Il particolare

Ho l’impressione che Mario Draghi tornerà sui suoi passi. “Per la via del rock and roll”, come cantava molto tempo fa Celentano.

Non perché gli convenga, ma perché più passano le ore e più le sue dimissioni sembrano inconsistenti.

Si può dare dietro ad un gruppuscolo di disorientati grillini che si sono già divisi e che  si stanno dividendo ancora anche dentro se stessi medesimi?

In molti sono combattuti dalla domanda da un milione di euro: “mi conviene di più restare con Conte e finire in uno sgabuzzino senza finestre (al massimo una mansarda) oppure mi conviene di più stare coi governisti e avere ancora qualche chances di sopravvivenza politica? (E anche no)?

Molti grillini non dormono da giorni con questo dilemma. Di sicuro Conte dorme poco: ha la faccia stravolta di quello che pensa: “ma chi me lo fa fare”?

Ma va avanti convinto che lui ha le sue buone ragioni  e lavora per il bene del paese e che il paese è con lui (chissà che sondaggi gli legge Casalino?).

Una lotta intestina anche dentro Conte stesso. Il Conte Uno e il Conte Due.

L’Uno se ne andrebbe volentieri sulla Costa Azzurra con la fidanzata, il Due sa che non può farlo almeno fino a che non è riuscito a mandare a casa Draghi. Chi dei due Conti vincerà? Mi sa che andranno avanti a lungo a litigare e ad incontrarsi nottetempo.

Intanto si moltiplicano gli appelli perché il premier resti, sono quasi commoventi. Da nord a sud isole comprese e persino oltre oceano è tutto un coro di “Tittì, nun ce lassà”.

Il premier dovrebbe esserne contento e ammorbidirsi un po’ e persino versare una lacrimuccia su quella faccia da banchiere centrale, anche se lui stesso racconta spesso la famosa barzelletta del trapianto del cuore dove viene scelto il cuore di un banchiere di 86 anni invece di quello di un ragazzo di 25 perché il cuore del banchiere ” non è mai stato usato”.

Non so perché ma io penso che Draghi un cuore ce l’abbia anche se cuore di banchiere  e magari non piangerà commosso dagli appelli ma penso che resterà perché in fondo ormai che ha fatto 30 gli dispiace non fare 31. Sarebbe un particolare che gli rovina il quadro.

25 commenti su “Il particolare”

  1. @Mariagrazia: e se le dimissioni di Draghi fossero state una mossa per tagliare un po’ di fronde spinose dalla sua maggioranza e proseguire maggiormente legittimato, dopo i vari “ti prego, resta!”? È solo un’ipotesi.

    R
    si è un’ipotesi ma io non ci credo.
    Credo che si sia semplicemente scocciato. Capita, fa caldo ha una caterva di problemi di stare anche a dipanare le intricate matasse dei grillini bugiardi e traditori ha pensato anche no!

    Rispondi
  2. Se in Italia riusciamo a mettere nel tritacarne anche una figura, piaccia o no, di elevato profilo come Draghi, allora è giusto che restiamo a galleggiare nel terzo mondo.
    Io Conte ancora non l’ho capito. Comunque vada per i suo partito sarà un disastro. Su come suicidarsi Salvini glielo aveva mostrato ai tempi del Papeete. Si vede che Giuseppi ha imparato.
    R
    ha superato il maestro direi.

    Rispondi
  3. Speriamo che Draghi resti e finisca la legislatura.
    A quanto pare nuove elezioni potrebbero portare a capo del governo la Meloni. Non mi sembra abbia la maturità necessaria se va a sbraitare insieme all’estrema destra spagnola. Ma chissà, si dice che l’abito fa il monaco, inoltre un buon politico è tale se sa circondarsi di persone competenti e consiglieri capaci.
    Speriamo almeno che non vada a concerti rock in calzoncini come quella che è capo del governo finlandese!

    R
    veramente non ce la vedo

    Rispondi
  4. Cara Silvia, ce le avessimo, noi, delle PdC come quella finlandese e all’altra islandese. Perché, i pantaloncini corti che cosa avrebbero, di sconveniente, per una donna? Tropo osé?

    Rispondi
  5. Il banchiere Draghi, a capo della BCE, ha mostrato cuore verso l’Italia con i massicci acquisti di nostri titoli. Nonostante i malumori tedeschi e di altri “rigoristi”.

    Rispondi
  6. Secondo me coloro che decidono di intraprendere la strada della politica dovrebbero nutrire in se’ stessi una specie di vocazione.
    E’ come per il sacerdozio, la professione medica…
    Non puoi improvvisare, non puoi esercitarle solo per il denaro o la gloria.
    Sacerdoti, medici e politici dovrebbero essere dei missionari che’ per far quelle cose necessita una dedizione particolare e totale per il prossimo.
    La fama ed il denaro potranno anche venire, secondariamente, in conseguenza di un lavoro ben fatto e di un servizio ben reso.
    Invece molti nostri politici svolgono quel ruolo esclusivamente per ottenere soldi, privilegi e importanza in barba
    alla nazione, allo Stato, al bene comune.
    L’ impegno, l’esperienza per aiutare gli altri non contano affatto.
    Immaginatevi un sacerdote che usi il denaro delle offerte non per aiutare i bisognosi ma per trascorrere le sue vacanze in localita’ mondane, magari al casino’ o a trastullarsi con procaci fanciulle oppure un luminare della chirurgia che si degna di curare i malati solo se costoro sono in grado di sborsare ingenti somme di denaro… altrimenti puoi anche crepare.
    Il politico dovrebbe anch’egli dedicare il suo tempo e la sua competenza al servizio della sicieta’ ed invece per i propri interessi molti buttano alle ortiche il buon nome della nazione e il benessere della comunita’.
    Leggi giuste, iter burocratici veloci, sagge amministrazioni economiche, prudenti rapporti diplomatici e via dicendo sono frutto di competenza e dedizione non si possono improvvisare.
    Coscienza, umilta’ e onesta’ intellettuale dovrebbero essere doti un po’ di tutti ma principalmente di quelle persone che scelgono di dedicare se stessi al bene comune. Medici, sacerdoti e… politici soprattutto.
    Pare invece e purtroppo che nel nostro campo politico dominino prevalentemente spregiudicati, incompetenti, egoisti, avidi, bugiardi… e altro ancora, di ogni appartenenza politica.
    Tutto l’opposto di quel che dovrebbe invece essere.
    Dulcis in fundo ci sono anche non poche persone, votanti, che… o per mera ignoranza o per volontaria accondiscendenza o per innata imbecillita’, continuano a foraggiare quella riprorevole casta assolvendo Barabba e mandando a morte Gesu’ Cristo!!!

    Rispondi
  7. Surreale questa situazione: Draghi provoca la crisi e tutti(meglio in francese, “tout le monde”) ritengono che sia stato Conte a provocarla. Conte ho solo esercitato il suo diritto di dissentire, facendo fra l’altro proposte ragionevoli, niente di rivoluzionario o di osceno. La crisi è tutta opera di Draghi che pur avendo ottenuto la fiducia del parlamento s’è dimesso. Verrebbe da chiedersi se Draghi conosce le regole istituzionali. E siccome le dovrebbe conoscere, la sue dimissioni si devono ad altro: forse s’è rotto le scatole in una posizione che non l’ha mai entusiasmato, prova ne sia che s’era candidato per la Presidenza della Repubblica, carica molto più onorifica ma meno impegnativa; oppure teme l’autunno caldo, quando i nodi di una situazione economica disastrosa, grazie anche alle sanzioni, verranno al pettine; oppure ha in mente un’altra carica prestigiosa: a settembre scadrà il mandato di Stoltenberg come Segretario Generale della Nato, che abbia l’ambizione di rimpiazzarlo? Sono tutti dubbi che Draghi dovrebbe dissipare.
    Intanto si assiste ad una frenetica corsa a chi lo implora di restare anche nella maniera più ridicola: Di Maio descrive scenari da tregenda: niente più PNRR, niente salario minimo, niente taglio del cuneo fiscale, niente misure contro il caro benzine e il caro bollette, niente tetto sul gas, perfino la siccità senza Draghi, “sarà un problema per imprese e agricoltori”. Ma non è solo Di Maio che si spende pro Draghi, è tutto l’establishment, i sindaci, i rettori universitari, i medici, addirittura l’Agis teme la chiusura di cinema e teatri. Dall’estero fa sentire la sua voce la vicepremier ucraina Iryna Vereshshuk: “Con Draghi vinceremo la guerra”. Non parliamo poi dei vari capi delle istituzioni dell’UE, tutti caduti nel panico per le paventate dimissioni di Draghi.
    Il quale Draghi, sarà caduto in ambasce, di fronte una simile levata di scudi: che parole trovare per giustificare una eventuale retromarcia oppure un ulteriore rifiuto? Non ci sono davvero parole.

    Rispondi
  8. Bifani, quelle cape di governo come la finlandese sembrano abbastanza improvvisate e naif per il ruolo. I pantaloncini non sono troppo osé ma chi ricopre certe cariche deve tenere un abbigliamento non si dice austero ma consono.
    Mai visti, ad esempio, capi di governo uomini in pantaloncini e maglietta sgambettare in discoteca.

    R
    beh per dirne uno un certo Berlusconi che passava nottate in discoteca e usciva alle sei del mattino…non era forse in mini shorts ma comunque ne ha combinate di ogni colore e sfumatura, per non parlare dell’ex ministro Salvini al Pepete.

    Rispondi
    • @Silvia: per certi versi hai ragione ma farei un distinguo. Un conto è la sciatteria esibita in parlamento. Un deputato in ciabatte ed uno sbracato per me non adottano un abbigliamento consono. A me personalmente comunicano trascuratezza di sé e mi fanno pensare che l’estendano alle materie di cui dovrebbero occuparsi (potrei sempre e spero di sbagliarmi). Un conto è comunicare con il vestire fuori dai luoghi istituzionali. E qui sono convinto che la foto social di Senna Marin fosse tutt’altro che improvvisazione e ingenuità, al contrario, fosse studiata. Tanto è vero che molti hanno invece apprezzato.

      Rispondi
  9. Ma tu ti sei documentata bene su chi siano queste due donna, finalmente a capo del loro Paese? Siamo in Finlandia e in Islanda, non nella nostra Italia ipocrita e falsamente pudica, da oratorio, sagrestia e parrocchia.

    Rispondi
  10. Che si vesta come vuole a quell’età. Non siamo abituati agli shorts perché non siamo abituati a politici giovani. Ma è questo il punto: non sono convinto che a 30 anni si abbia già un’esperienza di vita sufficiente a guidare un Paese. Anche la gavetta politica serve. Qui da noi i politici scafati ti fanno a brandelli.
    R
    e si fanno a brandelli come oggi, spettacolo penoso altro che shorts.

    Rispondi
  11. Bifani, lo so chi sono quelle donne. Sono di corrente socialdemocratica e la cosa mi sta anche bene ma che siano giunte a capo del governo in modo repentino mi sta meno bene. La storia personale e l’esperienza dovrebbero contare. Ma mi sa che a nord ci tengano tanto a sembrare all’avanguardia e politically correct. Ad esempio in Norvegia quel delinquente fece strage di giovani perché non c’era neanche un poliziotto come precauzione. Non stava bene.
    Quanto all’oratorio e alle parrocchie hanno i loro difetti ma anche dei pregi!

    R
    trovo la discussione un po’ oziosa, fatta da una donna ancora di più. Ma di che si discute? Per me se non è in versione ufficiale può anche andare uno short non è dai vestiti che si giudicano i politici, almeno non solo. Le due premier sono state elette democraticamente, perciò non vedo dove stia il “problema”. Mi pare piuttosto gossip e anche di bassa lega.

    Rispondi
  12. Maria Grazia, difatti sia Berlusconi che Salvini hanno una immagine negativa per quei trascorsi!
    R
    Silvia non giriamo le frittate per favore, sono entrambi al governo.

    Rispondi
  13. Preciso che mi astengo dal controbattere a certe provocazioni solo,per la stima ed il rispetto nei confronti della moderatrice del blog. That’s enough!

    Rispondi
  14. Berlusconi e Salvini avranno pure il loro zoccolo duro ma hanno anche perso molti consensi.

    R
    si e ora torneranno al governo con Meloni, altro giro, altra corsa.

    Rispondi
  15. Concordo con Mauro.
    La politica è roba per anziani esperti e navigati. Nelle società tribali le decisioni le prendeva il “consiglio degli anziani”, non certo i giovani.
    L’innovazione, il dare un calcio al passato, può essere un valore in altri campi, ma non nel governo di un Paese.
    L’esperienza è essenziale, e anche la capacità di non farsi trascinare dalll’entusiasmo. Draghi, in questo senso, era tecnicamente perfetto. Purtroppo, ha dimostrato che era più amico del giaguaro che degli italiani, ma quello che aveva deciso di fare lo faceva bene.

    Rispondi
  16. Dai tempi delle società tribali sono passati secoli e millenni. Un tempo, stavano bene anche senza ruota, fuoco e scrittura.

    Rispondi
  17. Ti sbagli, Luigi, meglio ancora ai bimbi della scuola materna, ancora puri, candidi e incontaminati dai pensieri distorti e perversi dei vecchi malvissuti, che siedono in Parlamento

    Rispondi
  18. Me lo immagino il discorso alle camere di un ventenne: Ehi frà, stilosa la Sanna, bella zio!
    A 20 che facciano gli assessori comunali, a 30 i sindaci, a 40 i parlamentari e a 50 i primi ministri.

    Rispondi
  19. Il vero problema è che in realtà prima dei 50 anni in Italia non fai neppure l’amministratore di condominio, quali che siano le tue abilità e la tua preparazione. I trentenni vengono chiamati “ragazzi”, quando in altri Paesi (e anche da noi, fino a qualche decennio fa) a quell’età hanno messo su famiglia, casa e carriera. Mentre i “vecchi”, anche quando chiaramente rincoglioniti e fuori tempo massimo, non li stacchi dalla cadrega neanche col crick. Guarda l’età media dei consigli di amministrazione nostri e USA e capisci molte cose….
    Manca la VALUTAZIONE. Nella nostra cultura prima si decide se appartiene alla “parte giusta”, poi se sei leccapiedi e sottomesso quanto basta, e solo alla fine, e non necessariamente, si va a vedere cosa hai fatto e se quello che proponi di fare ha senso. Dall’altra parte, ipocritamente, ci si sbrodola con “i nostri ragazzi” che vanno bene solo finchè comprano roba, fanno “girare il fatturato” e non pretendono di farci le scarpe. Una classe dirigente senescente, per esempio, non riformerà MAI una scuola mettendola in grado di buttar fuori giovani preparati e competitivi: meglio distribuire diplomi e lodi senza valore pratico (è di questi giorni) e poi se le cose vanno male è colpa della DAD.

    R anche a 40 li chiamano i ragazzi.

    Rispondi
  20. La Germania per rinascere dopo la guerra si affidò ad Adenauer, non proprio un ragazzo. Gli USA ad Eisenhower, non un ragazzo nemmeno lui, la Francia a De Gaulle, non un giovanotto di primo pelo. L’Italia a De Gasperi. Un teenager? Ma va!
    Quella dei giovani è solo retorica. Nessuno nasce imparato.
    R
    già, retorica, in un paese che caccia le sue menti migliori o le lascia inoperose e indigenti, la retorica è alle stelle.

    Rispondi
  21. Per Nencioni: Non ho detto che i giovani non vadano bene nelle posizioni di comando. Nelle aziende innovative vanno benissimo.
    Stiamo parlando di governo politico del Paese.
    Del resto, i giovani (anagraficamente e come esperienza) li abbiamo provati con i governi M5S, sia come PdC che come ministri che come sindaci e assessori, e non mi pare che abbiano fatto bene.

    R
    i “giovani” grilli a cominciare dal ragazzo settantenne Beppe Grillo a seguire col giovane cinquantenne Conte non hanno perso voti perché giovani ed inesperti ma perché si sono dimostrati come tutti gli altri: inadeguati, presuntuosi, spesso prepotenti e spesso traditori…attaccati al potere.
    Il popolo sovrano che prima li aveva votati sperando nel sogno ora si è svegliato. Ma non tutto, c’è anche a chi piace sognare tutta la vita. O forse anche perché chi si somiglia si piglia. Ora vanno all’opposizione a concionare cose che quando e se gli toccherà non faranno o faranno male o malissimo, pur con tutta l’esperienza che avranno acquisito. Ma ci sono anche le eccezioni.

    Rispondi
  22. @mariagrazia
    INCREDIBILE !!! per una volta sono quasi totalmente d’accordo… Ecco perchè a Milano piove!

    @luigi
    Non esistono le “aziende innovative” e quelle no, esistono le aziende che vanno bene e sono ben guidate, e quelle mal gestite e obsolete. Qui al Nord le aziende a conduzione “patriarcale” hanno cominciato a perdere colpi quando ancora c’erano i “paron” alla guida, e il colpo di grazia glielo hanno dato i manzi viziati loro figli, tutti scuole private e Bocconi. Quanto ai 5 stelle, erano “giovani” come io sono Brad Pitt: nati vecchi, guidati da un vecchio attore in disarmo, con slogan che neanche gli hippy anni ’60… Non è questione di data di nascita, è questione di esser curiosi, di dubitare, di conoscersi bene e con onestà, di non accontentarsi del già detto dal cuggino, di ridersi addosso quando serve. Poi le idee vengono.

    R
    anche qui ha piovuto un pochino, sarebbe bene che fossimo d’accordo più spesso per combattere la siccità.

    Rispondi

Rispondi a Silvia C. Annulla risposta