I Cinquefake

DiMaio non vuole più la gogna mediatica per gli indagati, si allontana da se stesso e dalle strombazzate grilline che hanno fatto arrivare il partito dentro la casta ed ora che è in vista di perdere le posizioni raggiunte, si scopre di colpo un liberale convinto e chiede scusa per aver negli anni messo all’indice molti indagati del Pd e non solo.
Ha chiesto scusa a chi è stato assolto da tutte le accuse, come il sindaco di Lodi che era stato messo alla gogna dai suoi e anche lui lo aveva insultato e ne aveva dette di tutti i colori.
Ora si ritrae da quel comportamento, dice che se ne pente e che mai più il Movimento dovrà comportarsi in quel modo.
Troppo facile. Ipocrita!
Ora che sta al governo con tutti i crismi e che deve far accomodare il democristinano Conte al suo ex posto di capo politico dei Cinquestelle, si scopre prete (falso) illuminato sulla via di Montecitorio.
Questo sono i grillini: falsi.
Ora che sono casta si sono ripuliti e rinnegano i comportamenti che hanno tenuto per ottenere il potere. Un classico.
Certo, ci sarà ancora chi li difende e chi salirà ancora sul loro carro anche se un po’ rabberciato e con le insegne stinte, ma qualcosa si inventeranno (hanno già cominciato) per dare a vedere che sono ancora degni di fiducia.
L’ipocrisia elevata a partito politico: i Cinquefake.

6 commenti su “I Cinquefake”

  1. Se da qualunquisti diventassero un po’ più seri sarebbe comunque un fatto positivo. Qualche capo potrà pensare che indicare questa via possa essere utile ma è da vedere se la truppa seguirà.

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    opportunismo allo stato puro, che c’è in tutti i partiti, certamente. Ma nei grillini in quantita esorbitante. Qualcuno ci casca ancora di sicuro.

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  2. Molto appropriato i Cinquefake. Nulla che non fosse prevedibile al buon senso e alla valutazione storica di fenomeni analoghi: un movimento di protesta basato sulla corrosione delle istituzioni, sul giustizialismo populista, su promesse demagogiche, sul rigetto antieuropeista, sul disprezzo delle competenze, sul rifiuto dei media considerati strumento di mera propaganda, su un’ideologia di progresso al ribasso, sulla pretesa di una democrazia diretta surrogata dalla rete, sull’arroganza (ricordo come la Grillo si comportò con Bersani, e se non bastasse, come Di Maio minacciò di voler destituire il Capo dello Stato)- Il tutto ispirato e supervisionato da un guru sboccato, arrogante ed esaltato.

    Insomma un movimento, il Cinquefake, che al momento di raccogliere voti, avrebbe dovuto distruggere il Sistema e rifondare un Controsistema, salvo poi fare dietrofront, al momento di dover difendere il potere conquistato, e accettare quello stesso Sistema che aveva combattuto, assimilandone bene gli aspetti negativi.

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    fin troppo bene li hanno assimilati. Non mi hanno mai impressionato e fin da subito ho pensato che erano un fake. IL lapsus è comprensibile: parli di Lombardi e non di Grillo, ovviamente: Roberta Lombardi quella che durante il famoso streaming on Bersani disse: “Mi pare di stare a Ballarò”: Adesso ci sta con tutte le scarpe e anzi ci sguazza. C.V.D.

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  3. Off topic

    Grande prestazione del ragusano Damiano Caruso al Giro d’Italia, vince la penultima tappa Verbania-Valle Spluga-Alpe Motta, con tre Gran Premi della Montagna, e consolida il suo secondo posto in classifica generale, dietro il colombiano Bernal..
    Caruso ha fatto sempre il gregario, quest’anno è potuto emergere solo perché il capitano delle sua squadra Landa si è ritirato. Invece avrebbe meritato di essere leader da parecchio tempo. Ma il ciclismo è così, spesso grandi campioni vengono sacrificati e relegati al ruolo di gregari.

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  4. Secondo off topic.

    Vince il Chelsea la Coppa più prestigiosa d’Europa, la squadra meno favorita batte il Manchester City per 1-0.
    Sulla coppa dalle grandi “orecchie”, viene inciso in diretta Tv, il nome della squadra, mentre i tifosi esultano in barba al covid.

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  5. La definizione «prete (falso) illuminato sulla via di Montecitorio» è la più adatta e azzeccata che abbia mai sentito ultimamente. Complimenti vivissimi.
    Io – ai tempi dello slogan «apriremo Montecitorio come una scatoletta di tonno» – vaticinai che una volta aperta la scatoletta di tonno, l’avrebbero divorata scoprendo che era di loro gradimento.
    Mi sa che ho avuto ragione. Altro che Movimento Anti-Casta. Questi sono «Mo’ Vi Mento»

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    Grazie. Beh, dopo essersi divorati il tonno gli resta la scatoletta, ma quella è un po’ ostica e dura da digerire.

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  6. Io noto anche che nel tentativo di ripulire ben bene la scatoletta qualcuno non ha tenuto conto che i bordi sono affilatissimi e qualche graffietto se lo sono fatti.

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    capita anche ai “migliori”.

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