Un po’ di giustizia

A Taranto (altra tragedia dell’avidità umana): finalmente il processo di primo grado fa un po’ di giustizia, erano stati chiesti un milione di anni di carcere per il disastro ambientale colposo ( ma è ancora poco) creato dall’Ilva, ne hanno dati 300, è qualcosa.
E finalmente qualcosa si muove anche nel destino dell’acciaieria più controversa del mondo e nel destino delle persone che ci vivono accanto che da oggi sembra prendere una svolta migliore, almeno si spera.
Giustizia (finora) è fatta per i tanti morti e per il disastro colpevole sconsiderato, della distruzione dell’ambiente e le conseguenze collaterali sulle persone, per l’avidità di guadagno e per la noncuranza e superficialità con la quale sono stati trattati i temi ambientali per decenni.
Ora, finalmente, per la gente del luogo ma anche per l’intero paese c’è un precedente importante e l’inquinamento ambientale, dopo questa sentenza comincia ad essere considerato con la gravità che merita. Tante tragedie umane che troveranno un minimo di giustizia e un po’ di speranza per il futuro per chi le ha vissute e le sta vivendo.

5 commenti su “Un po’ di giustizia”

  1. Non c’è condanna peggiore per una popolazione dell’inquinamento degli elementi vitali, aria, acqua, prodotti alimentari della terra.
    È questa condanna che hanno subito gli abitanti di Taranto, come pure gli abitanti di tutte le aree vicine a certi impianti industriali, installati senza nessuno studio di impatto ambientale o in disprezzo di tutte le norme atte a ridurre l’inquinamento a livelli tollerabili.

    Una condanna il cui danno diffuso si manifesta lentamente con malattie gravi, morti, malformazioni alla nascita.
    Una condanna che appare ancora più ingiusta quanto più è connessa col bisogno di lavoro.
    È giusto che i responsabili paghino secondo le responsabilità accertate, e questa sentenza è il primo passo concreto perché non si ripetano più in futuro simili tragedie.

    Rispondi
  2. Una fotocopia, anche sein misura minore, è la zona di Marghera. Avevo visto un’inchiesta, in TV, dove chi abita lì attorno denunce numerosissimi morti di tumore. C’erano abitazioni nelle cui immediate vicinanze si formavano vaste pozze di fanghi velenosi di vari colori. È forse intervenuto qualcuno a sanare la la situazione? Tanto, morto un operaio, ne arrivano altri dieci a sostituirlo. Si lavora per campare la famiglia, morendo prima della pensione. Nessun risarcimento.

    Rispondi
  3. Però bisogna mantenere le fabbriche attuando tutto quanto occorre per evitare l’inquinamento. I Riva questo non l’avevano fatto per niente.

    Risposta
    senza dubbio ed è proprio questo il nocciolo della questione.

    Rispondi
  4. Una notevole opera meritoria di giustizia è stata b la liberazione di un assassino come Giovanni Brusca, quello che ha pigiato il telecomando per far saltare in aria Falcone e scorta, e ha prima strangolato e …poi…

    Rispondi
  5. Facile gridare allo scandalo oggi che la mafia stragiste è stata debellata. Ed è stata debellata grazie a Falcone e alla legge sul pentitismo da lui voluta. Solo così si è potuto fare breccia sull’omertà mafiosa, solo così si è potuto ricostruire l’architettura infame di un’organizzazione altrimenti impenetrabile, e si è potuta sconfiggere, almeno nel suo aspetto peggiore.

    Se questo ha voluto significare le commutazione dell’ergastolo in trenta anni di carcere ad uno dei più efferati criminali che si conoscano –certo non può fare piacere- ma non deve scandalizzare e non deve essere il pretesto per dare la stura ad atteggiamenti demagogici mirati a delegittimare la giustizia.

    Nessuno nega certe pecche della Giustizia, ma in questo caso lo Stato ha dovuto mantenere i patti, altrimenti tutta l’impostazione, l’unica che ha dimostrato di essere efficace contro la mafia, crollerebbe.

    Rispondi

Lascia un commento