Sirene

Non è che la politica sia tutto nella vita, però sappiamo che ha molta influenza nella vita di tutti.

In molti se ne disinteressano, non li appassiona, è una cosa fredda e lontana. Eppure è la politica che scandisce le nostre vite, che può renderle migliori o peggiori a seconda se è buona o cattiva.

Per anni me ne sono disinteressata, la sentivo una cosa superflua, senza significato, quasi inaccessibile.

Poi, all’improvviso mi sono accorta che tutto nella vita è politica, da quando ci alziamo a quando andiamo a letto, la nostra giornata è scandita dalla politica.

In quali condizioni siano le strade, le scuole, gli ospedali, quali siano le regole da seguire nella quotidianità, le cose che compriamo, quello che mangiamo, la qualità della nostra vita, tutto è legato alla politica.

E, io credo, tutti ne dovremmo conoscere il funzionamento ed accostarci a lei senza timore. Non è una cosa per iniziati o per addetti ai lavori.

Siamo tutti addetti ai lavori perché tutti, come diceva Brecht, dovremmo conoscere il prezzo dei fagioli.

Che significa, secondo me, dare il giusto valore alle cose. Prendiamo ad esempio il governo che si sta per formare (se tutto va bene o male a seconda dei punti di vista).

A formarlo dovrebbero essere due partiti che hanno tra loro molte contraddizioni. Ma sono stati votati da molti italiani e gli è stato chiesto di provare a fare di necessità virtù, unendosi, pur  con visioni delle cose persino contrapposte. Si sono messi a tavolino ed hanno stilato una sorta di contratto (che non ha alcun valore giuridico) ) ma che dovrebbe servire a loro per avere una base comune dalla quale partire.

E’ chiaro che hanno cercato di far passare il cammello dalla cruna dell’ago. Ed ora, forti di questo prodotto delle loro animate discussioni che dovrebbe essere la “bibbia” sulla quale fondare la loro azione di governo si apprestano a presentarsi al presidente della Repubblica per ottenere l’incarico a governare.

Ma non hanno ancora designato un premier, non sanno indicare un primo ministro perché, dicono, le idee sono importanti, ma non chi le dovrebbe portare avanti dinanzi al paese.

La trovo una enorme contraddizione che da l’idea di come DiMaio e Salvini, non abbiano la giusta percezione di quale impegno si stanno prendendo davanti al mondo.

Fa capire  quanto la loro “intesa” sia precaria ed inadeguata e si fondi su basi esclusivamente legate alla volontà di appropriarsi del potere per poterlo esercitare nel nome dei loro rispettivi interessi di parte e non di quelli del paese, come si ostinano a ripetere da mesi.

Rispondono alle critiche con la sicumera e l’arroganza di chi si intesta una conoscenza superiore delle cose, di chi pensa di poter infinocchiare il “popolo” con promesse che non hanno alcuna possibilità di essere attuate perchè non ci sono i presupposti finanziari per attuarle.

In pratica ci stiamo per dotare di amministratori che vogliono fare il passo molto più lungo delle loro gambe e che potrebbero portarci presto alla bancarotta.

La tendenza a dare del disfattista, del poco moderno, di tacciare di scarsa comprensione o addirittura di oscurantismo chi osa obiettare che questa avventura potrebbe essere pericolosa è di per sé già la spia di un sotttile e strisciante autoritarismo. E’ un segnale che la nostra democrazia sta correndo un serio pericolo.

Per questo, credo, dovremmo tutti interessarci di più alla politica e farlo, soprattutto con un occhio critico e il più smaliziato possibile, senza cedere alle lusinghe di chi ci promette la luna ma, proprio per questo, tenere più alta la guardia per non essere, ancora una volta, presi nella rete di attori politici senza scrupoli che potrebbero, mostrando le migliori intenzioni, o fingendo di possederle, trascinarci in avventure dalle quali sarà sempre più difficile uscire “vivi”.

In altre parole, non lasciamoci incantare dalle sirene di parolai che si credono tanto furbi da poter sottomettere un paese ai loro voleri. Abbiamo, sinora, avuto sin troppe esperienze negative per esaltarci delle parole di due che non hanno ancora fornito alcuna prova seria di essere capaci di affrontare il gravissimo compito che si apprestano ad accollarsi e che potrebbero rivelarsi, con tutta probabilità e lo si evince dalle premesse, peggior toppa del buco.

6 commenti su “Sirene”

  1. Ve l’immaginate il Signornessuno, Capo del Governo italiano, che va a discutere in un consesso internazionale, con capi di governo o di stato, quali Merkel, Putin o Trump, con sottobraccio il contratto firmato da Di Maio e Salvini, e la consulenza di un avvocato(magari la Buogiorno), e che, prima di aprire bocca, lo consulta e magari, attaccato al cellulare, chiede lumi ai due depositari del Verbo?

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  2. Shakespeare faceva dire ad Amleto: A politician…one who would circumvent God. E Kruscev, nella sua visita in USA, dichiarò che il politico è uno capace di promettere di costruire un ponte dove non passa un fiume. Concordo con entrambi.

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  3. Di questa situazione grottesca -un PdC incaricato fantoccio e due PdC di fatto, ma non incaricati, che si limitano a vicenda, incasellati dentro un programma rigido e irrealizzabile(unico caso nel mondo) – è largamente responsabile il Capo di Stato.
    Mattarella doveva farsi garante del rispetto della volontà popolare, non della volontà dei due segretari di partito. La volontà popolare imponeva che fosse dato l’incarico a Salvini, leader della coalizione vincente, il quale aveva il dovere di cercarsi la maggioranza in Parlamento.
    È i Parlamento il luogo specificamente deputato al dibattito politico pubblico fatto alla luce del sole, dove ogni membro deve dar conto alla propria coscienza(non per nulla la Costituzione lo vuole libero da vincolo di mandato).
    Ma la funzione del Parlamento viene svuotata e surrogata dalle segreterie dei partiti, dove si discute e si decide privatamente. È questo partitismo che snatura una democrazia parlamentare sulla quale deve vigilare ol Capo dello Stato.

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  4. Conte? Chi era costui? Conosco un Conte, ex calciatore poi buon allenatore di squadre di club calcistici, poi anche ottimo Ct della Nazionale di calcio, un tipo tosto che sa cogliere il sugo anche là dove non c’è, mi pare si chiami Antonio… Ma no, non può essere lui il candidato Premier.
    Consulto il web e voilà, il dubbio è sciolto, il candidato Premier, si chiama Giuseppe, non Antonio, è un prfessorone, un cattedratico coi controfiocchi, altro che il Ct….

    Però peccato, un pensierino per Antonio ce l’avevo fatto… è un grande organizzatore, fra quattro anni ci avrebbe potuto portare ai.Mondiali, anche se di politica non ne mastica troppo…
    Be’ pazienza, non si può avere tutto, non ci resta che confidare in Giusepoe… almeno è un nome che suscita più dell’altro reverente devozione, asoettiaci il miracolo.

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