Ruota di…scorta

Matteo Salvini, l’ex ministro, dice che anche lui riceve insulti e minacce come la senatrice Segre.

Ma Salvini è un baldo giovinotto barbuto e forzuto che nella vita ha lavorato (poco) e guadagnato (tanto), proprio grazie alle “cannonate” che spara.
E’ un “vezzo” della Lega fin dai primordi.
Sparare…”cannonate”.
Lui, prima si paragona a Segre, poi però tira i remucci in barca e le esprime ampia solidarietà…boh, a crederci…si si , lui è solidale da buon cristiano ma da leghista la solidarietà se la mette nel marsupio.
E però le sparate fanno punteggio, s’è visto. Gli credono, si sa far credere.
Il “vangelo” secondo Matteo S. o S.Matteo, va alla grande in Italia.
Ha avuto persino la benedizione dell’arcivescovo di Vaticanopoli, cosa vuole di più?
Eppure sta sempre in televisione a dire con l’aria santificata delle cose che, all’apparenza, sembrano di buon senso comune.
Ma solo all’apparenza perché. poi, quando si arriva al dunque, per esempio, il “fratello” africano si prende una porta sbattuta in faccia e un bel “prima un italiano” e lo stesso vale per chi lo salva da morte certa.
Slam alle “zecche”. Se fosse stata uomo Carola cosa si saprebbe presa come offesa?
Forse parassita. O para…etc.?
Matteo Gambadilegno piace, piace al popppolo che lo osanna con le palme (anche delle mani) ad ogni suo passaggio. Non ha di che lamentarsevene…sevicisi…insomma avete capito.
Eppure lo fa perché fa grado.

Gli diamo una scorta?
Beh magari per ora solo una ruota magari con un manico cosi ci gioca un po’ nei tempi morti.
Almeno fino alle prossime (molto prossime) elezioni.
Dopo la scorta gliela daremo per forza e mica per amore (di patria).

La classica ruota di scorta. Insomma.

Un bel parlar non fu mai letto

C’è chi dice: “basta criticare Renzi”…
E chi lo dice? No no, criticare criticare prego.
Non ne fa una giusta e se la fa è sbagliata anche quella.
E’ lui il principale responsabile della (ri)crescita della bellabarba di Salvini.
Si lui.
Perché Zingarotti mai e poi mai si sarebbe messo coi cinquestille (ormai vedono i consensi col contagocce).
Tanta baldanza per poi dopo solo due mesi incocciare l’iceberg più grosso che potessero trovare sulla loro strada i nuovi (già logori) governanti per caso.
Si direbbe che l’Arcelor Mittal sia favorevole a Salvini, vogliono chiudere l’ex Ilva e magari perché no anche il porto di Taranto?
Ma, veramente, questa cosa ha molti colpevoli ma uno di questi è proprio lui, Renzi, quando diede la prima volta lo “scudo penale” alla cordata franco.indiana (tramite ilpovero Calenda che non poteva fare altrimenti).
E, l’averglielo dato e poi tolto e poi ridato e poi ritolto, li ha scombussolati un tantino.Beh, qui lui non c’entra più, è vero…però.
Se non ci fosse stato dall’inizio? Beh forse se ne sarebbero scappati subito a gambe levate.

Ma chi si sarebbe preso quel mostro sanguinario che ha ridotto la città ad un posto invivibile se il governo non gli avesse garantito un lasciapassare nel caso di incriminazioni che non gli spettavano?

Ma l’acciaieria è anche un gioiello della siderurgia italiana, seconda in Europa e faceva gola.
Ora, Renzi, sempre lui, dice che bisognerebbe ridargliela la maltolta (dalla ex ministra del sud) immunità.Ed ecco dove ricasca l’asino, seppur onorevole.
Eddai. Sempre lui, Renzian contrario, ora che sta fuori dal PD deve lavorarselo ai fianchi cosi il suo neonato partitino prende il volo.
E poi volete che non lo critichiamo, che non parliamo di lui?
Certo, un bel tacer non fu mai scritto ma se lui non se ne sta zitto ma straparla in continuazione alla Trump, come si fa a tacere?

Chi avvelena il biberone?

Il governo è ancora un neonato ma ha già la barba di Matusalemme.
Zingaretti lo ha detto chiaramente che si può governare da amici, non da avversari.
Beh, certo come no?
Mi sa che questa faccenda dell’Ilva sia una grana troppo grossa per un governo cosi “immaturo”, che avrebbe bisogno di crescere ma c’è chi gli sta inquinando… il biberon.
E i colpevoli del sabotaggio sono i due maggiori fautori, due “genitori” degeneri che ora stanno boicottando la loro stessa creatura.
Beh, DiMaio veramente era ritrosetto anzichennò, all’inizio, ma poi si è lasciato convincere dal “partner” ex del Pd, ora di IV (sta per Italia Viva…facciamo i dovuti scongiuri) ma ora che, viste come sono andate le elezioni in Umbria, dove i cinquestelle hanno fatto un flop gigantesco, non è più cosi convinto che non avrebbe fatto meglio a cedere alle lusighe dell’altro pretendente.
Mentre l’altro “genitore” l’ineffabile cavaliere onorario Renzi da Rignano, ora che si è levato dal Pd si sente liberato da quel laccio che gli stringeva il collo e libero finalmente di boicottare il Pd da fuori senza patemi e remore che, comunque,non aveva neanche prima, ma cosi è meglio. Lui, dopotutto è uno che guarda al risultato.
Ed il risultato potrebbe essere il prossimo governo DimaRenzi con l’appoggio di qualche destraiolo che ci sta.
Se pò fà come dicheno a Rovigo.
Certo che se La Mittal molla perché non ha più lo scudo e il governo neonato non glielo ammolla, potrebbe saltare la …molla al naso a Zingaretti che comincia a stancarsi tanto che, nel suo entourage ormai lo chiamano Zinga…rotti.
Ma non voglio scherzarci troppo su, la situazione è grave, ci sono molte famiglie che rischiano di rimanere a terra, il governo giallo-rosso-celesterosapallido si deve dare da fare…
Conte pensaci tu…
in fin dei conti sei tu il premier, sei tu che guidi questa banda D’Affori coi sui cinquecentoe…rotti pifferi.
E se si rompono i pifferi i cocci poi sono tuoi. Sappilo o sappialo o …insomma,
prendi nota sulla tua agenda e portati avanti col lavoro perché qui tra poco la baracca crolla.
E questa volta …non c’è due senza tre, non vale per te.

Verona chieda scusa!

La rozza manifestazione di razzismo di alcuni tifosi della squadra di Verona nei confornti di Mario Balotelli, non disturba di un pelo Salvini, anzi, dice, è l’ultimo dei suoi problemi.
Ci credo, è sincero, non gliene importa un fico secco.
Anzi, quasi quasi li difenderebbe quelli che sugli spalti facevano buuu e imitavano le scimmie indirizzando le loro “goliardate” verso il giocatore di colore.
Lo ritiene persino troppo “sensibile” e permaloso e lo mette in fondo ma proprio in fondo della sua agenda, sulla quale spiccano i 20mila che rischiano il posto all’Ilva.
Bene, bravo, bis!

Quando lui era vicepremier assieme al suo ex amico DiMaio, non sembrava tanto preoccupato di come venivano condotte le trattative per la vendita della grossa impresa siderurgica tarantina, ora che è all’opposizione è diventata il suo primo problema.
Giusto! Ma come cambiano le prospettive.

L’episodio di razzismo a Verona (l’ennesimo) è una delle tante occasioni perse dalla politica per dimostrarsi compatta su come si deve agire in questi casi: vanno in ordine sparso, come sempre.
Sono d’accordo con Milena Bartolini che ha detto che bisognerebbe fermare le partite in questi casi.

Si e sarei ancora più severa, farei saltare un giro alla squadra.
Perché non si ripetano questi vergognosi episodi, perché sono semplicemente vergognosi sintomo della vergognosa dabbenaggine di chi permette che queste cose avvengano ancora nel terzo millennio e si gira dall’altra parte.
Razzismo, si e anche rozzismo, del peggiore che in questo caso investe il mondo del cialcio ma che sta crescendo in molti altri settori.
Ha ragione Supermario ad essere indignato e arrabbiato.
E secondo me non dovrebbe essere considerato italiano “del tutto” chiunque non rispetta le differenze di colore, culturali o religiose, non chi si trova ad avere una pigmentazione diversa dagli altri.

Verona ammetta che si è trattato di razzismo dei peggiori e chieda scusa, subito e senza se o ma.

Riverbero d’autunno

Sono grata agli alberi

alla loro luce morbida

attorno all’onda del riflesso

del giallo  del rosso

del marrone.

 

Tinte le foglie non più verdi

Assorbono i colori

dalla fonte primaria di luce.

E affondo gli occhi

nel riverbero del cielo.

 

Mentre l’azzurro si piega dolce

verso la cima degli abeti.

E l’avvolge con amore

in un abbraccio che sa di cose

ancora da scoprire.

 

O di cose che so  che ricordo

che rivedo che mi parlano  mute

mentre alzo la testa

e chiudo gli occhi.

 

E respiro il profondo  azzurro.

E fondo l’anima con le rughe

del tronco che si affaccia

da un angolo e mi guarda

e mi chiama come tante volte

Io l’ho chiamato.

 

“Sono qui per te” sembra dirmi

come sempre sulla curva del viale

dritto impassibile  ed eterno

compagno e amico.

 

La chioma va oltre la vista sopra

le altre chiome, sopra di tutto.

E mentre mi appoggio sento la linfa

scorrere come sangue che

si mischia a quel verde che

fugge  e si ritrae accecato.

 

 

 

A casa senza se e senza ma

Si sono astenuti con la puzzetta sotto al naso in 98 tra senatori e senatrici di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, alla proposta di costituire una commissione contro l’odio, il razzismo, l’antisemitismo promossa dalla senatrice a vita Liliana  Segre. La mozione è passata con 151 voti ma quelle 98 astensioni sono una vergogna per il Parlamento italiano.

Salvini le ha giustificate a suo modo:”«Siamo contro razzismo, violenza, odio e antisemitismo senza se e senza ma. Tuttavia non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto ovvero il “prima gli italiani”. Siamo al fianco di chi vuole combattere pacificamente idee fuori dal mondo, però non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell».

I se e i ma ci sono tutti invece. Cosa vuol dire mettere davanti gli italiani? Vuol dire discriminare senza se e senza ma.

La senatrice a vita Segre, sopravvissuta al Lager, riceve circa 200 fra insulti e minacce al giorno. Posso immaginare di quale tenore ma anche no, la mia immaginazione non arriva a tanto. Che cosa ci trovano tanti imbecilli da dire contro una donna che ha visto in faccia l’orrore e che ne è sopravvissuta per testimoniarlo? No non voglio immaginarlo perché mi vergogno degli italiani che si macchiano di tanta infamia.

E possono ben essere chiamati infami coloro i quali nascosti dietro una tastiera si permettono di offendere chi ha tanto sofferto ed ora continua nel suo impegno pubblico a testimoniare contro ogni forma di razzismo con la sua stessa presenza in Parlamento.

Liliana è un esempio fulgido di donna che ancora a quasi novant’anni non rinuncia a fare della propria vita una condanna a tutte le peggiori forme di sopraffazione, all’odio, che non smette, neppure ai giorni nostri di discriminare chi viene ritenuto “diverso”per qualsiasi stupido motivo.

I 98 senatori della Repubblica, tutti di destra, hanno perso una grande occasione (come ha detto Mara Carfagna di Forza Italia dissociandsi dalle parole di Salvini) per dimostrare che l’Italia del duemila non sta, compattamente, con gli odiatori di professione,con chi non trova di megliio da fare che seminare odio e discriminare su basi inesistenti l’umanità.

Non c’è un uomo o una donna di serie B o di serie A, tutti, ma proprio tutti devono avere uguali diritti e nessuno, per nessuna ragione al mondo deve essere discriminato. E non esistono italiani che vengono prima di altri con gli stessi diritti. E’uno slogan buono per gli sciocchi, per chi si lascia rimbambire dalla propaganda pericolosa che semina odio nei confronti di chi viene da noi con intenzioni pacifiche.

Checchè ne dica Salvini, comunque la commissione si farà, alla bella faccia sua e di chi come lui si è astenuto dimostrandosi contrario a perseguire l’odio in tutte le sue forme. Di che avevano paura? Cosa li ha fatti desistere dal votare? Forse l’idea che l’odio, in alcuni casi sia tollerabile e persino auspicabile?

Chi si astenuto dovrebbe dimettersi peché non può essere chiamato “onorevole” chi non riconosce che l’odio va perseguito senza alcuna distinzione.

A casa, subito, senza se e senza ma.

 

Il governo della pochette

Il governo della pochette di Conte è finito nel taschino dell’Umbria. Sepolto sotto la valanga sovranista. Dei due maggiori alleati non spunta neppure il naso, lo tengono al coperto dopo la brutta sberla che hanno preso, il Pd perde rispetto alle europee ma non tantissimo mentre per i “Fab 5” è proprio durissima: sotto la soglia del dolore del 10, si attestano all’8%. Di Maio ha un bel dire che l’esperimento non è riuscito, questa volta “l’esperimento” se lo ritroverà diretto alle sue terga e non sarà una festa, per lui. Spavaldo come al solito oltre che doppiogiochista come al solito, Renzi si tira fuori: dopo aver favorito la nascita del governo “pochette”, dopo aver sbattuto la porta in faccia a Zinga, ora dice che non ci si “intruppa” coi cinque stelle senza conseguenze. Ma da lui ci si può aspettare questo e altro, anzi si deve, perché non ha certo finito di farci vedere gli effetti speciali delle sue bravate. Iniziato due mesi fa per bloccare i ”pieni poteri” di Salvini, il governo della improvvida strana alleanza se lo ritrova con un quasi 38% al primo test utile per saggiare gli umori della popolazione. Non importa se ne rappresenta solo il 2%, come aveva fatto elegantemente notare l’elegante ex giurista premier per caso, baciato dal destino, Giuseppe Conte. E’ una scoppola di quelle che non si dimenticano e che non può non avere gravi ripercussioni su un governo compromesso dallo stesso compromesso sul quale è nato (già stanco). L’euforia (si fa per dire) della foto di Narni è già sbollita e ora sono bravi quelli che riescono ancora a gioire di questa “rete di protezione” contro l’avanzare delle destre che già presenta un vistoso buco.

 

Pubblicato oggi su “Italians” del Corriere della Sera

Nascosti non si vive

Diceva il filosofo: “vivi nascosto”.

Che fosse frutto di meditazione personale riguardante le propria vita o dell’osservare le vicende umane, non si può  non dire che avesse una parte di ragione.

Perché vivere nascosti serve a difenderci dalle delusioni. Ci sono giovani che non escono dalla propria stanza per mesi a volte per anni e che sembrano avere in tutto e per tutto preso lezione da Epicuro.

Ma inconsapevolmente perché la filosofia non è materia di studio cosi diffusa tra i giovani che ormai puntano ad una cultura da Wikipedia, superficale e distratta. Non per tutti è cosi, ovvio, c’è chi approfondisce, ma per la maggior parte dei giovani anche solo la lettura di un quotidiano sembra essere una fatica insormontabile.

Tutto li annoia. La politica è troppo “sporca”, con la cultura “non si mangia” e dunque perché passare il tempo sui libri?A che scopo? Se poi quando ti presenti per un lavoro la prima cosa che ti dicono è che devi essere uno che si adatta a qualsiasi cosa: orari indecenti, ferie e malattie nisba, paga bassa o quasi inesistente.

Il lavoro è cosi, in Italia: una lotteria che vinci se ti impegni a farti raccomandare da chi conta oppure se ti adatti a quello che offre il mercato: cioè lavoretti precari sempre sul filo del messaggino che ti dice se devi vivere o morire.

Vale per tutti, uomini o donne (e non solo giovani) ma per le donne vale un po’ di più. La (improbabile) maternità le penalizza sia che siano single o che dichiarino un compagno.Vengono mobbizzate dal primo giorno e messe sull’avviso: se sgarri o se resti incinta ti licenzio! Se poi hai già un figlio, non se ne parla proprio, sei la prima a essere presa a calci nel caso le cose non andassero benissimo.

Il mondo è una delusione costante, la vita è una lotteria nella quale vincono i furbi, gli intrallazzatori, gli ipocriti, quelli che sanno stare a galla sempre guardando al proprio interesse e, se possibile, facendo la guerra a tutti quelli che possono dargli fastidio.

E’ una lotta costante e sempre più serrata, una guerra mai dichiarata ma che va avanti anche in tempo di pace che pace, vera, non è e non sarà mai. Le diseguaglianze sociali anche in questi nostri tempi “democratici”, salgono di giorno in giorno.

E, a farne le spese, sono sempre i più deboli, naturalmente. E possono cambiare tutti i governi ma non cambia mai niente, l’ingiustizia sociale e la disparità di trattamento tra chi avrebbe uguali diritti, è sempre più evidente.

Non facciamoci illusioni, non cambierà, l’Italia, purtroppo è destinata ad un declino lento ma inesorabile.

Le destre stanno prendendo il sopravvento e continuerà questo trend fino a che ci ritroveremo con al governo la Lega assieme ai due che finiscono in “oni” e non ce li toglieremo dai ….”oni”, per molto tempo.

In democrazia governa chi vince le elezioni, è vero e dobbiamo farcene una ragione.

Destra o sinistra purchè  dentro le regole costituzionali. Ma il problema è che in Italia sta crescendo la cultura dell’incultura, del meglio ignoranti ma furbi che colti ma miserabili.

E’ questa la vera fregatura: essere ignoranti non è una colpa ma quando è il potere a volerci ignoranti è una colpa non voler uscire dall’ignoranza.

E non vale solo per l’Italia ma per il mondo intero, la tendenza è quella di favorire i ricchi i prepotenti i falsi gli ipocriti e mandare avanti sempre e comunque chi predica bene e razzola malissimo.

La povera ragazza vietnamita che cercava “fortuna” in Europa e che è morta soffocata nella pancia di quel maledetto camion che lei, assieme ad altri, aveva visto come la salvezza, se ne stava nascosta li dentro perché altrimenti non avrebbe potuto sperare in un altro futuro, ma ora che non ce l’ha più il futuro di lei rimane quell’ultimo messaggio alla madre dove le dice che le vuole bene e che sta morendo.

Solo per questo la terra avrebbe meritato di essere centrata in pieno dal meteorite che ci ha solo appena sfiorato.

La scoppola umbra

Il governo della pochette è finito nel taschino dell’Umbria.
Sepolto sotto la valanga sovranista. Dei due maggiori alleati non spunta neppure il naso, lo tengono al coperto dopo la brutta sberla che hanno preso, il Pd perde rispetto alle europee ma non tantissimo mentre per i Fab.5 è proprio durissima: sotto la soglia del dolore del 10, si attestano all’8%.
DiMaio ha un bel dire che l’esperimento non è riuscito, questa volta “l’esperimento” se lo ritroverà diretto alle sue terga e non sarà una festa, per lui.
Spavaldo come al solito oltre che doppiogiochista come al solito, Renzi si tira fuori: dopo aver favorito la nascita del governo “pochette”, dopo aver sbattuto la porta in faccia a Zinga, ora dice che non ci si “intruppa” coi cinque stelle senza conseguenze. Ma da lui ci si può aspettare questo e altro, anzi si deve, perché non ha certo finito di farci vedere gli effetti speciali delle sue bravate.

Iniziato due mesi fa per bloccare i”pieni poteri” di Salvini, il governo della improvvida strana alleanza se lo ritrova con un quasi 38% al primo test utile per saggiare gli umori della popolazione.
Non importa se ne rappresenta solo il 2%, come aveva fatto elegantemente notare l’elegante ex giurista premier per caso ,baciato dal destino, Giuseppe Conte.
E’ una scoppola di quelle che non si dimenticano e che non può non avere gravi ripercussioni su un governo compromesso dallo stesso compromesso sul quale è nato (già stanco).
L’euforia (si fa per dire) della foto di Narni è già sbollita e ora sono bravi quelli che riescono ancora a gioire di questa “rete di protezione” contro l’avanzare delle destre che già presenta un vistoso buco.

A proposito di doppiogiochisti, il Financial Times ha rivelato che Conte avrebbe favorito un’azienda nel settore della fibra ottica: dopo un parere favorevole dato come giurista poco prima di diventare premier, la stessa ha ottenuto un grosso appalto grazie alla” golden power “ del governo da lui presieduto.
Tutto da dimostrare, ovvio. Intanto però la sua bella faccia comincia ad apparire un po’ sgualcita e dopo la porta sbattuta in faccia dall’Umbria ha bisogno di un bell’impacco caldo e di un massaggio Tai e forse anche di un ritocchino.

Zazà ci sta

Si sente dovunque un pianto collettivo per la fine del “Mito”  Renzi, non si fa che parlare di lui anche quando si sta zitti.

Ma non ci eravamo derenzizzati?

(Tra poco entrerà nel vocabolario ma, permettemi di dirlo qui una volta e per tutte: la parola, modestamente è mia, si sappia).

Il problema non è “Zazà” ma chi ne aveva fatto un mito.
E’ caduto? Peccato, perché ogni volta che cade un mito si sente il botto.

Ma la colpa non è del mito ma di chi lo ha mitizzato.
Dei mitizzatori.
Ora non siete più fanatici del Mito? Ma va!

Mi dispiace per voi ma cosi è la vita i Miti deludono, come gli uomini.
Ci sta.
Zazà ( ci sta, ci sta) ci ha provato e continua a provarci. Non vi piace l’ultima Leopolda? Eh già un po’ penosa, ma come la prima del resto, non vedo le differenze se non che Renzi è ingrassato e pasciuto come un Pascià.

Svegliarsi prima no eh?

Eppure il mito continua a mitizzare e non è cambiato siete solo cambiati voi che non gli credete più.

Siete volubili e solubili, volete la luna e ve la prendete con chi non ve la può dare né mai lo ha potuto, darvela.

Ma va là, va là, va là. Piangere per la fine di un Mito?
Ma quando amai? Anzi ma quando asempre?
Tutto scorre…dice sempre il mio idraulico dopo che è riuscito nell’impresa di sgorgare il lavandino.
E meno male, dico io quando sento il gorgoglio del risucchio.
Sursum, riprendetevi, vi rifarete col prossimo.
Long live pastasciutta.