In rima

Certo è un’arma la poesia

Più potente che ci sia

Posso dir quel che mi pare

Assentire oppur negare

Farmi beffe del potente

Senza mai rischiare niente

Raccontare di me stessa

Senza mai svelar l’essenza

Posso immergermi nel mare

Senza tema di affogare

Svolazzar come farfalla

Appoggiarmi su una spalla

Rider piangere mentire

Rattristarmi oppur gioire

Raccontar le sensazioni

disvelar le mie emozioni

esser ilare e faceta

estroversa ed  indiscreta.

Tutto ciò, sia quel che sia

Può far solo la poesia.

22 commenti su “In rima”

  1. Posso suggerire una variante?

    “Raccontare di me stessa

    come pur cantare Messa”

    Risposta
    ok, va bene, anche se non capisco tanto.

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  2. Per “cantare messa” intendevo dire “aver voce in capitolo”, “contare nel campo del fare” estrapolando il significato dal detto proverbiale “Senza soldi non si canta messa” .

    Mi congratulo per aver dato una interpetrazione di simpatica libertà espressiva, di un certo genere di poesia.

    Risposta
    Grazie.Ho capito, da queste parti si dice: dire una parola in piazza.

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  3. X signor Alessandro : come suol dirsi, il rammendo è peggio del buco.

    Risposta
    Bianchi, io la passo ma non è gentile da parte sua. E poi a che rammendo si riferisce?

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  4. Sono sensibile alla musica e alla poesia ma non credo di avere capacità di crearne.
    Amo molto i nostri grandi poeti e anche quelli non italiani, delle lingue che posso capire, ma eventuali mie composizioni sarebbero di livello troppo limitato!

    Risposta
    beh, già amare i grandi poeti italiani e stranieri è una virtù.

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  5. Nel senso che la variante suggerita era ben peggiore ed incomprensibile dell’originale. Vige ancora la democrazia o non si può più nemmeno dire senza offendere nessuno che secondo me le filastrocche sono l’espressione letteraria più sciocchina ed infantile? Siamo sul blog di Maria Grazia Gazzato o sul blog della Gestapo? È il signor Alessandro è in grado di difendersi eventualmente da solo?

    Risposta
    ??? veramente prima non si era espresso cosi ma fa lo stesso. Comunque non si tratta di filastrocca. La collochi nel genere letterario che più le aggrada, veda lei.
    Ma non serve tirare fuori certi orridi fantasmi, creda.

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  6. Signor Bianchi, non le è piaciuto il mio suggerimento? Niente male, non era rivolto a lei. Questo invece è per lei, vediamo se le piace: si rilassi ogni tanto, mi sembra un vecchio insegnante con matita rossa e blu, pronto a puntualizzare, pignoleggiare, pedanteggiare, quasi sempre a sproposito. Non prenda sul serio gli scherzi, e soprattutto non scherzi con le cose serie: il suo grido di dolore “vige ancora la democrazia?” ne è una prova.
    :

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  7. Veramente la stessa BM aveva espresso ampie perplessita sulla sua proposta di cui non aveva capito il senso come è capitato a tutti gli altri. È forse un delitto criticare la mediocrità?

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  8. Non intendevo sostituirmi a Dante, signor Bianchi, e non ho detto che lei ha commesso un delitto nel critcarmi.
    Ha solo mostrato di “non capire” -per sua stessa ammissione- e aggiungo di mio, mostra una risaputa tendenza infantile alle provocazioni.
    Forse questo la fa felice, a me non fa un baffo.
    Mi stia bene.

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  9. Chi provoca e chi insulta sono i cosi detti eletti ( se lo credono loro). Sono quelli che i neri scappano dalle guerre e non hanno mai messo un piede in Africa, quelli che sputano su Trump senza aver mai parlato con un americano vero e non con i fighetti di New York che vogliono abbattere le statue di Colombo, con queli che ti chiamano nazionalista se ti incazzi perchè Macron spara ai neri alla frontiera di xxmiglia, quelli che ti cancellano nero e scrivono n…o, quelli che sbrodolano per Bergoglio, ma fanno finta di niente quando dice che non benedirà mai un matrimonio gay, quelli che sfruttano lo stato con riscatti di laurea, baby pensioni e tutti gli altri sistemi per fottere soldi alla comunita, insomma tutti quegli ipocriti che suazzano nella pelosa melassa del perbenismo, del buonismo, dell’accoglienza e della correttezza politica. Io sono di quelli che, come Kennedy, si chiedono cosa posso fare per il mio paeseinvece di quello che il paese può fare per me. Io non sono nè mi sento un eletto. Mi sento una persona intellettualmente onesta e non reggo i nuotatori nella melassa del buonismo.

    Risposta
    Si figuri io. Ce li affogherei nella melassa. Il guaio è che sono proprio quelli che hanno sempre un prestesto per dire che…loro buonisti? loro nazionalisti? loro perbenisti? loro …isti? Ma quando mai? in genere sono la perfezione assoluta fatta persona e non fanno altro che predicarlo dovunque. I n s o p p o r t a b i l i, ma molto sopportati e supportati da tanti e soprattutto da quelli che li temono perché sono incapaci di tutto e buoni a qualsiasi cosa vada bene per loro.
    NdR: qui le g quando non servono e si può usare lo stesso termine senza e sono inutili, le tolgo.

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  10. Brava. E allora lo spieghi ad Alessandro che mi attribuisce una risaputa tendenza infantile alla provocazione. Grazie.

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    io non sono qui per spiegare niente a nessuno! Lei non provochi e vedrà che nessuno le attribuisce nulla.

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  11. “cosi detti eletti ( se lo credono loro)”
    Non ho mai sentito qualcuno che si definisca “eletto”. Allora chi sarebbero gli eletti?
    E’ solo un’etichetta che chi è di destra appiccica a chi è di sinistra, ma una sinistra come la vedono loro, cioè fasulla, descritta in modo becero (sputano….sbrodolano…. sfruttano….sguazzano) , dietro l’ottica deformante del manicheismo di chi divide il mondo in buoni e cattivi, bianchi e neri, eletti e non eletti, per l’appunto.
    No, non esistono eletti, solo opinioni divere, che è l’opposto dell’intolleranza e di chi appioppa etichette , come “buonista” a chi semplicemente è favorevole ad un’accoglienza sostenibile.

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  12. Questa è da morire dal ridere. “Accoglienza sostenibile”? È così cortese di spiegarci con parole sue semplici e comprensibili cosa significa? Pero da persona seria , senza slogan. È quella che fa la Lamorgsee massacrando Lampedusa e nascondendo i clandestini sulle navi da crociera come si fa con la polvere sotto il tappeto? Ma si rende conto che ogni tesi dei buonisti è pura retorica senza nessuna soluzione pratica e realizzabile? Lei non ha ancora capito cos’è l’Africa ed il suo terrificante potenziale nè come convertire questo dramma nella più grande rivoluzione del secolo. Potrebbe essere la grande opportunità dei nostri figli ed invece piagnucolate contro Salvini.Lei si riempe la bocca con l’accoglienza sostenibile che probabilmente non sa neppure cos’è.
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    la dovrà spiegare forse a lei, io so che cosa significa. Ma non sono sicura che anche spiegandogliela lei capirebbe. Lei, al contrario, si auto definisce quello che capisce tutto. Buon per lei, ce le dica lei le soluzioni pratiche e realizzabili, sono tutta orecchie. Vediamo se non è lei quello che fa “morire dal ridere”.
    Ma chi è che “piagnucola” contro Salvini? Mi sa che i “pignucolatori” lei li legge altrove. Qui no di certo.

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  13. Infatti ho chiesto che me la spieghi. Cosa devo dire di piu? Non riesce neanche a capire una cosa così semplice ? Cosa devo fare più che confessare la mia ignoranza?

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  14. Signor Bianchi “muoia pure dal ridere”, ma faccia il favore di non rompere, qui nessuno ha tempo da perdere ciò suoi deliri.

    Risposta
    bene, la “discussione finisce qui” per entrambi.

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  15. Dunque non si può sapere cos’e l’accoglienza compatibile. Bene.

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    non si preoccupi Bianchi, in reteZ ne trova quanti ne vuole di buonisti qualunqueggianti che gliela spiegano volentieri, compresi ex trumpiani illusi e delusi orfani di tanto genio.

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  16. Francamente non capisco tutte ‘ste polemiche su questa in rima, a me non dispiace, che cosa significa mettersi a polemizzare sui migranti su questa cosa qui?
    Che prosaico! E infatti, BM dove so’ scappati tutti?
    Ma non è che qui ci stanno sabotatori?

    Risposta
    ma no, solo che non c’è molta voglia di parlare, siamo tutti sfiniti dal postvirus e dobbiamo riprenderci dallo choc. Solo tu mi sembri sempre più pimpante e serena.
    Bene cosi.

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  17. X sra Gazzato: prendo atto che malgrado il sarcasmo, l’ironia, le battute anche un po insultanti, gli atteggiamenti autoritari, nessuno è stato in grado di dirmi cosa intende veramente per accoglienza compatibile. Non mi sorprende. Buona domenica

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    allora Bianchi, lei non demorde vero? Ma che cos’hà? Uno spiritello che la anima? Vuole che io le spieghi che cosa significa una frase che Alessandro ha usato per contrastare una sua idea che in Italia ci sono solo mollaccioni che accolgono a braccia aperte l’Africa intera e limitrofi solo per farsi belli? Lei cerca qui le risposte alle sue domande? Ma non è lei quello che tutto sa e tutto vede?
    Ma cosa va cercando? Il problema dell’imigrazione è un problema enorme. Lei viene qui a dirci che qui ci sono i buonisti acquattati pronti a piangere lacrime di coccodrillo e finte per chi cerca di fuggire da paesi “poco accoglienti” e poi pretende però di trovare qui le soluzioni a questo rompicapo?
    Ma se ci si sono messe teste” pensanti” pagate profumatamente senza riuscire non dico a risolvero, ma finendo sotto processo, vuole che lo risolva io? O qualcuno che passa di qui? Magari di domenica e con la Settimana sotto braccio?
    Ma lo sa che ha delle belle pretese?
    I problemi come questi non si risolvono nei blog, ma nelle sedi opportune, sempre che siano occupate da persone decise a risolverli e non solo a prendere al volo consensi di chi acriticamente pensa che l’ultimo arrivato abbia la ricetta magica.
    PS: le battute “insultanti” sono le sue (ne ho un lungo elenco).

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  18. Veda signor Bianchi lei sa benissimo cosa sia un’accoglienza compatibile, non ha bisogno di spiegazioni, ma lei insiste a volerla, con una certa petulanza, per avere il pretesto di continuara a sbeffeggiare, cosa che qui, per volere della BM, non è consentito.
    In quanto alle “battute insultanti” impari prima lei come si conduce una discussione.
    Con ciò per conto mio la discussione è chiusa.

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  19. Magari io non so come si conduce una discussione. Lei invece sicuramente sa come si scappa da una discussione, da perfetto democristiano con la scusa che non lo vuole la titolare del blog. Complimenti. Buona domenica

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    bene e ora che ha definito il suo interlocutore “perfetto democrisitano”, devo lasciare la parola ad Alessandro se vorrà contrabattere.
    Dopodiché vediamo di non fare di questo blog una sorta asilo infantile.

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  20. Signor Bianchi, ma da cosa scapperei? Ma mi faccia il piacere! E poi “democristiano”.
    Che fantasia! mi rifaccia il piacere.
    Lei mi ricorda una macchietta di Peppino De Filippo, quel Pappagone che chiedeva sempre “il piriché”.
    “Mi chiamo Pappagone,
    sono un grande ignorantone.
    Quando parlo l’italiano
    non si sa se son siriano,
    turco, russo, oppure che…
    e vi dico il piriché:
    Quando al mondo son venuto
    il cervello s’è perduto.
    Una lingua mal creata
    la favella m’ha ‘nguaiata.
    Sulla testa i miei capelli,
    sempre ruvidi e ribelli,
    sull’occipite un riccetto
    fa più stupido il mio aspetto.
    Sì lo so che sono fesso,
    ma felice son lo stesso…
    (TRATTO DA: TuttoPeppino)

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    ma grazie Allessandro di aver ricordato un personaggio cosi simpatico mai del tutto dimenticato ma ormai facente parte della quasi “preistoria” della TV.
    Quel “piriché” poi era adorabile.
    Bene, ora , signori, credo sia giusto finirla qui. Grazie a entrambi per la partecipazione su questo post (tutto sommato una “innocente ” divazione in rima). Ora voltiamo pagina, per favore.

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  21. C’è chi è sfinito dal post virus, io invece posso dire di essere sfinita per avere letto tutto il “Donne che corrono coi lupi”. Ho voluto fare uno sforzo e sono arrivata alla fine.
    Le limitazioni di movimento imposte dal Covid non c’entrano perché io i libri li ho sempre letti. Però in generale più chiari di questo. L’autrice dichiara di averci messo anni a scriverlo quindi è da presumere che ci voglia altrettanto per assimilarlo bene…
    Ma intendo riguardarlo almeno in alcuni punti perché il tema (la natura delle donne) é interessante. Dirò di più ma intanto posso cominciare col pensiero che l’autrice, a proposito della natura ferina della donna e della sua vicinanza alla natura dei lupi (o meglio, delle lupe) sia stata influenzata dal suo luogo di nascita, a quanto pare in una zona recessa e abbastanza selvaggia degli USA, nel Wyoming.
    E penso anche che la sua passione per le storie di origine fantasiosa, non solo quelle dei favolisti famosi ma anche quelle di donne che nella sua infanzia, a quanto pare un po’ movimentata come famiglie, gliene hanno raccontate tantele sia derivata dal suo ambiente di crescita.
    Sulla similitudine donna/lupa avrei qualche perplessità, come ne ho su certe analisi di favole, magari tenere come Il brutto anatroccolo o La piccola fiammiferaia, che invece lei rende piene di moventi poco gradevoli.
    L’autrice è una psicanalista, a quanto pare di scuola junghiana. Non è un campo che io conosca molto però direi che chi fa certi discorsi, anche se complessi, dovrebbe avere cura che gli stessi vengano capiti se non dal volgo almeno da persona di accettabile livello mentale. Invece qui non è proprio il caso! Come per certi filosofi che dopo averli letti uno si dice: boh!
    Queste righe sono solo una prima impressione, poi dirò altro. Però segnalo anche che, con mia sorpresa, ho notato che questo libro è più conosciuto di quanto pensassi. Un buon numero di donne ha almeno tentato di leggerlo. Ma su quattro o cinque solo una ha detto di averlo portato a termine, le altre ci hanno rinunciato.
    Le capisco, anche se io sono invece nel novero delle stakanoviste arrivate alla fine.
    Ma ora devo rivederlo. Comunque la segnalazione mi è stata utile.

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    Complimenti Silvia per la sua fresca e spontanea narrazione delle difficoltà di lettura di un tomo veramente ostico (ma importante), scritto da una donna che svolge una professione molto delicata e che però ha profuso nei suoi libri l’anima della bambina che è stata e le sensazioni e l’emotività che le donne della sua famiglia le hanno trasmesso quando le raccontavano le fiabe. Le fiabe possono essere terribili e però sono la traduzione in simboli per immagini di stati d’animo e di esperienze e di tanto ancora che le donne fanno durante tutto il corso della loro vita.
    Brava, arrivare fino alla fine non è facile.
    Ed ha ragione quando dice che chi vuole scrivere deve essere chiaro. Sono d’accordo. Ma ci sono cose che si possono esprimere chiaramente ed altre che, essendo complesse, non possono sempre essere tradotte in un linguaggio accessibile a tutti.
    A volte è il lettore che deve sforzarsi di capire ed è anche questo che serve alla sua crescita, in molti sensi. E la lettura serve soprattutto a questo, secondo me: ad aiutarci a “crescere”.
    Sono contenta che il libro le sia stato utile, davvero, mi fa molto piacere. Anche a me lo è stato e in alcuni momenti lo è ancora.
    Rimango in attesa delle sue prossime interessanti considerazioni.

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