Il dolore e la speranza

Non capisco perché Zelensky non dovrebbe andare a Sanremo. Sarebbe scortese rifiutare l’invito di Amadeus e se lo facesse verrebbe criticato anche per quello. Ma come fa a rifiutare una simile occasione per parlare al mondo intero? E ne ha di cose da dire. No so se risponderà a delle domande o se farà un monologo, ma non ha importanza. Sarà idealmente sul palco di Sanremo per portare le sue ragioni e il dolore e la speranza del suo popolo di uscire al più presto da questo tunnel infinito, da questo conflitto sempre più cruento e crudele che sembra non avere fine. E per i tanti ucraini che vivono in Italia sarà una consolazione, anche piccola, poter vedere il loro leader sugli schermi della TV italiana perorare la causa del loro paese.
Fa bene Zelensky ad andare ovunque lo porta il cuore e non è che il cervello sia meno importante e quello lo deve usare continuamente per parare i colpi dei russi. Ma il cuore gli indica la strada della condivisione della tragedia del suo paese e quale migliore occasione quella di un palcoscenico cosi ambito?

32 commenti su “Il dolore e la speranza”

  1. Purtroppo io vedo l’iniziativa italiana come una delle tante azioni per convincere l’opinione ubblica perplessa che è necessario sostenere l’Ucraina ad ogni costo, compreso tra i costi il rischio di venire coinvolti anche noi direttamente nella guerra contro la Russia.
    E quando ci si sforza tanto per convincere la gente significa che la “verità” della quale si vogliono convincere, di per sé, non è convincente.
    E’ un dato di fatto che i mezzi di comunicazione italiani e, in larga misura, europei, operano ormai in una situazione di guerra, dove la propaganda prevale sulla realtà.

    R

    Ora lei mette in dubbio qualsiasi cosa non serva alle sue tesi, col Covid, al contrario, per lei ogni parola dei media era oro colato.

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  2. Buon pomeriggio Mariagrazia, io invece appena appresa la notizia ero un po’ perplesso perché temevo il rischio di una sovra esposizione mediatica. Vedo il rischio di una percepita invasione di campo, come dire “si va bene Zelensky, ma San Remo è cosa nostra e tu cominci a rompere”. Questo potrebbe essere il pensiero di pancia degli spettatori.
    Poi però leggo che Sanremo è molto seguito in Russia (non so se sia vero) ed in questo caso la sua partecipazione assume un significato particolare. E comunque sono anche convinto di due cose: 1. Amadeus, che è tutt’altro che un incapace impomatato in lustrini, saprà parare le polemiche e 2. che come tutte le polemiche sanremesi fa parte dello show e ce ne dimenticheremo in quattro e quattro otto. Ed allora, ben venga Zelensky. Saluti.
    R
    anche a lei.

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  3. Signora Gazzato, ai tempi del Covid c’erano diverse teorie che circolavano liberamente, senza censure, e ci potevamo fare un’idea propria.
    Il governo aveva scelto la via dei vaccini, e io ero d’accordo, perché era l’unica cosa concreta che si poteva fare. Impossibile non fare niente.
    Facendo un parallelo, direi che la scelta della vaccinazione fa pendant con la scelta di dare armi all’Ucraina.
    Comunque, i rischi del vaccino non erano confrontabili con i rischi di una guerra contro la Russia, né gli effetti collaterali erano confrontabili con quelli delle sanzioni. Era una scelta certamente più “innocua”.
    Se poi si vede che la strada scelta non dà i risultati sperati, bisogna interrogarsi ed eventualmente cambiare strategia o contemplare una rosa più ampia di possibilità.
    Certo, se a Sanremo 2021 fosse arrivato sul palco un virologo famoso o il ministro Speranza ad invitarci alla vaccinazione, mi avrebbe dato fastidio.
    Non era quella la sede.
    R?
    Innocua? qualcuno che usa un linguaggio sforbito saprebbe cosa risponderle. Eppure anche senza andare a Sanremo, ci siamo mangiati virologhi a pranzo e cena e lei non batteva ciglio. Lenzini le sue controrepliche le dosi con un po’ più di onestà intellettuale e senso della realtà. Ce la può fare se vuole. Non sta parlando ad un lampione per la strada.

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  4. Si sa che oggi la propaganda soverchia l’esposizione oggettiva dei fatti. Invitare una sola voce è dare forza ancora più alla propaganda. Avrei capito se fosse stato invitato anche Putin a dire la sua, e tra le due voci ciascuno avrebbe potuto giudicare.
    Avrei capito, ancor più, l’intervento di una persona terza che invocasse la pace, per esempio il Santo Padre. Non chi chiede più armi, visto che ciò finora ha sortito una sola cosa, più morti e più distruzione in Ucraina, e il pericolo reale, a detta di tutti gli esperti, dell’allargamento del conflitto a tutta l’Europa e all’America, vale a dire una vera e propria ecatombe. Altro che dolore e speranza.
    Meglio di tutto sarebbe lasciare al festival il suo ruolo di competizione canora, senza interferenze estranee. Il festival non è la sede opportuna per parlare della tragedia immane che si sta consumando, una guerra che si fa di continuo più aspra e di cui non si vede alcuno sbocco di soluzione..

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  5. Naturalmente, sono d’accordo con Alessandro.
    La voce di Zelensky a Sanremo sarà la voce della guerra, non la voce della pace.
    Zelensky non parla mai di pace, ma solo di vittoria, da ottenere a qualsiasi costo per il suo popolo e il suo Paese.
    Mi ha fatto impressione riascoltare una conferenza di Giulietto Chiesa datata 2019, che qui non sto a riproporre.
    Aveva previsto con tre anni di anticipo quasi tutto quello che stava per succedere in Ucraina.
    O aveva avuto un’intuito mostruoso o una fortuna sfacciata, o effettivamente c’erano già i presupposti per la guerra del 2022 che stavano maturando.
    Fa riflettere anche il fatto che Giulietto Chiesa morì per un infarto notturno fulminante nel 2020, poco dopo aver iniziato la sua campagna di sensibilizzazione.
    Se qualcuno nutre sospetti per la morte per infarto di attivisti no-vax, a maggior ragione la sua morte inprevista e improvvisa dà da pensare.

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  6. Io penso che la presenza di Zelensky a Sanremo sia sbagliata e non faccia bene alla sua causa. Un capo di stato deve proporre le sue ragioni nelle sedi consone. Un discorso fatto dopo l’esibizione di Tananai, Lazza o i Cugini di Campagna credo perda di autorevolezza e lo riporti al suo passato di guitto, cosa di cui la sua nazione non ha bisogno adesso.
    Per quanto riguarda la visibilità in Russia, sono pronto a scommettere un paio di rubli che verrà oscurata.

    R
    forse ha ragione Mauro, ma credo che sarebbe sembrato ingrato a rifiutare e l’avrebbero crocifisso anche per questo.

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  7. Secondo me il dibattito su Sanremo e Zelinski è un dibattito lunare. Sanremo è nato più di 70 anni fa come una vetrina per una eccellenza italiana: la canzone melodica. Ed ha funzionato. Ancora adesso nel lounge di qualche sperduto aeroporto o nella hall di qualche hotel asiatico sento in diffusione le note di Volare. Bello, non è vero ? Se in questo istante, per un milione di dollari, dovessi dire chi ha vinto l’anno scorso, perderei un milione di dollari. Leggo sui giornali che quest’anno a cantare ci sarà una certa Madame, una imbrogliona fuori legge che si è fatta un finto vaccino per svere il Green Pass ( Diokovic per molto meno è stato cacciato dall’Australia) , una certo Elodie (
    Elodie chi?) che aveva sputato alzo zero su Giorgia Meloni annunciando di voler andare in esilio in caso di sua vittoria. Ed infatti con coerenza e schiena dritta è ancora qui a rompere. Ed infine Zelinski, quello che sta per diventare l’uomo piu ricco del pianeta. Ma va bene così. È stato uno scoop di Bruno Vespa e le shampooiste d’Italia tutte a pecorone. Come ciliegina su questa torta di sterco, mi aspetto da un momento all’altro anche l’annuncio di un collegamento con Messina Denaro dalla sua gattabuia 41 bis. Ahimè non ci sono più ne le papere nè i papaveri di una volta.

    R
    nessuno la obbliga a seguire Sanremo, lei non è shampoista mi pare. Io non lo guardo da un secolo e non lo guarderò neppure questa volta.

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  8. La guerra russo-ucraina, a mio avviso, durera’… abbastanza.
    Almeno fino a quando uno dei due leader dei Paesi belligerandi vorra’ farla finita.
    Zelensky non vuole cessare le ostilita’ fino a quando l’ultimo soldato russo non abbandenera’ l’Ucraina e tutto ritorna come prima.
    Viceversa, e giustamente penso, essi preferiranno morire tutti piuttosto che soggiacere ai Russi…, e per di piu’ “putiniani.
    Faranno come i ribelli Ebrei, asserragliati nella fortezza di Masada, che invece di cadere nelle mani degli assedianti Romani giudicarono fosse meglio morire… tutti.
    Putin, qualora l’avesse vinta si trovera’ dinanzi rovine e cumuli e cumuli di deceduti: praticamente un deserto.
    Putin stesso non puo’ ritirarsi e scendere a patti.
    Quella che secondo le sue previsioni avrebbe dovuto essere una passeggiata in terra ucraina, con gente festosa al passaggio delle sue truppe, pronta a consegnarli le chiavi di Kyev e il governo del Paese, si e’ rivelata una impresa non certo facile avendo trovato, piuttosto, una imprevista quanto tenace opposizione… militare foraggiata, tra l’altro, seppur indirettamente, da tutti gli Stati appartenenti alla NATO che si prodigano a fornire armi, tecnologia e denaro per consentire a Zelensky e ai suoi di opporre una barriera difensiva alle truppe russe.
    Putin sa di essere in difficolta’, di averla combinata grossa ma adesso e’ in ballo, purtroppo, per cui deve ballare, costi quel che costi: ne va del suo prestigio personale, di fronte alla Russia e dinanzi al mondo.
    Che figura farebbe?
    Essere stato messo in scacco da un “buffone” come Zerensky e non essere stato capace di concludere vittoriosamente una operazione militare?
    Lui, capo di tutte le “Russie”, paladino della cristianita’ e dell’ortodossia contro i debosciati, depravati, oramai in caduta libera…Occidentali?
    Giammai!!!
    E cosi’ mentre da un lato Zelensky e’ disposto a crepare insiemme a tutto il suo popolo, dall’altra Putin e’ disposto a tutto pur di salvare la sua reputazione (non certo splendida).
    Soluzioni?
    Non saprei…
    Forse, ma puo’ essere mera utopia:
    Zelensky e Putin cessano tutto a patto che nel Donbass (regione contesa…almeno cosi’ sembra) si tenga un referendum, sotto l’egida dell’ONU, per stabilire se le genti che ci vivono vogliono essere Russi o Ucraini.
    Nel primo caso il territorio passa sotto la Russia o diviene uno Stato indipendente;
    nel secondo la regione resta ucraina (con buona pace di Putin) ma godendo di una speciale autonomia per quei russofoni che ci sono (un po’ come accade da noi in Trentino Alto Adige, nel Quebec canadese…e via dicendo.
    La UE, inoltre, dovrebbe farsi promotrice di una proposta, a Putin e Zelensky affinche’ entrambi quegli Stati vengano in un certo qual modo “associati” alla UE stessa in una alleanza socioeconomina vantaggiosa per tutti.
    Si potrebbe, cos’, svincolare la Russia dall’ abbraccio cinese e dare a Putin l’opportunita’ di non perdere del tutto la faccia.
    Certo che se la UE fosse uno Stato federato, tipo USA, la sua autorita’, influenza e prestigio sarebbero molto diversi…
    Invece…
    Speriamo, piuttosto, che San Remo, dal Cielo, interceda presso il Padreterno affinche’ questa tragica storia si concluda…positivamente!!!
    R
    speriamo, ma temo che la sua proposta, pur se di buon senso, difficilmente potrà essere accolta. Comunque ottima “sintesi” Romolo, la sua, a mio parere.

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  9. X signor Romolo : leggere che lei creda che gli ucraini siano disponibili a resistete e farsi uccidere tutti pur di non cedere ai Russi, è un’affermazione che mi commuove per la sua ingenuità fanciullesca. Le dò una notizia: Babbo Natale no esiste. Buona giornata
    R

    mi dispiace, non fa ridere e sono anch’io del parere di Romolo.

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  10. Zelensky ha fatto fuori tutta l’opposizione, le istituzioni sono state decimante con l’accusa di corruzione, il Paese è in mano ai nazionalisti più viscerali. Chi oserebbe dichiararsi contro la guerra? D’altro canto al popolo non viene data voce, e se anche si dovesse indire un semplice sondaggio, non sarebbe espressione di un popolo libero.

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  11. Romolo, la sua proposta è tanto sensata quanto scontata. Penso che quasi tutte le persone lucide e di buona volontà abbiano in mente una cosa del genere.
    Lo abbiamo scritto in molti su questo blog. La pace è a portata di mano purché la si voglia.
    Putin, come dice anche lei, a questo punto è interessato alla pace, vista la piega che ha preso la guerra.
    L’Ucraina, con le armi e gli istruttori NATO, è diventata potente quanto la Russia. Anzi, ha una netta superiorità riguardo alle armi anticarro e antiaeree. Mi riferisco ai famosi missili portatili Javelin e Stinger, che i russi non hanno.
    Putin, vista sfumare la prospettiva di evitare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, resosi conto di essere caduto in una trappola, si accontenterebbe di uscire dalla guerra con le ossa non completamente rotte, mantenere il potere, e scongiurare il rischio che gli ucraini, una volta respinto l’attacco, invadano la Russia.
    Quello che apparentemente non ha convenienza a interrompere le ostilità, al momento, è Zelensky. Perché lasciare il tavolo di gioco quando si sta vincendo?
    La guerra gli ha permesso di diventare un autocrate al pari di Putin, e di avere saldamente il potere nelle sue mani.
    Il prezzo della guerra lo paga il popolo ucraino, fuori al freddo e a rischio bombe, non certo lui, che sta al caldo nel suo bunker in maglietta a maniche corte.
    Secondo le illazioni di Massimo Bianchi – sempre ben informato – Zelensky potrebbe trarre anche grossi vantaggi economici dalla ricostruzione.
    Questa mattina ho sentito in TV un rappresentante del M5S, che in questa occasione è l’unico partito con i piedi per terra, fare questa proposta.
    Si proponga a Putin di sedersi ad un tavolo di trattative, promettendogli di sospendere le sanzioni; si proponga a Zelensky di sedere al tavolo delle trattative minacciando di interrompere la fornitura di armi e denaro!
    Io credo che, se la proposta gli fosse datta di comune accordo da europei, americani e cinesi, si siederebbero finalmente a quel tavolo.
    R
    Lenzini, non so se lei lo è o lo fa (io penso la seconda) ma i suoi post ultimamente mi fanno venire i capelli dritti e le assicuro che sono già abbastanza dritti da per loro. Mi dissocio, la passo ma non condivido neppure gli spazi interstiziali.

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  12. Mai come in questa occasione vale il detto: un bel tacer non fu mai scritto.
    Le rivelazioni di Boris sulle sue telefonate con Putin prima dell’invasione dell’Ucraina e tutto il resto, se le poteva anche risparmiare. Proprio nel momento peggiore del conflitto mettersi a fare i documentari su una guerra che più in corso di cosi non si può.
    Ma non poteva aspettare tempi migliori?
    Che senso ha fare rivelazioni alla stampa di cose che si sono detti al telefono i due
    proprio in questo momento che definire difficile è essere ottimisti?
    Il solito bocca larga narcisista che posa a fare il grande statista peraltro cacciato e che non può fare a meno di andare su tutti i giornali a darle fiato e ad ingarbugliare una matassa che è già un groviglio inestricabile.
    Qualcuno potrebbe dire a quel signore di mettersi dello scotch su quella boccaccia o cucirsela per bene con dello spago da marinaio?
    Ma non lo scotch on the rocks che si beve prima e dopo i lauti pasti, ma quello che serve per bloccare gli spifferi.
    No Boris, non mi sei mai stato simpatico ma ora meno che mai. Buon senso vorrebbe che certe cose rimanessero dentro l’Intelligence di un paese, ma evidentemente l’intelligence di Boris non ci arriva.

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  13. Mariagrazia, approvo ciò che hai scritto su Boris Johnson, è stato quanto mai inopportuno (ammesso che abbia detto il vero), a detta di tutti coloro che sperano nella pace.
    Ma non lui: il guerrafondaio inglese ha volutamente gettato benzina sul fuoco, non sia mai che a qualche “anima bella” punga vaghezza di sfiorare l’argomento pace.

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  14. Romolo, dimenticavo ……
    Gli ucraini combattono con coraggio e abnegazione perché credono di combattere per difendere la libertà e l’indipendenza del loro Paese.
    Qualcuno gli ha detto che, se Putin vincesse, assoggetterebbe l’Ucraina alla Russia e li renderebbe schiavi o giù di lì.
    E il bello è che ci credono in tanti anche in Italia.
    Ma non siamo più ai tempi di Vespasiano (visto che ha citato Masada) o della guerra di Traiano contro i daci. Oggi le guerre finiscono diversamente.
    Se si rendessero conto che la posta effettiva in gioco è non entrare nella NATO, concedere lo status di regione a statuto speciale al Donbass, e confermarlo alla Crimea, che ce l’aveva già, non credo che sarebbero disposti a morire per Zelensky.
    A parte il fatto che, in tutte le guerre, i soldati combattono perché altrimenti rischiano la fucilazione.

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  15. Signora Gazzato, quel genere di reazioni è tipico di personaggi che io non esito a definire spregevoli.
    Fanno pendant col libro scritto dall’ex collaboratore fidato di Benedetto 16°.
    Se poi, al desiderio di vendicarsi, si associa la sete di guadagno, perché qualcuno li paga per farlo, lo schifo è totale.

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  16. A proposito di volontà popolare, un sondaggio pubblicato dalla Stampa a firma di Alessandra Ghisleri, riporta i seguenti dati sulla volontà degli italiani:
    il 68% si oppone ad un intervento della Nato.
    Il 52% non vuole offrire aiuti militari a Kiev, ritenendolo dannoso e pericoloso;
    il 32% vorrebbe negoziare con i russi anche indipendentemente degli ucraini;
    il 25% propone di ridurre il sostegno in moda da convincere Zelensky dell’impossibilità di vincere;
    Il 10% ritiene che non sia giusto giocare sulla pelle dei civili.

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  17. Un mio amico che lavora presso una importante istituzione a Kiev e che in passato mi ha assistito nella gestione di contratti commerciali con gli Ucraini, ma che per ovvie ragioni desidera mantenere l’anonimato, mi ha trasmesso la pagina de “La Repubblica” datata 10.03.2014 ed accessibile a tutti dall’archivio del giornale. Qualche stralcio : ” Dal nostro corrispondente a Mosca: Da due giorni l’artiglieria ucraina sta bombardando il centro abitato di Donetsk seminando il panico tra i civili, distruggendo scuole, interi condomini, perfino giardini pubblici…. un numero imprecisato di vittime sotto le macerie…. sei bambini straziati mercoledì da un colpo di mortaio”. Si parla sempre della violenza di Putin. Ma quando si violano gli accordi e si decide di provocare una entità poderosa nel punto sul quale questa entità é più intransigente ( la presenza dei missili NATO alle proprie frontiere), bé non mi sembra una dimostrazione né di buona fede né di buon senso scatenare una reazione planetaria contro il provocato che ha reagito, a supporto di un provocatore al servizio di interessi altrui. La mancanza di buon senso sembra essere il male di questo secolo. Con tutte le cose belle e costruttive che si potrebbero fare, vengono dissipate quantità imponenti di energie in diatribe inutili, costose e time consuming. Come hanno dimostrato i fatti, bastava vaccinarsi senza tante storie e si sarebbe depotenziata l’epidemia a livello di influenza. Invece abbiamo preferito architettare ardite speculazioni ideologiche che hanno creato solo odio, risentimenti, rallentamento delle attività e quindi aumento dell’indigenza. Il tutto per risultare alla fine il paese più colpito, anche perché un numero imprecisato, ma imponente, di furbetti delinquenti ha letteralmente acquistato il proprio Green Pass da operatori ( infermieri e medici) altrettanto mariuoli. Una bella medaglia che gli Italiani possono appuntarsi al petto! E preparatevi alla prossima bordata : il Papa é in Africa e da una terra esplosiva come la Repubblica Democratica del Congo sta già tuonando contro lo sfruttamento dell’Africa. L’ impareggiabile Van der Leyen, a mo’ di pentimento ed espiazione, sta già distribuendo cilici e fruste a tutta la UE, quella che si intascava i soldi per difendere gli indifendibili Qatar e Marocco. Naturalmente non le passa neppure per la testa che, mentre dormiva sogni beati santificando i grilli e demonizzando il vino, i Cinesi, applicando un neocolonialismo disumano, si pappavano tutta l’Africa come un pollo, lasciando sul piatto solo poche ossa. Senza buon senso, come i dinosauri, siamo condannati all’estinzione.
    R
    Signor Bianchi, lei cita un non meglio specificato articolo di Repubblica da un “corrispondente da Mosca” e già…, in un momento in cui in Ucraina è in atto una rivoluzione che finirà per mandare a casa chi era al governo proprio in quel periodo Viktor Janukovich e che, guarda caso era filorusso, che è scappato in Russia dove vive da allora:

    “rivoluzione ucraina del 2014, nota anche come rivoluzione di Maidan, ha avuto luogo nel febbraio 2014 a conclusione delle proteste dell’Euromaidan, quando scontri violenti tra i manifestanti e le forze di sicurezza nella capitale Kiev culminarono con la fuga in Russia del presidente eletto Viktor Janukovyč e la caduta del governo di Mykola Azarov.[16][17][18][19] La rivoluzione fu accompagnata da una rapida serie di cambiamenti nel sistema politico dell’Ucraina, tra cui il ripristino della costituzione del 2004[20][21], l’installazione di un nuovo governo provvisorio presieduto da Arsenij Jacenjuk, l’abolizione di una legge che riconosceva il russo come lingua regionale ufficiale[22][23] e lo svolgimento di elezioni presidenziali anticipate con l’elezione di Porošenko il 25 maggio 2014.[24][25]”
    Da Wikipedia

    PS io non dubito delle sue fonti (mi riferisco a fonti giornalistiche che andrebbero documentate perché si sta parlando di cose molte serie e complesse e ci vuole rispetto per quelle popolazioni che sono sotto le bombe da un anno e stanno lottando da tempo per mantenere la propria indipendenza e sovranità) ma le citazioni vanno contestualizzate e magari provate accludendo il link a cui si fa riferimento. E anche li il “corrispondente” deve citare fonti documentabili e verificabili e soprattutto chiaramente contestualizzabili.
    Questa volta la passo, ma non pubblicherò più nulla non circostanziato e provato e che sia così chiaramente strumentalizzato per portare avanti le sue tesi. Qui non si fanno shampoo.
    Inoltre la richiamo per l’ennesima volta a usare un tono che sia più rispettoso del blog e dei suoi frequentatori. Lei può esprimere le sue opinioni ma questo non è il suo pulpito dal quale lanciare strali a destra e a mancina. La prossima volta non perdo altro tempo a risponderle e cestino direttamente.

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  18. Egr. Sig. Massimo,
    come andra’ a finire il conflitto russo-ucraino lo sa solo il Padreterno (per chi crede in Lui, viceversa si interpellino Putin e Zelensky).
    Per quello che io posso constatare e’ che le aleatorie situazioni scaturite da quella guerra hanno, direttamente o indirettamente, coinvolto tutti: buoni o cattivi, occidentali o terzomondisti e…quant’altri.
    Una lotta come quella che si sta svolgendo nell’est europeo, alle nostre porte, puo’ paragonarsi ad un mozzicone di sigaretta, acceso, dondolante, fra le dita tremanti di un ubriaco drogato appoggiato ad un enorme deposito di polvere da sparo.
    Quella cicca calda potra’, come non potra’, sfuggire dalla labile presa del balordo…
    In quel caso, affidarsi solo alle buone stelle, augurandosi che il mozzicone non vada a piombare sull’ esplosivo, non e’ sufficiente; occorre fare qualcosa di piu’ concreto per scongiurare definitivamente il pericolo di un apocalittico botto: allontanare il mozzicone e il suo possessore dall’esplosivo!!!
    Lei afferma, Sig. Massimo, che gli Ucraini non sono disposti a crepare in toto per Zelensky …
    Benissimo, voglio crederLe…
    E quindi?
    Putin, non trovando piu’ opposizione che fa?
    A suo parere, Sig. Massimo, e a quanto posso capire, Putin allora ritira le sue truppe, felice per lo sfacelo che ha combinato;
    poi, sufficientemente soddisfatto ed appagato per aver “punito” l’ insolenza ucraina con cumuli di macerie e di cadaveri, lascia perdere tutto e, fischiettando, concede agli Ucraini la grazia e l’onere di riparare, liberi ed indipendenti, i danni da lui causati sul loro territorio.
    Basta questo a Putin o pretendera’ dell’altro?
    Gli Ucraini, sempre secondo Lei, (ma anche secondo il Sig. Lenzini il quale scrive che i soldati devono, obbligatoriamente – e non per amor patrio -, combattere, altrimenti rischiano la fucilazione da parte delle loro rispettive Corti Marziali), si stanno quindi, visto che non sono disposti a suicidarsi per Zelensky, semplicemente, ma obbligatoriamente, divertendo, accettando di partecipare, goliardicamente, ad una specie di gioco scommessa lanciata loro da Putin: vedere cioe’ chi, tra Russi e Ucraini, ce l’ha piu’ lungo e piu’ duro.
    Appurato infine, un giorno speriamo non tanto lontano e dopo durissime ed estenuanti sfide, che i “putiniani” ce l’hanno “piu’ duro” di tutti, nonostante le profusioni di “viagra” e “zabaioni” fornite da noi tifosi occidentali agli Ucraini, i seguaci di Zelensky pagheranno, sicuramente da perdenti, la assai onerosa posta della scommessa.
    Tutto in verita’ si concludera’ invece con una allegra tavolata, allestita per i gareggianti e le tifoserie intervenute, in attesa di un prossimo appuntamento con altri sfidati, o ancora con gli stessi Ucraini ai quali Putin vorra’ concedere una rivincita, sempre per appurare il medesimo succitato dogma sulla lunghezza e durezza…
    Il problema, invece e purtroppo, e’ serio e la soluzione incerta…
    Ma nooo!!!
    E’ tutto un video gioco!!!
    E’ tutto uno scherzo!!!
    Un racconto videopornografico sulle prestazioni sessuali!!!
    E io che ci avevo creduto!!!
    Ha ragione il Sig. Massimo.
    Il prossimo Natale non scrivero’ piu’ a quell vecchio grassone vestito di rosso e con la barba bianca.
    Continua sempre a sbagliarsi sui regali…
    Mi comprero’ da solo, piuttosto, un divertente libro di barzellette!!!

    R
    In Ucraina c’è in corso un conflitto molto grave, possiamo fare tutta l’ironia che vogliamo ma sempre tenendo presente che l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza nel 1991 e che sta resistendo strenuamente a chi sta cercando di sottometterla ancora e per sempre e di sottrarle pezzi di territorio e di destabilizzare il già difficile processo di democratizzazione di un paese martoriato.

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    • Sono d’accordo ma … per il Sig. Massimo sembra che gli Ucraini stiano solo divertendosi a giocare alla guerra.
      Il conflitto, se dovesse non essere piu’ ludico ma prendere una brutta piega per i connazionali di Zelensky, questi, secondo il Sig. Massimo, non sarebbero affatto disposti a farsi ammazzare e quindi…, sempre secondo il Sig. Massimo, essi fuggirebbero a gambe levate, magari consegnando pure il loro leader nelle mani dei Russi e scaricando su di lui tutte le colpe delle sventure loro occorse, e tutt’ora occorrenti!!!
      Mah!
      Il Signor Massimo ha una ben strana concezione e cognizione sulle condotte (non quelle idrauliche, beninteso).
      Mi sono permesso pertanto di ironizzare perche’, come Lei giustamente scrive, Sig.ra Gazzato, in Ucraina si vive un dramma…
      E mentre tale tragedia si consuma, c’e’ chi, come il Sig. Massimo, evoca un fantomatico Babbo Natale nel quale gli illusi ancora credono.
      Certo, Babbo Natale e’ un vecchio illuso, grassone, vestito di rosso, con la barba bianca, un po’ suonato, come il Zelensky del Sig. Massimo del resto, e all’antica: si pensi che va ancora in giro a bordo di una slitta trainata da renne e passa per stretti comignoli fuligginosi a portar regali, per giunta di notte, come un ladro, quando fa piu’ freddo mentre potrebbe comodamente fruire di una veloce motoslitta o un di un capace SUV 4×4, suonare al citofono e recapitare la sua mercanzia alle 11.00 di mattina, come tutti i corrieri che si rispettino.
      Ognuno ha le sue idee, anche se strampalate come quelle del Sig. Massimo che spesso diverte davvero in questo blog con le sue sparate madornali e le altrettante sue deliranti polemiche.
      Potrebbe svolgere un ottimo servizio come aiutante del fantasmagorico, originalissimo, Babbo Natale…!!!
      R
      Romolo il mio appunto sull’ironia non era rivolto a lei (o non solo), come può leggere sulla risposta che do a Francesco.

      Rispondi
    • @Mariagrazia: non credo che Romolo volesse fare ironia sul conflitto ma rispondere a tono Bianchi (@Romolo: faccia come me, lasci perdere, non ne vale la pena. Meglio sorvolore).
      Alcuni fatti. L’indipendenza del 1991 fu approvata a maggioranza tramite referendum, anche nei distretti dove si parla russo. La stessa Crimea aveva già autonomia amministrativa prima del 2014 ed un proprio parlamento, in cui il partito filorusso aveva una componente risibile, e non esistevano movimenti di affrancamento dall’Ucraina attivi. Zelensky vinse le elezioni facendo campagna elettorale in russo, che peraltro padroneggia meglio dell’ucraino.
      Tutto ciò si apprende leggendo quella robaccia per benpensanti che si chiama “libro”.
      Cordialità
      R
      Francesco, non era un appunto a Romolo che evidentemente fa dell’ironia per rispondere all’ironia di Bianchi, ma volevo ricordare in generale che l’ironia si può fare ma senza dimenticare di che parliamo e Romolo questo non lo dimentica ma mi sembrava giusto puntualizzarlo un po’ per tutti. Intervengo non per mettere i puntini sulle i o le o, ma per “raddrizzare” un po’ il timone del dibattito per non finire troppo fuori rotta.

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  19. Romolo, anche questa volta condivido buona parte della sua analisi.
    Putin si accontenterebbe di ritirare le sue truppe e salvare quello che ne è rimasto? Io credo di sì. Ha affermato fino dall’inizio che questa non era un’invasione e una guerra contro l’Ucraina, ma solo un'”operazione speciale”.
    Lei accenna alla possibilità che nelle intenzioni dei russi fosse un’azione punitiva, del tipo “guardate cosa vi succede se fate domanda di ingresso nella NATO!” e mi sembra un’ipotesi convincente.
    Un avvertimento all’Ucraina, alla Georgia e agli altri stati ex URSS confinanti con la Russia che potrebbero subire il “canto delle sirene” della NATO.
    Che i russi vogliano nuovamente annettere l’Ucraina è un’ipotesi insostenibile. Non ne hanno la forza, né l’interesse a farlo.
    Io credo che Putin sia disperato e speri che qualcuno, magari il papa o Lula o chiunque altro, gli lanci un qualsiasi salvagente a cui aggrapparsi per tirarsi fuori dalla situazione disastrosa in cui si è cacciato.

    La mia preoccupazione, però, è maggiore della sua, perché io prendo in considerazione anche l’ipotesi che quel fiammifero non sia maneggiato da un ubriaco, ma da un incendiario esperto.
    Mi rifiuto di pensare che una questione così importante e pericolosa sia maneggiata da degli incapaci. In Europa e in America ci sono fior di intelligenze che ne capiscono più di me e di lei.
    Ci sono fior di ipotesi “complottiste”, tra cui quelle del compianto Giulietto Chiesa, che aveva previsto dettagliatamente quello che sta succedendo fino dal 2019.
    Ma non ci solo le sue ipotesi.
    Anche Sergio Romano, persona equilibratissima, ex ambasciatore, preso in considerazione perfino come candidato alla presidenza della repubblica, afferma cose simili.
    E tantissimo altri, come Lucio Caracciolo ed altri che queste materie le studiano e le insegnano.
    Però, se continuiamo a ripeterci che “gli ucraini sono tutti con Zelensky e combattono per la loro libertà”, “Putin è l’aggressore e Zelensky è l’aggredito”, “Chi è aggredito ha il diritto dovere di difendersi ad ogni costo” …….. alla fine finiamo per crederci.
    R
    se lei non distingue la verità dalla menzogna è sulla buona strada per credere a qualunque cosa. Così nascono le dittature e chi non se ne accorge è complice dei dittatori o fiancheggiatore. Oppure vittima ma questa è la posizione più scomoda e anche più ambigua.

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  20. Francesco, lei ha dati molto diversi dai miei. In questo caso dovremmo citare le fonti.
    A me risulta che, quando ci fu il referendum, l’Ucraina si spezzò in due, e che la parte est voleva restare con la Russia.
    Si sarebbero potute creare due Ucraine divise dal Dnjepr, ma si decise di considerare la madia nazionale, che fu favorevole all’indipendenza.
    La Crimea era una regione a statuto speciale, con popolazione all’80% russa, con un suo parlamento, e il parlamento decise quasi all’unanimità di fare il referendum dopo il colpo di stato di Piazza Maidan. I russi in quel momento non c’erano e la Crimea decise da sola.
    Ciò non basta per staccarsi. Alla Catalogna non è stato permesso.
    Comunque la volontà era chiara.
    R
    sarà chiara a lei che fa il biografo di Putin
    “Il referendum non è riconosciuto a livello internazionale dalla maggior parte dei Paesi,[10] principalmente a causa della presenza delle forze russe sul territorio.[11] Tredici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato a favore di una risoluzione che dichiarasse non valido il referendum, ma la Russia ha posto un veto e la Cina si è astenuta.[12][13] Successivamente è stata adottata una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti, che ha dichiarato il referendum non valido, riaffermando il diritto dell’Ucraina alla propria integrità territoriale.[11]”
    Wikipedia
    Dunque che la Crimea abbia deciso da sola lo dice lei.

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  21. Gentile Signora Gazzato, sono certo che una persona intellettualmente onesta come lei , che gestisce con giusto rigore un blog rispettoso delle idee di tutti e della pluralità degli interventi, non può non concedermi il diritto di replica. D’altra parte, come suol dirsi, il diritto di replica lo si concede a tutti. Un po’ come l’ultima sigaretta al condannato a morte: chi gliela nega? Il Signor Romolo, che ha dimostrato di aver capito poco di quello che intendevo dire, ha usato nei miei confronti , nel lodevole quanto fallimentare tentativo di essere spiritoso, un’ironia un po’ pesante, con riferimenti da caserma su lunghezze e durezze anatomiche. Roba da un leghista come Salvini, direbbe forse con aria sprezzante il Signor Francesco. Resta il fatto che se mi fossi permesso io questo genere di spiritosaggini , sarei già volato nel cestino come un tuffatore di Acapulco. Spesso le spiritosaggini, soprattutto quelle infelici , nascondono una pochezza di idee od una incapacità a contestare tesi degli altri. Evidentemente i sondaggi che danno il popolo italiano nettamente contrario all’invio di armi in Ucraina, e quindi inequivocabile segnale della volontà popolare del paese di smarcarsi da questo conflitto assolutamente lunare, hanno un po’ spuntato gli argomenti dei sostenitori dei valori di libertà e democrazia, la cui difesa merita ben qualche sacrificio ( degli altri, però). Infine, vorrei farle notare che il suo richiamo a citare le fonti a proposito di quanto da me riportato circa l’articolo su “Repubblica”, era a sproposito, in quanto erano chiaramente indicati tutti iriferimenti per recuperarlo. E l’articolo parlava di bombardamenti dell’ esercito ucraino con morti, feriti ed edifici distrutti nel Donbass. Personalmente , quando viaggio all’estero, leggo sempre i giornali locali ed anche quando mi voglio documentare su eventi storici recenti, ricorro sempre agli archivi dei giornali. E’ la cronaca che fa la storia e soprattutto si minimizza il rischio che gli eventi vengano poi manipolati. Sono certo che anche lei, che é una ricercatrice storica attenta e scrupolosa, ricorre agli archivi per documentarsi. Grazie dell’ospitalità.
    P.S.: complimenti per la sua emozionante poesia così piena di pathos.

    R
    “La guerra del Donbass è un conflitto iniziato nel 2014 tra forze separatiste del Donbass ucraino, appoggiate dalla Russia, e forze governative ucraine. Il conflitto ha inizio il 6 aprile 2014, quando dei manifestanti armati occuparono alcuni palazzi governativi nell’Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec’k, Luhans’k e Charkiv.[9][10][11][12] Queste manifestazioni facevano parte di più ampi moti di protesta anti-governativi che si svilupparono in concomitanza con l’annessione alla Federazione Russa della Crimea.[13]

    I secessionisti, volendo emulare quanto accaduto in Crimea dopo l’intervento militare russo nella penisola, chiesero un referendum per l’indipendenza che fu negato dall’Ucraina. Il referendum non fu riconosciuto e non fu verificato da alcuna organizzazione internazionale, ma si tenne comunque l’11 maggio 2014.[14][15]

    L’Ucraina lanciò una controffensiva che riuscì a ridurre le zone controllate dalle forze separatiste a poche fasce di territorio isolate.[16] Tra il 22 e il 25 agosto, personale militare, artiglieria e materiale militare entrarono nei territori ucraini del Donbass. L’Ucraina e le diplomazie occidentali denunciarono gli aiuti russi alle milizie separatiste come una “invasione diretta dell’Ucraina da parte della Russia”.[17][18][19]

    Dal 24 febbraio del 2022, a seguito dell’invasione dell’Ucraina delle forze armate russe, la guerra del Donbass è di fatto da intendersi inclusa nelle più ampie dinamiche del conflitto russo-ucraino ancora in corso.” Wikipedia.

    Sarei anche un po’ stanca di allegare documenti che spiegano come sono andate le cose veramente. Pare che non serva a niente. Ma se lei allega due righe di un giornale che scrive che l’esercito ucraino fa questo e quello senza contestualizzare, non fa che tirare l’acqua al suo mulino. E, in ogni modo spetta a lei, se vuole pubblicare un articolo, dimostrarne la veridicità e il contesto, il corollario di eventi e le loro implicazioni.
    Inoltre, se lei provoca nn può che aspettarsi che il provocato reagisca. O crede di avere solo lei la prerogativa di sentirsi provocato? Il ruolo di vittima, le ripeto, non le si addice. E lei è sempre pronto a polemizzare dopo aver provocato dicendo che il provocato non ha “migliori argomenti”: è vecchia, ha stufato, cambi disco.
    La ringrazio per quanto scrive sulla mia “poesia”.
    PS: lascio a Romolo, se lo vorrà, la replica, poi andiamo oltre per favore.

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  22. Signora Gazzato
    Io cito raramente Putin perché penso che le guerre non si fanno perché un pazzo si sveglia male la mattina.
    La guerra in Ucraina ha cominciato a creare i suoi presupposti nel 1991, quando, con il referendum, la maggioranza della popolazione ha scelto la separazione dalla Russia.
    In quell’occasione un buon 30% della popolazione è rimasta scontenta.
    E’ quello che succede ogni volta che si creano nuovi confini.
    Per esempio, i curdi stavano bene e in pace sotto l’impero ottomano, ma quando, dopo la prima guerra mondiale, si è diviso il loro territorio tra Turchia, Siria e Iraq, i nuovi confini hanno trasformato il popolo curdo in tre minoranze perseguitate.
    La Crimea, a differenza del Donbass, proclamò regolarmente la propria indipendenza con una decisione parlamentare a seguito del colpo di stato a Kiev che depose il presidente filorusso Yanukovich e instaurò un governo ostile alla Russia.
    Quindi, tutto è partito da lì, dal colpo di stato a seguito della rivolta di Piazza Maidan.
    Poi gli americani ci hanno messo un carico da 90 con la proposta di ingresso nella NATO, ben sapendo che la Russia non lo poteva accettare.

    Lei ha ricordato l’Onu e gli altri organismi internazionali, che non riconobbero il referendum.
    Se non fossero cose tremendamente serie mi verrebbe da ridere.
    Non si è resa conto che, dopo la caduta del muro di Berlino, tutte le organizzazioni internazionali sono controllate dagli americani?
    L’ONU era nata per impedire le guerre, mentre ha autorizzato tutte le guerre fatte dagli americani considerandole guerre a fin di bene (ossimoro). Quale bene ha prodotto al popolo iracheno o al popolo libico la caduta di Saddam e Gheddafi? Erano due nazioni dignitose e sono state ridotte all’anarchia e alla miseria.
    In questa guerra, ha mai sentito il segretario dell’ONU parlare di pace, di cessate il fuoco, di proposte di incontri tra le parti?
    Le organizzazioni internazionali, parlamento e Commissione Europea comprese, ormai fanno quello che dicono gli americani.
    In questi mesi la cosa è apparsa assolutamente evidente.
    L’unica autorità internazionale rimasta indipendente è il papa. L’unico che parla di pace anziché di vittoria dell’Ucraina.

    A proposito di vittoria, il governo ucraino ha affermato che la guerra ha già fatto circa 700 miliardi di euro di danni.
    Chi li pagherà? I russi non hanno soldi. Hanno un PIL inferiore a quello italiano. Gli americani, dopo il Piano Marshall di 80 anni fa, hanno avuto sempre il braccino corto.
    Quei 700 miliardi li pagheremo noi europei, e affonderanno le nostre economie per anni.
    R
    Le sue opinioni non fanno giurisprudenza Lenzini. Si legga questo forse si schiarirà le idee:(anche se temo che nulla la schiodi dalle sue ferree convinzioni).
    https://www.eastjournal.net/archives/124751
    (Uno dei tanti articoli scelto a caso, sul tema)

    Rispondi
  23. Signora Gazzato, le sue fonti sono di parte, e lo si capisce dal titolo, ma le ho letto con attenzione.
    Comunque, non ho niente in contrario a credere che la cosa non sia andata come l’ho presentata io. Non voglio scommettere sul fatto che sia nata prima la gallina o l’uovo. Ad un certo punto abbiamo avuto sia uova che galline.
    Si tratta di una situazione complicata e abbastanza lontana da noi italiani, per cui è difficile orientarsi.
    Quello che è indiscutibile, comunque, è che, come in altri casi che ho citato, l’indipendenza dalla Russia creo uno dei classici problemi di convivenza tra maggioranza e minoranza, divise da lingua, religione, storia e cultura.
    In altri Paesi questi problemi sono sfociati in guerra civile e pulizia etnica col fucile o col machete. In altri si sono composti civilmente.
    In altri ancora come l’Ucraina si è creato un clima di incertezza e di instabilità politica, caratterizzato dall’alternarsi di tanti governi, accuse di brogli, di corruzione ecc…
    In questo contesto, è fuori dubbio che i contatti avviati dall’amministrazione Obama con i governi ucraini hanno gettato benzina sul fuoco.
    La prospettiva, per un Paese povero come l’Ucraina, di essere modernizzato con i soldi dell’UE, era allettante. Più allettante che mantenere stretti rapporti con la Russia, che pure la teneva in piedi con la fornitura di combustibili a prezzo scontato.
    Io ricordo, in tempi non sospetti, le notizie che arrivavano in Italia presentando un’Ucraina turbolenta e divisa sulla strada da seguire. Ricordo una sequenza di nomi che finivano tutti per “scenko” che mi avevano fatto perdere il filo.
    A conti fatti credo che la decisione di orientarsi verso l’UE e la NATO sia stata sbagliata. Per l’UE accogliere l’Ucraina avrebbe comportato esborsi di decine di miliardi a fondo perduto. Già oggi molti si pentono di aver fatto entrare i Paesi dell’ex Patto di Varsavia.
    L’unico vero interesse di attirare l’Ucraina verso l’UE era quello di farla entrare anche nella NATO e poter piazzare basi militari americane a 500 km da Mosca.
    E l’Europa, ancora una volta, avrebbe pagato il conto.
    L’articolo da lei citato esclude la partecipazione degli americani nei sommovimenti politici che hanno scosso l’Ucraina negli ultimi anni, ma è un’affermazione ingenua o rivolta ad ingenui.
    La CIA, dai tempi di Allen Dulles fino ai giorni nostri, ha organizzato colpi di stato in mezzo mondo (Nicaragua, Cile, Argentina, Siria Venezuela ….) senza che si potesse provare che erano stati loro. Sono gente che conosce bene il proprio mestiere.
    R
    N.C. ma scenda dal pulpito altrimenti cestino.

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  24. Mariagrazia, oltre all’East Journal da te linkato, ti invito a leggere qualche altra testata, ma soprattutto le cronache del tempo. Qui sotto una selezione :

    https://ilmanifesto.it/kiev-2014-chi-sparo-davvero-a-maidan
    “In piazza Maidan non spararono solo cecchini dei gruppi neofascisti ma anche mercenari assoldati dagli americani per mezzo dell’ex-presidente georgiano «Misha» Shakashvili. Che Shakashivili fosse nella manica della Cia, non c’è mai stato dubbio alcuno. Il suo ruolo di provocazione nei confronti della Russia divenne evidente sin dai tempi della guerra russo-georgiana del 2008”.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/02/09/ucraina-dalla-rivolta-di-maidan-al-conflitto-con-i-separatisti_f4506ab7-0ad2-400b-9245-15033265de97.html
    “FEBBRAIO 2015: Germania e Francia tentano una mediazione europea sganciata dagli Usa. Nato spaccata sull’ipotesi di fornire armi letali alle forze governative ucraine: Usa possibilisti, Angela Merkel guida il fronte del no (…) Angela Merkel ha detto esplicitamente che l’obiettivo è porre fine al bagno di sangue e far rivivere gli accordi di Minsk, con una tregua immediata e l’arretramento delle armi pesanti.”

    Da notare l’atteggiamento saggio di Angela Merkel , proprnsa a fa rivivere gli accordi di Minsk(quelli violati)

    https://greenreport.it/news/energia/ucraina-la-rivoluzione-che-non-ce-chi-si-ricorda-di-piazza-maidan/
    [24 Febbraio 2016]
    “Due rivoluzioni e centinaia di persone uccise non sono servite a nulla: l’Ucraina è ancora nelle mani dei soliti cleptocrati e degli oligarchi che si oppongono ad ogni cambiamento e si arricchiscono grazie a transazioni poco trasparenti, appalti pubblici, alla guerra e ai rapporti amichevoli con europei e americani, che hanno sostituito i vecchi compagni russi. In una situazione del genere, con l’estrema destra che soffia sul fuoco, le forze democratiche deboli e screditate
    come mai la rivoluzione identitaria di Maidan della destra ucraina sia annegata nel sangue di una guerra civile, perché quella destra abbia votato un governo con ministri stranieri imposti da americani e tedeschi e soprattutto perché sia finita in bocca agli oligarchi”.
    La dice lunga su come l’Ucraina fosse una nazione matura dal punto di vista democratico e come fosse pronta per accedere all’Unione Europea.

    https://www.repubblica.it/esteri/2014/02/18/news/ucraina_riforma_costituzionale_scontri_tra_polizia_e_manifestanti-78916090/
    18 feb 2014
    il ritorno della violenza nelle strade di Kiev è il “risultato diretto” della politica di Stati Uniti e Unione europea, ha affermato il ministero degli Esteri russo in una nota, accusando “politici occidentali e organizzazioni europee” di incoraggiare “le provocazioni contro il potere legale” in Ucraina.

    https://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/ucraina-cronologia-rivolta-guerra-civile-e242cf67-76a7-40e6-bef7-fe711de64eae.html
    20 FEBBRAIO 2014
    “21 febbraio 2014 – Accordo tra Yanukovich e opposizioni A Kiev la delegazione dei ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia media un accordo tra presidenza e opposizione: voto anticipato e riduzione dei poteri di Yanukovich. La delegazione russa non lo sottoscrive.
    22 febbraio 2014 – Destituzione di Yanukovich e liberazione della Tymoshenko La Rada vota la destituzione e l’impeachment per Yanukovich che decade immediatamente. La Tymoshenko, controversa leader dell’opposizione, viene scarcerata e annuncia che si candiderà alle presidenziali”.

    Insomma, dopo un accordo di Yanikovyc h con l’opposizione e la mediazione dei ministri degli esteri di Francia, Germania e Polonia, per un voto anticipato, l’indomani le forze dell’ordine a protezione di Yanukovych disertano lasciando il Presidente alla mercé dei rivoltosi. Se non è colpo di stato questo…

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  25. @Mariagrazia: il dolore e la speranza sono ben riassunti in questa notizia che copio e incollo dal sole24ore (immagino ripresa da altre testate).

    Russia, «protesta dei fiori» per Dnipro si estende a 60 città
    Ormai sono 60 le città russe dove i cittadini continuano a deporre fiori in memoria dei morti di Dnipro, in una protesta contro la guerra in Ucraina che continua a estendersi. A Mosca, ma anche a Krasnodar, Kazan, Vladikavkaz, Pskov, senza dimenticare San Pietroburgo dove vi sono sette memoriali spontanei, la gente continua a portare fiori, candele e giocattoli sotto i monumenti dei poeti ucraini Taras Shevchenko e Lesya Ukrainka, o quelli alle vittime dello stalinismo, scrive Moscow Times. Spesso appaiono anche foto di Dnipro o scritte con il nome della città dove il 14 gennaio un missile da crociera russo Kh-22, previsto contro le navi da guerra, ha devastato un condominio uccidendo 46 civili, fa cui sei bambini. Le autorità hanno smantellato più volte i memoriali spontanei, e sette persone sono state già arrestate, ma quella che ormai viene chiamata la “protesta dei fiori” non sembra fermarsi. “E’ una dichiarazione contro la guerra, non è solo lutto peri morti di Dnipro”, ha detto una donna mentre deponeva un fiore al memoriale nella città siberiana di Novosibirsk. “Ho deciso di portare fiori per dimostrare che non tutti i russi mancano di compassione verso gli ucraini”, ha spiegato un uomo a Khanty-Mansiisk, nella Siberia occidentale. Per molti è un modo di sentirsi parte di un movimento più ampio. “Non è per i morti, ma per i vivi. Abbiamo bisogno di sapere che non siamo soli”, dice Zachar, che ha deposto fiori a San Pietroburgo. “Provo un’incredibile vergogna per il mio paese e l’incapacità di dare aiuto in qualche, se non con questi piccoli gesti. La gente contro la guerra in questa città deve capire che siamo in tanti” ha aggiunto una donna di Pskov.
    R
    si, proprio il dolore e la speranza, l’avevo scritto qualche giorno fa allegando il link della ragazza russa che aveva per prima allestito un altare sotto la statua di un poeta ucraino con la polizia che controllava. ora la protesta si allarga, una buona notizia, sintomo che il popolo russo non è insensibile a questa guerra e che forse qualcosa nella propaganda si sta incrinando. Anche la notizia di un ufficiale russo che ha disertato ed è scappato per raccontare al Guardian la sua esperienza e le atrocità che ha visto, perché, ha detto, lui non vuole far del male ai “fratelli” ucraini e si è anche scusato con loro dicendo però che capisce quanto le sue scuse siano inadeguate per tutto quanto è successo. Però, forse qualche falla nel sistema si sta aprendo.

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  26. In Algeria, a pochi chilometri da Jijel, c’è un importante impianto siderurgico che conosco molto bene. Molti operatori dell’impianto sono tecnici stranieri, tra cui indiani, egiziani ed ucraini. La quasi totalità degli ucraini viene da Mariupol , un centro siderurgico straordinario che produceva quasi 30 milioni di tonnellate /anno di acciaio. Sarebbe interessante per la Signora Gazzato ed il signor Francesco ascoltare la storia direttamente da gente che l’ha vissuta e sentire con le loro orecchie cosa ne pensano gli ucraini seri di Zelinski e della guerra. Io sono un contadino ignorante e mi fido più del popolo che racconta che non degli intellettuali e giornalisti che discettano.
    R
    si legga questo senza la presunzione di possedere la verità, persino più degli ucraini stessi.

    https://www.theguardian.com/commentisfree/2023/feb/04/ukrainians-2023-putin-russia
    oppure si tenga pure i suoi preconcetti.
    PS: più tardi mi riservo di tradurre alcuni passi di questo articolo.

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    • @Bianchi. Un po’ come dire “ho scambiato due chiacchere con un cinese, conosco la Cina”. Rivelatrice poi l’espressione “ucraini seri”… Avranno superato un esame tenuto dal Bianchi? Meglio tornare a sorvolare va, per carità di patria.

      Rispondi
  27. X Signor Francesco : trovo la sua osservazione molto pertinente e ragionevole e la condivido. Ma mi creda: parlare con la gente le apre degli orizzonti incredibili, le si aprono visioni da angolazioni che non immaginetebbe neppure. Parlare con la gente le da una grande oportunità : partendo dal particolare, si puo arrivare al generale. Le sorprese sono tante e si capiscono tante cose. Ed è un concetto che vale dappertutto. Aver speso molto tempo a parlare ad esempio con i lavotatoti di Pittsburgh, quelli che fanno il lavoro duro negli impianti dell’acciao, quelli del film ” Il cacciatore”, per intenerci, si capisce perche il 50 per cento degli americani ha votato per l’esecrabile Trump.Non c’entra la presunzione. È una cosa aperta a tutti e che non richiede doti intelletive particolari. L’unica cosa che si richiede è saper ascoltare e dare in senso logico a quello che si è sentito. Ma non avete notato che se avviene, per esempio, un incidentr sotto le vostre finestre, i giornalisti lo riferiranno con un sacco di dettagli falsi od inventati. Il contatto diretto è la via più sicura per la libertà. Ha ragione anche quando si pone delle domande sull’espressione di “ucraini veri”. Io mi fido tanto della gente che per migliorare la propria posiziome affrontano anche i disagi di andare a lavorare lontani da casa. Chi fa questi sacrifici, di solito è una persona vera. Ed io le credo. Le auguro una buona fomenica.
    R
    Bianchi lei ha sempre dei presupposti che presuppongono… la sua presunzione…ma chi le ha detto che sia solo lei al mondo a “parlare con la gente”? E che lei solo sia in grado di capire la realtà dai fatti perché “parla con la gente”? Così, cioè con questo “presupposto” lei da dei “poveri di spirito” (alla meglio), a tutti, quantomeno a quelli che qui non trovano i suoi post oro che cola.
    E poi, non faccia il furbetto, lei ha scritto : ucraini seri” non veri, non sta a me spiegarle la differenza.
    PS: sono 14 milioni gli ucraini attualmente emigrati a causa della guerra, vuole parlare con tutti?

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