e robot riducono, in sede, la manodopera generica e aumentano (tuttavia non compensando) quella qualificata, ma in altre sedi (là dove vengono fabbricati), implicano sempre più l’uso di “cervelli”.
    Il tutto si traduce, oltre che in maggiore tempo libero, in un riqualificazione del lavoro.
    Lo Stato deve favorire questo processo.

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  10. Alessandro, i NUMERI hanno dietro persone disperate, famiglie in crisi, progetti spezzati. La “riqualificazione” è la scusa degli imprenditori e dei sindacati per proporre e far accettare carneficine sociali spiegabilissime con ricavi, produttività e un sacco di belle frasi bocconiane, ma alla fine c’è sempre qualcuno che resta senza fonti di sostentamento. Maggior tempo libero? Vaglielo a dire a un cassaintegrato o a uno in mobilità, ma sceglilo piccolo e zoppo perchè se ti prende ti gonfia. La manodopera diventerà anche più qualificata, ma il lavoro inteso come PERSONE CHE LAVORANO diminuisce. Un reparto di 100 meccanici montatori viene equipaggiato con robot a cui sono sufficienti 10 tecnici manutentori: e gli altri 90 in cosa li riqualifichi? Un bravo contabile 50enne in cosa lo trasformi? Si sta formando una nuova classe di “poveri istruiti”, che con gli “ascensori sociali” bloccati avrà sempre più bisogno di ASSISTENZA, altro che di corsi di riqualificazione.
    Oggi ci sono ancora “buchi liberi” per piccole imprese di eccellenza, servizi strani e modaioli, lavoretti per poveracci disposti a ogni sfruttamento: ma non si può continuare a predicare un inesistente e inverosimile “fordismo 2.0”. L’informatica ha fatto saltare il banco del giochino “meno colletti blu più colletti bianchi”; adesso di colletti bianchi ce n’è sempre meno bisogno, e i colletti blu sembrano panda in estinzione. Una fabbrica robotizzata è un’altra cosa, non è quella di prima ma migliore o più grande.
    Con i computer si è spezzato l’equilibrio darwiniano che legava il progresso alla scomparsa (tollerabile e gestibile) di QUALCHE professionalità obsoleta e poco elastica: qui le banche (LE BANCHE !!!) stanno mandando a casa diecine di migliaia di persone che non serviranno mai più. Abbiamo puntato su PIL, produttività e profitti come UNICO motore propulsivo dell’umanità: errore fatale. Se rinneghi il trascendente, chiamalo Dio, anima, spirito, ideale, come ti pare, quello che resta è solo spietata termodinamica.

    R
    oggi la Cgil e la Uil hanno indetto sciopero nazionale, Spero sia un successo, le politiche del lavoro sono ectoplasmi che riducono sempre di più il paese a un “refettorio”
    della Caritas.

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  11. Verrà eletto Gentiloni, un dc tranquillo e sicuramente rispettoso delle istituzioni. E nipote del Conte Gentiloni, quello che a inizio Novecento fece il patto con Giolitti per il ritorno dei cattolici ala politica.

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  12. La CGL e la UIL difendono solo gli stipendi del proprio “apparatnik”. Nelle fabbriche di iscritti ce ne sono pochissimi, nelle nuove professioni e tra i giovani nessuno. Lo sciopero di oggi è un assurdo, non hanno neppure letto contro cosa protestano: la manovra è persino migliore delle loro richieste, e il “lavoro” come lo intendono loro non esiste più da 30 anni.
    Ma portando un po’ di comparse in piazza e bloccando il traffico si sentono “rivoluzione russa”….
    Penosi.

    R.
    non penso proprio “comparse” cinque piazze piene di lavoratori che hanno rinunciato ad una giornata di lavoro, vanno rispettati e ascoltati.

    Rispondi
  13. Nencioni, non possiamo risolvere il problema dell’occupazione rinunciando al progresso. Macchine, computer, robot, vanno a detrimento del numero di persone che lavorano, ma a vantaggio della produttività e della qualità del lavoro.
    Perciò ho parlato di più tempo libero, ossia della riduzione degli orari di lavoro. Ciò oltre ad andare a favore della occupazione, significherebbe -a causa del maggior tempo libero- nuove esigenze e in ultima analisi nuove opportunità di lavoro.
    Certo non tutto si svolgerebbe come se fosse ben pianificato, ci sarebbero inevitabili dissimmetrie prima di ritrovare un altro punto di equilibrio.

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  14. Sileri, medico viceministro affianca Speranza, ma è più poltico del capo.
    E però fa il protagonista: un po’ Cicciobello e un po’ Pierpaolo furioso a seconda di chi lo interpella.
    Chi lo trova come avversario nel talk e non è d’accordo con lui viene fatto a pezzi dal pacioso, iroso sottosegretario.
    Apposta il capo lo manda avanti, a lui non viene mai da ridere. E Sileri ci va, sempre in Tv avrà poco tempo per coordinare la gestione della pandemia,
    Ecco, se coordinasse le sue idee prima di sproloquiare come fa sempre con parole di fuoco e le guance in fiamme, ne uscirebbe meglio, a volte sembra isterico a volte nevrotico a volte completamente fuori di testa, ma diverso da loro. Molto diverso. I filosofi lo temono, I politici lo snobbano, i medici lo …lo?
    Lo lo lo sfanc,…farsi operare da uno bilioso cosi? Ma neppure un neo finto.

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  15. “..lavoratori che hanno rinunciato ad una giornata di lavoro…”
    Vedremo. Altre volte è saltato fuori che avevano avuto un, diciamo così, “rimborso spese”.
    E io ieri ero a Corso Sempione dove stavano parcheggiando colonne di pullman DI LUSSO pieni di eroiken lavoratoren, mica “corrierone” blu. E poi le bandiere, gli stendardi (hai idea di quanto cosa uno striscione?), trombette palloncini e putipù.
    Sembrava un concerto di Jovanotti. Aggiungici assenze sul lavoro intorno al 10%, qualche dubbio viene.
    Ah, dimenticavo la “motivazione”, ai confino del cinepanettone “pur apprezzando l’azone del Governo, scioperiamo lo stesso”. A questo punto, per cosa? Per dimostrare di essere vivi? di esistere?
    Con tutti i VERI disoccupati che ci sono e una piccolissima ripresa in atto…..
    Penosissimi.

    R.
    sono d’accordo con Landini che ha detto che Draghi dovrebbe ringraziarli.
    ““L’ultimo sciopero generale è stato nel 2014, contro il Jobs Act, ve lo ricordate quello che parlava in inglese? Beh, oggi siamo molto peggio che nel 2014″. E anche perché “sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese”,
    distanza siderale della politica dai veri problemi del paese e segnale che qualcosa si muove contro questa melassa di autocompiacimento del governo (oggi con l’endorsment dell’Economist…e capirai). Lo sciopero è un diritto costituzionale, non va più di moda? Troppo comodo.

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  16. @Alessandro
    Riduzione dell’orario=maggior occupazione

    Non ci crede più nessuno da 40 anni, neanche la Camusso ci crede più.
    Riduzione dell’ orario vuol dire aumentare di un click la velocità del robot.
    E “dissimmetrie” significa sfratti e mensa dei poveri e suicidi.
    Non mi faccia il “bocconiano ridens” tutto smartphone ed efficientismo…
    I riders non sono progresso. Gli immigrati schiavi a tirar su pomodori non sono progresso (a propo, i sindacati dove sono? in giro in pullmann coi palloncini?). La Fiat che chiude non è progresso. La Whirlpool che chiude non è progresso.
    E’ tanto tempo libero, però. Che fortuna.

    Il progresso VERO non lo vuole nessuno, neppure quello tecnologico: siamo pieni di ricicciamenti tecnologici di vecchie idee, ci pensi.

    R
    e alle delocalizzazioni non ci pensi? E ai licenziamenti via sms non ci pensi? In tutta Europa ci sono diversi orari di lavoro e la tendenza è diminuire le ore lavorate a parità di stipendio per assumere di più, alcune mazioni già lo fanno. Ma. certo, gli imprenditori “illuminati” non vedono di buon occhio la soluzione. Un po’ come lei.
    Ma la Camusso non fa la nonna a tempo pieno?

    Rispondi
  17. Nencioni non riesce proprio a rinunciare alle sue frasi ad effetto, e visto come la pensa, si rassegni a recitare la parte del menagramus garrirens.

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  18. Signori, auguri di Buone Feste a voi tutti, e che blog, chat e social vi riempiano animi e portafogli. Purtroppo, a dispetto di speranze e illusioni, il materialismo darwinistico segue le leggi della termodinamica, massimo risultato col minimo sforzo e sopravvivenza del più forte, quindi pochissima attenzione viene prestata a scie di sangue e danni collaterali: e lo vediamo nella cronaca di tutti i giorni. Se la delocalizzazione conviene, se il licenziamento via uozzàp conviene, non è all’imprenditore che si deve chiedere se PER FAVORE può evitarlo, ci vuole un Potere con priorità diverse dal profitto e un nodoso bastone. A me non risulta che ci si stia orientando in quel senso. I sindacati stessi fanno riferimento a modelli industriali e sociali di mezzo secolo fa, c’è ancora qualche vecchia barba che si illude che alla parola “sciopero” ci sia un paròn dalli belli braghi bianchi che se la fa sotto. Qualcuno gli spieghi che le multinazionali e i fondi sovrani sono un po’ meno provinciali. Se poi Mariagrazia si fa stilosissimi colpi di sole (dell’avvenir) e Alessandro ha trovato su Amazon l’aifon a felicità incorporata, evviva. Io qui nella ricca Milano vedo tante chiese vuote e tante mense dei poveri piene, forse frequento ambienti sfigati, così come vedo pochi bambini bianchi e molti bambini colorati, e questa sarebbe una bellissima cosa se potessero avere la stessa cittadinanza e le stesse opportunità. E non conosco NESSUNO, da anni, che sia iscritto alla Triplice (ora Duplice, a proposito di unità dei lavoratori), sia lavorante che pensionato. Anche qui, amicizie sbagliate?
    R
    mai fatti colpi di sole…di testa si, qualcuno. “Se la delocalizzazione conviene”..certo che conviene a chi la fa ma il “potere” deve chiedere conto a chi la fa e però certo che il potere sta con libellibraghibianchi e con chi sennò? Con gli scioperi da sempre i lavoratori hanno ottenuto poco ma il niente che ottengono non facendoli è sempre meno di poco.
    In quanto alle “amicizie sbagliate”. ..e chi lo sa?

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  19. Nencioni si diverte a dipingere scenari utopistici. Ecco la sua soluzione:
    “ci vuole un Potere con priorità diverse dal profitto e un nodoso bastone”.
    Ma piuttosto che il bastone, suggerisco la bacchetta magica.
    Ricambio gli auguri di buone feste.

    R,
    anch’io naturalmente.

    Rispondi
  20. Io a Milano non vedo una maggioranza di bambini di colore rispetto a quelli bianchi.
    Quanto ai sindacati chi non si iscrive tratti poi lui le condizioni di lavoro (anche con le multinazionali)…

    Rispondi
  21. Cara signora Gazzato, lo sciopero generale, già partito zoppo senza la CISL, è stato uno dei più clamorosi fallimenti della CGIL e dei sindacati “unitari”.

    Non era il momento adatto, e il sindacato non ha capito che si deve rinnovare e adeguare.
    Siamo in piena globalizzazione selvaggia e Landini insiste con la dottrina della lotta di classe contro il “padrone” e del “non ti compete”.

    Questa mentalità ha portato alla rovina la grande industria italiana, ha fatto scappare la FIAT, e ha meso tante aziende in condizione di farsi comprare dagli stranieri per un boccone di pane per non chiudere.

    I sindacati così come sono non hanno senso.
    Che differenza c’è tra la politica della CISL e quella della UIL?
    Ha senso che ci siano sigle nazionali che pretendono di tutelare tutti, dai metalmeccanici agli statali fino ai pensionati?

    R.
    dica lei cosa ha senso? Che non ci siano sindacati né sindacalisti?

    Rispondi
  22. @Luigi Facchin:

    Alfa Romeo
    Fiat (vari stabilimenti) e poi anche Stelantis
    Whirlpool
    Pfizer (Centro Ricerche di Nerviano)
    Caterpillar
    Riello
    Ideal Standard
    Timken
    Alenia
    Alcoa
    …..
    (il resto te li Googli tu)

    Tutti chiusi, molti dopo essersi presi contributi e aiuti vari. Ti risulta un’ azione incisiva del sindacato?
    Il sindacato “istituzionale” è tenuto in piedi dai pensionati, che contrattualmente valgono uno zero col buco. Gli unici che hanno qualche potere sono i vari Cobas, sindacatini leghisti e paranza assortita. E tutti diconsi TUTTI con un occhio alla poltroncina e l’altro indietro agli anni ’50.
    Sulle condizioni di lavoro, chiedi a quelli dei pomodori o alle cooperative di pulizie o ai corrieri BRT.

    R.
    o a quelli che continuano a morire come oggi sotto le gru (a Torino tre operai).

    Rispondi
  23. Forse la memoria mi inganna, ma mi pareva di aver postato due repliche che parlavano del sindacato.
    Sono in attesa di approvazione, o sono state cestinate perché non si può parlar male del sindacato?
    O, in alternativa, il problema è mio che ricordo male.
    Mica avrò quella malattia di cui non ricordo mai il nome? (è un nome tedesco)

    R,
    non penso proprio, ma io ho passato quello che ha mandato finora (mi dia il tempo di leggere)

    Rispondi
  24. Trascrivo una lettera – non pubblicata – inviata ad Italians.

    Cari Italians, negli ultimi decenni sono cambiate tante cose: siamo passati dalla prima all’ennesima repubblica, e sono cambiati profondamente i partiti. Chi resta aggrappato a modelli obsoleti e anacronistici è il Sindacato. L’abbandono del modello del sindacato di categoria segnò di fatto la trasformazione di un organismo di difesa dei lavoratori in un organismo politico. Ovviamente, i dipendenti pubblici non hanno gli stessi interessi dei metalmeccanici, dei lavoratori del commercio e dei pensionati, e ciò costrinse i nuovi sindacati ad impegnarsi solo sui temi comuni a tutte le categorie, che non sono molti. Ciò produsse, tra l’altro, lo scarso incremento degli stipendi dei lavoratori italiani rispetto ai colleghi tedeschi o francesi. Lo stipendio era un tema di categoria e non era mai al primo posto nelle piattaforme dei rinnovi contrattuali. I nuovi sindacati nazionali, non potendosi più identificare con specifiche categorie di lavoratori, finirono con l’identificarsi con i partiti politici. La CGIL col Partito Comunista, la CISL con l’area socialista, la UIL con la Democrazia Cristiana, la CISNAL, e poi l’UGL, con la destra. Purtroppo questi partiti non ci sono più e i sindacati attuali sono orfani dei loro sponsor. A parte la CGIL che si identifica con la sinistra estrema, non è facile capire la differenza tra CILS e UIL, mentre l’UGL, dopo l’era Polverini, è in crisi. Lo stato confusionale, per non dire schizofrenico, del sindacato si è evidenziato in questo sciopero generale che ha visto misteriosamente dissociarsi la CISL. Peraltro, le motivazioni dello sciopero non stavano nello scarso accoglimento delle richieste del sindacato (accolte in larga misura), ma nel fatto che Draghi li aveva ascoltati riservandosi di decidere da solo anziché “concertare”. Per me sarebbe tempo di tornare ai sindacati di categoria, intesi come sindacati nazionali di grandi categorie, come, ad esempio, Pubblico Impiego, Industria, Commercio, e pochi altri.

    R
    tema molto complesso, difficile sintetizzaro in poche righe.
    Non sono d’accordo con l’inutilitò dello sciopero, la Cils avrebbe fatto bene ad accodarsi.

    Rispondi
  25. Mi riferisco alla sig. Gazzato. La funzione del sindacato, in effetti, come hanno detto già altri prima di me, è diventata piuttosto fumosa.
    Alla base della posizione della “triplice” c’era storicamente l’ugualitarismo e la lotta contro la meritocrazia e l’efficienza.
    Contratti collettivi, stipendi uguali per tutti, e parcellizzazione dei compiti (questo non ti compete!), che, nelle intenzioni, doveva ridurre l’efficienza e la produttività costringendo le aziende ad assumere più lavoratori e ridurre la disoccupazione.
    Poteva funzionare in tempi di boom economico, ma oggi, in tempi di globalizzazione, produce solo fallimenti, chiusure e delocalizzazione.

    Credo che la Camusso e Landini siano i principali responsabili della fuga della FIAT e di altre aziende italiane.
    Agli imprenditori non piace essere trattati con ostilità dai propri dipendenti e additati come nemici del popolo.

    La rappresentanza? Come hanno detto giustamente altri, gli unici affiliati certi sono i pensionati.
    Gli autisti del trasporto pubblico, gli insegnanti e tante altre categorie, sono tutti iscritti ai sindacati autonomi.

    Per il governo, sedersi ad un tavolo con i segretari di CGIL, CISL e UIL ha la stessa valenza formale di una visita di cortesia al papa.

    Si potrebbe fare a meno dei sindacati? Penso di sì. Tornare alla contrattazione individuale premierebbe i lavoratori in gamba e penalizzerebbe gli svogliati e gli incapaci, il che forse non sarebbe una brutta cosa.

    L’eliminazione o il sostanziale ridimensionamento del ruolo dei sindacati darebbe troppo potere agli imprenditori? Forse sì, ma gli complicherebbe anche la vita. Gestire i rapporti individuali sarebbe una bella fatica.

    Certo, senza la contrattazione collettiva, i lavoratori bravi guadagnerebbero di più.
    E, soprattutto, avrebbero in mano un potere contrattuale effettivo nei confronti dell’imprenditore, nel senso che gli potrebbero dire: “o mi aumenti lo stipendio, o me ne vado”.
    R
    non la fa semplice ma la cosa è molto più complessa e lei lo sa.
    “Per il governo, sedersi ad un tavolo con i segretari di CGIL, CISL e UIL ha la stessa valenza formale di una visita di cortesia al papa.”
    questo la dice lunga su come la pensa sul tema.

    Rispondi
  26. X Luigi : che Severgnimi non abbia pubblicato la sua lettera non mi sorprende. Rifugge sistematicamente da problemi corposi e scivolosi per dedicarsi anima e corpo a Trump, Brexit e similia. Condivido ogni virgola del suo post.
    R.
    io rifuggirei piuttosto dal… gossip.

    Rispondi
  27. Nencioni, i contratti di lavoro delle varie categorie li fanno i sindacati, confederali o di categoria. Non di certo i Cobas che possono fare solo casino.
    Chi non vuole i sindacati le condizioni di lavoro se le può contrattare di persona.
    Cosa che magari può riuscire facile con l’artigiano o il padroncino, con le imprese invece è un po’ più dura. Con le multinazionali poi…
    Quanto agli iscritti in età da lavoro sono ancora milioni. E i pensionati che tuttora aderiscono a un sindacato è gente che ha lavorato e lottato per migliorare le condizioni e si mostra più intelligenza di tanti ciarlieri, magari giovani, che sanno solo dire i sindacati? no! la politica? chi se ne frega. Poi si lamentano.

    Rispondi
  28. @ Facchin
    Mi spiace che finisca in un botta-e-risposta abbastanza infantile, ma ci vuole esame di realtà, non nonstalgia di quando eravamo giovani e fighi. Sindacato dei lavoratori significa, incredibilmente, DEI LAVORATORI. I pensionati lavorano? no. Quindi sono fuori gioco, anche se simpatici, combattivi e con tanta esperienza. Contratti di categoria? non so se abbia lavorato nell’ industria, ma sono accettati alla firma solo i confederali proprio perchè sono intrallazzati con i partiti, comprabili e in sostanza sono sulla stessa lunghezza d’onda del potere, quale che sia. Ogni contratto è una cerimonia codificata, una recita di Natale in cui si sa da mesi prima quali saranno alla fine gli accordi economici e normativi, quante saranno le ore di sciopero (che verranno fatte COMUNQUE, anche se non c’è nessun contasto o disaccordo, e che casualmente si mangeranno gli aumenti salariali dell’ anno corrente), e verranno tutti firmati a notte fonda, che ricorda tanto il Ducione con la finestra illuminata fino a tarda ora. Questo succede da decenni. Nel pubblico, vedi Scuola, la Triplice conta zero, i conti si fanno con le mille sigle, siglette e gilde, e anche se i giornali riportano solo gli annunci di sciopero di CIGL CISL e UIL quelli che chiudono le scuole sono i Cobas.
    E non mi ha dato una risposta sulla (parzialissima) lista di chiusure incontrastate che le ho proposto. Sono realtà finite, non speranze nel futuro radioso o slogan da mettere sugli striscioni.

    Rispondi
  29. Io non ci vedo niente di infantile in questi discorsi. Ci vedo invece la sua pertinacia nel sostenere che non ci sono iscritti ai sindacati in attività di lavoro ma solo pensionati (che comunque meritano rispetto). Non è affatto così, non è bene informato.
    I contratti nell’industria li firmano i confederali perché sono rappresentativi, gli altri contano poco, e alcuni sono sindacati di comodo. E’ normale che i sindacati presentino le loro richieste, i datori di lavoro (ma anche beneficiari del lavoro dei dipendenti) contrappongono le loro, poi è normale che si giunga a un accordo mediano. Non è una recita, succede così a meno che non ci siano squilibri nel potere delle parti.
    Nel pubblico è diverso, c’è da rapportarsi col potere pubblico e i suoi limiti di spesa.
    Quanto ai Cobas possono anche bloccare qualcosa ma sono solo dei casinisti che poi non contrattano niente. E a Milano quando nei trasporti pubblici scioperano solo i Cobas e non i sindacati confederali non se ne accorge quasi nessuno. Tram e metro circolano pressoché normalmente.
    Circa la chiusura e la delocalizzazione delle aziende non è nel potere dei sindacati impedirle, dovrebbe essere chiaro. E’ già difficile anche per il governo che ora sta cercando qualche misura per renderle più difficili.
    Quanto a chi non vuole iscriversi a sindacati si può dirgli di trattare da sé le condizioni di lavoro e le retribuzioni. E vediamo cosa ottengono…

    R
    Facchin, ma quando impara a indicare la persona a cui risponde?

    Rispondi
  30. Luigi Facchin dev’essere il nipotino preferito della Camusso…:-D
    “…li firmano i confederali perché sono rappresentativi…” DI CHI?
    Da decenni il segreto meglio custodito da RSU e uffici del personale è il numero di iscritti ai sindacati e A QUALI sindacati. Che la Triplice sia il sindacato maggiormente rappresentativo è un mantra autoreferente, potrebbe anche essere vero ma non ne esistono le prove. Ai tempi (anni ’80) passai attraverso la (buffa) epopea del SinQuadri, una storia di “malpractice” aziendale che meriterebbe di essere spiegata nelle scuole, e già allora il VERO peso della Triplice era oggetto di dubbi e perplessità.
    Che la contrattazione sia quel soave minuetto tra sindacati e datori di lavoro lo si insegna (forse) ai pupi alle elementari, ma chi ha lavorato nell’industria si è scontrato con una realtà diversa fatta di compravendite stile mercato delle vacche, trattative sulla pelle dei più deboli o più antipatici, liste preventive di licenziamenti “irrinunciabili” e altrettante liste di nomi “intoccabili”, dalla segretaria procace del CEO all’umile impiegato della contabilità che ha una copia da qualche parte di quei pagamenti un po’ “sopra le righe”. Si chieda, Facchin, come mai quando chiude un’ azienda gli ultimi a dover restituire i badge siano le guardie e i rappresentanti sindacali.
    Sui “limiti di spesa” del pubblico comincio a ridere adesso e finisco all’ Epifania. Limiti, suvvia… da Spelacchio alle autostrade nel nulla, passando per i navigator e i superdirigenti del parastato, mi “facci” il piacere…
    Se gli scioperi dei Cobas-trasporti a Milano non gli causano ritardi il signor Facchin ringrazi la perizia del suo autista e l’auto blu, perchè noi miserelli ce la facciamo a piedi (parentesi: nei trasporti e non solo ormai si va con l”effetto annuncio”, una dichiarazione ai “bravi giornalisti” e un po’ di tamtam social e scateni l’inferno senza perdere neanche mezz’ora di stipendio)
    Infine, visto che evidentemente “svicola”, le riporto quei pochi, parziali nomi di aziende in cui il sindacato “unico unito e rappresentativo” sempre non essersi opposto abbastanza. Oltre ai morti nei cantieri, agli schiavi dei pomodori, ai rider con le pizze etc etc.

    Alfa Romeo
    Fiat (vari stabilimenti) e poi anche Stelantis
    Whirlpool
    Pfizer (Centro Ricerche di Nerviano)
    Caterpillar
    Riello
    Ideal Standard
    Timken
    Alenia
    Alcoa
    …..

    Rispondi
  31. Mi riferisco ovviamente alle ultime esternazioni di Nencioni che sembrano ricalcare tutti gli stereotipi delle destre sui sindacati con l’aggiunta di qualche ragionamento di tipo qualunquista.
    Nel settore privato le tre confederazioni sono sicuramente le più rappresentative (un tempo c’era anche la Cisnal, ora scomparsa) e posso assicurare Nencioni che nel mio settore raccolgono un ottimo livello di iscritti e che eventuali scioperi vengono seguiti dalla maggioranza dei lavoratori. Ci sono anche i pensionati iscritti, certo, graditi.
    Quanto al sin quadri, o agli intoccabili tipo la segretaria procace o l’impiegato che conosce segreti sono storielle di nessuna importanza.
    I limiti dei pubblici bilanci sono parecchio sforati ma è ovvio che costituiscono comunque un limite di cui non si può non tenere conto.
    Quanto all’ATM a Milano, se scioperano i confederali girerà un mezzo di superficie su dieci e la metro chiude. Se scioperano i Cobas mancherà un mezzo su dieci in superficie e la metro resta aperta. E i Cobas, ribadisco, non firmano nessun contratto.
    Quanto alla mia auto non è blu e me la guido io.
    Quanto alle aziende che chiudono o se ne vanno dovrebbe essere chiaro che la politica economica é competenza del governo e dei vari ministeri e non è svolta dai sindacati.
    Che possono presentare le loro richieste e fare proteste ma non fanno le leggi.
    Comunque invito Nencioni a informarsi bene sulla storia del sindacalismo nel nostro Paese, anche limitandosi dall’ultimo dopoguerra. Magari troverò anche nomi che gli diranno qualcosa.

    Rispondi
  32. Facchin, stia attento che a girare con la testa girata indietro va a sbattere… siamo nel 2021, non che in sè sia un sintomo di progresso, ma gli anni ’60 sono finiti insieme ai pantaloni a zampa di elefante, e lei mi parla come Peppone… C’è stato il Cipputi di mezzo, c’è stata la marcia dei 40mila, c’è stata Tangentopoli, insomma, il tempo passa…
    I Cobas, o comunque i non-Triplice, non firmano i contratti perchè, illegittimamente, contro la legge e contro la tanto bistrattata Costituzione, vengono tenuti fuori dalle trattative dalle parti sociali “tradizionali” che non permettono di contare le teste con serietà. Si parla sempre di “ottimi livelli”, “grandi numeri”, “rappresentanze significative”… CIFRE, Facchin, numeri, nomi, tessere verificate. Se si va alla conta vien giù tutto. Lo sa benissimo anche lei che nelle migliori delle ipotesi il tasso COMPLESSIVO di sindacalizzazione in Italia, comprensivo di TUTTE le sigle, è intorno al 35% (dati CONFSAL, non mie illazioni), quindi col cavolo che raccolgono la maggioranza dei lavoratori. Si sente parlare sempre e solo della Trimurti perchè è meglio tenersi caro l’avversario di sempre a cui ci legano tanti ricordi e tante complicità. Quelle che lei chiama “storielle senza importanza” sono UNO dei motivi per cui i giovani non si iscrivono a nessun sindacato, e tanti dei loro genitori non hanno rinnovato la tessera. Certamente i pensionati sono benvenuti, non rompono le scatole, non ti corrono dietro con una chiave inglese in mano quando gli svendi il rinnovo del contratto di lavoro, fanno numero da citare nei blog e, come si diceva al circo, più gente c’è più bestie si vedono: ma non me la vedo una Marcegaglia che se le fa sotto di fronte a mille tessere di pensionati…
    E comunque l’altro giorno, col Grande Sciopero Dis-Unitario, i tram a Milano giravano. Sempre poi che il fine ultimo di un sindacato che vuol essere protagonista sia solo e sempre mandare in tilt il traffico piuttosto che tutelare o magari anche INVENTARE nuovi posti e nuove forme di lavoro.

    Peraltro, mi perdoni l’insistenza, non ha ancora risposto a proposito di quella lista di aziende chiuse… “senza importanza” anche loro? Io temo siano un altro di quei motivi di disaffezione di cui si discute. Anche allora, è stato fermato qualche tram e sventolata qualche bandierina. E poi?

    R.
    Nencioni, la crisi del sindacato e della rappresentanza è sotto gli occhi di tuti, sia per colpa dei sindacati sia per colpa degli imprenditori e dei governi che hanno via via cercato in tutti i modi di “tenerseli buoni” e in definitiva renderserli quasi “complici”. Ciò non toglie ch ein questo momento occorreva far sentire la voce dei lavoratori che si appoggiano ai sindacati che sono una forma partecipata di democrazia insostituibile.

    Rispondi
  33. Travaglio è come Cacciari. Parlano di cose che non conoscono.
    Consiglio che vale per tutti: guardare a cosa fanno gli altri Paesi. Alle strette attuate e annunciate ovunque.

    R
    lei L.Facchin parla in base a quali conoscenze?

    Rispondi
  34. @mariagrazia
    Voce dei lavoratori? Forma di democrazia partecipata? Maddechè, come si dice a Roma…
    Già la dichiarazione di sciopero “Apprezziamo le iniziative del Governo…. ma scioperiamo lo stesso” era abbastanza FOLLE in tempi normali, ma nei casini neri in cui siamo oggi è al limite del surreale. Poi il fatto che un terzo della “voce dei lavoratori”, in verità un terzo della Triplice, non era d’accordo e in piazza non ci è andato. Infine, una partecipazione che TUTTI gli osservatori, non solo la solita Questura che minimizza, hanno dato al massimo al 10%.
    Ricapitolando, il 10% del 20% dei lavoratori avrebbe fatto “sentire la sua voce”.
    Si ricorda che operazioni con i decimali?
    Fa il 2%.
    UN lavoratore ogni 50.
    Messa in termini Looney Tunes, “mi è sembLato di vedeLe un lavoLatoLe….”
    E’ stato peggio di un’assenza, è stata una figura di m…. Non è così che si recupera un mondo del lavoro incattivito e demotivato.
    R.
    bella la scelta della Cisl allora? Io la trovo ridicola:
    ” Dopo lo sciopero generale di Cgil e Uil, la Cisl scende oggi in piazza da sola, con una manifestazione, di sabato, nel segno della “responsabilità” e della coesione. Non del “conflitto sterile”. Lunedì pomeriggio tutti e tre i sindacati saranno a palazzo Chigi per l’incontro con il governo e il premier Mario Draghi sulle pensioni. Un primo tavolo che chiedono dia il via al percorso di riforma della legge Fornero. Da piazza Santi Apostoli a Roma, sotto lo slogan “Per lo sviluppo, per il lavoro, per la coesione sociale.”
    Parlano di coesione sociale loro che non sanno accordarsi neppure con le altre sigle.
    Non ha importanza in quanti hanno scioperato e ripeto, per quelli che hanno aderito è stato un sforzo e va rispettato (hai poco da fare lo spiritoso con Looney tunes), l’importante era fare arrivare il messaggio che il sindacato c’è ancora, con tutti i suoi difetti errori ed omissioni e non è sparito e non è un ectoplasma come la povera opposizione al governo di tutti dentro, fatta solo da una coraggiosa Meloni che però non è che l’eccezione che conferma la tracotanza del pensiero unico.

    Rispondi
  35. Nencioni, se io parlo come Peppone (comodo cavarsela affibbiando etichette) lei parla come Il Giornale e Libero. Lo sciopero dell’altro giorno, anche all’ATM di Milano non era unitario. E la vuole capire che la politica industriale per le aziende che chiudono o si trasferiscono altrove non è di competenza dei sindacati ma dei governi?
    I sindacati possono manifestare e protestare ma le leve delle leggi non sono in mano loro ma di governo e parlamento. Non le è chiara la cosa?
    I giovani snobbano la politica e i sindacati per menefreghismo qualunquista (non per le faccende della segretaria procace!). Peggio per loro, se ne renderanno conto più avanti.

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  36. Vorrei ricordare a tutti, soprattutto ai costituzionalisti da Web, che il sindacato NON è (non dovrebbe essere) uno degli attori della politica, soprattutto non dovrebbe essere un interlocutore privilegiato del Governo. E’ il lavoro dei partiti, non del sindacato e neppure della magistratura (pure loro ci provano). Non è sano, prudente e neppure democratico discutere di politica e di leggi con una controparte che per “convincerti” può bloccare trasporti e ospedali. O che ha una milizia armata a disposizione, magari vestita di camicie scure (già successo).

    R.
    il sindacato si chiama cosi proprio per sindcare cioè ” farsi i fatti dei lavoratori” che hanno cosi la possibilità di interloquire col governo per mezzo di essi al fine della contrattazione. Articolo 39 della Costituzione italiana.
    Non ci fossero bisognerebbe inventarli. Ci sono e ci devono essere anche perché previsti dalla costituzione. Il diritto di sciopero è anche nella Costituzione.
    E perciò non vedo francamente dove voglia andare a parare.

    Rispondi
  37. Ancora una volta, niente del genere. Leggere, cavoli, sono articoli corti…
    https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione

    Art.39
    ……
    I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.”
    Niente a che vedere col Governo.
    Possono stipulare contratti collettivi PROPORZIONALMENTE AGLI ISCRITTI (e qui ricasca l’asino di cui sopra).
    Punto.
    Non “devono” ma “possono” , e non è differenza da poco, e la loro attività riguarda solo l’ambito lavorativo. Per l’attività politica invece ci sono i partiti, come previsto dall’articolo 18:
    “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”
    Quanto al diritto di sciopero, norma ancora più corta:
    Art.40
    “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.”
    Leggi che nessuno ha mai voluto o promulgato,quindi a voler pignoleggiare se le leggi non ci sono il diritto non sarebbe esercitabile – ma transeat.

    Non c’è molto spazio per interpretazioni personali.
    Lo sciopero “politico” è illegittimo e anticostituzionale, oltre che dichiaratamente intimidatorio ed estraneo al lavoro in quanto manca di una controparte e di una materia del contendere – ma lo è DA SEMPRE, anche se essendo in Italia è sempre stato tollerato e anzi utilizzato dai partiti per fare pressioni senza sporcarsi le mani. Così come è proibito il picchettaggio durante gli scioperi (risate in sala).
    Questa è la legge.
    Poi, come per il limite di velocità, ognuno si crea la sua.

    R
    dottor Nencioni, sono dell’opinione che lei ciurla nel manico alla grande, io so leggere se lei sa scrivere non si evince da questo suo commento che dubita delle mia capacità di comprensione (se non erro perché ci capisco poco) e “leggere cavoli” anche no…si dia una regolata per i prossimi o…lei sa già come prosegue non abusi della mia pazienza.

    Rispondi
  38. I sindacati dei lavoratori, sia nel privato che nel pubblico, esistono in ogni Paese democratico. Il livello di rapporto con i governi dipende molto dal colore politico di questi. Se di sinistra sono rapporti di solito cordiali, se conservatori sono più difficili. E’ nota la quasi osmosi dei sindacati coi partiti socialdemocratici a lungo al governo nei Paesi scandinavi, o anche in GB tra le Unions e i governi laburisti. Con buoni risultati per le relative società. Però non hanno ovviamente potere legislativo. Solo quello di firmare contratti di lavoro e relative condizioni. Comunque importante.

    Rispondi
  39. Nonostante gli sforzi del mio omonimo Facchin, mi pare evidente che i sindacati italiani sono in crisi e sarebbe necessaria una riforma.

    Lo stereotipo del lavoratore/Cipputi iscritto al PCI e del “padrone” conservatore di destra è tramontato.
    La Lega ha attirato moltissimi lavoratori dell’industria delusi dai sindacati confederali. Anche FdI ha un bel po’ di elettori operai. Oggi i lavoratori non si sentono piò moralmente tenuti ad essere di sinistra.

    E allora perché alle trattative vanno solo i sindacati di sinistra? Perché, come dice Nencioni, ormai sono “persone di famiglia”.

    Se sono interlocutori così abituali e collaborativi, perché allora non introdurre il principio della “cogestione” delle aziende come esiste in Germania?
    Perché ai nostri sindacati piace esercitare il potere, mentre “le responsabilità, anche no”.

    Indubbio che nella scuola prevale lo SNALS e nei trasporti pubblici i COBAS.
    A Roma si è creato un giro vizioso perverso. Gli autisti dell’ATAC sono in prevalenza COBAS mentre gi impiegati d’ufficio sono confederali, e l’azienda, in accordo con i confederali, li penalizza trattandoli male.
    Sono quelli che svolgono concretamente il servizio, si fanno il mazzo, e sono pagati poco e con turnazioni gravose.
    E così migrano sempre più verso i COBAS e l’azienda li tratta sempre peggio.
    E loro scioperano per protesta contro l’azienda e contro i confederali. Scioperi che paralizzano in buona parte il servizio e non ottengono niente.
    E l’azienda, per aumentare il disagio per i cittadini e aizzarli contro gli autisti, spesso chiude la metropolitana (una serrata in concomitanza di uno sciopero.

    Si può discutere sulla soluzione, ma non si può andare avanti così.

    Facchin dice che senza i sindacati non ci sarebbe contrattazione? Certo, per poter guidare manualmente bisogna prima disinserire il pilota automatico.
    Con i sindacati in essere non c’è spazio per la contrattazione individuale, ma se i sindacati non ci fossero lo spazio ci sarebbe. E oggi, con la libera concorrenza, anche un lavorarore bravo potrebbe picchiare i pugni sul tavolo del datore di lavoro. Ma non se ci sono i sindacati che drogano il mercato.

    R
    il sogno di tutti gli imprenditori poco illuminati anzi proprio al buio: eliminare i sindacati e creare gruppuscoli di associazioni che lavorano sotto come i tuberi e fanno gli interessi del “padrone”. Un sogno che non tarderà ad avverarsi se continuiamo cosi.
    Draghi qyui e Draghi li. ormai siamo infestati dai draghetti.

    Rispondi
  40. La contrattazione individuale va bene per un dirigente, o per impiegi di alta professionalità, non va bene per il resto. Per il resto non c’è che la contrattazione collettiva.
    I sindacati hanno perso forza perché le condizioni lavorative in genere sono migliorate, e d’altro canto molte aziende sono entrate in crisi, e se chiudono c’è poco da rivendicare.

    R.

    direi piuttosto la seconda che ha detto. (molte aziende sono entrate in crisi).

    Rispondi
  41. Signora Gazzato, in realtà è anche il sogno di tutti i lavoratori che si impegnano più degli altri, mettono passione nel proprio lavoro, lavorano perché gli piace e non solo per portare a casa la paga.
    Lavoratori che oggi sono incazzati neri vedendo che sono pagati esattamente come quelli che non hanno voglia di far niente di più del minimo, e magari li prendono pure in giro perché si impegnano, e gli chiedono chi glielo fa fare.

    Bisogna cercare di capire che lo stereotipo del padrone prepotente che comanda e sfrutta, e dei dipendenti sfruttati e frustrati è una distorsione della realtà prodotta proprio dai sindacati.
    Un’azienda sana è invece come una barca nella quale c’è lo skipper, il timoniere, gli addetti alle vele, che lavorano tutti per vincere.

    In un mercato del lavoro libero il lavoratore bravo ha potere, perché sa che, se lascia un’azienda, ne trova due pronte ad assumerlo.
    Oggi, invece, con i contratti collettivi, i rapporti a tempo determinato, l’art. 18 ecc…, il lavoratore non conta niente e le decisioni le prendono altri sopra la sua testa.

    I contratti collettivi avevano senso in altri tempi. Oggi sono solo una palla al piede, e una scorciatoia per il datore di lavoro che, in questo modo, risparmia sugli stipendi, anche se ha lavoratori meno produttivi.

    R
    oh, beh che sia una “distorsione” dei sindacati lo “stereotipo del padrone prepotente”…mi pare che la stia sparando grossa, ma proprio grossa.
    In quanto ai lavoratori laboriosi e onesti che vengono presi in giro dai meno laboriosi…ma che c’azzecca coi sindacati e con la loro utilità?
    Ma non metta tutto nello stesso minestrone, ci sono cose ben fatte e altre che hanno nel tempo distrutto il mondo del lavoro, a cominciare di contratti a tempo con tutte le diverse sfaccettature e quello che ne segue.(troppe volte abbiamo affrontato questo tema).
    E ogni volta che si pensa a riformarre qualcosa, sindacato compreso, almeno sinora, con la scusa del “libero mercato”, è stato solo per peggiorarlo.
    Mi sa che è lei che ha una visione molto poco “illuminata” sulla realtà odierna, riguardo alla attuale classe imprenditoriale e in generale il lavoro.

    Rispondi
  42. I sindacati influiscono ben poco, ormai. (vedi lista che Luigi Facchin non vuole vedere). Sono rimasti fermi alla vecchia idea originaria che se scioperano il padrone deve cedere altrimenti con la fabbrica ferma lui non guadagna.
    Era vero 50 anni fa.
    Adesso il padrone non è più così identificabile, e se fermi una fabbrica qui riapre dopo un mese in qualche parte del mondo dove nessuno rompe gli zebedei. A questo punto, di solito, coro di ululati “Governo pensaci tu”.
    Lo stesso Governo che fino a cinque minuti prima era accusato di ingerenze, statalismo, dittatura.
    Bisogna decidersi, liberismo o centralismo. Come si dice a Milano “O i danè o ‘l surbètt”, o i soldi o il gelato.

    R
    beh ci sarebbe anche un’altra via: quella della trasparenza e dell’onestà, ma non quella dei grillini che hanno infinocchiato gli elettori con queste due parole, ma quella che esiste e se si vuole si può intraprendere con la collaborazione di tutti, sindacati compresi. Col tempo si sono evuluti anche loro, in meglio e anche in peggio, come tute le cose: ciò che non cresce prima o poi muore. Ma il sindacato non può morire con lui morirebbe (del tutto) la già malaticcia nostra Democrazia.

    Rispondi
  43. Ok, non c’è solo il Nencioni che avversa i sindacati dei lavoratori (e continua con le sue lista di aziende a non capire la differenza di poteri fra sindacati e governo), c’è anche il Luigi, che deve vivere in un mondo tutto suo dove uno che cerca lavoro va in un’azienda, picchia i pugni sul tavolo e ottiene le condizioni che vuole. Divertente. Come giustamente dice Omnibus questo discorso può valere per una persona di molto alte qualità, sia manageriali che scientifiche, non certo per una persona normale, anche se con ottima preparazione.
    Per queste lo strumento sono i contratti collettivi che trattano i sindacati, non solo le confederazioni ma anche i sindacati di categoria. Che possono essere autonomi e non necessariamente di sinistra. Tipo nel settore delle banche dove il sindacato maggiore è autonomo (FABI, Federazione autonoma bancari italiani). Sono ben presenti anche CGIL, CISL e UIL e tutti partecipano alle contrattazioni del settore. La differenza fra gli autonomi e i confederali è che questi ultimi possono fare ai governi richieste che riguardano la generalità dei lavoratori e non solo quelle di una categoria, tipo per il fisco o le pensioni.
    Quanto al voto è influenzato non solo dalle condizioni sociali ma anche da altri fattori, tipo quelli delle immigrazioni, e questo spiega perché anche un iscritto alla CGIL poi può votare Lega o destra.
    Quanto alla cogestione, c’è solo in Germania, in un certo numero di settori, e in nessun altro Paese. E’ un concetto che in Italia non è mai stato presente e anche i datori di lavoro non l’accetterebbero proprio!
    E a proposito di questi i nostri antisindacali, sono contrari anche alle associazioni datoriali, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato, oppure queste gli vanno bene (come sarebbe anche giusto, è ovvio che esistano)?

    Rispondi
  44. Signora Gazzato, io mi sono incontrato e scontrato per oltre 30 anni contro i sindacati e ho seguito la loro evoluzione.
    Mi chiedo se lei abbia la stessa esperienza a sostegno delle sue contestazioni. Che lavori ha fatto lei nella vita?

    Il sindacato, nato nel dopoguerra con buone intenzioni, poi si è deteriorato.
    Ai sindacati importa solo il potere. Dei lavoratori non gliene frega niente. Sono solo strmenti.

    L’importante è che gli imprenditori si debbano accordare con loro per rinnovare i contratti o modificare l’organizzazione, e che i governi li debbano consultare prima di varare leggi importanti. Sono le forche caudine della società attuale.

    Il verbo dei sindacati è l’ugualitarismo. I lavoratori bravi devono guadagnare esattamente come i fannulloni, perché, secondo la loro religione, i lavoratori sono tutti uguali.

    Questo provoca depressione e frustrazione nei lavoratori che vorrebbero progredire, impegnarsi di più e guadagnare di più. I sindacati osteggiano perfino lo straordinario.
    Se un lavoratore ha bisogno di soldi e se la sente di lavorare 10 ore al giorno, non lo può fare.

    Unica possibilità di essere pagati di più è fare carriera, ma i posti di capo sono limitati e bisogna aspettare che si liberino.

    Ricordo un mio collaboratore bravissimo, eccezionale, al quale non potevo dare ulteriori aumenti perché ne aveva già avuto uno. E l’ufficio del personale era culo e camicia con i sindacati.
    Per dimostrargli il mio apprezzamento gli proposi di prestargli io personalmente dei soldi per dei lavori che doveva fare in casa per non dover pagare gli interessi alla banca. Rifiutò, ma se avesse accettato gieli avrei prestati. Avevo piena fiducia che me li avrebbe restituiti, e volevo che sapesse quanto l’azienda lo apprezzava.

    R
    veramente non so lei in che mondo viva o abbia vissuto; fa degli esempi molto personali, non possono diventare leggi universali o dogmi.

    Rispondi
  45. Caro Facchin, se lei rilegge la mia lettera a Italians, io non ho detto che i sindacati vanno eliminati, ma solo che si deve tornare ai sindacati di categoria, non legati ai partiti politici.

    In questo senso lei mi dà un ottimo “assist”. Certo che sono favorevole alle associazioni degli imprenditori, perché rispettano lo stesso principio!
    Io vorrei che Confindustria trattasse con il sindacato dei lavoratori dell’industria, che Confcommercio trattasse con il sindacato dei lavoratori del commercio, e così via ….

    Che ci azzecca che Confindustria tratti con un sindacato politicizzato che ha la velleità di rappresentare pure gli statali e i pensionati? Non è una controparte, ma un’istituzione parapolitica.

    Quanto alla contrattazione individuale, non vale solo per dirigenti e superspecialisti. Esca un attimo dallo stereotipo della FIAT o della P.A..

    Nelle piccole aziende artigianali o commerciali è già così.
    In un ristorante un cuoco non si assume perché lo sostiene il sindacato, ma perché sa cucinare.
    E se lui trova un ristoratore che lo paga di più se ne va. Non sa che farsene dell’articolo 18.
    E il ristoratore, se trova un cuoco che cucina meglio o si accontenta di essere pagato meno, lo licenzia.
    Questo non è lavoro precario. E la forma naturale di lavoro, basata sulla legge della domanda e dell’offerta.
    Oggi gran parte del lavoro funziona così, con grande frustrazione dei sindacati, che sono tagliati fuori e non possono praticare i loro inciuci.

    I sindacati non si vogliono riformare? E allora il mondo del lavoro di organizza per fare a meno dei sindacati. E i lavoratori? I mediocri ci perdono, mentre i bravi ci guadagnano.
    R
    le ricette semplici funzionano solo per chi fa il furbo. Il mondo del lavoro come lo semplifica lei sembra quasi un condominio dove i rissosi e i prepotenti vincono sempre e gli altri abbozzano.
    Ma le cose stanno molto diversamente.

    Rispondi
  46. Luigi, io avevo detto che nel caso di artigiani o di padroncini le trattative con un lavoratore possono essere dirette, ma già dalle piccole imprese questo non può avvenire, per la sproporzione delle situazioni.
    Quanto alle trattative per categorie i sindacati confederali sono divisi in sindacati di categoria.
    I metalmeccanici ad esempio hanno la FIOM CGIL, la FIM CISL e la UILM. I bancari, i chimici, e tutte le altre categoria hanno nei sindacati confederali il loro sindacato proprio ed è questo che va a trattare con i vari datori di lavoro di categoria, non la confederazione generale.
    Che può trattare invece con i governi questioni che riguardano tutti, fisco o pensioni, come ho detto.
    Luigi, mi sa che lei il mondo sindacale non lo conosce e prende nozioni solo da certi organi di stampa!

    Rispondi
  47. Facchin, lo so perfettamente come sono organizzati i sindacati. Ci ho avuto a che fare per pià di 30 anni, come ho scritto anche alla signora Gazzato.

    La matrice tra apparentamento politico e categoria andrebbe rovesciata.

    Ci dovrebbe essere un sindacato unico per categoria col quale tratta l’imprenditore.
    A suo interno potrebbero esistere delle correnti con imparentamento politico diverso.
    Per essere chiari, io vedo un Sindacato Metalmeccanici, articolato in Metalmeccanici CGIL, Metalmeccanici CISL, Metalmeccanici UIL, Metalmeccanici altri sindacati e COBAS.

    Che senso ha che un’azienda tratti con i metalmeccanici CGIL, con i metalmeccanici CISL, con i metalmeccanici UIL ecc……

    I sindacati dovrebbero prima mediare la piattaforma rivendicativa tra di loro e poi presentarsi in maniera unitaria davanti all’imprenditore.
    Sarebbero anche più forti e più autorevoli.
    Oggi capita che un sindacatio firmi e un altro no, capita che i sindacati facciano a gara a chi è più duro e più esigente.
    E i lavoratori stanno sullo sfondo e di loro non frega niente a nessuno.
    Se con questo sistema gli operai italiani guadagnano la metà dei corrispondenti tedeschi (lo ha detto Landini) vuol dire che i loro interessi sono mal tutelati.

    R
    non c’è dubbio che siano mal tutelati gli interessi dei lavoratori, ma darne tutta la colpa ai sindacati a me pare polemica sterile e d’accatto.

    Rispondi
  48. MI scusi tanto, signora Gazzato, ma sono i sindacati i soggetti deputati a tutelare gli interessi dei lavoratori. Chi altri? La Magistratura? Onori e oneri. Ma i sindacati, quando gli ricordi le loro responsabilità, fanno le anguille.

    Purtroppo, negli ultimi 40 anni gli interessi dei lavoratori sono stati solo un pretesto.
    I sindacati hanno preferito fare gli interessi dei partiti che li sponsorizzavano, portando loro voti e sostegno, e ricevendone in cambio investiture, potere, riconoscimenti istituzionali.

    Se legge il testo del cosiddetto “Statuto dei lavoratori” vedrà che sarebbe stato più corretto chiamarlo “Statuto dei sindacati”, perché tutela soprattutto i loro diritti e il loro potere.

    Pensi che l’Art. 28 definisce il reato di “comportamento antisindacale” a carico di quegli imprenditori, che, per salvaguardare la produzione o il servizio, attuano provvedimenti organizzativi atti a ridurre i danni dello sciopero.
    Come dire : “io ti prendo a pugni quando mi pare, e, se tu provi a difenderti, commetti un reato.”
    E poi ci meravigliamo se le imprese delocalizzano. Chi è che le ha spinte a farlo?

    R.
    ma certo, ma come no? fanno bene a delocalizzare, fanno bene a “prendere” tutto il prendibile che classe questi imprenditori…, chissenefrega di quei vecchi arnesi dei sindacati e dei lavoratori? chi sopravvive a questa jungla è “degno di sopravvivere”, gli altri soccombano!

    Rispondi
  49. Non sai, Luigi, che i sindacati confederali vanno alle trattative di categoria con piattaforme uniche concordate prima? Anche con altri sindacati autonomi ma importanti, come nei bancari. E lascia perdere i Cobas che sono solo dei gruppi buoni a fare casino ma che non firmano mai niente, per principio.

    Rispondi
  50. “… i sindacati confederali vanno alle trattative di categoria con piattaforme uniche…”

    Ecco perchè all’ultimo mega-sciopero i TRE sindacati erano in DUE.
    Ah, già, ma non era una questione di posti di lavoro, era solo uno show per i telegiornali… Vecchi narcisi…

    Rispondi
  51. Facchin, non mi risulta che concordano prima. Io li ho visti farsi una vera e propria concorrenza per farsi belli agli occhi dei propri iscritti.
    I COBAS non firmano perché, normalmente, non li invitano alle trattative, anche nei casi in cui sono il sindacato più rappresentativo (vedi insegnanti, ferrovieri e autisti di autobus).

    Emblematico il fatto che la “legge sulla rappresentanza” che avrebbe sancito la maggiore rappresentatività al sindacato con più iscritti, non ha mai visto la luce per l’opposizione dei confederali.

    Signora Gazzato, se io argomento seriamente e lei risponde facendo sarcasmo e attribuendomi cose che non ho scritto, non andiamo da nessuna parte.

    Non ho mai detto che fanno bene a delocalizzare, e lo considero una piaga dell’Italia in tempo di globalizzazione. Dico solo che i personaggi alla Landini, che hanno sempre la bava alla bocca, incentivano il fenomeno.
    E lei deve superare lo stereotipo del conflitto di interessi tra lavoratore e datore di lavoro, che è un’invenzione della sinistra e dei sindacati.
    L’imprenditore che ha sotto di sé una squadra compatta di gente motivata e laboriosa è ben felice di restare in Italia e di reinvestire gli utili nell’azienda.
    Se però, ha dei dipendenti che lo odiano e lo boicottano e, restando in Italia, la prospettiva è il fallimento, e meglio per tutti che se ne vada. Altrimenti lui perde i soldi e i dipendenti perdono il lavoro. Meglio un danno che due danni. Almeno, lo Stato continua a riscuotere le imposte.

    R
    lei ha scritto:”E poi ci meravigliamo se le imprese delocalizzano. Chi è che le ha spinte a farlo?”
    dando la colpa di tutto ai sindacati. Dunque da parte mia messun sarcasmo ma solo ironia perché lei mi vuole convicere che i mali del mondo del lavoro li abbiano portati soprattutto i sindacati, cosa sulla quale le ho ribadito più e più volte che non sono d’accordo. Ma lei insiste e fa di più e scrive: “Landini con la bava alla bocca”…senta Luigi, Landini per me è una persona onesta, ce ne fossero tra i politici come lui. Ma deve anche lui fare con ciò che ha: un mercato del lavoro che è diventato un mercato delle vacche.
    Se io “devo superare lo stereotipo” etc,etc. io credo che lei debba superare i suoi che dipana a piene mani su queste pagine e, creda, non saprei chi tra me e lei ne è più “vittima”.Ma una idea me la sono fatta.

    Rispondi
  52. L’ultimo megasciopero, così lo chiama Nencioni, non era per trattative contrattuali ma per una forma di protesta contro il governo. Cosa differente, dovrebbe essere chiaro.
    Ma quando si considerano i sindacati dei lavoratori un male della società tutto può apparire confuso. Meglio sarebbe venissero sciolti. Ma come era nata, poi, l’idea balzana di crearli?

    Rispondi
  53. Tutte le organizzazioni hanno bisogno di manutenzione.
    Nel corso di anni di funzionamento si creano inevitabilmente delle distorsioni rispetto allo scopo iniziale.
    Un’organizzazione non si butta quando funziona male. Sarebbe sciocco e superficiale, perché anche la nuova organizzazione che si sostituisce alla precedente andrà incontro agli stessi problemi.

    E’ come la nostra salute o quella della nostra auto. Bisogna fare dei controlli e, se ci sono anomalie, si deve intervenire per sistemarle.

    I sindacati non sono da eliminare. Sarebbe un’iniziativa rozza. Bisogna aggiornarli ai tempi. E invece in Italia sono una delle istituzioni che sono rimaste più ancorate ad un passato che risale agli anni ’60, ai tempi del boom economico.

    Se l’imparentamento politico – peraltro diventato sempre meno comprensibile con i partiti in continua trasformazione – è un problema, bisogna svincolarli dai partiti.
    Se siamo passati dalla FIAT monopolista dell’auto alla globalizzazione più estrema, Landini non può picchiare i pugni sul tavolo come faceva Lama. Deve cambiare strategia e linguaggio.

    I problemi dei lavoratori non sono più orario di lavoro, tutela dalla malattia, i turni, la paga. A parte la paga che è sempre un tema interessante, e i sindacati se ne occupano troppo poco, oggi l’essenziale è mantenere il posto di lavoro.

    E un sindacato che dice no ad una multinazionale, che magari già meditava di lasciare l’Italia perché il costo del lavoro è alto, le offre semplicemente il pretesto per andarsene e mandare tutti a casa.

    Si deve passare dalla lotta alla collaborazione per trovare soluzioni condivise che facciano l’interesse dei lavoratori e al contempo dell’azienda. Un sindacato che parla ancora di lotte è fuori dal tempo, e fa danni ai lavoratori.
    R
    ma certo, un sindacato non deve parlare di lotta ma di compromesso e di calabraghismo davanti al potere… solo cosi potrà “concertare” e il concertino andrà sempre suonato sulla schiena dei lavoratori che finiranno suonati.

    Rispondi
  54. Caro Facchin, il tempo passa, i bimbi crescono e le mamme imbiancano. Benedetta l’idea di creare i sindacati quando i lavoratori lavoravano senza diritti, senza ferie, senza straordinari sei giorni alla settimana e lavoravano anche i bambini e le gestanti (peraltro questi ultimi, bambini e gestanti, difesi con idee avanzatissime fino dalgli anni ’20 dall’ OMNI).
    Diciamo che da qualche anno a questa parte sono cambiate molte cose. La figura del lavoratore-bestia-da-soma è rimasta solo in qualche sacca dell’ agricoltura e sta un po’ risorgendo con la “new economy”, ambienti dove peraltro il sindacato non entra se non tirato per i capelli dai media; le gerarchie si sono appiattite, la “catena di montaggio” è evoluta verso lavori di squadra, i “colletti bianchi” sono diventati la maggioranza all’insaputa dei sindacati che ancora nei tardi anni ’90 chiamavano allo sciopero “lavoratori E impiegati”, bontà loro per l’ammissione che anche gli impiegati (e poi i quadri) sono lavoratori. La tecnologia ha rivoluzionato la società, i consumi hanno intrapreso nuove strade, non parliamo di cosa è successo con la globalizzazione

    MA
    nulla di questo è arrivato nei gloriosi Palazzi dei nostri padri, neppure una eco turba le raccolte di polverose bandiere, i “sindacati unitari”, peraltro da decenni in lotta perenne tra di loro, ancora proclamano le Grandi Manifestazioni e i Grandi Scioperi, possibilmente il venerdì se non piove così almeno i vecchietti ci vanno.
    Contro CHI sia la lotta non è dato sapere visto che in Italia, regno dell’industria privata senza vincoli, il Governo può solo far finta di “aprire tavoli” ma ovviamente contro una multinazionale tedesca che vende uno stabilimento agli Indiani puoi solo metterti a 90° e appellarti alla clemenza della Corte.
    E’ altrettanto ovvio che un Sindacato così “vintage” vada d’accordissimo con istituzioni altrettanto vetuste e sia l’unico ammesso alle trattative da industriali altrettanto giurassici: e non è un caso che sono proprio QUELLE industrie, dove il “paròn” sta all’ultimo piano a contare i soldi e tutti gli altri zitti a “tirar la lima”, siano quelle che ogni giorno arrivano dolorosamente al capolinea.
    Nelle aziende informatiche, di robotica, di tecnologia aerospaziale, nelle coltivazioni bio-tecnologiche, in quelle industrie che esportano qualità e modernità e che ci invidiano anche all’ estero i sindacati non entrano perchè non sanno neppure leggere le istruzioni dell’ ascensore.

    Quindi, certo, un bel grazie, una poltrona comoda e tante coccole come al vecchio eroico nonno bersagliere, ma ANDIAMO AVANTI!
    Anche perchè se non ci andiamo da soli e magari guidando NOI l’orchestra ci andremo comunque – a calci nel sedere, però.

    Rispondi
  55. Luigi. Non è per niente vero che i Cobas siano i più rappresentati tra insegnanti, ferrovieri, autisti di autobus (di che città? a Milano no di certo). Comunque i Cobas non fanno trattative per principio, loro sono puri e non accettano compromessi. O tutto o niente, quindi niente. Fanno solo un po’ di casino. Ma quanto la entusiasmano!

    Rispondi
  56. Sono d’accordo con Nencioni.
    Aggiungo che i sindacati confederali hanno sempre più trascurato la categoria degli operai, considerati clienti scontati e obbligati, per buttarsi alla conquista delle categorie meno sindacalizzate: gli impiegati di ufficio e i pensionati.
    Negli ultimi anni i lavoratori manuali (si fa per dire perché la manualità è in costante diminuzione), hanno avuto incrementi di stipendio inferiori rispetto ai colletti bianchi.

    Nell’ATAC (trasporti pubblici a Roma) gli autisti sono i meno pagati nonostante passino 8 ore di stress a guidare nel traffico, abbiano responsabilità, rischino di essere aggrediti dai viaggiatori esasperati.
    E questo perché i confederali preferiscono coccolare gli impiegati d’ufficio che sono loro iscritti.

    Come dice Luca Ricolfi in un suo libro, la sinistra e i sindacati ormai sono i difensori della classe media, e soprattutto dei dipendenti pubblici.
    Altro che lotta operaia ….!

    R
    i difensori della classe media? Ma chi? quella che paga per tutti compresi gli evasori a centinaia di milioni e che sta sparendo dai radar per consunzione?

    Rispondi
  57. “…quella che paga per tutti…”.
    Proprio quella.
    Il che dà un’ idea di che difensori potenti e affidabili siano diventati i sindacati.

    Ma in verità neppure quello: in questa società egoista e individualista i sindacati, come pure i politici, sono composti da “ggggggente”, quella che ragiona a colpi di post, pregiudizi e foto di gattini. Sono composti da NOI, non sbarcano dalle astronavi. A livello di Nazione tradiamo i nostri alleati, a livello individuale tradiamo amici e partner, a livello sindacale tradiamo i tesserati: di tutto ci possono accusare, ma non di incoerenza.

    Buon Anno!

    R.
    signor Nencioni, scriva il nome di chi riporta le frasi, in questo caso il mio.
    Non ci aspettiamo che i sindacati siano “difensori potenti” ma neppure che si schierino col”padrone” o col governo di turno. I sindacati devono fare il proprio mestiere e gli altri il loro. La commistione dei ruoli è uno dei motivi per cui siamo a arrivati fin qui e la confusione regna dovunque.

    Rispondi
  58. Che i cambiamenti portati dalla globalizzazione abbiano creato difficoltà ai sindacati è certo ma il livore che il Luigi e il Nencioni mostrano verso di essi penso abbia qualche origine psicanalitica. Inutile portare altri ragionamenti.
    Quanto ai pensionati i sindacati confederali non vanno alla loro caccia. Sono persone che sono state iscritte durante la loro vita lavorativa e che mantengono l’iscrizione anche dopo.

    Rispondi
  59. Caro Facchin, il mio non è livore, è piuttosto disprezzo per l’ottusità e la rigidità dei sindacati. E rabbia, perché, se si comportassero in modo più intelligente e corretto, potrebbero aiutare tanta gente invece di rovinarla.
    Forse i pensionati sono una continuazione del rapporto come lavoratori, ma non può negare che ci sia stata la caccia ad accaparrarsi gli impiegati di ufficio.
    Lo sa che tanti operai hanno votato Lega, M5S, e perfino Fratelli d’Italia, oltre ad iscriversi ai COBAS?
    Alla fine l’hanno capito che i coferedali li hanno traditi.
    E quei tre personaggi litigiosi e anacronistici imbevuti di vecchie ideologie continuano a presentarsi come paladini dei lavoratori …

    Rispondi
  60. Luigi Quale sarebbe il modo più intelligente e corretto col quale dovrebbero comportarsi i sindacati.? Operai che votano Lega o destre lo fanno perché pensano che siano più duri a contrastare l’immigrazione clandestina e perché pensano che i “sovranisti” siano più contro la globalizzazione. Motivi che hanno il loro peso ma bisogna vedere cosa poi quelli sarebbero capaci di fare una volta al governo.
    Iscriversi ai Cobas? Non hanno organizzazione.
    I tre personaggi (quelli a capo di sindacati con milioni di aderenti) imbevuti di vecchie ideologie. Quali sarebbero le nuove ideologie che dovrebbero adottare?

    Rispondi
  61. Caro Facchin, l’ho scritto anche troppe volte.
    Un sindacato che non vuole cedere sull’articolo 18 neppure per chi non fa niente dalla mattina alla sera, che preferisce che le fabbriche chiudano piuttosto che fare delle concessioni, per me, non ha capito che il mondo è cambiato.
    Ricordo che la Camusso aveva ventilato un referendum contro la riforma di Renzi per fargli pagare la sua affermazione blasfema “se i sindacati non sono d’accordo, ce ne faremo una ragione ….”.

    Le nuove ideologie, o, meglio, il pragmatismo che invoco io, si può esemplificare grossolanamente così:
    1) Mettere al primo posto la difesa dell’occupazione, anziché la difesa degli assenteisti e dei nullafacenti.
    2) Accettare la meritocrazia e la retribuzione differenziata in base ai risultati personali.
    3) Liberalizzare le assunzioni e i licenziamenti, estendendo la “giusta causa” molto oltre il senso che dà attualmente la Magistratura a questa definizione.
    4) Accettare una riforma profonda del mercato del lavoro con uffici di collocamento efficaci che facciano effettivamente da tramite tra domanda e offerta invece di timbrare carte. Pensi che nella mia azienda i nuovi assunti si sceglievano con colloquio, e, dopo, si mandavano all’ufficio del lavoro per regolarizzare l’iter a posteriori.
    5) accettare la cancellazione dell’art. 28 (comportamento antisindacale) per dare al datore di lavoro tutte le leve per difendere la prodiuzione e la qualità dei servizi pubblici anche in caso di sciopero.
    6) riformarsi in sindacati di categoria (industria, commercio, P.A, agricoltura, edilizia, e pochi altri), svincolati dalla politica.

    E tanto altro ………

    R
    il libro dei sogni di Luigi per il 2022 e forse anche per il 2122.

    Rispondi
  62. Il perfetto manuale del liberista antisindacale che non vuole fra i piedi nessun soggetto e nessuna legge che tuteli i lavoratori. Tutto a suo puro arbitrio.
    Quanto a Renzi l’apprezzamento che ha lo dimostra il neanche due per cento di elettori che voterebbero la sua lista. Il referendum ventilato dalla Camusso sarebbe stato contro la riforma non contro un’affermazione.

    Rispondi
  63. @Facchin
    Sarà anche il perfetto manuale del liberista, ma la ricetta sua funziona meglio?

    Io ho imparato che, se la soluzione più perfetta sul piano teorico non funziona e produce danni, bisogna modificarla sostanzialmente, o cercarne un’altra.

    Negli ultimo 30 anni in Italia abbiamo assistito ad un deterioramento delle condizioni dei lavoratori, soprattutto degli operai: contratti sempre più a tempo determinato, chiusura delle imprese, delocalizzazione, aumento della disoccupazione, stipendi più bassi di quelli delle nazioni vicine.

    E tutto questo è avvenuto in una situazione in cui i sindacati confederali avevano un grande potere e un grande ascolto presso i governi.

    Quindi, la ricetta che propone lei è di continuare sulla stessa strada senza cambiare niente, sperando che in futuro funzioni quello che non ha funzionato nel passato.

    Se lei fosse il responsabile di un’impresa, temo che, con questa impostazione mentale, la porterebbe al fallimento.

    Rispondi
  64. Signora Gazzato, stavo riflettendo sulla sua frase: “Solo Giorgia Meloni sembra essere una nuova “rivoluzionaria”, ma tra i conservatori. Un ossimoro evidente ma lei cosi, guadagna consensi.”

    In effetti sembra un ossimoro o un paradosso, ma bisogna intendersi sul significato di “conservatore”.

    Il termine è nato quando sono nati i vari parlamenti, e indicava quei parlamentari e quei partiti che non volevano cambiare lo status quo.
    Dall’altra parte c’era chi voleva introdurre delle innovazioni e dei cambiamenti.

    A quei tempi lo status quo faceva comodo ai ricchi e agli aristocratici, mentre i cambiamenti andavano nel senso di elevare lo stato delle masse.

    Poi, nel tempo, molti cambiamenti sono stati fatti.
    Paradossalmente, il più grande innovatore/progressista della storia dello stato italiano fu Mussolini, che introdusse servizi sociali, previdenza, nuove regole nel mondo del lavoro ….
    Ebbe la furbizia di rubare le idee progressiste alla sinistra e realizzarle con un governo di destra.

    Nel dopoguerra è ripreso il processo di innovazione progressista, che, in certi casi, forse si è spinto anche troppo avanti.
    Dato che non si può progredire all’infinito nella stessa direzione perché si finirebbe fuori dalla realtà, ad un certo punto bisogna introdurre dei cambiamenti di segno opposto.
    Non i tratta di tornare indietro pari pari, ma di introdurre dei correttivi dove il progresso è andato troppo oltre e ha creato problemi.

    E a questo punto sono i progressisti che assumono un atteggiamento conservatore nel senso letterale del termine, nel senso che non vogliono cambiare direzione, né introdurre correttivi. E i conservatori di una volta diventano gli innovatori.

    Ultimamente i maggiori innovatori sono stati Monti e Renzi, entrambi molto osteggiati dagli ex progressisti diventati i nuovi conservatori.

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  65. La mia ricetta è quella di tipo socialdemocratico o anche liberaldemocratico in senso anglosassone. In Europa ha funzionato benissimo, poi sono arrivati Friedmann e co. a dire che bisognava passare alla deregolamentazione di tutto, alla globalizzazione, eccetera, e come questo funziona lo si vede benissimo.

    R.
    ha ragione, lo si vede benissimo anche con le multinazionali di ogni tipo.

    Rispondi
  66. Caro Facchin, premesso che penso anch’io che la globalizzazione e la deregolamentazione spinta sono il cancro di oggi, non direi che il modello che dice lei abbia funzionato tanto bene dappertutto.

    L’UK è ancora una nazione ricca soprattutto grazie alla finanza e ai legami tuttora forti con i Paesi del Commonwealth.
    L’industria inglese in senso classico, invece, è andata quasi distrutta.
    E’ rimasta l’industria farmaceutica, l’industria chimica (Unilever) e altre produzioni leggere. Di fatto, UK è un Paese deindustrializzato e restano le Holding finanziarie.

    Meglio sono andate le democrazie scandinave, ma bisogna considerare che si tratta di nazioni ricche di risorse e poco popolate.
    E soprattutto nazioni con una cultura molto diversa dalla nostra.
    Mio figlio è stato in Finlandia ed è rimasto sorpreso venendo che moto e motorini marciavano disciplinatamente dietro auto e bus invece di infilarsi dappertutto per sorpassarli.
    Rimase sorpreso anche quando gli dissero che è normale denunciare il vicino all’agenzia delle entrate se si ritiene che abbia un tenore di vita non proporzionato al lavoro che fa.
    Là si accetta una tassazione alta perché c’è fiducia nel governo che spenderà bene quei soldi.
    Da noi questa fiducia è andata distrutta da decenni, e forse non c’è mai stata.

    Non si possono esportare i sistemi politici pari pari. Però, tornare ai dazi e alle regole, farebbe sicuramente bene (e tra le regole ci metto anche la difesa dei confini dall’immigrazione truffaldina). Il tanto vituperato Trump, in questo senso, ci aveva preso.

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