Ci vuole politica

Ad  una manciata di ore dalla dead line per formare il nuovo governo, i giochi non sono ancora fatti, ma i giocatori lo sono abbondantemente.

Si guardano in cagnesco cosi tanto di già, litigano su chi deve fare cosa e si dimenticano la cosa più importante: perché?

A questo punto meglio sarebbe che Mattarella tirasse fuori il mattarello e li bastonasse, di santissima ragione.

I cinquestelle si meritano una dose massiccia di bastonate (ovviamente metaforiche), troppi capricci ragazzi, Di Maio, i capricci tuoi son cose ridicole…

Mentre Zingaretti sembra più dialogante, il capetto grillino mostra i muscoli che non ha.

A proposito, lo vedo pituttosto gracilino sotto l’imbottitura del doppio petto o mono. mai che si faccia fotografare in tenuta casual.

Mentre Zingaretti è sempre in manica di camicia, lui è sempre impeccabile col vestito blu d’ordinanza.

Tra i due c’è un abisso, sia esteticamente che moralmente.

Come possano fare accordi risulta difficile da capire.

In questi giorni se ne sono sentite tante,  ma il nocciolo della questione è: riusciranno i nostri eroi finalmente a fare lo sforzo immane di piacersi (per finta) per poter fare un matrimonio di convenienza nel quale si litiga prima ancora di aver pronunciato il fatidico si?

Parrebbe, al momento, proprio di no. Parrebbe.

La dico chiaramente una volta per tutte: se non si fosse capito, ho un’antipatia a pelle per i Cinquestelle, non mi fido di nessuno di loro e se fossi Zingaretti li manderei al diavolo.

Ma capisco che ci vuole politica per fare politica e lo ha capito anche  Zinga che in questi giorni è dimagrito e ha la faccia smunta e tristanzuola che sembra uno  che sta per   andare al patibolo.

In fondo deve passare sotto le forche caudine delle richieste esose del capetto politico, guardarsi le spalle dal nemico interno che non è certo da meno e per uno che ha preso l’incarico di guidare il manicomio Pd solo da qualche mese non è cosa proprio semplice.

Ma l’Italia ha bisogno di un governo molto presto.

Mi auguro che non ci sia il Salvimaio 2 (la vendetta).

Potrei prendere in seria considerazione l’idea di emigrare.

 

Buggerati e contenti

Per essere ancora dei novellini della politica, i Cinquestelle stanno dimostrando di essersi scafati alla grande.

Sapendo bene che l’alleanza con Salvini non poteva andare avanti a lungo senza che questo comportasse il loro azzeramento, hanno minato l’alleanza in modo da far scattare in Salvini quella mosca al naso che lo ha fatto dichiarare conclusa l’esperienza del contratto sottoscritto solo un anno e rotti fa. “Troppi no”, ha detto, come gustificazione il leghista, pensando di avere gioco facile.

Ma qui è cascato l’asino!

I Cinquestelle avevano pronto il loro piano e una mossa vincente, una pedina che avrebbe dichiarato scacco matto al Matto: Conte.

Conte, trasformatosi da marionetta in burattinaio, avrebbe definitivamente umiliato il prepotente e ormai troppo scomodo capitano per poi proporsi di nuovo premier di una coalizione nella quale il Pd fungesse da stampella alle mire espansionistiche dei grillini, con lui alla testa dell’armata che, da perdente si sarebbe trasformata in Invincibile.

Un piano studiato a tavolino e che sta per riuscirgli.

Altro che due forni.

Li hanno tenuti aperti entrambi ma il forno che gli interessa davvero è quello del pacioso Zinga del quale vogliono vincere le resistenze per poi poter fare come gli pare una volta formatosi il governo DiMaZinga.

Dove però, la parte di Mazinga la farebbe DiMaio (che farebbe anche tutte le altre) con la stretta collaborazione del Conte che sarebbe totalmente dalla sua parte e a Zinga non resterebbe che prendere il posto del perdente e soccombente e mettersi in saccoccia amarezze continue per non essersi accorto di quanto lo hanno menato per il naso.

Buggerati e contenti?

Ma nel caso l’operazione fallisse, sono pronti a riprendersi l’asino con tutta l’asineria a condizione che sia DiMaio incoronato premier.

Se la sono pensata proprio bene. Ma… e noi?

A chi l’ardua sentenza?

 

In alto mare

Oggi è domenica, manca poco per le nuove consultazioni e siamo ancora in alto mare e terra non si vede.

I Cinquestelle si sono impuntati su Conti, Zingaretti dice che non è discontinuo e punta tutto su Fico.

Ma Fico risponde: Acchi? Non ci pensa neanche. Vorrebbe dire andare contro il suo partito e sarebbero guai grossi per lui.

E allora? Allora siamo alla casella di partenza. L’ipotesi Salvini sembra chiusa ma forse  un fuocherello cova ancora sotto la cenere se il baciacrocifissi si è fatto un selfie davanti ad una montagna di cibo.  Sorride, come dire: “io, intanto mangio”.

La bagarre l’ha scatenata lui e lui mangia. Contento e pacifico.

Ma c’è poco da ridere,

L’ipotesi di governare col Pd? Sarebbe la fine del Movimento Lento e Arrugginito. Perderebbe un’altra valanga di voti, sarebbe una slavina.

Insomma, noi italiani ci dobbiamo preoccupare degli equilibri politici  di una classe politica che non sa cosa sia la lealtà, la dignità e, per fare rima, verrebbe da ricordare la famosa frase di Sciascia su come si dividono gli uomini, ma lasciamo stare.

Io non ci ho mai creduto alla volontà dei grillini di mettersi col Pd: tutta manfrina. Piuttosto le elezioni anche se per loro è un’incognita che li fa rabbrividire.

Ci hanno preso gusto ad essere casta. Ora che hanno imparato tutti i trucchetti della politica politicante, sarebbe davvero un peccato lasciare.

Ma a me, francamente, da cittadina italiana non può importare di meno dei consensi ai partiti: vadano tutti a spegnere l’incendio in Amazzonia che farebbero opera meritoria e si guadagnerebbero la paga.

A proposito, il mondo si rivolta contro Bolsonaro ma dai nostri governanti neppure un bah. Va bene che sono tutti in bilico, ma una parolina su questa immane tragedia avrebbero potuto sprecarla. Invece Tutti zitti.Hanno altro da fare.

Sono molto indaffarati a restare al potere, chi già c’è, o a ritornarci, chi lo ha perso.

Non che non sia legittimo, ma questo circo, questi trapezisti, questi funamboli, questi clowns, sono tutto meno che rappresentanti del popolo.

Io, almeno, non mi sento rappresentata da nessuno.

Andiamo a votare, nemmeno io ho paura del voto. E poi di che dovrei avere paura?

Se gli italiani sono cosi furbi da rivotare questi che ci hanno preso per i fondelli fino ad oggi, se li meritano tutti.

E anche di più!

 

 

Conti Biss

Mettiamo che Zingaretti decida di bersi la cicuta e di dire si al Conte bis. Andrebbe tutto apposto?Si accontenterebbe DiMaio e nascerebbe il DiMaZinga?

Dice che ci vuole discontinuità, il segretario.

Bella parola. E il doppio Conte proprio non sembra avere nulla della discontinuità che invoca.

Cioè, fatemi capire grilini: ora vi punge vaghezza di inchiodarvi al Conte bis, mentre andate dicendo che non avete ancora chiuso con la Lega?

Allora c’è o non c’è il doppio forno?

E che ci state cuocendo? L’arrosto di leghista? O il rotolo del piddino?

Una spennellata gliela date ogni tanto? Un rametto di ramerino?Qualche fogliolina di Salvi(ni)a? Una coroncina di alloro e un chiodo di garofano?

E perché non un bel mazzo di pungi…di ortiche?

Sapete che cosa vi devo dire: che siete i n d e c e n t i!

L’Italia non può stare appresso alle vostre acrobazie culinarie.

Uno dei due forni va chiuso subito e sbattuta la porta , altrimenti col culinaria ci finiamo tutti noi.

Ed io, per la vostra bella faccia e quella dei Salvini e del suo scudiero Centinaio (Millinaio, o Centesinaio),per quella di ancora più bella di Crimi (chi era costui?), o la pelata di Paragone, per non palare della faccia eau de demochristienne de la prémiere République, del principe DiMaio primo (e speriamo anche ultimo), in quella indecente postura non vorrei proprio che il mio paese finisse.

Ci sono, è vero, alcuni italiani che sarebbero contenti di farci finire tutti gambe all’aria.Sono i cattivi soggetti che impazzano dovunque.

Sentite questa: ieri al supermercato, compro due cose , vado alla cassa e mentre sto per arrivare, una coppia con un carrello strapieno mi passa davanti. Io avevo solo tre cose di numero e chiedo, gentilmente, di passare.

Lei mi guarda di brutto e dice, sottovoce, “c’è la cassa veloce”, poi  guarda il marito che mi fa passare e nicchia.

Ringrazio sentitamente.

Questo è quello che gira in Italia, oggi. gente cosi, secondo voi, si preoccupa se andiamo a gambe all’aria?

Solo se toccano il loro portafoglio, altrimenti possiamo pure andarci.

Chissà che cosa votano quei due del supermercato? Io un’idea ce l’avrei.

 

Ecco il Conti Biss Biss, indovinate chi è Centinaio.

 

DiMaZinga

Fervono le trattative ma…

Fossi stata Mattarella (beh, un po’ lo sono), non gli avrei dato mezzo minuto a questi.

E per “questi” naturalmente intendo i Cinquestelle. Ai leghisti poi, manco quello.

Via, aria, si vota. Avete già avuto fin troppo tempo per fare i vostri pasticcetti.

Proprio cosi, gli avrei detto.

A quei pasticcioni.

Di Maio: “Si chiarissero le idee”.

Di chi parla? Ma del Pd, ovvio. Quando evochi i “chiarimenti” il riferimento va sempre al Pd o ai Pd.

DiMaio, ma più di lui tutto il think tank del Movimento( su di giri), sta con le orecchie al suolo per sentire anche il fiato degli elettori.

E non gliele mandano a dire.

Sui social è tutto un: MAICOLPD.

Capito Zinga? Capito Renzi? Già, è quando capisce qualcosa quello?

Fa scuola di politica, anche professore, adesso.

In agosto poi. Ma non sono ancora chiuse le scuole?

Lui deve battere tutti sul tempo, deve istruire i suoi prossimi collaboratori. Ne ha ben donde, dove lo trovate uno che non ne fa una giusta con tanto successo come lui?

Difficile. Eppure ha i suoi estimatori. E io glieli lascio tutti. Sono democratica. Lui invece è solo Partito.

Dicevo…DiMaio. Si, ecco, gli dicono sui social: mille volte meglio Salvini di Renzi…capito? E dicono anche che se fanno il governo col Pd possono considerarsi falliti, kaputt, out. Chiusi per inventario. E però avrebbero poco da inventarsi ormai.

Ecco, diciamo che io, ai grillini, non ho mai dato fiducia, checchè. Mi sono stati antipatici a pelle da subito ma ora…

e che avrebbero preso a calci anche questa volta il Pd (ingenuo, ci casca sempre), l’ho pensato da subito.

ma può darsi che mi sbagli e che Zinga sia cosi bravo da far nascere il governo DiMazinga.

(Avviso ai naviganti, SalviMaio era mio, DiMazinga pure, occhio).

Amici mai

“Chiedetemi tutto ma non il mio …strapuntino” dice Salvini. Lo sbatte ogni mattina,  ora che lo sta perdendo, lo tratta amorevolmente, lo mette al sole sul balcone.

Parla da FB, seduto sotto un bel quadro della Madonna, immancabile rimando alla sua fede incrollabile e molto propagandata, ha un ciuffetto di capelli in piedi sulla fronte e pare aver dormito poco ripensando ai suoi sbagli.

Ha pensato di cambiare pettinatura, si fa sempre quando si divorzia, magari tra un po’ comparirà biondo, dicono che faccia bene anche cambiare colore dei capelli.

Soffre e si offre, ancora e ancora, per il bene della sua amata patria, al suo avversario temibile amico di bisbocce ancora fresco di pugnalata (la sua).

Pentito? Un po’, pare, anzi molto direi.- Che scemo sono stato -, deve aver pensato, e mi sento, per una volta di essere d’accordo con lui.

E magari lo chiama sul cellulare tre volte al dì e lo prega di non lasciarlo per Renzi e di non mettersi con lui, con Boschi e con Boldrini, il peggio del peggio, a sentir lui…lo supplica di non cadere nelle loro trappole.

“Le vie del signore e della Lega sono infinite”, pare abbia detto, lo ha detto, si, anche se trovo difficile, ancora, credere che è stato (ed è ancora in carica per sbrigare gli affari correnti) ministro dell’Interno. uno così.

Abbiamo e stiamo ancora rischiando grosso mentre lui gira ancora al Viminale. Ha l’aria di uno che si sta attaccando al tram per non perdere quello che per lui potrebbe essere l’ultimo treno.

Io sarei molto contenta che l’esperienza  politica di Salvini si fermasse a questa fermata e poi cancellerei anche l’ultima corsa, ma, purtroppo, non si può sapere cosa frulli nel capino di DiMaio.

Si sa che i “grandi amori” fanno spesso dei giri immensi e poi ritornano…

Non lo auguro certo, neppure al peggiore dei mei nemici (che spero di non avere mai), figuriamoci all’Italia.

Sarebbe il colpo di grazia.

 

 

 

Bisogna saper perdere

Questo presunto governo di chiamiamolocomecipare, non è ancora neppure accennato che già qualcuno storce il naso.

DiMaio sembra non starci. E’ difficile l’uomo, non si contenta cosi facilmente. Zingaretti pone condizioni?

Col suo mucchietto di voti? Ma chi è lui per porre condizioni?

Insomma il generale DiMaio vorrebbe stare ancora al comando e dettar lui le condizioni per la sua resa. Ritiene, Zingaretti, solo l’attendente di Renzi. Invece, checchè, Zinga è il segretario del Pd, Renzi, benchè riesumato, è storia vecchia.

Si, d’accordo, possiede tutti i numeri, gli adepti, è un influencer di grido, porta la maglietta di Superman sotto la giacca, ma il capo è uno solo: Zingaretti Nicola.

Lo so che con Renzi, l’odiato Renzi, il vituperato Renzi (se lo sarebbero messo sotto le suole per ballarci la samba sopra) al momento, per i grillini, sarebbe più conveniente. In fondo Renzi e DiMaio hanno molto in comune : voltafaccia entrambi, bramosi di gloria e di potere, con annessi e connessi,entrambi, e si capirebbero di più, inciucisti della prima ora, entrambi, come sono.

Ma Zingaretti no. E dai, e che caspita…non vuole il Conte bis. Mentre per DiMaio è o Conte o morte. I due sono pappa e ciccia, non potrà mai dimenticare come ha sbattuto col battipani l’ odioso e odiato “amico” leghista baciacrocifissi (persino sotto il banco). E, non può presentarsi dal professore con una mano davanti e una dietro e dirgli: “caro Giuseppe, Zinga non ti vuole, nun ce che fa’”. Andiamo su, non è serietà, ogni limite ha una pazienza e quel limite DiMaio lo ha già superato durante la sua prova di resistenza in vita nell’ultimo anno.

Insomma, pareva fatta, ma come si dice: Renzi fa le pentole ma non i coperchi.

Matteo R., hai dimenticato i coperchi.

Allora? Beh, veramente non ci credo a questo nuovo connubio, non ci credo  mi pare un’altra, peggiore, forzatura. Non che non sarebbe giusto cercare di salvare la legislatura mettendosi insieme con buona volontà e apertura mentale, ma i grillini sono specie rara e in via (per fortuna) di estinzione e non mi pare cosa.

Hanno già sbattuto la porta in faccia a Bersani quel famoso giorno dello streaming, si sono avvinghiati al leghista anima e corpo per poi scoprire che era un traditore…hanno fallito su tutta la linea e adesso?

Non sanno perdere. E invece, una regola aurea in politica come nella vita è saper perdere.

Non lo ha saputo Renzi, non lo sa DiMaio. Ecco un’altra cosa che hanno in comune.

Forse voteremo in autunno mentre cadono le foglie ingiallite anzitempo da questa strana e travagliata estate.

 

Capre e cavoli

Conte ha avuto il suo momento, ha rovesciato le scarpe e le ha ripulite dei sassi che contenevano da mesi, lo ha fatto in pubblico e sopratutto, sulla zucca del ministro che sembrava inebetito, instupidito, incredulo. La sua faccia era un caleidoscopio di espressioni, una più buffa dell’altra.
Il compito di Conte era, prima di tutto, umiliare quello che era diventato un grosso macigno sulla testa dei grillini; nessuno di loro lo sopportava più.
E con ragione, anzi, mille ragioni.
Ma il matrimonio era stato fatto in piena consapevolezza, magari non sapevano appieno a cosa andavano incontro, certo, è comprensibile, ma un matrimonio è sempre un’unione di due soggetti, in questo caso consenzienti entrambi e sufficientemente maturi per capirne le conseguenze.
Dunque, l’avvocato ha fatto un discorso a difesa di chi lo ha voluto in quel ruolo.
Infatti la prima parte del suo discorso è stata una filippica contro le malefatte del “bruto”.
Malefatte che, però, lui, ha avallato e anzi, si è preso la responsabilità di tutte visto che a lui spettava la guida di questo strampalato governo, il più osceno della storia repubblicana.
Ha, con evidente soddisfazione, pubblicamente svergognato quello che era stato per 15 mesi “l’alleato”, il “socio”, “l’amico”, sul quale, sia lui, che, l’inutile, mellifluo DiMaio, avevano speso parole di zucchero filato per mitigarne gli eccessi,
E’ stato co-protagonista delle nefandezze perpetrate dal ministro contro i più deboli, comprese le donne verso le quali Salvini non ha esitato a usare un atteggiamento di disprezzo.Basti pensare a come si è scagliato contro Carola Rackete, a come l’ha insultata (zecca), a come ha tentato in tutti i modi di farla passare per una abietta criminale. Tutto questo ostentando la sua fede con studiato opportunismo, baciando crocifissi e invocando la Madonna, come fossero sostenitori della Lega e suoi sponsor.
Dove stava Conte quando tutto questo succedeva?
Avrebbe dovuto stare a Palazzo Chigi e avrebbe potuto esprimere la propria contrarietà sulla linea dura, spietata e volgare del ministro dell’Interno.
Non lo ha mai fatto.
Al contrario, è stato alla meglio evasivo, alla peggio lo ha persino lodato, in due parole: complice.
Per non parlare del fatto che gli ha parato il sedere con la magistratura quando poteva rischiare 15 anni di galera per sequestro di persona. Una cosa di cui lui e i grillini tutti, dovrebbero sentire tutta la responsabilità in eterno.
La seconda parte del discorso è stato un’apologia del governo e soprattutto della politica dei Cinquestelle: spudoratamente di parte per un premier che deve rappresentare l’Italia e non imporvvisarsi capo di un partito.
La sua magniloquenza è stata, ovviamente, apprezzabile da un punto di vista meramente stilistico.Ma a me è sembrata un inutile sfoggio di retorica mirata a difendere se stesso e il partito che lo ha sponsorizzato e al quale, evidentemente, è legato e deve riconoscerlo. Quella esposizione del programma dei sogni, ancora da realizzare e non realizzato ma che potrebbe ancora esserlo, altro non è stata che una mossa per cercare di non affondare.
Ho molto apprezzato il breve intervento di Emma Bonino, la quale, senza tanti giri di parole, gli ha detto chiaro che, pur essendo una persona che ispira fiducia e a tratti persino simpatia, non si pò dimenticare che lui non era un passante e tutto quanto è successo, è successo anche per sua responsabilità.
Insomma, chiaramente gli ha dato del para…spifferi, in altri termini, dell’ipocrita.
Come sono ipocriti i grillini dal primo all’ultimo, sapevano che l’odiato leghista non era certo il massimo per governarci assieme, dopo anni di insulti reciproci, ma si sono adattati alla grande e lo avrebbero fatto ancora se lui non avesse fatto saltare il banco. Salvini si è dimostrato uno spregiudicato giocatore d’azzardo sulla pelle degli italiani, ha puntato tutto sul voto e, almeno in questa prima fase, ha perso.
E ha perso male. Ieri sembrava, senza averne minimamente la simpatia, uno dei personaggi più meschini di Sordi.
Di quelli che capiscono che il gioco non gli è riuscito e cercano di salvare capra e cavoli.
Per ora, i cavoli se li è presi in faccia e la capra gli ha mandato un bel calcio sul sedere servito, platealmente, con un discorso preparato nei minimi dettagli in collaborazione con gli spin doctors del Movimento Ipocrita Ingessato.
Ora i cavoli sono tutti nostri.
Come sempre, del resto.
Ma, almeno, questo bislacco governo è caduto. Finalmente.

Il mediatore

Ma questa, che puntata è?

La prima o l’ultima? Non sappiamo ancora niente, non si è deciso ancora niente.

Speriamo che ci sia qualcuno che controlla perchè con questa banda di squinternauti, non possiamo ancora sapere cosa aspettarci.

Conte ha cantato. Lo ha fatto bene, sembrava Placido Domingo. ma ha preso anche qualche stecca.

Si è scagliato contro Salvini che sembrava Sordi nel personaggio di Otello Celletti, il vigile del famoso film del 1960, un personaggio meschino, sfaticato e opportunista ma ambizioso.

-Si, si, parla parla, che poi ti sistemo io, sembrava pensare tra sé, ma non si aspettava tanta veemenza.

Lo ha spiazzato.-Tu guarda l’avvocato che boria che ha messo su! Pensava, sempre tra sé, Salvini.
Ha fatto il maggiordomo fino a ieri e oggi si è scoperto statista.

E come si autocompianceva. L’avvocato dei Cinquestelle ha interpretato bene il proprio ruolo.

L’attore lo sa fare. Il resto è follia pura.  manfrina pura, ipocrisia pura, invenzione del suo think tank, una spremuta di meningi di Rocco con qualche aggiunta delle sue qui e là.

Ma dove stava lui mentre Salvini faceva e disfaceva a piacimento? Mentre tuonava contro i migranti, metre insultava tutti, mentre dava della zecca a Carola, mentre andava per le piazze a ostentare il cocifisso?

Dove stava quando gli ha avvallato la politica dei porti chiusi, delle ruspe, delle armi in casa per autodifesa, dell’odio gettato a piene mani verso i più deboli? Oltre ogni limite della decenza?

Dove stava lui? Che faceva? La marionetta che si può manovrare a piacimento, ecco cosa faceva.

Una marionetta silenziosa ma ambiziosa. E ora che “l’anno bellissimo” si sta concludendo in tragedia (oltre che in farsa)  ha scoperto che Salvini è pericoloso per la democrazia.

Ah si? E allora? Era suo dovere denunciare questo atteggiamento e mostrare la propria contrarietà, ma se n’è guardato bene. Anzi, si vantava di essere lui il mediatore tra i due litiganti, di essere lui quello che li rimetteva sulla retta via, sempre per il bene del paese, of course.

Ma quale? Ma chi? Ma  chi credete di prendere per i fondelli?

Salvini si vergogni di nominare la Madonna come se si trattasse della sua sponsor e si tolga di mezzo e spieghi gli affari della Lega coi russi, ma i Cinquestelle, Di Maio e pure Conte, non sono da meno.

Sono corresponsabili della crisi, sono corresponsabili di aver portato il paese sull’orlo della bancarotta.

Sono corresponsabili di aver solo vivacchiato per il potere ed ora non possono, aiutati dal loro avvocato, gettare la croce su Salvini , pur con le tante colpe che ha. Anche perché la metterebbe nella sua collezione.

Hanno preso in giro gli italiani, dal primo all’ultimo giorno e lo fanno ancora e lo avrebbero continuato a fare chissà fino a quando se Salvini non avesse pugnalato alle spalle i suoi “alleati-amici”. Non sono ancora convinti, ci stanno forse ripensando?

Ricordate il famoso brindisi dal balcone quella sera in cui DiMaio disse la famosa frase:”abbiamo sconfitto la povertà”?

Ma quanto poteva durare un governo “guidato” da simili personaggi? E’ durato fin troppo.

Ora tocca a Mattarella. Speriamo si faccia sentire forte e chiaro, sinora non abbiamo udito neppure un bah.

Un bel calcio nel sedere (come compenso per aver “servito” il paese) starebbe bene a tutti, premier, vicepremier e ministri, tutti indistintamente, non saprei proprio chi salvare.

Presidente, li faccia mettere in fila e li prenda a calci uno per uno.

Però, per favore, al ministro dell’agricoltura, Marco Centinaio, due calci, se li merita tutti solo per andare in giro con quella faccia.

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Donne e politica

Mi sono stancata di questa crisi. Capita no? Anche di scriverne e anche di scrivere di politica. (Non ci crede nessuno vero)?

Massi, che si divertano a prenderci per i fondelli, tutta quella banda. Uomini, solo uomini.

Fateci caso: non c’è una donna che sia una che abbia niente da dire sulla crisi. I rari talk show estivi poi, non ne parliamo, donne col lanternino. Io seguo  quello di La7 dove Stanlio e Ollio  invitano solo maschi. Ma è mai possiible che le donne declinino tutte gli inviti?

Politiche donne, dove siete?

Mi è piaciuta la ministra Trenta, ora potrebbe anche fare trentuno e mandare bacioni a Salvini.

Ma poi? Ah si, De Micheli del Pd, brava, ora non più troppo renziana, almeno pare, e le canta chiare a tutti.

Ma poi? Il deserto.

Il prossimo premier lo vorrei donna.

Vediamo chi potrebbe essere…beh mi potrei candidare io, perché no? Potrei parlare in tedesco con frau Merkel, in francese con Macron ( mi sa che lo capisce) ed in inglese con Trump…magari per dirgli quanto lo detesto, naturalmente sotto metafora, tanto quello le metafore non le capisce, manco sa cosa significhi la parola.

Insomma l’Italia ha bisogno di cambiare, ma sul serio. E non c’è cambiamento se non ci sono più presenze femminili in politica( o in qualunque altro posto che conti).

Vogliamo chiedere a Emma Bonino se si vuole prendere questa responsabilità?

Ma chi altro c’è che potrebbe farlo? Parlo di donne, naturalmente.

Ah si. Ecco. Perché no Ilda Boccassini?

Abbiamo avuto l’avvocato, facciamo che ora tocchi all’avvocatessa.

Si, mi pare un bella idea. Bisogna vedere se lei sarebbe d’accordo, ovvio, ma almeno chiediamoglielo. Facciamo questo immane sforzo per amor di patria.

Facciamo qualche cosa per questa Italia cosi disperata e cosi maschilista.

Mettiamo tutte donne nei posti apicali della politica. E stiamo a vedere cosa succede.

Qualche uomo va bene, ma tutti tutti…basta ragazzi, avete stufato,fuori tutti e dentro l’altra metà del cielo.

Proviamo, che ci costa?

Ah, mi è venuta una idea, a me piace, perché non chiediamo a Elsa Fornero?

Si dai, vorrei vedere il faccione di Salvini fare le smorfie e diventare verde dalla bile.

Beh sarebbe intonato no? L’incredibile (in tutti i sensi) Matteo Hulk Salvini. Non suona male.

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