Eppure piove ancora

Mentre c’era chi pensava a combinare i colori e a tatuarsi le sopracciglia, nessuno in Emila Romagna ha pensato di mettere in sicurezza i fiumi. La siccità aveva messo tutto “in regola”, gli abusi condonati e tutto va bene madama la marchesa.
Pare brutto prendersela con l’ overdog Bonaccini, già lui è stato impegnato con le primarie del PD e a cercare alleanze con gli altri overdog grillini, troppo per un solo uomo. Pensare anche a mettere in sicurezza un territorio che ha più argini che abitanti, era sicuramente impresa titanica, E Bonaccini titanico non è, è piuttosto (almeno in questo frangente) un po’ Monaccini, passatemi il venetismo.
Ma il dispiacere è tanto nel vedere quelle scene, ancora, dopo tutta la retorica dei grillini e dei piddini e affini, sulla difesa del territorio: prima e quasi unica battaglia da tutti tanto sbandierata, evidentemente persa e persa alla grande.
Piove ancora e come non se ne dia la colpa al governo in carica mi lascia un po’ perplessa. Ma non è ancora detto, basta aspettare.

Tutta la mia solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite.

15 commenti su “Eppure piove ancora”

  1. C’è poco da prendersela con gli amministratori locali col senno di poi. (Piove. Governo ladro!)
    Prima che il clima cambiasse quegli argini e quelle sistemazioni idriche andavano bene. Hanno retto per decenni.
    Purtroppo, bisogna adeguare il nostro territorio al clima nuovo che si sta affermando.
    La siccità indurisce il terreno, che quando poi piove assorbe male l’acqua. Ma il problema principale è che piove di più in meno giorni.
    E il problema del clima non lo risolvono i nostri volenterosi ambientalisti. Se noi produciamo meno CO2 e Cina e USA continuano a produrne tanta, il nostro contributo è una goccia nel mare, mentre i sacrifici che facciamo pesano direttamente su di noi.
    Il cambiamento del clima si potrà combattere (forse) in prospettiva se tutto il mondo si impegna. Nell’immediato possiamo solo aumentare l’altezza degli argini e creare dei bacini di raccolta dell’acqua in eccesso per riutilizzarla quando non piove.
    R
    Già, tutti assolti vero? Nessuno ha mai responsabilità di nulla. Si la siccità, la speculazione, il completo abbandono della manutenzione ordinaria e straordinaria e il clima mutato lo sanno da un decennio, gli amministratori locali ed hanno strumenti per prevedere con discreto margine di vantaggio anche le piogge torrenziali come queste.
    Nel 1951 il Polesine è andato distrutto dalla grande alluvione ora le responsabilità ci sono tutte e anche di più, ma il nostro è un tempo di deresponsabilizzazioni, come Putin con l’Ucraina…che c’entra lui?

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  2. La siccità era un’ottima occasione per ripulire i letti dei fiumi e verificare la stabilità degli argini. Niente, le nutrie hanno ringraziato e continuato a scavare.
    Noi si pensa al ponte sullo stretto e a spalare melma in tutto il resto del territorio.

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  3. C’era stato un primo alluvione alcune settimane fa, adesso dramma si ripete con danni ancora maggiori e nove vittime.
    Il dissesto idrogeologico del Paese non lo stiamo scoprendo ora, è una piaga annosa, ma nessuno ha fatto nulla, o quasi.
    Il Ponte promesso solo di recente, ma mai realizzato e su cui non e ancora stanziato un euro (probabilmente non sarà realizzato neppure stavolta) non c’entra.
    R
    togli pure il “quasi”, non solo non hanno fatto nulla, ma hanno permesso una speculazione selvaggia che ha permesso di costruire dove non si poteva costruire, cementificando tutto il cementificabile e questo va avanti ormai da decenni senza che nessun governo intervenga. Conte uno e due, che aveva nei suoi programmi soprattutto la difesa del territorio, con grande strombazzo di tutto il grillismo d’assalto, ne ha fatto solo uno slogan (uno dei tanti) per prendere il potere e poi se n’è fregato.

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  4. Signora Gazzato, io sono sempre piuttosto duro con la P.A., ma delle piogge così non si erano mai verificate. I fiumi li puliscono, a volte anche troppo, perché eliminano alberi che sono utili per la biodiversità e per il paesaggio.
    Il problema dell’Emilia Romagna è ben definito.
    La regione è solcata da molti fiumi e canali che, per portare acqua alle colture, viaggiano ad una quota superiore al piano di campagna.
    Quindi, la protezione dalle inondazioni è affidata alla resistenza e all’altezza degli argini.
    Argini che finora avevano sempre retto.
    E’ un problema diverso da quello di Sarno e della Sicilia, dove avevano costruito abusivamente lungo i fiumi.
    Bisogna prendere atto che alla luce del cambiamento climatico le opere di contenimento vanno rafforzate.
    Sarebbe stato bene che nel PNRR, invece dei nuovi stadi di calcio, avessero inserito opere idrauliche e di contenimento del terreno.
    Ma penso che si possa ancora fare.
    R
    non è come dice, i soldi sono stati stanziati, ma utilizzati solo in parte e il problema è stato sottovalutato per anni con le conseguenze che vediamo:
    https://www.open.online/2023/05/18/emilia-romagna-alluvione-perche/
    Non lo potrà più essere perché ci troveremo sempre di più a fronteggiare eventi estremi e le colpe degli amministratori locali ci sono tutte.
    Il governo Conte ha inoltre chiuso un progetto di Renzi (Italia sicura) che stanziava soldi per opere di contenimento dei fiumi e in generale per il dissesto idrogeologico: un errore (Renzi qualche cosa di buono, devo ammettere lo aveva fatto):
    https://www.italiaoggi.it/news/il-governo-conte-cancella-le-strutture-di-italiasicura-201807051507242680
    Questo è un dei tanti errori dei grillini che pagheremo tutti.
    E anche nel PNRR sono previsti fondi per il dissesto ma devono essere fatti i progetti. Insomma in Italia anche quando ci sono i sold, manca la volontà di fare quelle opere essenziali che servono alla sicurezza dei cittadini e si tira al risparmio.
    Secondo me, si è data sempre troppo poca importanza a questo problema che è gravissimo.

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  5. Lei ha ragione. Si è fatto meno del dovuto, ma tutti i progetti che non sono stati realizzati erano impostati sulle condizioni climatiche storiche, e non sarebbero bastati. Si trattava di ordinaria manutenzione e poco più.
    Ormai da qualche anno assistiamo a fenomeni mai visti, come intere foreste abbattute dal vento e pianure allagate a perdita d’occhio.
    La pianura padana è piatta e allagabile. Le case non possono essere costruite più in alto di dove sono.
    Bisogna dimenticare la vecchia visione della pulizia degli argini e del controllo sugli abusi edilizi. Sono palliativi che, in presenza di fenomeni atmosferici come questo, non avrebbero evitato le conseguenze che ci sono state.
    Bisogna impostare una strategia nuova in previsione del fatto che i fenomeni estremi diventeranno ricorrenti.
    In questi giorni ho riflettuto su uno degli innumerevoli punti deboli che ci espongono a eventi tragici.
    La TAV Roma – Milano attraversa Bologna in una galleria sotterranea che si trova a una decina di metri di profondità, mentre la città di Bologna e la sua periferia sono solcate da canali che scorrono in superficie. Immagini cosa succederebbe se quest’acqua trovasse la strada per arrivare alla stazione sotterranea e alla galleria ferroviaria …..
    R

    Ma nemmeno per sogno: i progetti sono stati improntati (quelli realizzati) sulle previsioni catastrofiche che gli esperti continuano a fare da anni e noi niente…preferiamo darli al RdC compresi quelli che girano in Porsche o non sono manco italiani e lo stesso vale per il buco creato dai rifacimenti delle case dei ricchi col 110. I grillini ci sono costati cari e ci costeranno cari ancora a lungo prima di scomparire.
    https://www.open.online/2023/05/18/emilia-romagna-alluvione-fondi-dissesto-roma-centro/

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  6. L’Emilia Romagna è sott’acqua, si contano tredici vittime, altri sono dispersi, chiuse cinquemila aziende, diecimila gli sfollati… Ma il business è business. Il concerto di Springsteen a Ferrara è in pieno svolgimento.
    R
    si, hai ragione è una vergogna: 13 morti e 20 mila sfollati e questi fanno i concerti…

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  7. La grande alluvione del Polesine, nella mia regione, il Veneto, non è paragonabile a quella che ha colpito l’Emilia Romagna, ma le immagini delle strade coperte di fango e delle case sommerse dall’acqua, la ricordano molto.

    Era la notte tra il 14 e il 15 Novembre del 1951, il Po ha rotto gli argini in più punti e l’acqua ha invaso campagne e città per chilometri e chilometri. Il bilancio è stato di 101 morti e 180.000 sfollati.

    Le immagini in bianco e nero sono terribili ora queste a colori lo sono altrettanto.

    Le condizioni meteo è vero sono diverse rispetto a quell’epoca e la speculazione non aveva fatto man bassa di ogni angolo dove ci sia del terreno comprese le aree vicino ai fiumi che dovrebbero essere lasciate libere.

    La speculazione edilizia nel nostro paese è devastante e non accenna a diminuire nonostante tutte le tragedie cui assistiamo impotenti.

    Tutto il nostro patrimonio è il nostro territorio e noi lo trattiamo come se potessimo sfruttarlo fino all’ultima goccia di sangue. Il nostro Paese è attraversato da fiumi di piccole, medie, grandi dimensioni. Ma non abbiamo mai imparato quanto sia devastante la forza delle piene e come prevenirle. Mai del tutto.

    Tra regioni e regioni ci sono differenze, certo.

    Parlo del Veneto che in quanto ad acqua non si può lamentare.

    Anche qui è piovuto per giorni a tratti anche fortissimo, ma per fortuna non è successo niente, gli argini hanno tenuto (sono tutti molto alti) e, forse anche a seguito della terribile alluvione del 1951, il cui ricordo è ancora molto vivo in quelle zone, le misure di contenimento e le opere di ingegneria idraulica, fanno si che i nostri fiumi siano sicuri (almeno lo spero).

    L’Emilia Romagna forse deve porsi alcune domande, se è avvenuto questo disastro qualche cosa nella macchina della prevenzione e manutenzione è andata storta e porre rimedio al più presto.

    I soldi si trovano e la volontà bisogna che esca dalle buone intenzioni e si materializzi.

    Troppo facile dare la colpa al cambiamento climatico. Sono decenni che i metereologi sanno cosa ci aspetta e ce lo dicono continuamente. Aspettare ancora a chiudere le stalle è non solo colpevole, ma da irresponsabili.

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  8. Ricordo anch’io la terribile alluvione del Polesine, fu una annata luttuosa anche qui in Sicilia, ci fu una mareggiata spaventosa di cui non ricordo altra simile negli anni a seguire; in città, un palazzo di cinque piani crollò nella notte, a causa del maltempo trascinando con sé parecchie famiglie nel sonno. Tra i morti un mio compagno di scuola,Bruno Rodighiero, che mi piace qui ricordare per nome.

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  9. Certo, è sorprendente e colpevole che nel PNRR non abbiano inserito grandi opere di messa in sicurezza contro le inondazioni. Certamente sono opere prioritarie rispetto agli stadi e al ponte sullo Stretto. E sono anche opere che non è difficile progettare e realizzare.
    D’accordo che i grillini, in questo senso, hanno fatto perdere tempo e occasioni.
    Sorprendente anche l’assenza della Lega su queste problematiche, visto che dovrebbe avere a cuore la pianura padana. Tutto vero! C’è stata sottovalutazione dei rischi e fatalismo.
    Che si tratti di un problema gestibile a patto di metterci soldi, intelligenza, e buona volontà ed evitare altri errori, però, è un altro paio di maniche.
    Le alluvioni degli ultimi anni sono diverse da quelle del passato.
    Io credo che ci dovremo abituare a questo genere di disastri, come le popolazioni di certi Paesi si sono abituate ai cicloni tropicali. Li potremo limitare, ma non evitare del tutto. I cambiamenti del clima ci sono veramente, e stanno accelerando.

    R
    sono stati stanziati fondi per la messa in sicurezza nel Pnrr, ma molti progetti non sono mai iniziati. Le alluvioni sono sempre alluvioni: catastrofi che con intelligenza, buona volontà, determinazione e capacità progettuale, si possono mitigare e tenere sotto controllo. Anzi si deve. Come si deve intervenire sul controllo delle emissioni nocive, così si deve intervenire a largo raggio sulla messa in sicurezza del territorio. Invece di spendere milioni in sopraelevate e rotatorie e cartellonistica e marchingegni vari, si dovrebbe pensare innanzitutto alla vita dei cittadini che viene spazzata via in un attimo a causa di eventi prevedibili e previsti da tempo.
    Lo slogan “limitare il consumo di suolo” è una barzelletta, disatteso da tutti anche da Bonaccini che lo aumentato. (Come tutti del resto).
    https://www.open.online/2023/05/19/emilia-romagna-alluvione-legge-consumo-suolo-bonaccini/

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  10. Tutto vero, ma questa alluvione è diversa, e questa volta gli abusi edilizi e il consumo di suolo c’entrano relativamente.
    Sono stati allagati anche centri abitati vecchi di secoli. Lì non esiste la possibilità di costruire più in alto, perché è tutto pari.
    Quella parte di pianura padana è diventata una specie di Olanda, soggetta ad allagamento se gli argini cedono.
    Bisogna allargare e approfondire l’alveo dei corsi d’acqua e aumentare l’altezza degli argini.
    R
    il consumo di suolo c’entra sempre. L’Emilia Romagna come il Veneto ha una diffusissima rete di corsi d’acqua di ogni dimensione e portata e sa bene con che cosa ha a che fare, ciononostante le misure che sono state prese finora si sono dimostrate del tutto inefficaci. Qualche cosa vorrà pur dire.

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  11. Un alluvione annunciato, infatti già ai primi del mese c’era stato un primo “assaggio”, ora la replica. Nel frattempo si sono svolti alcuni convegni sullo sviluppo sostenibile, come dire, parole molte, fatti pochi.
    Leggo su la Verità (Maurizio Belpietro) che “fra il 2021 e il 2022, la regione Emilia Romagna ha restituito bellezza di 55,3 milioni di euro ricevuti dallo Stato per manutenzione degli argini e la messa in sicurezza del territorio, e li ha restituiti per il semplice fatto che non sono riusciti a spenderli, e questo lo dice la Corte dei Conti”

    Ma è storia che viene da lontano e che denuncia il dissesto idrogeologico del Paese, problema sempre denunciato, mai affrontato seriamente. Se scorriamo indietro nel tempo troviamo una tragica storia costellata piogge torrenziali, di fiumi esondati, paesi sommersi dalle acque, frane, gente morta annegata o sotto le macerie, popolazione che fugge, danni incalcolabili.
    Questo è un saggio di quanto avvenuto, limitandoci agli eventi più luttuosi da quando esiste la Repubblica,
    Settembrel ’48, Piemonte, 49 morti
    Ottobre ’51, Calabria, Sicilia e Sardegna, 70 morti
    Novembre ’51, Polesine, 84 vittime
    Ottobre ’54, Salerno e costiere amalfitana, 318 morti
    Novembre ’66 , Firenze e Toscana, 34 morti
    Novembre ’66 , Trentino, Friuli, Veneto, 74 morti
    Estate 1987, Valtellina, 53 morti
    Maggio 1998, Campania, 160 morti
    Settembre e ottobre 2000, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Calabria, 36 morti
    ottobre 2009, nel messinese 36
    Tra questa calamità naturali, spiccano due eventi terribili dovuti all’incuria diretta dell’uomo
    La strage del Vajont nel 1963(circa 2000 morti) e la catastrofe della Val di Stava Stava, nel 1985 (268 morti)

    Negli ultimi anni, pur continuando la serie negativa, si registra un numero minore di vittime per singolo evento:
    13 nello Spezzino e in Lunigiana(2011), 18 in Sardegna(2013), 9 a Genova(2014), 12 a Pesaro Urbino e Ancona, 12 nell’Isola di Ischia (2022).

    E’ vero, il clima “impazzito” non c’entra, c’entrano invece provvedimenti semplici ed efficaci come la riforestazione delle montagne, il rinforzo degli argini dei fiumi, lo sgombero dei materiali accumulati nei letti, le casse di espansione. Tutta roba che ho bisogno di programmazione, di tempo e di costanza e che purtroppo non dà lustro a chi la esegue. Perciò non si fa e la politica e le amministrazioni locali ne sono responsabili.
    R
    si, una lunga serie di disastri di cui sono responsabili soprattutto l’incuria, l’indifferenza e l’avidità.

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  12. Il clima impazzito c’entra, ma proprio perché è impazzito è giusto mettere in atto i provvedimenti indicati da Alessandro, e im misura più drastica che in passato. Quanto alla riforestazione delle montagne non sono d’accordo.
    Prima di riforestare, che costa un mare di soldi e dà risultati incerti, bisognerebbe smettere di deforestare.
    Invece si continua a fare la “ceduazione”, cioè il taglio periodico dei boschi, che, fatto con le macchina che si usano oggi, ha effetti devastanti sul terreno.
    Il brutto è che l’UE lo incentiva, considerando il legname risorsa rinnovabile, e Legambiente sostiene la ceduazione perché, secondo loro, farebbe risparmiare emissioni di CO2.
    Non bisogna dimenticare, però, che la riduzione di CO2 è un obiettivo globale e l’Italia può dare un contributo modesto, mentre i danni al nostro territorio li subiamo per intero noi.

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  13. “The environmental group WWF Italia said the elimination of water-absorbing forests and vegetation along riverbanks in Emilia-Romagna had amplified this week’s disaster. Twenty three rivers burst their banks. Experts say it is the result of years of often unregulated building and industrial-scale agriculture.”
    “Il WWF Italia ha detto che il disastro è stato amplificato dalla eliminazione delle foreste che assorbivano acqua lungo le sponde dei fiumi. 23 fiumi hanno rotto gli argini; Gli esperti dicono che è l’effetto di anni di speculazione edilizia e massiva industrializzazione del settore agricolo”

    Dal Guardian di oggi.
    Già avevo dimenticato di citare gli alberi che stanno diventando quasi oggetti di culto, ormai mi si cono quasi abituata. Recentemente ho avuto modo di viaggiare in alcune località dell’Emilia Romagna e quello che mi era saltato all’occhio in particolare era la mancanza di vegetazione lungo le sponde dei fiumi: alberi assenti, lunga estensione di zone quasi desertificate con qualche solitario esemplare rimasto in piedi non si sa come né perché. Molto desolante.

    E poi il Guardian fa notare quanto la politica si sia praticamente disinteressata di questi problemi e stia solo ora cercando di correre ai ripari…si sottovento.

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