Dovrò mettere la sveglia domani per seguire la prima e forse unica sfida tra la candidata democratica Kamala Harris e il pluripregiudicato, ex presidente, immortale oltre che immorale, “famolo strano” Donald Trump. Eh si, sarà interessante vedere come la donna che ride e l’uomo che balla, si scanneranno mediati da qualcuno che farà una fatica terribile a frenare la piena di insulti che Trump rivolgerà alla sua contendente. Un ruolo, quello del presidente, che Trump vuole ad ogni costo, ne va della sua “onorabilità” e soprattutto della sua libertà. Ha a cuore molto i propri interessi e soprattutto ha a cuore di non finire in galera ma di farci finire tutti i suoi oppositori. Ha già minacciato che metterà in galera i sostenitori di Harris. Minacce che suonano credibili dato il soggetto quello del famoso “scateneremo l’inferno” dopo l’esito per lui negativo delle ultime presidenziali.
Insomma sarà un incontro tra la “bella e la bestia”, decisamente da non perdere. Beh, se mi addormento poco male lo vedrò in differita e spero di non sognare Trump.
Sarà durissima per Kamala Harris ma pare che non veda l’ora. Ha dalla sua parte una grande forza che le deriva dalla sua positività e ottimismo. Lo abbiamo visto in questo ultimo periodo durante la sua scoppiettante campagna elettorale e abbiamo avuto modo di constatare quanto fosse diversa dalla figura opaca che se ne stava all’ombra di Biden. Una forza della natura. Ride, sorride, parla con fermezza e decisione ma al contempo ha una comunicativa sorprendente. La sua forza sarà proprio questo: il suo ottimismo che non è di maniera ma radicato nella sua personalità.
L’ottimismo e la positività aiutano a vincere tante sfide, sono un’arte sopraffina che non tutti possiedono ma se è vero che “l’arte che non guarisce non è arte”, lei, se vincesse, avrebbe la possibilità di usare la sua “arte” per curare molti mali che affliggono l’America e, volendo essere ottimisti fino in fondo, anche una buona fetta di mondo.
Uno lo curerebbe subito perché eliminerebbe per sempre la spada di Damocle di una nuova leadership di quel ritinto personaggio grottesco e squallido e non sarebbe cosa da poco. E se ci riesce una bella risata me la faccio anch’io assieme a Kamala. Ridere, si sa aiuta a mantenersi in salute e la salute del mondo ha un grande bisogno di risate.
Si, ridi ridi che la mamma ha fatto i gnocchi. Cosa ci sia da ridere in una situazione planetaria drammatica come quella attuale, con gli Stati Uniti che vedono offuscare il sogno neocon di guida mondiale unipolare, invischiati in due conflitti che prima o poi si ritorceranno contro di essa, solo Kamala Harris(e Mariagrazia)lo sanno.
Come poi sia possibile che una figura di secondo piano, rimaste sempre all’ombra del peggiore presidente degli Stati Uniti, sia designata alla sua successione, è questione che solo una formidabile propaganda a suon di milioni di dollari può spiegare. Denaro raccolto da settori miliardari, industriali, finanziari, legali.
Comunque, a proposito di risate, è bene tener presente il detto “ride ben chi ride ultimo”.
Segnalo al mio omonimo anche: “il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi” e quella è sempre con la dentiera in bella mostra.
La “Ridens” è una bella donna e nella società dove il nulla prevale basta che sia ben confezionato è sostanziale, le hanno cucito addosso un’immagine da vincente, la propaganda è tutto quando hai il potere per orientarla a suon di milioni come viene giustamente riportato, non serve altro, un po’ di radical chic di Hollywood è il gioco è fatto, la candidata ideale anche se è un’emerita incapace è servita.
Cosa comunichi sorprendente-mente non l’ho capito, i suoi concetti basici da Miss di concorso di bellezza (anche se è un po’ passatella), sono disarmanti per banalità e conformismo.
Questa notte si confronteranno un vecchio pazzo e una marionetta delle lobby, che nei loro programmi non hanno nulla che possa anche minimamente sanare una briciola delle storture classiste di una società che premia solo i vincenti e il denaro.
Che vinca l’uno o l’altra non cambierà nulla, specialmente nel ruolo subalterno della UE in generale e dell’Italia in particolare, Trump e Harris pari sono.
R
mi dispiace caro Alessandro, la tua disanima è veramente incomprensibile, ma come fai a parlare cosi male di una donna cosi?
Mora alta ed elegante…e non differisce in niente da Trump per te? sei orbo da un ocio?
Spero che lo faccia nero, ma proprio imbruttito come il nostro nuovo amico, anche se lui mi pare non è nonno, manco quello sa fare.
Allora cara Mary, se “facciamo a capisse” come dicono a Roma dovrebbe essere chiaro che mi riferivo alla sua politica.
Ho guardato un’oretta scarsa del dibattito tra i due (in differita, mica ho messo la sveglia), ad un certo punto ho chiuso perché mi sentivo totalmente inadeguate a seguire un livello così basso e infimo di dialettica.
Gli americani sono veramente dei babbucchioni chiunque scelgano, un’ora di minchiate snocciolate con un lessico da scuola media (1a media, non oltre), imbarazzanti entrambi, proposte politiche abborracciate, risposte fumose, dibattito indegno da qualunque parte lo si voglia analizzare.
E mi sa che la mia disamina l’hai compresa benissimo solo la rifiuti, perché c’è una donna e tanto basta, ma in questo caso oltre i denti in bella mostra il nulla condito di niente.
Elegante? Vuoi scherzare spero, per te quella camicetta stile Shein era elegante? Bah.
R
no perché è una donna ma perché Trump è impresentabile. Invece a tanti da fastidio che quel ruolo vada ad una donna. La prova è che chi scommetteva che non sarebbe neppure stata candidata è sparito.